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Autore: RedHair    04/03/2013    3 recensioni
Sakura e Naruto sono due fratellastri inseparabili, nati e cresciuti in una grande metropoli e ora costretti a trasferirsi in un piccolo paese di periferia.
Lei è una ragazza complicata e dal passato un po' travagliato, ne ha fatte di cotte e di crude ed è reduce da una storia finita male. Ma ora è decisa a ricominciare tutto da capo.
Lui è un ragazzo vivace e solare. Sembra un po' ingenuo ma ha più intuito di quel che sembra.
Sasuke e Hinata sono due liceali, migliori amici da sempre.
Lei ha un carattere eccessivamente timido e introverso, un padre opprimente e nessun amico, a parte Sasuke.
Lui è un ragazzo freddo e distaccato, all'apparenza poco interessato alle relazioni con gli altri e al mondo che lo circonda.
Le loro strade si incontreranno.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao a tutti! Questa storia è frutto di una domenica di noia, non siate troppo cattivi con i giudizi =)
Purtroppo non so dirvi quando aggiornerò o quanti capitoli avrà la fiction o quali saranno le coppie finali...sono una a cui piace vivere alla giornata :)
Buona lettura!




CAPITOLO 1



Naruto Uzumaki, giovane e fighissimo (a detta sua) ragazzo di quasi diciott’anni, fissò con aria tetra la modesta struttura scolastica che si stagliava di fronte ai suoi occhi, cercando di evitare le spintonate di un gruppetto di mocciosi del primo anno che si affrettavano a varcare il cancello correndo e ridacchiando.
Sbuffando e passandosi più volte la mano fra i già abbastanza arruffati capelli biondo pannocchia, attraversò il giardino tenendo lo sguardo basso, finché non raggiunse le gradinate davanti all’entrata del liceo, dove dovette fare acrobazie per evitare di calpestare gli studenti seduti o distesi sulle scale.
Notò alcuni gruppetti di ragazze lanciare strane occhiate in sua direzione per poi bisbigliarsi qualcosa all’orecchio.
Sorrise, credendo per un momento che  qualcuno si fosse finalmente accorto del suo indiscutibile fascino, ma poi si rese conto che in realtà quelle attenzioni erano rivolte alla ragazza che camminava al suo fianco, ignara di tutto.
Più precisamente, erano indirizzate ai suoi capelli, tinti di un insolito rosa pallido.
“Campagnoli.” Pensò scuotendo la testa e aprendo il portone, facendo entrare capelli-rosa e poi seguendola.
 
Nella sua vecchia scuola, nessuno aveva mai fatto caso a quello strano colore di capelli.
Ecco uno dei vantaggi del vivere in una grande città: puoi conciarti e comportarti come ti pare e a nessuno sembrerà importarne qualcosa.
Ma ora non si trovava più in una grande città, bensì in un sobborgo di 4500 anime, dove probabilmente la cosa più trasgressiva che un ragazzo potesse fare era mettersi un paio di calzini di colore diverso.
 
“Allora,Sakura, pronta per questa nuova avventura?” Chiese con un velo di ironia nella voce.
La rosa sbuffò.
“Non vedo l’ora.”
Naturalmente era sarcastica.
 
Sakura Haruno, diciottenne dalla bellezza e dal carattere un po’ particolari, cercò di mascherare il fatto che in realtà si sentiva un po’ agitata.
Non era mai stata molto brava nelle relazioni e nello stringere amicizie e l’unico mezzo che sapeva usare discretamente per rapportarsi con le persone era il sesso (ciò spiegava perché non avesse mai avuto un’amica femmina).
I pochi amici/conoscenti che aveva nella sua vecchia città li aveva conosciuti grazie a Naruto, la sua ancora di salvezza, il suo unico e vero amico e forse l’unica persona al mondo a cui volesse veramente bene.
 
Lo conosceva fin da quando era bambina, visto che i loro genitori erano buoni amici e uscivano spesso insieme.
Poi dopo la morte della madre di Naruto, i rapporti tra le due famiglie si erano affievoliti, fino al divorzio dei suoi genitori.
In seguito, sua madre e il padre di Naruto avevano cominciato di nuovo a frequentarsi, finendo col mettersi insieme e sposarsi.
 
Sakura ringraziava ogni giorno la forza divina che aveva spinto la madre fra le braccia di Minato.
Si era trattato sicuramente di un miracolo, visto che la ragazza non ricordava che la donna avesse mai fatto qualcosa di intelligente da quando lei era nata.
 
Non osò neppure immaginare cosa avrebbe fatto se la madre e Minato non si fossero sposati e lei fosse stata costretta a trasferirsi a Konoha senza Naruto…
 
 
 
Senza aggiungere altro, i due ragazzi cercarono la loro classe e, una volta trovata, occuparono subito i posti migliori, visto che la campanella doveva ancora suonare e in aula non c’era nessuno.
“Sai, ci ho pensato un po’ su in questi giorni e ho preso una decisione…” Bisbigliò Sakura tirando fuori l’astuccio dal suo zaino.
Il biondo sgranò gli occhi azzurri e la fissò perplesso.
“Basta fare la bad-girl. Sono stanca di rovinarmi la vita da sola, ormai non sono più una bambina. Qui non mi conosce nessuno, ho finalmente la possibilità di ricominciare tutto da zero e farmi una nuova vita. Penso sia arrivata l’ora di dire addio alle mie bravate adolescenziali.”
“Questo significa niente più droghe, alcol e nottate passate in locali poco raccomandabili? Niente più sesso occasionale con chiunque sia dotato di un pene?”
 
Sakura avvertì un prurito quasi insopportabile alle mani e soffocò a stento la tentazione di strangolare a morte il suo amico.
“Idiota, non mi dare della puttana! In tutta la mia vita ho fatto sesso solo con otto uomini e per la cronaca con uno di loro avevo anche una relazione semi-seria, cazzone!”
“Scusami Sakura-chan, non volevo offenderti! Ma se vuoi goderti un’ultima volta le gioie del sesso senza implicazioni sentimentali prima di iniziare la tua nuova vita casta e pura, io sarei disp…”
Ok, quello era troppo.
Mollò un pugno in faccia al deficiente, facendolo cadere dalla sedia.
“Sesso senza implicazioni, certo!” Ringhiò tirandolo su per il colletto della divisa.
“La cosa peggiore che potrei fare per complicare la situazione in famiglia più di quanto abbia già fatto è proprio andare a letto con il mio fratellastro, razza di coglione!”
Naruto piagnucolò terrorizzato.
“Perdono Sakura-chan, stavo solo scherzando. Però se cambi idea…”
Stava per colpirlo di nuovo quando la porta si aprì e alcuni studenti entrarono nell’aula.
Si affrettò a lasciar andare Naruto e a sedersi al suo posto, prima che qualcuno fraintendesse la loro vicinanza fisica mandando subito all’aria tutti i suoi bei propositi di costruirsi una nuova immagine.
 
 
 
 
Fuori dalle mura del liceo statale di Konoha, in un angolo appartato dei giardinetti, due ragazzi se ne stavano seduti sotto l’ombra di un tiglio, godendosi una delle ultime tiepide mattinate di fine estate e aspettando il suono della campanella.
“Basta, sono stanca di fare la brava ragazza. Questo è l’ultimo anno che passiamo qui e per una volta vorrei provare anche io a divertirmi come fanno tutti gli altri.”
A parlare con voce flebile era stata Hinata Hyuuga, diciott’anni ancora da compiere, capelli scuri, setosi e lunghi, pelle di porcellana, occhi chiarissimi e fisico minuto e spigoloso, modellato da anni di danza classica.
Il ragazzo seduto al suo fianco, con il braccio posato contro il suo, smise di fissare il cielo e puntò lo sguardo impassibile sulla giovane.
“Da come lo hai appena detto, non sembravi molto convinta.” Osservò spostandosi una ciocca di capelli nerissimi dal viso.
 
Hinata sospirò, il ragazzo come al solito ci aveva azzeccato.
“Vorrei che fosse tutto più facile.” Disse senza nascondere il tremito nella sua voce.
“Vorrei avere il coraggio di dire a mio padre che non voglio andare al college per poi prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia. Vorrei dirgli anche che odio la danza classica tanto quanto odio suonare il violino.
Vorrei riuscire a ridere e scherzare con i ragazzi come fanno tutte le mie coetanee.
Vorrei provare ad uscire di sera per bere e divertirmi come fanno gli altri.
Ma poi la paura mi prende, mi sento stupida e fuori luogo, la voce non esce dalla mia bocca e non so cosa fare, mi sento a disagio.
Perché con gli altri non riesco a parlare e a dire quello che penso come quando sono con te Sasuke?”
Sasuke Uchiha, attraente e brillante neo-diciottenne rampollo di un’importante famiglia, regalò alla timida ragazza uno dei suo rarissimi sorrisi, cingendole le spalle con un braccio.
“Beh, quando vuoi parlare con qualcuno, puoi fingere che ci sia io al suo posto.” Le suggerì.
Hinata si portò una mano alla bocca soffocando una risatina e il moro la guardò curioso.
“Che c’è da ridere?”
“Oh, scusami Sasuke! È solo che ho immaginato il corpo di Ino con la tua faccia.”
Ma parlare di Ino le fece venire in mente quello che era successo la sera precedente e la risata le morì in gola all’istante. Le guance le si colorarono di un rosso acceso.
Sasuke intuì subito a cosa stava pensando la ragazza.
“Senti Hinata per quello che è successo ieri sera…” Cominciò a spiegare facendo arrossire ancora di più la Hyuuga.
 
 
 
Il giorno prima, nel tardo pomeriggio, Hinata era andata a trovare Sasuke a casa sua.
Sentiva l’impellente bisogno di vedere una faccia amica, dopo aver subito l’ennesima umiliazione da parte di suo padre solo perché non aveva ottenuto la parte di prima ballerina nel saggio d’autunno.
E si da il caso che Sasuke fosse l’unico vero amico che possedeva e con il quale non aveva paura di mostrare i propri sentimenti.
 
Sapeva che il ragazzo era in casa, perché la sua moto era parcheggiata appena fuori dal garage e la finestra della sua camera era illuminata dalla flebile luce della sua lampada da comodino.
 
I due ragazzi si conoscevano fin da quando erano bambini e tra di loro era nata una fortissima amicizia.
Entrambi avevano un carattere un po’ taciturno ed introverso, Hinata principalmente a causa della sua timidezza, Sasuke perché non amava molto esternare i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Ma la ragazza sapeva che sotto l’apparente maschera di freddezza, Sasuke in realtà era un bravo ragazzo.
Riuscivano a passare interi pomeriggi insieme nelle stessa stanza senza mai spiccare parola, leggendo o ascoltando musica, senza mai sentirsi in imbarazzo.
Anzi, a dirla tutta Sasuke era l’unica persona con cui Hinata si sentisse a proprio agio, in qualunque situazione, o quasi.
 
Suonò più volte il campanello ma nessuno venne ad aprirla.
“Forse è da solo in casa e non mi sente perché sta ascoltando della musica.” Pensò.
Senza esitazioni, prese le chiavi di riserva nascoste sotto il vaso di roselline bianche al lato della porta.
Entrò nella casa, totalmente immersa nel buio e nel silenzio e corse al piano superiore, diretta verso la camera di Sasuke.
Senza neppure bussare aprì subito la porta e la scena che le si presentò davanti la mise profondamente in imbarazzo.
 
Dentro la stanza c’era Ino, una delle ragazze più carine e popolari della scuola, in atteggiamenti abbastanza intimi con Sasuke.
Appena il giovane notò l’amica completamente paralizzata davanti all’entrata, si tolse subito Ino di dosso e si alzò in piedi, anche lui piuttosto imbarazzato.
“Hinata, che ci fai qui?”
“S-scusami Sasuke. S-sono venuta qui perché volevo parlarti di una cosa…ma non importa, me ne vado.” Riuscì a balbettare.
“Ne sei sicura? È successo qualcosa di grave?” Chiese lanciandole un’occhiata intensa e preoccupata.
Pareva essersi completamente scordato di avere una bionda seduta sul suo letto.
“N-no, tranquillo, non è nulla di importante. Ne possiamo parlare anche domani a scuola, ci vediamo.”
E senza aggiungere altro, abbandonò la stanza prima che Sasuke potesse replicare e corse a casa come un fulmine, ancora piena di vergogna.
 
 
 
“Tranquillo Sasuke. Quello che è successo ieri è tutta colpa mia. Non avrei dovuto entrare in casa tua in quel modo. Ino-san si è arrabbiata?”
Chiese giocherellando con l’orlo della gonna e desiderando di cambiare al più presto argomento.
Il moro sbuffò.
“Bah, non ne ho idea. Ha cominciato a parlare e non la finiva più, non ho ascoltato molto a dirti la verità.
Ha detto qualcosa sul fatto che sei strana, che sembri una perfetta santarellina che non sa godersi la vita, che probabilmente non hai mai nemmeno baciato un ragazzo e che sei una sfigata totale.”
Hinata si sentì morire per l’umiliazione.
“Oh, capisco.” Bisbigliò. “E tu cosa le hai detto?”
Sul volto di Sasuke comparve un ghigno soddisfatto.
“Che deve imparare a farsi gli affari suoi e che se la sento di nuovo sparare giudizi inutili su di te le rovino la vita, cominciando col dire a tutti che l’ho beccata mentre si scopava quel secchione di Nara nello sgabuzzino delle scope.”
Hinata non riuscì a trattenere un sorriso e si alzò in piedi, il morale decisamente risollevato.
“Forza andiamo in classe, la campanella ha suonato!”
 
 
 
“Silenzio, ragazzi, per favore!” Gridò la vecchia professoressa di letteratura cercando di ristabilire l’ordine in classe.
“Questo per voi è l’ultimo anno e ormai siete quasi tutti maggiorenni, perciò cercate di comportarvi da persone adulte!”
Quando il chiacchiericcio degli studenti si placò, l’insegnante abbassò leggermente gli occhiali e puntò lo sguardo su Naruto e Sakura, seduti nell’ultima fila.
“Quest’anno abbiamo con noi due nuovi studenti, prego non siate timidi, fatevi avanti.”
Sakura roteò gli occhi stizzita, Naruto gemette, ma entrambi si alzarono e si portarono al fianco della cattedra.
“Questi sono Naruto e Sakura.” Continuò la professoressa rivolta alla classe. “Si sono trasferiti qui dalla città di Kurama e il nostro compito è non fargli rimpiangere la loro vecchia scuola.”
Ruotò poi il busto verso i due fratellastri.
“Vi do il benvenuto nella nostra scuola ragazzi, spero vi troverete bene. Potete tornare a sedervi.”
Grati che quella tortura non fosse durata molto, fecero per raggiungere il loro banco in fondo all’aula.
“Solo un momento!” Li interruppe la professoressa. “Avrei prima un piccolo appunto da fare alla signorina Haruno.”
Sakura ringhiò senza farsi sentire e camminò lentamente di nuovo verso la cattedra.
“Per questa volta lascerò correre, visto che è il suo primo giorno, ma ci tengo ad avvisarla che qui da noi è vietato portare le gonne della divisa sopra l’altezza delle ginocchia, per una questione di buon costume.”
Alcune ragazze cominciarono a sghignazzare, mentre i ragazzi si tirarono qualche gomitata a vicenda.
Trattieniti Sakura, trattieniti!
“Mi scusi prof, non volevo mancarle di rispetto, solo che nella mia vecchia scuola nessun professore si è mai lamentato per la scarsa lunghezza delle mie gonne, anzi…”
Naruto cominciò a tossicchiare nervoso.
La rosa fissò l’insegnante con aria di sfida: a quanto pareva era a conoscenza della sua situazione, di ciò che aveva fatto nel suo vecchio liceo e dei motivi che l’avevano spinta a trasferirsi; perché cominciò a toccarsi nervosamente i capelli cotonati e gli occhiali da vista.
“Beh, qui è un po’ diverso…” borbottò “…forse in città ci sono meno regole, ma purtroppo per voi qui le cose funzionano ancora all’antica. Ora vada a sedersi.”
Sakura tornò a al suo posto accanto a Naruto, senza guardare in faccia nessuno e tenendo stretti i pugni lungo i fianchi.
 
 
 
 
“Ma non avevi detto di voler smettere di fare la cattiva ragazza?”
“Quella stronza mi ha messo in imbarazzo davanti a tutta la classe solo per aver fatto vedere qualche centimetro di coscia, anche una santarellina si sarebbe incazzata.” Si difese Sakura.
“Se fossi ancora la Sakura-ribelle, domani verrei a scuola in mutande solo per ripicca, invece farò come la vecchia ha chiesto, non ti basta questo?”
Naruto scrollò le spalle. “Si dai, è già un miglioramento…ah, è questa la mensa!”
Entrarono in un grande salone, dove un centinaio di studenti consumavano il loro pranzo nella confusione più generale.
 
“Che schifo, non hanno neppure il sushi nel menù!” Si lamentò Sakura mentre un’inserviente le buttava nel piatto qualcosa di vagamente simile a polpettone.
Quando si furono serviti, si voltarono e iniziarono a guardarsi intorno.
“Ed ecco a voi il momento peggiore del primo giorno di scuola di uno studente nuovo: la scelta del posto da sedere in mensa! Dove finiranno i nostri eroi? Nel tavolo dei nerd? In quello degli atleti? In quello delle fighette? Qui si gioca il nostro destino sociale Sakura-chan!”
“Chissene di queste stronzate! Sediamoci da qualche parte e basta.” Tagliò corto la ragazza.
Naruto non se lo fece ripetere due volte e seguì come un cagnolino la sua sorellastra, salvo poi finire con il cozzarle addosso quando quest’ultima si fermò di colpo.
“Hei, Sakura-chan che ti prende? A momenti mi rovesciavo addosso tutte le patatine!”
La ragazza si voltò verso di lui, con i grandi occhi verdi che brillavano di eccitazione e un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
“O-M-G! Ho appena visto il più bel ragazzo sulla faccia della terra!” Gracchiò felice.
Naruto si guardò intorno. “Uh? E chi sarebbe? Quel tipo lì con gli occhiali?”
“Ma no idiota! Quello seduto tutto solo laggiù in fondo, quello con i capelli neri!”
Il biondo socchiuse gli occhi.
“Ah, quello. Ha la faccia un po’ da cazzone a dirla tutta. E poi, scusa se mi ripeto, ma non avevi detto di voler smettere di fare la cattiva ragazza?”
Sakura sbuffò. “E questo che c’entra adesso?”
“Ricordi? Niente più sesso occasionale.”
“E chi ti dice che io mi accontenti di una botta e via? Magari mi piace davvero e avrò una relazione seria con lui.”
Naruto parve pensarci su. “Ma sì, può andare. Almeno questa volta non è uno di almeno dieci anni più vecchio di te.”
Sakura stava per replicare al commento dell’idiota, ma rimase a bocca aperta quando, con suo profondo rammarico, una ragazzina dai lunghi capelli scuri andò a sedersi proprio accanto alla sua nuova “preda”.
La scena non sfuggì neanche a Naruto, che non riuscì a trattenere un ghigno.
“Ops, mi sa che stavolta ti è andata male! Anche se una relazione con un tipo già fidanzato non avrebbe di certo rappresentato un ostacolo per la vecchia Sakura-chan.”
“Già…” sospirò con profondo rammarico la ragazza “…purtroppo si da il caso che io adesso sia la nuova Sakura.”
 
 
 
 
“Che ti prende Hinata? Hai una faccia strana.” Chiese Sasuke scrutando con la coda dell’occhio la ragazza che si era appena seduta accanto a lui.
“Oddio, Sasuke, io te lo dico ma tu promettimi di non guardare, ok?” Sussurrò pianissimo tenendo la testa bassa e giocherellando con la sua insalata.
“Cos’è che non dovrei guardare?”
“Tu prometti e basta!” Era a dir poco paonazza.
“Va bene, prometto.”
Hinata sospirò e si strinse nelle spalle tremando.
“Proprio davanti a noi, vicino all’ingresso, c’è il ragazzo più carino che abbia mai visto!”
“Chi? Il biondo vicino a quella strana tizia con i capelli rosa? Dev’essere uno degli studenti nuovi.”
“Ti ho detto di non guardare!”
“Ok, ok! Non guardo.” Sasuke chinò velocemente il capo sopra il proprio piatto esattamente come stava facendo Hinata, sentendosi ridicolo.
“Oddio, e adesso che faccio? E se viene a sedersi qui? E se mi parla?” la ragazza era totalmente nel pallone.
“Datti una calmata! Non avevi detto di voler smettere di fare la brava ragazza? Allora fatti coraggio e parti all’attacco.”
“Fanculo Sasuke!” Sibilò stringendo i denti.
Il moro sogghignò soddisfatto. “Brava, hai cominciato alla grande.”
 
 
 
 
 
  
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