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Autore: GraStew    04/03/2013    10 recensioni
[IN REVISIONE]
Maya è una donna di quarantadue anni. Si trasferisce con sua figlia Sophie, a Londra, per non soffrire più a causa della separazione con suo marito, Peter.
Qui inizierà una vita felice e spensierata, fin quando...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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OPEN YOUR HEART TO THE FATE
 
*My life revolves around her*
 
Secondo capitolo

 
 
 
Avanzo verso mia figlia in trepidante agitazione con Robert che mi tiene la mano. Tutto il teatrino di prima non è servito a un bel niente.
Sospiro attirando l’attenzione del mio compagno che si gira sorridendomi.
Mi infonde coraggio e forza solo guardarlo ed è per questo che appena arrivo proprio davanti mia figlia lascio la sua mano e abbraccio la mia unica ragione di vita.
«Scusa… scusa»mormoro stringendola mentre lei rimane immobile.
Mi stacco e la guardo.
«Mamma…»
«Dimmi»
«Andiamo a casa»
«O-okay»balbetto girandomi e guardando Robert che fa un cenno con la testa.
Per tutto il tragitto verso casa nessuna proferisce parola ed è un silenzio troppo imbarazzante per noi che abbiamo sempre qualcosa da confidarci.
«Sophie»la chiamo ma lei scuote la testa.
«Non ora»è l’unica cosa che dice.
Mi volto verso la mia migliore amica cercando un po’ di conforto; mi accarezza il braccio facendomi capire che le passerà e che è normale che reagisca così. Quando varchiamo la soglia di casa la reazione di mia figlia è tutto il contrario di prima.
Mi guarda e il fatto che si stia torcendo il labbro inferiore mi induce a pensare che è abbastanza nervosa.
«Sophie posso spiegarti»le dico andandole incontro.
«Perché lui era con te? Vi siete messi d’accordo?» mi chiede.
«No, certo che no tesoro. Sono uscita fuori a fumarmi una sigaretta in attesa dell’inizio del film e Robert, lui era là, con sua sorella. All’uscita poi ci siamo incontrati di nuovo ed è successo quello che hai visto. Mi dispiace di averti tubata» le spiego tralasciando qualche particolare.
«Non mi hai turbata per il gesto in sé ma sai vederti con un  altro uomo… insomma… non ero pronta, tutto qua» mi spiega mia figlia con semplicità.
«Lo so amore! Se ti può far stare meglio non lo frequenterò più… per te lo farei» la guardo mentre lo dico sperando con tutto il mio cuore che non sia necessario.
Trattengo il fiato aspettando una sua risposta.
«Ti voglio bene mamma e voglio vederti felice. Quindi hai la mia benedizione» scoppia a ridere mentre lo dice.
«Grazie amore… grazie» mormoro imbarazzata.
«Invitalo a cena qua… credo che Ashley sia d’accordo con me» propone Sophie guardando la mia migliore amica mentre ci fa l’occhiolino.
«Vedremo» mormoro.
 
 
*
 
«Bene ragazzi. Per oggi è tutto. Mi raccomando studiate le pagine che vi ho assegnato per domani che interrogo» annuncio ai miei alunni mentre ricevo da parte loro solo dei “no, uffa, che noia”.
Anche io alla loro età ero così e mi viene da ridere al pensiero di quanti anni sono passati.
Non avrei mai creduto di cambiare totalmente vita.
Amavo Peter con tutta me stessa e ho perdonato talmente tante volte le sue scappatelle che adesso non ce la faccio proprio più.
L’unica cosa positiva è che ama Sophie a tal punto da non farle mancare niente anche se lei si pone in atteggiamenti ostili verso di lui.
La capisco dopotutto; anche io da piccola ho subito la separazione dei miei e mai e poi avrei voluto che mia figlia soffrisse per questo ma purtroppo è avvenuto e non per colpa mia.
Ogni giorno cerco di essere la mamma modello che anche io avrei voluto ma capisco che ogni tanto, essendo essere vivente, sbaglio anche io.
Come quella volta in cui ero talmente arrabbiata con Peter da averle privato di andare ad un ballo in maschera. Inutile dire che non mi ha parlato per una settimana intera.
Per fortuna mi sono fatta perdonare organizzandone uno a casa nostra.
Peter è un famoso architetto e grazie a questo vivevamo nel lusso. Avevamo una casa davvero grande e davvero bella ma quando non c’è l’amore, la sincerità, la fedeltà ed il rispetto tutto il bene materiale non è importante.
Se una persona è marcia dentro, i soldi non fanno la differenza.
Invece puoi essere povero ed avere un cuore grande…
«Disturbo?» mi chiede qualcuno facendomi sobbalzare per lo spavento.
Mi volto e Robert è proprio davanti a me.
«Ciao… certo che no» sorrido e lui si avvicina sempre di più finendo per essere a qualche centimetro da me.
«Come stai?» mi chiede con una dolcezza disarmante.
«Bene, Rob. Tu come stai?»
«Bene. Tua figlia che ha detto? L’ho incontrata prima mentre venivo qua…» non finisce la frase lasciandomi in sospeso.
«Ha detto qualcosa? Dove stava andando?» gli chiedo cercando di essere il più rilassata possibile.
«Tranquilla, Maya. Mi ha sorriso e credo che stesse andando in bagno».
Sospiro rincuorata dalle sue parole, «hai una figlia davvero bellissima ed intelligente. Non temere per lei» continua a dirmi mentre le sue braccia si allargano per accogliere me.
«Lo so, Robert. Sophie è davvero una ragazza straordinaria e l’ultima cosa che voglio è farla soffrire».
«Non lo faremo» mormora per poi baciarmi.
Quando sono con lui dimentico tutto come adesso; ci stiamo baciando in una classe dell’istituto mentre le sue mani esplorano il mio corpo.
«Non possiamo» farfuglio intontita dal suo odore e dalla voglia che ho di lui.
Robert si stacca da me guardandomi negli occhi, «sei bellissima Maya. Avrei voluto incontrarti tanti anni fa» sussurra accarezzandomi una guancia.
«Anche io» ammetto abbassando lo sguardo.
«Stasera ti va di stare con me?» mi chiede.
«Ti chiamo, va bene?»
Scoppia a ridere ed annuisce.
Non so se lui può capire come mi sento adesso.
Sono in un bivio.
Da un parte vorrei dirgli di si perché con lui sto bene ma, dall’altra parte c’è mia figlia. Lei viene prima di tutto; anche prima di me.
La mia vita ruota intorno a lei.
«Ti capisco» mormora lui come se stesse leggendo il mio pensiero.
«Grazie» mi sollevo sulle punte dei piedi in modo da lasciargli un bacio a fior di labbra, «a dopo» gli dico uscendo dall’aula.
Mi avvio verso la sala professori posta al piano di sopra ma, qualcosa attira la mia attenzione.
Una ragazza ed un ragazzo si stanno baciando cercando di non farsi notare da nessuno cosa impossibile per altro.
«Ehi ragazzi» li richiamo dolcemente. Mi fanno tanta tenerezza dopotutto.
Si staccano velocemente e la ragazza compare da dietro la porta in cui erano. Rimango sconvolta quando mia figlia mi guarda imbarazzata.
«Sophie!» esclamo senza dire altro «vai in classe» concludo la frase. Lei annuisce silenziosamente e mi guarda come per dirmi “ti prego… non dire niente ora”.
La mia concentrazione adesso è sul ragazzo che fino a poco fa stava baciando la mia bambina.
«Professoressa io…»
«Non dire niente, Paul»
Annuisce e si incammina verso la sua di classe.
«Fermati un attimo» lo richiamo seria.
Si immobilizza mentre aspetta che io dica qualcosa. Non voglio sembrare la professoressa rompiscatole ma è giusto che io lo rimproveri per il suo atteggiamento.
«Ti sembra giusto quello che avete fatto? Vi poteva vedere chiunque, Paul. Il preside e anche gli altri professori. Non tutti sono indulgenti come me. Cosa provi per mia figlia?» gli chiedo sapendo perfettamente che non dovrei mettermi in mezzo alle questioni sentimentali di Sophie.
«Io credo di amarla» ammette imbarazzato.
Mi sciolgo all’istante dopo questa dichiarazione e sorrido.
«Vai Paul. Mi raccomando! Sophie è una ragazza meravigliosa. Non la fare soffrire»
«Non è mia intenzione» confessa per poi sparire dalla mia visuale.
 
*
 
Finalmente sono a casa!
Oggi è stata davvero una giornata estenuante sotto tutti i profili.
I ragazzi mi hanno fatto davvero esasperare; Robert mi ha chiesto di uscire; ho scoperto che Sophie sta insieme ad un ragazzo e li ho visti baciarsi a scuola.
«Amica tutto bene?» mi chiede Ashley notando la mia espressione frustata.
«Direi proprio di no» ammetto mentre mi spoglio dagli abiti del giorno.
«Vuoi parlarne?»
«Sì, grazie. Sapevi che Sophie sta con un ragazzo?» le domando incuriosita.
«No, certo che no» blatera a bassa voce.
«Stai mentendo» sentenzio guardandola.
«Non è vero»
«Invece sì. Ti conosco da una vita»
«Uffa, okay! Me l’ha detto l’altro giorno al cinema» confessa sedendosi sul letto.
«Ah». Sono delusa dal comportamento di mia figlia. Perché  non mi ha detto niente?
«Maya»
«Mh»
«Non te l’ha detto perché non sapeva come dirtelo e anche perché non voleva farti preoccupare. Hai una vita abbastanza incasinata e tua figlia lo sa»
«Scoprirlo così è stato peggio. Non credi?»
«Cerca di capirla. È una ragazzina ancora… bellissima aggiungerei. Mi sorprenderei se nessuno ci provasse con lei. Ma l’hai vista bene? Sta crescendo, Maya»
«Lo so» brontolo.
«Vieni qua, amica mia» mi abbraccia infondendomi un po’ del suo buonumore.
«Per me è sempre la mia bambina. Io le racconto tutto perché voglio che sia partecipe della mia vita e anche lei lo vuole. Io vorrei che mia figlia mi chiedesse aiuto se ne ha bisogno»
«Mamma» sento mormorare dietro le mie spalle.
Mi volto e mia figlia è in piedi appoggiata alla porta.
«Tesoro» mi alzo di scatto e la abbraccio con tutta la forza che possiedo.
«Scusa se non ti ho detto niente. Se vuoi adesso posso raccontarti tutto»
«Certo, piccola».
Ci sediamo sul letto e mia figlia inizia a raccontarmi di come l’ha conosciuto, dei gesti affettuosi che le riserva, del loro primo bacio e confessa anche che pensa di amarlo.
«L’amore è un sentimento difficile da affrontare. Ti annebbia la mente, ti rende vulnerabile ma al contempo ti fa sentire viva. È come un fuoco che arde dentro di te…» le dico ricevendo un abbraccio da parte sua.
«Sei così saggia, mamma. Vorrei essere come te» ammette mia figlia mentre io scuoto la testa.
«Non dire così. Sbaglio anche io tante volte» confesso ricevendo questa volta un’occhiataccia.
«Siamo umane» conclude il discorso Ashley ridendo e abbracciandoci.
 
*
 
Era un pomeriggio di primavera quando lungo il percorso della mia vita conobbi Peter e Ashley.
Erano studenti nella stessa università; erano amici ed uscivano sempre insieme. Un giorno dovetti fare uno stage proprio nel loro padiglione. Vagavo alla ricerca dell’aula non sapendo dove andare; una ragazza solare e bellissima mi chiese se avessi bisogno di aiuto ed io le chiesi gentilmente se poteva dirmi quale fosse l’aula.
Lei, con tutta la nonchalance del mondo, si mise a parlare facendomi arrivare in ritardo. Il professore che teneva lo stage non mi fece entrare ed io passai la giornata con lei.
Era strano ma, mi sentivo bene.
Fu allora, durante la pausa pranzo, che conobbi Peter.
Era già allora un ragazzo davvero bellissimo e intelligente. Uno di quelli che hanno la fila di ragazze dietro. Era simpatico e stranamente anche con lui mi trovai subito bene.
Sapeva farmi ridere e mi mise subito a mio agio.
Quando la giornata finì, mi sentivo davvero triste. Non volevo lasciarli così ci promettemmo di vederci presto.
E così fu.
Io e Peter iniziammo ad uscire insieme e qualche anno dopo decidemmo di sposarci.
Eravamo davvero innamorati; almeno io lo ero.
Con Ashley andò sempre meglio.
Ci confidavamo su tutto e quando mi disse che aveva deciso di trasferirsi a Londra per lavorare mi crollò il mondo addosso.
Per fortuna che c’era Peter al mio fianco.
Gli anni passarono in fretta e quando diedi alla luce la mia Sophie tutto mi sembrava che andasse alla perfezione.
Mi ero laureata da poco, avevo una famiglia bellissima ed ero felice.
Tutto crollò quando seppi del primo tradimento di Peter.
Lo perdonai quella volta e anche quelle successive. Mi dicevo che non era vero; che non era possibile e che le persone si inventavano di tutto pur di farci separare.
Nostra figlia, nel frattempo, cresceva ogni giorno di più ed io ero entusiasta di lei tanto che volevo un altro figlio.
Rimasi incinta ma, a causa del forte stress, lo persi.
Qualche mese fa ebbi la prova di tutto.
Trovai Peter, nel nostro letto, mentre scopava con la  vicina di casa.
Avrei voluto ucciderlo con le mie mani!
 
 
«Ehi, Maya… tutto bene?» mi chiede la mia amica notando le mie lacrime e la foto che tengo tra le mani.
«Sì! Stavo solo pensando alla mia vita»
«Hai ancora quella foto?» mi chiede indicandomela con il dito.
«Certo… la porterò per sempre con me in memoria dei vecchi tempi» le spiego.
«Capisco. Tu e Peter eravate davvero bellissimi insieme…»
«Lo credevo anche io anni fa»
«Lo odio per quello che vi ha fatto» confessa guardandomi.
«Eravate migliori amici un tempo»
«Lo credevo anche io»
«Quello che c’è stato tra me e lui non deve spezzare la vostra amicizia, Ash. Vi conoscete da una vita e non è giusto che adesso quella che debba pagare tutto questo sia proprio tu»
«Tu, forse, non capisci Maya. Lui sapeva quanto io tenessi a te e che se solo ti avesse fatto del male mi avrebbe persa, eppure, l’ha fatto comunque. Non era così importante la nostra amicizia, per lui» mormora lei trattenendo le lacrime.
«Oh, tesoro. Non siamo cambiate sotto questo aspetto nel corso degli anni. Abbiamo superato la quarantina ma non ci siamo trasformate in donne senza cuore… ricordi?» le chiedo scoppiando a ridere.
«Certo» ride anche lei mentre io riposo la foto nel cassetto.
Ash mi lascia da sola in quanto hanno suonato al citofono. Guardo fuori dalla finestra e quello che vedo inizia a piacermi.
Sono le sei del pomeriggio e come al solito sta piovendo.
Io e Sophie non eravamo abituate a questo tempo e tutt’ora non lo siamo. Amiamo tantissimo il sole ma dobbiamo accontentarci della pioggia.
Londra, si salva, solo perché è una bellissima città.
È piena di monumenti e di opere d’arte come ad esempio il British Museum e la National Gallery. Sophie ama la famosa ruota panoramica,il cosiddetto London Eye e il famosissimo Big Ben.
È una città ricca di colori, di musica e di etnie diverse.
Sto iniziando seriamente ad amarla.
Non avrei mai creduto di poter vivere qua e di trovare lavoro.
«Maya questo è per te» mi dice la mia amica entrando in camera.
Mi volto e quando noto che in mano tiene un mazzo di fiori e un biglietto un sorriso si espande sul mio volto.
Robert è la prima e unica persona che mi viene in mente e come un lapsus mi ricordo che avrei dovuto chiamarlo per confermargli o no il nostro appuntamento.
«Sono curiosa di sapere di chi sono» mormora Ashley eccitata.
«Mi stai facendo incuriosire. Dammi qua» prendo il biglietto attaccato e lo apro.
Inizio a leggere con il cuore che batte a mille. Quando finisco guardo la mia amica che aspetta impaziente una mia reazione.
«Allora?» mi chiede avvicinandosi.
«Butta quei fiori. Ora!» le ordino.
«Perché? Sono così belli… Cosa dice il biglietto? Chi è?»
«BUTTA. QUEI. FIORI. ADESSO» tuono seria e arrabbiata.
Lei indietreggia facendo ciò che le chiedo.
«Fammi leggere» mi strappa il biglietto dalle mani e inizia a leggerlo anche lei.
Il suo viso è la fotocopia del mio, ne sono sicura.
Tutto mi aspettavo tranne questo.
 
 
 

__________

 
 
 

Sono in ritardassimo lo so ç.ç mi perdonate, vero? Ho finito di scrivere il capitolo stanotte in quanto sono rimasta sveglia a causa di una scossa di terremoto ç.ç
Ho la fobia ç.ç
La vostra qual è?
Comunque, tornando al capitolo, come vi è sembrato?
Qui, Maya, vacilla un po’ ma si riprende alla grande… Chi sarà mai nel biglietti?
Fatemi sapere chi credete che sia xD
Ahahahaah :3
Volevo ringraziare tutte voi che avete accolto la storia in positivo *w* grazie di cuore, ragazze <3
Vi ricordo che io sono qui,
GraStewEfp <3 Siete le benvenute :3
A data da destinarsi xD (spero di riuscire a scrivere il prossimo entro il 10 xD) :3
Gra

   
 
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