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Autore: Burnt Orchid    19/09/2007    8 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa avesse provato Severus Piton alla fine della terza prova del Torneo Tremaghi? E se Harry, invece di essere portato via dal falso Moody, fosse stato soccorso dal suo professore di pozioni? Volete sapere cosa sarebbe successo? Se la risposta è sì, leggete. One-shot, e non è yaoi. Bacioni, pikkola prongs
Genere: Generale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ff-TUM

Harry si sentì scagliare a terra


Severus sentì il cuore fermarsi per un istante alla vista del figlio di Lily rovinato a terra, che innestava con le mani tremanti la Coppa Tremaghi ed il polso di Cerdic Diggory, anche lui immobile.
Così immobile che sembrava morto

Morto

Severus scese dagli spalti, cercando di essere più rapido possibile, ma, contemporaneamente abbastanza lento così da non destare sospetti e non mostrare a nessuno la sua inquietudine silenziosa e straziante.

Silente era corso frettolosamente accanto a Potter, e l'aveva rivoltato sulla schiena, chiamandolo per nome ad alta voce.

Per alcuni momenti il bambino non si mosse e fu in quel mentre che Severus avvertì i capelli sulla nuca farsi diritti, i peli della braccia tendersi, come se avesse avuto la pelle d'oca.
Ma la sensazione più dolorosa era quel peso al cuore che cercava di sopprimere il suo organo vitale.
Il cuore si comprimeva, dentro il suo robusto torace, permettendogli di sentire distintamente i suoi forti battiti.

TUM TUM TUM...

Quattro TUM più tardi, Severus decise di darsi una mossa e si avvicinò a Silente che era chinato sul corpo di Cedric mentre cercava di calmare Potter.
Severus si inginocchiò accanto a lui e tocco delicatamente la schiena del Preside, quasi per avvertirlo della sua presenza, del suo supporto.
Silente si voltò verso di luì e gli regalò un debole sorriso, poi sospirò e tornò ad occuparsi del Bambino Che è Sopravvissuto Ancora Una Volta.

Severus vide Potter agitarsi, guardarsi intorno confuso, e ingogliare il sangue che gli usciva dal naso.
Sentì un altro TUM alla vista del figlio di Lily, così piccolo, così vulnerabile, ma allo stesso tempo così forte, e coraggioso.
Proprio come sua madre.

Severus fu distratto dai suoi pensieri grazie all'arrivo del Ministro.
Caramell cercò di far allontanare Harry dal corpo di Cedric.

Cedric.
Severus sentì ancora un TUM.
Ancora un bambino morto.
Un altro.
Lo stesso sguardo vuoto di tutti gli altri.
Le stesse mani fredde.
La stessa paura sul viso.
L'arma del delitto, sempre la stessa.
L'assassino, ancora lo stesso.

Severus scacciò quegli oscuri pensieri e si concentrò sulla situazione.
Sentì Caramell che diceva "Silente, Amos Diggory sta correndo da questa parte...ormai è vicino...non credi che dovresti dirgli...prima che veda...?"
Silente si guardò attorno, cercando di raggiungere ad un compromesso con la situazione.
Doveva andare da Diggory, prima che lui lo raggiungesse, ma doveva anche tenere Harry al sicuro.

Severus lo vide combattere con sé stesso per prendere una decisione e per una volta decise di fare un atto generoso.
Alzò la voce per sovrastare le urla ed i pianti della folla "Silente, ci penso io al ragazzo, vai dai Diggory."
La sua mano destra tremò per combattere contro l'istinto di schiaffeggiarsi.

Silente lo fissò per alcuni secondi, con uno sguardo che diceva "Non fargli del male, o potrai per sempre scordarti la mia fiducia"
Severus cennò percettibilmente con il capo, per far capire che sì, aveva compreso perfettamente.
Silente si alzò e, dopo aver accarezzato una guancia di Potter, disse "Portalo nel mio ufficio, fallo sedere, e non farlo muovere di lì, e non voglio che la sua gamba si aggravi".
Severus annuì, ma il Preside se n'era già andato.

Si girò verso il ragazzino tremante a terra, e, dopo un forte sospiro seguito da un altro TUM, si chinò su di lui.
Harry alzò una mano esitante, come per ripararsi da un qualcosa che non riusciva a vedere o identificare.
Severus gli bloccò facilmente il polso e disse "Adesso, stai buono, Potter. Ti devo portare nell'ufficio del preside vivo e vegeto, quindi cerca di collaborare."
Il ragazzo non sembrò per nulla rassicurato, e, comunque, non era certo propenso a cooperare.
Si lanciò indietro, cercando di mantenere distanza dal suo professore.
Severus ringhiò silenziosamente, e disse con voce tagliente "Potter, forse non mi hai sentito bene. Ti ho detto di stare buono. BUONO" urlò quando Harry indietreggiò ulteriormente.
Severus tacque d'improvviso.
Sapeva che Lily l'avrebbe ucciso se fosse stata viva in quel momento.

Il professore guardò di nuovo il suo allievo, e vide la paura in quegli occhi tremendamente sinceri ed incantevoli.
Severus strinse le labbra e respirò profondamente "Molto bene, signor Potter. Dato che non vuoi collaborare, dovrò fare a modo mio. Ti chiedo solo di stare buono, e calmo. Non ti succederà nulla, ti porterò solo nell'ufficio del preside, e quando quest'ultimo arriverà, suppongo che verrai portato in infermeria. Va bene?" Non aspettò risposta "Adesso, ti sollevo e ti porto nel castello. Buono, mi raccomando."
Non diede tempo al ragazzino di prepararsi e lo prese tra le braccia.
Lo sollevò senza il minimo sforzo.
Un peso nullo.
Sembrava che non mangiasse dalla morte di Merlino.
Sentì i deboli pugni del ragazzino premersi contro il suo torace.
Lo strinse di più contro di sé per immobilizzarlo.
Potter gemette "No...no...mi lasci..."
Severus lo ignorò "Cosa ti ho appena detto, Potter? Buono. Fermo. Immobile. Mi sono spiegato meglio?"
Il ragazzino insistette.
Mosse d'improvviso la gamba sana e e cercò di dare un calcio al professore.
Severus riuscì ad immobilizzarlo stringendogli con una mano la caviglia ferita.
Non voleva fargli male, ma non era un uomo paziente e non poteva permettersi di lasciarlo andare.
Con la sua solita fortuna, sarebbe caduto sicuramente in un fosso che l'avrebbe portato dritto dritto dal Signore Oscuro.

Harry gemette per il dolore, ma non si mosse.
Severus udì una vocina all'interno di sé bisbigliare lascialo, gli fai male!
Ma lui continuò a tenergli la caviglia, tentando di ignorare i deboli lamenti del figlio di Lily.
"Ah..."
Severus si morse un labbro per evitare di cedere.
"Ah...mi lasci, per favore."
Si fermò.
La situazione era ironica.
Un Potter che lo pregava.
Avrebbe riso, se la colpa non fosse stata lì a divorargli l'anima.
"Per favore..."
Mollò la caviglia.
"Va bene, Potter. Finiscila di lamentarti. Stai buono o ti giuro che triterò quel tuo piccolo cervello sciagurato, e lo userò come ingrediente di un veleno che fermenterò apposta per te."
A quanto parve, la sua minaccia fu utile.
Il ragazzino non si mosse.
Stette immobile per tutta la strada verso la statua del gargoyle.
Piton pronunciò la parola d'ordine "Biglie zuccherine"
Lo disse come se le parole non facessero parte del suo vocabolario.
Le pronunciò con un certo disagio che si sarebbe potuto definire adorabile timidezza.
Se solo lui non fosse stato Severus Piton.

Severus giunse alla porta di quecia e questa si aprì da sola.
Entrarono.
Harry era ancora immobile.
Severus poteva sentire le dita lunghe innestare la sua tunica, proprio come prima avevano fatto con la Coppa ed il polso di Diggory.
Si avvicinò ad una sedia e cercò farlo sedere, ma il ragazzino non lo lasciava.
Severus alzò le sopracciglia e Harry arrossì, mentre mollava improvvisamente la presa.
Il professore si sedette in una sedia accanto alla sua e lo guardò attentamente.
La caviglia si era gonfiata.
TUM
Glì occhi verdi erano pieni di dolore e di confusione.
TUM
La pelle era pallida.
TUM
Le mani tremavano.
TUM
Le labbra anche.
TUM
Lo sguardo vagava smarrito per l'ufficio. Perso. Completamente.
TUM
O forse, no.
TUM

BASTA ordinò Severus al suo cuore, ma ricevette solamente un altro TUM.
Distolse lo sguardo e cedette "Mi dispiace".
Il suono di quelle parole fu debole.
Ma Harry le udì perfettamente.
Il ragazzino lo fissò e chiese, innocentemente "Per cosa?"
Severus rotolo gli occhi.
Niente con Potter era semplice.
Doveva sempre ficcare il naso in tutto, persino nelle cose chiarissime.
Ma decise di rispondere "Per averti fatto male alla caviglia. Non avrei dovuto."
Harry arrossì e si guardò le mani tremanti "Oh, quello. Non... non importa. Avrei dovuto obbedirle subito."
Severus annuì "Sì, avresti dovuto, Potter. Ancora una volta mi stupisci con le tue astute osservazioni. Complimenti."
Pensava che si sarebbe zittito.
Che avrebbe abbassato il viso.
Che gli avrebbe urlato.
Forse che avrebbe persino pianto.

Ma mai, mai, Severus avrebbe pensato che lui avrebbe riso.
Non di fronte a lui.
Non in quella situazione.
Ma si sbagliava.

Harry rise.
Rise di gusto.
La risata durò poco comunque, e sorridendo disse "Lei non cambierà mai, Professore. E va bene così."

TUM
Maledetto TUM.
Maledetto il TUM che lo fece sorridere.
Maledetto il TUM che lo rese gentile di fronte a Harry.
Maledetto il TUM che lo costrinse a chiamarlo Harry.
Maledetto TUM.

Sì, Severus lo maledisse.
Perché grazie a quel TUM, lui cambiò.
Cambiò dentro, senza che nessuno se ne accorgesse.
Almeno credeva.
E così credette per sempre, ma non notò mai degli occhi verdi calcolatori che lo guardavano con la gioia ed il divertimento nello sguardo.

TUM








SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!
Non credevo che avrei mai scritto una One-shot, non è nel mio genere.
Di solito preferisco le long-fiv dove si entra più nei dettagli, e dove i finali sono bel definiti.
Ma stasera mi è venuta questa idea è ho deciso di scrivere.
Giusto per precisare: in seguito Silente sarebbe entrato nell'ufficio ed avrebbe portato Harry nelle stanze del falso Moody, e la storia sarebbe continuata come la Rowling l'ha scritta.
Vorrei aggiungere che ho citato esattamente due frasi del libro "Harry Potter e il calice di fuoco", precisamente nel capitolo 35.
Spero vi sia piaciuta.

Se qualcuno di voi non l'avesse notato, ho aggiornato da poco la mia long-fic "non sarai mai più solo".

Bacioni, pikkola prongs
   
 
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