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Autore: Givemelove_69    04/03/2013    2 recensioni
Due ragazzi e la loro storia.
Amicizia o amore? Forse nemmeno loro sanno quale sentimento li lega.
Tutto impossibile come possibile.
Una storia nuova,che non ha limiti di tempo.
Violet e Daniel,tutto non è come sembra.
Leggere non basterà,bisognerà andare oltre alle semplici parole scritte.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cosa stavo combinando?
Avevo detto a me stessa che avrei lasciato perdere qualsiasi cosa mi spiengesse ad andare oltre, e così avrei dovuto fare.
Mi alzai, rimettendo tra di noi la giusta distanza.
Violet:"Ehm.. dai, io ho sonno, vado a dormire." gli disse guardando dappertutto, tranne lui.
Daniel:"Sì, anche io.. vado a dormire sul divano."
Violet:"Oh.. ehm, sì.. come vuoi.." dissi quasi balbettando.
Dopo quello che era successo quel giorno, ci credo che non riuscivo a parlare.
Per due volte quel giorno, i nostri respiri si unirono.
Entrambe le volte, però, non eravamo andati oltre. 
Noi eravamo migliori amici, non potevamo andare oltre.
Credo che ne eravamo a conoscenza anche noi. Forse.
Mi misi il pigiama e poi andai a letto.
Ma non riuscivo a dormire: mi rigiravo e mi rigiravo ancora, su un fianco e poi sull'altro.
Perché stava succedendo tutto quello?
Credevo che forse stavo andando oltre, la mia mente pensava ad altro.
Un Daniel non amico, un di più.
Ma come facevo solo a pensarci?
Come riuscivo ad essere così idiota?
In quasi due anni io e Daniel eravamo sempre stati uniti, non c'eravamo mai divisi, per niente al mondo.
Avevamo sempre avuto un rapporto che faceva pensare a qualcosa di più, ma quel 'di più' non c'era mai stato fra noi.
E nel giro di 3 ore, mi ero trovata due volte a tremare per la sua vicinanza.
Mi provocava troppi brividi, e non potevo permettere che me ne provocasse altri.
A quel pensiero, mi addormentai.
 
Io. Daniel. Letto. Due labbra. Un bacio.
Io e Daniel nel letto con le labbra attaccate.
Daniel mi sussurrava cose dolci, mi diceva cose che forse non riuscivo nemmeno a capire.
Avevo il cuore che mi usciva dal petto, brividi lungo tutta la schiena, le mani che tremavano.
Avevo una dannata voglia di attacare ancora una volta le mie labbre alle sue.
Quelle labbra carnose che ti facevano voglia di baciarle tutto il giorno.
Daniel:"Ti amo, Violet. Ti amo."
 
Aprii gli occhi. Stavo sognando.
Avevo sognato me e Daniel. Un bacio. Emozioni mai provate prima e lui che mi diceva di amarmi.
Ma dannazione, quel sogno non mi aiutò molto. 
Io già ero fuori del tutto perché non riuscivo a capire dove cavolo voleva arrivare la mia testa, ci si metteva anche uno stupido, inutile e stupendo sogno di mezzo.. io sarei uscita pazza!
Me lo sentivo. Avrei dato i numeri nel giro di pochi giorni.
Vidi l'ora: 6.33.
Mi alzai e andai in cucina a bere.
Aprii il frigo, presi l'acqua e bevvi.
Posai la bottiglia e quando chiusi il frigo rischiai di morire.
Daniel in boxer che comparve nel buio inquietante della notte.
Era davvero stupendo. Ma a che cazzo pensavo? 
'Oh, Violet svegliati. E' Daniel. Il tuo migliore amico, ricordi? Basta pensieri strani.' mi dissi da sola.
Ok, aggiorniamo la lista: sogno, bacio, emozioni, pazzia, boxer, pensieri poco casti, DANIEL.
Ma lo faceva apposta? Mi sa di sì.
Violet:"Che cavolo ci fai qui? Mi hai spaventata.."
Daniel:"Scusa, non volevo. Avevo sete, quindi eccomi qui." disse strofinandosi gli occhi.
Avevo perso vent'anni di vita, cazzo.
Violet:"Ah ok. Io torno a dormire, tra un'ora devo risvegliarmi."
Daniel:"Va bene. E' tutto ok?" disse prendendomi un polso.
Violet:"Sì, tutto ok." dissi fingendo un sorriso e tornando di sopra nel mio letto.
Aveva anche capito che qualcosa non andava. Ottimo,direi.
Dovevo solo riuscire a non pensare al sogno, a lui in boxer e ai miei pensieri del cavolo. Facile, no?
Facile un cazzo. Stavo davvero pensando troppo, dovevo smetterla.
I miei pensieri non mi avevano mai portata da nessuna parte, ma io puntualmente seguivo tutto ciò che mi passava per la testa.
Ma quello non era il contesto giusto per seguire i miei pensieri. Insomma, era Daniel. Il mio Daniel.
Non potevo sognare di baciarlo; 
non potevo sognare un suo 'ti amo', che significava 'ti amo'; 
non potevo fare pensieri poco puri vedendolo in boxer; 
non potevo avere il cuore che mi usciva dal petto ogni volta che lui si avvicinava un po' di più;
non potevo avere sempre le mani che tremavano, ogni volta che lo guardavo;
non potevo avere sempre brividi per tutto il corpo ogni volta che lui mi sfiorava;
NON POTEVO PENSARE A TUTTO QUELLO, ERA UNA COSA TROPPO SBAGLIATA PERFINO PER ESSERE PENSATA.
Io e Daniel insieme era sbagliato.
Era il mio migliore amico e non avrei mai potuto pensare di perderlo solo perché ero andata oltre alla semplice amicizia.
Mi misi una mano sul cuore, che ancora batteva, e così mi addormentai.
 
 I'm standing on a bridge.
I'm waiting in the dark.
I thought that you'd be her by now.
There's nothing buy the rain..
no footsteps on the ground.
I'm listening but theres no sound.
Isn't anyone trying find me?
Won't somebody come take me home?
It's a damn cold night.
Trying to figure out this life:
won't you take me by the hand?
Take me somewhere new.
I don't know who you are,but I..
I'm with you. 
La mia sveglia risuonò nella mia stanza.
Mi alzai controvoglia, dirigendomi in bagno.
Sciacquai la faccia, lavai i denti e mi vestii.
Scesi le scale e vidi Dan che dormiva beatamente sul divano.
Sembrava un angelo. Era così dolce quando dormiva.
Scrollai la testa per far uscire quel pensiero, ma in realtà restò fermo lì dov'era.. senza mai andare via.
Era davvero stupendo, ed io non potevo fare a meno di pensarlo.
Mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio e poi uscii di casa.
Mentre mi dirigevo al supermercato, non potei fare a meno di pensarci ancora.
Dopo due anni, perché quella era l'unica volta in cui ci pensavo?
Non avevo mai fatto pensieri che andassero oltre, su Daniel.
Lo vedevo come un fratello, fino a quel momento.
Ma anche lui era diverso.
Insomma, avevo notato un suo cambiamento, ma non ci avevo mai pensato più di tanto.
Pensai semplicemente che mi sbagliavo.
Ma forse era realmente possibile che lui fosse diverso.
Lui si avvicinava a me. Era lui che metteva a contatto i nostri respiri.
Era lui mi provocava dei brividi, forse anche volendo. Forse era quello che voleva davvero.
Daniel avrebbe mai potuto provare qualcosa per me?
Scrollai la testa. Ma che cavolo di pensieri facevo?
Oltre al fatto che andavo oltre, anche che io gli piacessi.
No! Era davvero troppo. Forse la mia pazzia stava aumentando prima del previsto.
Sì, doveva essere per forza così.
Senza accorgermene arrivai.
Mi aspettavano 6 ore di scartavetramento di ovaie.
Scesi dall'abitacolo ed entrai.
 
12:56
Quattro minuti e avrei finito il primo turno.
La giornata era passata più veloce di quanto pensassi.
Le mie colleghe mi avevano fatto il sacrosanto favore di stare zitte, senza chiedermi niente di Daniel.
O almeno fino a quel momento.
Lauren:"Allora, come sta Daniel?"
Ma non potevo non pensare troppo?
Ogni mio pensiero doveva essere per forza qualcosa di cui mi sarei pentita?
Violet:"Bene." dissi semplicemente.
Non mi andava di parlare con Lauren, era troppo.. ehm.. troia?
Sì, forse quello era il termine adatto.
Non l'avevo mai sopportata, ma era una mia collega, quindi avevo sempre fatto il possibile per non darlo a vedere.
'Buongiorno','buonasera' e nient'altro. Nessuno mi obbligava ad andare oltre.
Lauren:"Dimmi un po'.. voi state insieme?"
Ma che cazzo gliene fregava?
Quella domanda arrivava proprio nel periodo meno adatto.
E poi.. cosa avrei dovuto dirle?
'No, non stiamo insieme. Siamo solo migliori amici.'?
Seh, così gli sarebbe saltato addosso appena l'avrebbe visto.
'Sì, stiamo insieme.'?
Era la risposta più adatta da dare: con Daniel non ci avrebbe parlato, la verità non l'avrebbe saputa e io l'avrei tenuta alla larga da lui.
Ma quanti problemi mi facevo? Mamma mia!
Violet:"Ehm.." il suono della fine del turno mi interruppe.
Lauren si alzò e andò via.
Salvata in calcio d'angolo.
Non volevo rispondere a quella domanda, punto.
Tornai a casa e Daniel non c'era.
'Sono tornato a casa, ci vediamo stasera.'
Aveva lasciato quel bigliettino sul frigo, sapendo che così l'avrei letto sicuramente.
 
Ero pronta per uscire di casa: 13.30
Quando ero giù di morale, quando avevo bisogno di pensare un po' o quando dovevo sfogare qualcosa andavo a correre.
E così feci quel giorno.
In pochi minuti raggiunsi il Track Park: il nostro posto.
Dove tutto nacque.
Dove ci fu la prima promessa.
Dove ci furono le prime lacrime.
L'inizio di tutto.
Forse quel posto non era il migliore, ma ero sicura che mi potesse aiutare.
Misi le cuffie e iniziai a correre.
Se Daniel avesse saputo tutto quello a cui pensavo, come avrebbe reagito?
E cosa più strana a cui pensare: avrei dovuto dirglielo?
E come?
Stop, Violet, stop!
No che non avrei dovuto dirglielo, sarebbe stata una catastrofe.
Ma come avrei dovuto agire allora?
Sarei arrivata a logorarmi il fegato, se non avessi reagito subito a quella situazione.
Va bè che il fegato me lo sarei logorato lo stesso, ma almeno avrei cercato un modo per non farlo.
E quel sogno? Cosa significava?
Mi avevano sempre detto "Ciò che sogni non è mai la vera realtà, succede sempre il contrario."
Quindi avevo sognato una cosa che non sarebbe successa né in cielo né in terra?
Forse quello era un segno, il problema era capire qual'era il senso.
O che non sarebbe successo mai e che quindi avrei dovuto abbandonare ogni pensiero che andasse oltre.
O che qualcosa sarebbe successa.
Daniel era davvero tutto quello che avevo, non potevo rischiare di perderlo solo perché mi stavo comportando come una ragazzina.
Sì, perché è quello che pensavo di me stessa.
Stavo diventando di nuovo una ragazzina, in preda agli ormoni.
Forse gli ormoni, forse no.. fatto stà che dovevo finirla di fare quei pensieri.
C'era sempre stato tutto quello tra di noi, quindi non avevo motivo di pensare a quelle cose.
Eppure avevo il cuore che mi scoppiava dal petto ogni volta che lui mi si avvicinava.
Mi era anche capitato di pensare che fosse diventato un treno in piena corsa.
Iniziai a correre molto più velocemente, per cercare di opprimere i pensieri.
Correre mi faceva bene: correvo e tutto il resto rimaneva all'esterno.
Tutto tranne lui.
Entrava nella mia testa una sola volta, perché poi non ne usciva più.
Era il mio primo ed ultimo pensiero.
E la cosa stava diventando più seria di quanto fosse.
Improvvisamente mi passò davanti agli occhi il sogno che avevo fatto.
Le sue labbra. Il suo 'ti amo'.
L'unico modo era fare come avevo sempre fatto prima di lui.
Chiudere tutto.
Chiudere ogni minimo di emozione.
Ma non ne avevo mai avuto il coraggio.
Non sapevo più come si viveva senza sentimenti.
E poi boom, botta alla milza.
Quando correvo troppo e sforzavo, ogni talvolta, il mio corpo più del dovuto, avevo dei dolori allucinanti alla milza.
Ma non mi era mai passata per la testa l'idea di fermarmi o di andare da un dottore e controllare il perché di quei dolori.
Ma c'erano molte cose di me a cui non davo molto importanza o a cui non davo una risposta.
Me ne fregavo alla grande su me stessa.
Fatto stà che dovetti farmarmi: barcollavo e avevo la vista appannata.
Ancora con l'affanno tornai a casa, feci una doccia e poi mangiai il minimo.
Tornai a lavoro felice di sapere che Lauren non avrebbe fatto quel turno.
Non volevo avere altre domande.
Mi bastavano quelle che avevo.
 
Daniel appoggiato alla sua auto con una camicia bianca che non lasciava spazio all'immaginazione.
Sarei potuta morire nel giro di pochi secondi, ma decisi di vivere.
Violet:"Hey, bel figone!" lui indicò se stesso con l'indice,corrugando la fronte,facendo un piccolo, ma visibile, sorrisetto.
Io continuai la mia frase:"Sì, dico a te! Sta' aspettando qualcuno?" gli dissi scherzando, avvicinandomi sempre di più a lui.
Daniel:"Oh, a dire la verità, sì. Sto aspettando una ragazza spettacolare che potrebbe far cadere ai suoi piedi chiunque." disse facendomi l'occhiolino.
Violet:"Dev'essere figa quanto te questa ragazza allora.."
Daniel:"E' moooolto più figa del sottoscritto"
Violet:"Chi sarebbe questa ragazza? Posso saperlo?"
Daniel:"La sto guardando in questo momento." disse mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
Mi indicai con l'indice, imitando il gesto fatto da lui poco prima.
Fece 'sì' con il capo, sorridendo e facendo una faccia da cosa ovvia.
Violet:"Ma allora mentivi.." dissi facendo una finta faccia triste.
Daniel:"Cosa? Perché?"
Violet:"Hai detto che questa persona è molto più figa di te ed hai mentito." dissi mettendo un finto broncio.
Daniel:"Ah beh.. forse hai ragione.. avrei dovuto dire che è una figona assurda che ti lascia senza fiato ogni volta che la guardi" disse fiero della frase appena fatta.
Violet:"Ma smettila scemo" dissi ridendo e dandogli un colpetto alla spalla.
Iniziò a ridere.
Ahhhh, la sua risata.
'Mantieni la calma, Violet.' era diventato il mio motto.
Daniel:"Dai, andiamo a casa, ti cambi e ti porto in un posto" disse facendo una delle sue facce più sexy.
Ed ero sicura che avrei potuto stuprarlo in seduta stante.
Ma tralasciando quel particolare, mi limitai ai brividi.
Violet:"Chiedere 'dove' sarebbe inutile, vero?"
Daniel:"Brava! Visto piccola? Impari. Ora sbrigati che prima facciamo, prima vedi dove voglio portarti"
Piccola? Sì, ok, sarei morta sicuramente se la serata fosse continuata così.
Violet:"Vaaaabbeeeeneeee" dissi, cercando di essere il più distaccata possibile.
Sempre se fosse possibile, ovviamente.

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	 Angolo autrice:

Ah, finalmente è arrivato anche questo settimo capitolo.. ce l'ho fatta :D

Spero vi sia piaciuto.. amo scrivere della confusione di Violet *^*

Al prossimo capitolo.. un bacio, Valentina.
  
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