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Autore: Akane92    04/03/2013    10 recensioni
Una ragazza è di ritorno in città e sconvolgerà la vita del nostro caro Alpha.
Dal prologo:
" Due occhi grandi e verdi incrociarono il suo sguardo per qualche secondo. Un occhiata veloce che per il lupo fu fatale.
Qualcosa dentro di lui si mosse, all’improvviso. Non ebbe neanche il tempo di capire. I suoi battiti aumentarono, le sue mani tremavano, e i suoi occhi non potevano fare a meno di continuare a seguire quegli occhi magnetici. Strinse ancora più forte il volante della sua auto con i muscoli del corpo tutti tesi. Era una ragazza. Una ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi come il sangue. Sorrideva, mostrando i denti che per Derek in quel momento erano perfetti, insieme a tutto il resto. Era una strega, forse? "
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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My Girl.

 

POV Derek

Fare i compiti con Hope non fu affatto semplice. Non perché la materia fosse difficile, anzi, me la ricordavo anche abbastanza bene. Ma perché, proprio prima che io mi sedessi accanto a lei che stava già scrivendo sulla sua scrivania, mi disse << Solo i compiti. Niente distrazioni >>. In poche parole, non potevo neanche toccarla. Questa fu appunto la parte più difficile. La guardavo mentre scriveva numeri e lettere dell’alfabeto sul suo quaderno e volevo solo stringerla a me e baciarla mentre lei era concentrata al massimo nel fare le espressioni e i problemi e non mi calcolava neanche un po’. Mi chiese di aiutarla un paio di volte ed io feci del mio meglio per ricordare quello che avevo imparato a scuola. Quando mi disse che con matematica aveva finito e che sarebbe dovuta passare a letteratura inglese, mi feci da parte sapendo che non aveva alcun bisogno di aiuto.
<< Aspetta >> mi disse mentre mi stavo alzando << Vieni >> mi sorrise, prendendomi per la maglietta e facendomi avvicinare a lei, per poi finalmente baciarmi. Fu come tornare a respirare. << Grazie dell’aiuto >>
Le sorrisi anche io e lei mi lasciò andare, tornando sul pc. Mi guardai intorno, cercando qualcosa da fare, e andai di fronte alle sue librerie, piene di libri e film d’amore. Su uno scaffale, uno dei più alti, c’erano quaderni di tutte le dimensioni e colori e dei diari che sembrava stessero per esplodere. Ne presi uno, tutto giallo e con una scritta rosa sulla copertina “ Hope’s Diary n.1 “, la scrittura sembrava quella di una bambina che aveva appena iniziato a scrivere.
Stavo per aprirlo, quando un suo << Ehi! >> mi fece voltare verso di lei, che veniva verso di me con uno sguardo allo stesso tempo imbarazzato e arrabbiato. << Queste cose non si toccano! >> mi disse, cercando di togliermi quel diario dalle mani.
Lo alzai in aria, in modo che lei non ci arrivasse << Non posso leggere? >>
<< Non quelle cose! Ci sono un mucchio di libri e tu vai a scegliere proprio quelli? >> mi chiese, saltellando per cercare di arrivare al suo diario.
<< Ma questi li hai scritti tu, vero? >>
<< Sì e sono cose personali. Ti spiace ridarmelo? >>
<< Sì, mi spiace >> dissi, andando verso il suo letto e sedendomi sopra, ancora con il diario fra le mani.
Lei sbuffò, raggiungendomi. << Perché sei così interessato a leggere il diario di una bambina di otto anni? >>
Alzai le spalle. << Mi interessi >>
Lei mi guardò, sedendosi accanto a me e sbuffando ancora << Che la vergogna abbia inizio >>
Aprii il diario e notai subito i mille disegni che c’erano alle prime pagine e che continuavano fino a metà diario. Animali, Hope, Stiles, i suoi genitori, Lydia e Scott, disegni di una bambina, ovviamente, ma comunque bellissimi e contornati da mille scritte che spiegavano tutto. Spesso c’era sua madre in quei disegni, insieme a suo padre, lei e suo fratello. << Ero convinta che mia madre sarebbe tornata dal cielo >> mi spiegò lei, mentre sentivo il suo cuore che cominciava a battere più velocemente.
Girai ancora una volta pagina, e mi ritrovai davanti “ Il suo principe “, un disegno di un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli scuri  con dietro di lui un cavallo nero, contornato da mille cuori rossi e rosa. << Il tuo principe? >> chiesi, mentre lei si copriva gli occhi e cominciava ad arrossire.
<< Avevo otto anni >>
<< Sognavi già il principe? >> le chiesi, continuando a guardare quel disegno.
<< Vedevo sempre Cenerentola e Biancaneve, tu che dici? >>
<< E doveva essere così? >> le chiesi, indicando il ragazzo da lei disegnato anni fa.
Lei guardò prima il disegno e poi me << Ti assomiglia >> disse sorridendomi.
In effetti, gli occhi e i capelli erano quelli. Aveva disegnato anche due spalle giganti e delle gambe lunghissime.
<< Sapevo già che eri tu >> mi disse ancora, mentre il suo cuore continuava a battere forte.
Io, un principe? Chiusi il diario, alzandomi e mettendolo dov’era.
<< Non sono un principe >> dissi, girandomi verso di lei che mi guardava aggrottando le sopracciglia. Si alzò, venendo davanti a me e accarezzandomi la guancia.
<< Non ancora >> mi disse.
Alzai le sopracciglia, domandandomi che cosa intendesse.
<< Sei ancora la Bestia, ma diventerai il principe >>
Alzai gli occhi al cielo. << Ancora con quella favola? >>
<< Già. Ci sei dentro >>
<< E cosa ti fa pensare che diventerò un principe? >>
<< I tuoi occhi. I tuoi occhi ancora incatenati in un mondo pieno di dolore e rabbia e privo di amore e amicizia dove hai vissuto per tanti anni e dal quale non vedi l’ora di uscire >>
Come diavolo faceva a dire delle cose così giuste e perfette? Aveva descritto ancora una volta il mio essere, il mio stato d’animo. Pensai ancora una volta che fosse una strega.
<< Comunque, non mi stai facendo fare i compiti >>
<< Scusami >>
<< Perché non leggi qualcosa di diverso dai miei diari? >>
<< Qui ci sono solo libri che parlano d’amore >> le feci notare << Sei davvero fissata >>
<< Vuoi fare altro? >> mi chiese, facendomi venire in mente cosa davvero volevo fare in quel momento.
Alzai un sopracciglio, sorridendole e avvicinando il mio viso al suo, che passò da un’espressione confusa ad una che aveva ben capito cosa avessi intenzione di fare.
<< Derek, non .. >> ma non la feci finire. Tornai su quelle bellissime, meravigliose labbra e mentre lei tentava ancora di parlarmi, la presi per i fianchi e la sollevai, poggiandola sul letto senza lasciarle le labbra neanche per un secondo. Finalmente, cedette anche lei e cominciò a rispondere al mio bacio, mentre mi accarezzava i capelli. Quando arrivò al mio petto, facendomi quasi impazzire per il suo tocco, allontanò il viso dal mio.
<< Derek, hai ancora la garza di stamattina! Dobbiamo cambiarla >>
Alzai gli occhi al cielo << Possiamo farlo dopo? >>
<< No! >> disse, spingendomi via da lei e tornando in piedi. << Vieni in bagno >>
La seguii a malincuore, e una volta in bagno lei prese il necessario per mettermi una nuova garza e prese anche del disinfettante.
<< Sarò guarito >> le dissi << Non servirà il disinfettante >>
<< Vedremo. Ehm .. devi togliere la .. >> mi disse, indicando la maglietta di suo fratello che avevo indosso io.
<< La maglietta? >> la aiutai a finire, mentre ancora una volta sentivo i suoi battiti accelerare.
Lei annuì, mentre io mi toglievo la maglietta e la poggiavo sul lavandino. << Che c’è? >> le chiesi, mentre lei mi guardava con gli occhi spalancati e le guancie rosse.
<< Ti prego, sai benissimo che c’è >> mi disse, avvicinandosi a me e cominciando a togliermi la garza.
Le presi la mano che era sul mio petto, mentre lei spostava il suo sguardo sul mio. << No, non lo so >>
Sbuffò. << Sei bellissimo >> mi disse, tornando sulla garza.
Mi fece sorridere, non me l’aveva mai detto. Le piacevo, le piaceva il mio fisico .. Mi sentii come soddisfatto mentre lei continuava ad essere imbarazzata. Chissà quando avrei potuto vedere io il suo petto nudo …
<< Hai un tatuaggio? >> mi chiese, liberandomi dai pensieri poco puri che stavo facendo su di lei.
<< Sì. Le tre spirali significano Alpha, Beta ed Omega, ma possono avere vari significati >> le spiegai, mentre lei finiva di togliermi la garza.
<< Bello >> mi disse sorridendo, ma la sua espressione cambiò di nuovo all’improvviso mentre guardava la mia ferita. Abbassai lo sguardo anche io, e rimasi quasi shockato. Non ero ancora guarito! Le vene non erano più nere e il sangue era sparito, ma la ferita non era ancora del tutto chiusa.
<< Assurdo >> dissi, mentre lei prendeva il disinfettante.
<< Questo brucerà >> mi avviso, mettendomelo sulla ferita.
Bruciava anche troppo.
<< Oh, dai! E’ solo un po’ di disinfettante >>
Sopportai il dolore, che ovviamente era niente paragonato a quello che avevo sentito quando il proiettile era ancora dentro di me. Hope mi stava mettendo la garza pulita, quando sentii i passi di suo fratello arrivare verso di noi.
<< Ehi, che diavolo ci fate in bagno?! >> chiese appena entrato.
<< Secondo te? >> chiese sua sorella.
<< Beh, non lo so! Mia sorella è in bagno con un ragazzo a petto nudo, che dovrei pensare? >> mi chiese, indicando il mio petto.
Vidi Hope sorridere, mentre fissava la garza. << Ho solo cambiato la garza >>
<< Ceeerto. Non sei ancora guarito? >> mi chiese, mentre mi rimettevo la sua maglietta.
<< No >>
<< E non sei leggermente preoccupato? >>
Quante domande idiote poteva fare? Era ovvio che fossi preoccupato! Non risposi, alzando gli occhi al cielo e superandolo per tornare in camera di Hope. Fui comunque attento a sentire la loro conservazione.
<< Hai visto come fa con me? >> chiese Stiles. << Un attimo prima ti sta sorridendo e l’attimo dopo arrivo io e torna il suo sguardo da lupo >>
<< Non lo saprai prendere >>
<< Oh, capisco. Devo fargli gli occhi dolci come fai tu? Ahia! >>
Sorrisi, pensando che Hope probabilmente gli aveva appena tirato un pugno.
<< Chiama papà e fatti dire con precisione a che ora torna. Devo ancora finire i compiti e poi dovrò anche cucinare >>
<< Derek mangia con noi? >>
<< Così facciamo venire un colpo a papà? No. Mangerà in camera mia >>
<< Va bene >> sentii i passi di entrambi che andavano però in direzioni diverse.
Vidi Hope tornare in camera sua, mentre io ero in piedi davanti al letto.
<< Che fai? >> mi chiese, io alzai le spalle. Aggrottò le sopracciglia << Ora devo davvero finire i compiti >>
Annuii << Ti aspetto >> mi sedetti sul letto, mentre lei andava verso la sua libreria e dopo aver preso un libro tornava da me.
<< Questo non è un libro d’amore >> disse, poggiandolo accanto a me.
Vidi il titolo e poi tornai a lei << Dovrei leggere un libro per bambini che sognano di diventare maghi? >>
Sbuffò << Harry Potter non è un libro per bambini, e comunque io sogno ancora di diventare una strega! >> mi disse, accarezzandomi i capelli << Ora leggi e non distrarmi >> mi disse, tornando verso la sua scrivania. Non sapeva che un po’ strega lo era, visto che più di una volta avevo pensato che lo fosse e che io fossi stato stregato da lei. Cominciai a leggere quel libro, ne avevo sentito parlare ma non avevo né voglia né tempo di capire di cosa trattasse. Onestamente, non lo lessi neanche con tanto interesse, ero più interessato ad osservare Hope. Mi piaceva guardarla, mi piaceva vedere come si concentrava mentre scriveva al computer o sul suo quaderno, mentre si metteva i lunghi capelli dietro le orecchie, mentre aggrottava le sopracciglia cercando di ricordare qualcosa e mentre mordicchiava la penna o la matita. Quando finalmente finii di scrivere, non ero arrivato neanche a pagina venti del libro. Lei si girò verso di me, notando che la stavo guardando.
<< Non vuoi proprio leggere eh? >>
Sorrisi, chiudendo il libro. << Ora che devi fare? >>
Venne di nuovo verso di me, togliendomi il libro dalle mani e mettendolo a posto.
<< Cucinare. Mi dai una mano? >>
Cucinammo insieme sia per me che per lei, suo fratello e suo padre, che sarebbe arrivato di lì a poco. La aiutai con la pasta e la carne, passandole tutto quello che mi chiedeva e rimanendo ancora una volta a guardarla concentrata in quello che faceva.
<< Tuo padre sta arrivando >>  la avvisai, quando sentii una macchina arrivare verso casa sua. Lei si agitò, dandomi fra le mani due piatti, uno con la pasta e uno con la carne.
<< Prendi questi. Aspetta >> mi disse, mettendo nei piatti le posate e prendendo dal frigo una bottiglietta d’acqua. Mi guardò, cercando il posto dove metterla e all’improvviso mi aprì il bottone dei pantaloni e infilò la bottiglietta dentro. Quel gesto fu indescrivibile. Mi fece sussultare, divertire ed eccitare allo stesso tempo.
<< Scusa! >> disse, notando la mia espressione. Anche lei era arrossita << Vai in camera mia e se mio padre dovesse salire nasconditi nell’armadio, o sotto il letto, o dove vuoi >> mi dette un bacio veloce alzandosi sulle punte e poi mi spinse verso le scale.
<< Stiles! >> urlò, mentre salivo le scale.
Suo fratello uscì dalla sua stanza e venne verso di me. Quando mi guardò, scoppiò a ridere.
<< Che ci fai con quella bottiglia lì? >>
Lo guardai come se volessi ficcargliela so io dove. << Taci, Stiles >>
Lui rise di nuovo, raggiungendo Hope in cucina.
Mentre io mi misi a mangiare sulla scrivania di Hope, sentii suo padre arrivare. Appena si sedette a tavola chiese subito ad Hope di spiegargli il motivo per il quale non era andata a scuola. Il suo cuore batté velocemente mentre raccontava di come Kopa si fosse sentito male per dell’erba mangiata vicino alla radura e di come lei l’avesse poi portato dal veterinario e di come Stiles poi l’abbia aiutata. Il padre non fece obiezioni, credendo sua figlia. Per il resto della cena parlarono di cose normali, di cose che si dicono a cena con la famiglia. La scuola, il lavoro, il lacrosse, il giornalino della scuola. Quando finirono, sentii Hope dire al padre di andare sul divano a rilassarsi mentre lei metteva a posto insieme a suo fratello. Quando finì, sentii i suoi passi farsi sempre più vicini a me. Andò prima in bagno, dove probabilmente si stava lavando e cambiando, e finalmente poi la vidi entrare in camera sua e chiudere la porta, sorridendomi.
<< Era buono? >> mi chiese. Io annuii, alzandomi e andando verso di lei. Era in pigiama e aveva qualcosa in mano. << E’ il pigiama di mio fratello. Non so se ti va >> mi disse, mentre io ormai ero di fronte a lei.
Presi il pigiama celeste e bianco di Stiles, pensando che non l’avrei mai indossato.
<< Io non metto questo >>
<< Immaginavo. Come dormi di solito, scusa? >> mi chiese.
Alzai le spalle << Maglietta e mutande >>
Spalancò gli occhi. << Ah >>
Sorrisi, prendendo il pigiama e poggiandolo sulla sedia della sua scrivania.
<< Dormirai in mutande .. con me? >> chiese, indicando prima me e poi se stessa.
<< Ti da fastidio? >>
<< No, no >> disse, andando verso il suo letto e togliendo la coperta. Sentii il suo cuore che accelerava. Si coprì gli occhi con le mani. << Togliti i pantaloni e vieni qui >>
Sorrisi, guardandola << Puoi guardare >>
<< Fidati. E’ meglio di no >>
<< Perché? >> le chiesi, mentre cominciavo a togliermi i pantaloni.
<< Perché potrei assalirti >> mi disse, soffocando una risata.
<< Non mi dispiacerebbe >> poggiai i pantaloni sulla sedia e andai verso il suo letto.
<< Sono troppo stanca. Hai finito? >> mi chiese, sentendomi mentre alzavo la coperta e mi mettevo affianco a lei. La abbracciai, mentre lei aveva ancora gli occhi coperti dalle mani.
<< Sì >> le sussurrai, mentre il suo cuore continuava a battere sempre più velocemente. Si tolse le mani dagli occhi, tornando a guardarmi.
<< Tu mi vuoi morta >> mi disse, baciandomi piano le labbra.
<< Dormi ora o sarò io ad assalirti >>
<< Lupo cattivo >> mi baciò di nuovo le labbra, mordendomi. Cominciai a risentire la stessa sensazione che provai sotto la doccia. Mi concentrai al massimo per non assalirla davvero, mentre rispondendo al suo bacio e le accarezzavo i fianchi.
<< Dormi, Hope >>
Lei sbuffò. << Domani prima di andare a scuola ti accompagniamo a casa >>
<< No, vengo con voi. Resto fuori >>
<< E’ per Ethan, vero? >>
<< Esatto. Voglio solo controllare >> e staccargli il collo nel caso esageri.
<< Va bene. Buonanotte >>
Mise di nuovo la testa sul mio petto, accarezzandolo fin quando non si addormentò fra le mie braccia. Mi addormentai baciandole i capelli, e mi svegliai grazie ai suoi baci. Aprii gli occhi e vidi i suoi, truccati e felici.
<< Buongiorno >> mi disse lei, già vestita e profumata. << Alzati, dormiglione! >>
<< Sei già pronta? >> le chiesi, mettendomi a sedere.
<< Già, e anche Stiles. Manchi solo tu >>
Mi rimisi i pantaloni e andai in bagno a rinfrescarmi, mentre Hope portava Kopa a fare la sua passeggiata. Quando tornò, ero pronto. Prima di andarcene insieme a suo fratello, lei mi dette dei biscotti da mangiare in auto.
<< Ti lascio le chiavi? >> mi chiese Stiles, una volta arrivati nel parcheggio della scuola.
<< Sì, resto qui >> gli dissi, mentre me le dava. Scese prima lui, e poi Hope.
<< Non ti annoierai? >> mi chiese, sporgendosi verso di me per baciarmi.
<< Tranquilla. Buona scuola >>
Mi sorrise, raggiungendo suo fratello.
La giornata passò normalmente, io ero attento al respiro e ai battiti di Hope, ai suoi passi e alle sue parole. Non successe nulla, fino a quando la sua professoressa di inglese non la condusse nell’aula del giornalino della scuola, dove sentii il cuore di Hope fare un balzo e la sua voce salutare Ethan. E in più, la professoressa li lasciò soli, chiedendo ad Ethan di mostrare ad Hope l’aula e tutto il resto.
<< Come stai? >> chiese Hope.
<< Bene. Ero solo preoccupato per te. Sei bellissima oggi >>
Aveva già iniziato male, ed io ero già sceso dalla jeep di Stiles.
<< Grazie .. Senti, volevo dirti una cosa a proposito di venerdì >>
<< Anche io non vedo l’ora! >> Povero idiota.
<< No, ehm .. Io non posso più venire >> sentivo il cuore di Hope che cominciava ad accelerare, stava cominciando ad avere paura.
<< Perché? >> chiese lui, cambiando tono.
<< Ho un impegno >>
<< Possiamo fare un altro giorno >>
<< Non credo di potere >>
<< Hope, Hope .. Sai, io sono solito ottenere ciò che voglio. E ora voglio te, come posso convincerti? >>
<< Ethan, davvero, non posso >>
<< Magari baciandoti? >>
Ora basta. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene mentre correvo il più veloce che potevo verso quell’aula. Spalancai la porta, cercando di non sfoderare gli artigli alla vista di Ethan troppo vicino ad Hope che era con le spalle al muro.
<< Allontanati >> ordinai.
<< Derek, è tutto a posto >> mi disse Hope, cercando inutilmente di calmarmi.
<< Tu non sei quello che ha portato via Hope dalla festa? >> mi chiese il ragazzino, indicandomi e corrugando le sopracciglia.
<< Già >> dissi, avvicinandomi a lui. Eravamo uno di fronte all’altro, Hope tra di noi.
<< E che vuoi ora? Stavamo parlando >>
<< Lei non verrà da nessuna parte con te. Mai. Sono stato chiaro? >>
<< Scusami? E chi saresti tu, eh? Il suo ragazzo? >>
Il suo ragazzo. Quelle parole mi fecero agitare. Sentii anche che il respiro di Hope diventò irregolare. La guardai, mentre lei mi osservava spaventata.
<< Oooh, capisco. Lei ti piace >> si voltò verso Hope << Allora? Sei la sua ragazza? >>
<< Io, ehm.. io..  >> non sapeva che dire. Anche io mi ritrovai senza parole.
Lo sguardo di Ethan tornò su di me << Beh, si da il caso che piaccia anche a me. Quindi se non è la tua ragazza ti pregherei di toglierti dai piedi >>
Strinsi i pugni, respirando profondamente. << Lei è la mia ragazza >>
Con la coda dell’occhio vidi Hope sorprendersi, insieme al suo cuore.
<< Come, scusa? >> mi chiese il ragazzino che a breve si sarebbe ritrovato con la testa nel muro.
<< Hai capito bene. Lei è mia. Quindi ti consiglio di allontanarti da lei e di non toccarla >>
<< Può essere anche tua, ma non puoi impedirmi di parlarle e toccarla, sai >>
<< Posso strapparti la lingua e tagliarti le mani, che dici? >>
Si avvicinò ancora a me, ormai eravamo a pochi centimetri di distanza. << Ma sai con chi stai parlando? >> mi chiese, credendo di farmi paura.
<< E tu? >> gli chiesi, sentendo che i miei occhi stavano diventando rossi.
Lui spalancò gli occhi, sorpreso << Quindi sei tu. Sei Derek Hale. Come ho fatto a non capirlo subito … >>
<< Cosa? >>
<< Deucalion mi ha parlato di te >>
<< Deucalion? >> chi diavolo era? Il loro capo? E perché aveva parlato di me?
<< Ehi, lei chi è? >> chiese una voce alle mie spalle. Feci tornare i miei occhi normali, girandomi e vedendo una donna, probabilmente la loro professoressa, che mi guardava. << Non è troppo grande per questa scuola? >>
<< Mi scusi. Stavo solo avvertendo questo ragazzo di una cosa, ma me ne stavo andando >> dissi, andando verso la porta, stringendo ancora i pugni.
Sentii una mano sulla mia spalla << Derek? >> Mi girai e vidi Hope, preoccupata e agitata.
Cercai di sorriderle, ma ero ancora troppo arrabbiato e confuso. << Sto bene. Ti aspetto fuori >>
Lei non mi sorrise << Va bene >>
Mi girai di nuovo verso la porta e tornai alla jeep di Stiles, facendomi mille domande.











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Ciao a tutti! **
Chiedo scusa per il ritardo, ma è stato un weekend pienissimo! Ho dovuto organizzare la festa di compleanno alla mia migliore amica e preparare tutto, e lo studio non aiutava! Spero mi perdoniate! ^^
Spero anche che questo nuovo capitolo vi piaccia! Grazie ancora per le vostre bellissime recensioni, grazie grazie G R A Z I E! *____*
A presto! <3
  
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