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Autore: MandyCri    04/03/2013    10 recensioni
Jack Grant è bello ed è il ragazzo più in vista e popolare di tutto il liceo.
Intelligente, ricco e ben dotato.
Il suo hobby preferito è collezionare ragazze e non francobolli.
Jenna Taylor è bella, ma si nasconde sotto felpe sbiadite e jeans abbondanti.
La sua vita ruota intorno a film romantici, pop corn e sogni ad occhi aperti con l'inseparabile amica Tess.
Jenna non sa nemmeno cosa vuol dire stare con un ragazzo... ma forse Jack glielo insegnerà.
Una storia normale, romantica e spero divertente, ma senza pretese.
E' la prima volta che mi cimento nella classica storia del ragazzo affascinante e del brutto anatroccolo...
Vediamo cosa ne verrà fuori!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non è bello se non è litigarello'
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Grazie di cuore a PinkyCCh per aver creato per me questo bellisimo trailer.
Guardatelo, perchè merita ed è stupendo.
E' un regalo stupendo e non la ringrazierò mai abbastanza per aver perso il suo tempo per me.
Grazie di CUORE.

TRAILER
DI
UN SACCO DI PATATE.
L'AMORE NON E' BELLO SE NON E' LITIGARELLO


by PinkyCCh

http://www.youtube.com/watch?v=ZFqV8Dj9lFY&feature=youtu.be

Eccomi!
Sono stata velocissima :)
Innanzi tutto grazie per i numerosi commenti, mi fa molto piacere e spero continuerete, mi abituo subito bene io....
Grazie a chi mi ha messo nelle seguite, preferite e ricordate, ma come sempre il mio ringraziamento maggiore va a chi ha recensito e che ha dedicato un pò di tempo alla sottoscritta.
New entry (in ordine sparso, sperando di non dimenticare nessuno): akitoxsana1999, bibabirba, Strawberry_light, Dear Juliet.
Ciao e grazie mille per i consigli.
Buona lettura

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CAPITOLO 6
 
Se hai ancora voglia di arpionare la mia faccia con la tua mano “ventosa”… ricordati che sono sempre disponibile. Jack
Jenna rilesse almeno quaranta volte il messaggio.
Jack Grant le aveva scritto alle 2:03 a.m.
Erano tornati a casa quasi all’una di notte e lui, dopo un’ora, aveva pensato a lei. Non le sembrava neanche vero.
Sinceramente non si sarebbe mai aspettata che Jack le scrivesse e appena arrivata a casa aveva spento il cellulare e si era addormentata come un sasso. In verità, non aveva pensato nemmeno cinque secondi alla serata appena trascorsa. Era inutile ripercorrere le ore trascorse insieme al ragazzo, tanto sapeva benissimo che per lui non era stata speciale, quanto lo era stata per lei. Non si faceva certo illusioni su jack. La sua fama lo precedeva e quindi perché torturarsi inutilmente?
Aveva riacceso il telefonino solo quando si era svegliata e, sentendolo trillare, aveva controllato senza alcun interesse i messaggi, quasi certa fosse sua madre che le scriveva e invece…
Rigirò in mano il cellulare, ascoltando distrattamente Tess che era piombata a casa sua circa alle 8:30 del mattino, per raccontarle la splendida serata trascorsa con Alex. Considerando che adesso era più o meno mezzogiorno, l’amica le aveva parlato ininterrottamente per circa tre ore e mezza.
Non era riuscita ancora a rispondere a quel messaggio e tanto meno aveva avuto l’occasione di pensarci, visto che Tess l’aveva buttata giù dal letto con il suo bussare da rinoceronte e non contenta, quando aveva visto che non andava ad aprirle, si era aggrappata al campanello di casa che aveva suonato come una sirena, togliendola in modo brusco dai suoi sogni romantici con un Jack sorridente e innamorato che camminava lungo la navata della chiesa, dove lei vestita di bianco, lo stava aspettando per coronare il sogno della sua vita.
Jenna grugnì.
Nemmeno nei sogni riusciva a vivere il suo momento magico d’amore. Pazzesco!
Doveva rispondere o no a quel messaggio?
Voleva far crogiolare Jack ancora per un po’, però l’eccitazione era tanta, troppa a dire il vero.
La mia mano “ventosa” agisce solo quando scatta l’allarme “pericolo sanguisuga”. Dipende da te, non aizzarla.
Scrisse velocemente e diede l’invio.
Dopo qualche secondo il telefono squillò.
Quindi mi stai chiedendo di rispolverare nuovamente, le mie arti tentacolari sul tuo bel corpicino?
Jenna fissò quelle parole incredula.
Jack Grant stava forse facendo il galletto con lei? Ci stava provando?
Scosse la testa.
Maiale!
Rispose d’impeto.
Non fece in tempo ad alzare la testa dello schermo del telefono che arrivò la risposta.
E tu come fai a saperlo? Sai cosa si dice vero dell’orgasmo del genere suino…
Jenna arrossì di colpo. Stava per replicare a tono, quando Tess la interruppe – Ma mi stai ascoltando? Si può sapere cosa ti sta scrivendo tua mamma di tanto importante da farti arrossire così e soprattutto da farti distrarre dal mio racconto?
Jenna alzò la testa colpevole e depositò il cellullare sul tavolino vicino al divano.
Si era completamente dimenticata dell’amica – Mia mamma? - chiese non capendo dove voleva arrivare.
- Sì, tua madre. Jenna io sono qui e tua madre non c’è. Il tuo telefonino trilla come una pallina da ping-pong impazzita ed escludendo me, lei è l’unica che conosce il numero del tuo cellulare… prova un po’ a fare due più due?
Jenna divenne paonazza. Questa poi… certo che l’amica aveva proprio una stima altissima di lei! – Mi ha detto che arriva questa sera dopo cena e che non devo aspettarla per mangiare e poi mi ha chiesto se stavo bene e se era tutto a posto – mentì.
Non aveva voglia di raccontare a Tess della serata e probabilmente all’amica nemmeno interessava, visto che non aveva minimamente accennato a chiederle qualcosa. Era ovvio che dava per scontato che Jack l’avesse riportata subito a casa e che quindi non avesse fatto niente di interessante dopo il cinema.
Non se l’era presa.
Tess non era certo una persona egoista, anzi la incoraggiava sempre in tutto e per tutto. Semplicemente adesso era il suo momento di gloria. Aveva dato il suo primo bacio e non a uno qualunque, ma ad Alex Wright, uno dei ragazzi più ambiti e più belli, nonché più famosi di tutto il liceo.
Magari non avrebbe dovuto distrarsi, però non ne poteva davvero più. Ormai dopo più di tre ore di racconto, conosceva la lingua del povero Alex a memoria, sapeva anche della minuscola bollicina che aveva sul lato destro. Ne conosceva fattezza, densità e aroma. Era un vero strazio!
L’amica le aveva spiegato ogni dettaglio non una, non due e nemmeno tre volte.
Era da ore e ore che parlava sempre della stessa cosa. A Jenna praticamente sembrava di aver baciato Alex personalmente.
Quella visione la mise a disagio e le fece provare un po’ di schifo.
Si alzò di scatto, sotto lo sguardo allucinato di Tess e si diresse in cucina, aprì il frigo, prese la bottiglia e si attaccò direttamente al collo, bevendo a grandi sorsate.
L’amica la seguì silenziosa – Tutto bene Jen? – chiese preoccupata.
- Sì, tutto bene. Solo che mi è venuta sete all’improvviso – si giustificò. Non poteva certo dirle che si voleva lavare la bocca dopo quell’infausto pensiero!
- Sei un po’ strana… non ce l’hai con me per ieri sera, vero? – insistette Tess.
- No, figurati e perché dovrei? Solo perché mi hai raccontato una bugia? Oppure perché mi hai portata al cinema, facendomi vestire in un certo modo con l’inganno? Oppure perché Jack “mani lunghe” non mi ha dato tregua per tutto il film e di conseguenza non mi sono gustata il colosso dell’anno? O forse, perché mi ha sequestrata, prima che potessi ucciderti? No figurati! E non aggiungo nemmeno che sono solo tre ore e mezza che mi parli del bacio che ti ha dato Alex, quando ti ha accompagnata a casa. Perché dovrei avercela con te, Tess?
L’amica la guardò di sbieco – Ok capito il concetto! Hai ragione… ti chiedo scusa se ti ho stressata con questa storia del bacio, ma sai è il mio primo bacio in assoluto ed Alex è stato così dolce, così perfetto… Oh Dio! Jenna quando ha posato le sue labbra sulle mie e si è fatto strada con la lingua…
Eh no! Questo era davvero troppo!
Non voleva ascoltare per la milionesima volta che Alex, il più grande baciatore di tutti i tempi, aveva mulinato quella sua lingua al sapore di ciliegia nella bocca di Tess per cinque minuti di fila, tanto che alla fine si erano staccati solo per riprendere il fiato. Mamma che palle! – Tess… frena! Questa storia la so già!
La ragazza abbassò la testa – Scusa… senti Jenna cosa fai oggi? È domenica e tua madre rientra tardi…
Jenna aggrottò le sopracciglia – Oggi mi volevo dare alla pazza “noia”. Voglio restare in pigiama, mangiare schifezze, leggere una storia d’amore e poi aspettare mia mamma, darle il bacio della buona notte e filare a letto – rispose felice del suo programma domenicale.
- Mamma mia! Che strazio… senti… - l’amica cominciò a mordicchiarsi l’unghia del mignolo.
Guai! Ecco cosa significava quel gesto – Tess senza troppi giri di parole, dimmi cosa vuoi chiedermi e facciamola finita.
La ragazza alzò gli occhi e la guardò per un attimo solo – Ecco… volevo sapere se…
- Tess! Sputa il rospo! – chiese risoluta.
- Uffa che palle che sei Jenna. Questa sera vado con Alex a mangiare da Jack. Si trovano sempre la domenica per giocare a qualcosa e mangiare una pizza insieme. I genitori lasciano la taverna tutta per loro e si divertano. L’appuntamento è per le 19:00 e poi si torna a casa presto che domani c’è scuola. Alex mi ha invitata e mi ha detto che posso portare anche te. Prima mi ha mandato un messaggio e mi ha dato conferma che per Jack non c’è problema se andiamo anche io e te – disse tutto d’un fiato.
Eh no! Un’altra serata con polipo-stronzo-Jack no!
Stava per risponderle seccamente, quando vide i suoi occhi lucidi.
Non metterti a piangere Tess, ti prego…, pensò prima di darsi la zappa sui piedi da sola – Ok, però alle 10:00 p.m. voglio essere a casa – Ok! Non vedeva l’ora che questo week-end finisse il prima possibile. Non aveva mai amato tanto la scuola in vita sua.
- Come pensi di vestirti?
- Sparisci dalla mia vista – abbaiò all’amica che, intelligentemente, si diresse verso la porta ridendo giuliva.
- Alle 18:50 ti busso, cerca di essere puntuale… e vestiti bene… – disse prima di uscire, evitando a malapena lo strofinaccio che le lanciò contro e che cadde addosso alla porta d’ingresso.
Amica bastarda!
E le lacrime dov’erano finite?
L’aveva giocata alla grande. Maledetta emotività!
Sbuffò, lanciandosi sul divano, prese il cellulare e rilesse i messaggi di Jack.
Ok era uno stronzo, un pervertito e anche un borioso e arrogante, però…
Proprio in quel momento le squillò tra le mani.
Ti sei offesa? Stavo scherzando…
Povero Jack, come le faceva pena… ma davvero tanta pena… era forse preoccupato?
Perfidamente decise di non rispondere, che si crogiolasse pure per un po’ in quel brodino caldo!
 
***
 
Jack controllò per l’ennesima volta il cellulare.
Niente!
Perché Jenna non gli rispondeva?
Forse aveva esagerato, però cazzo era proprio permalosa, non aveva capito che stava scherzando?
Bè… una palpatina a quelle montagnole morbide gliel’avrebbe data sicuramente, ma lei questo non poteva saperlo di certo!
Ah! Che imbecille era stato a mandarle quel messaggio! Con lei doveva usare una tecnica diversa, per farla uscire allo scoperto, perché era evidente che era pazza di lui.
Finalmente si era vestita da donna. Ok non sapeva che anche lui sarebbe andato al cinema, come aveva pensato in un primo momento, però era pur sempre andata a far shopping.
Voleva dire qualcosa no?
Sicuramente si era comprata dei vestiti della sua taglia (finalmente!) per mostrare di più il suo bel corpicino e la domanda era solo una: perché e a chi?
La risposta era perfino ovvia!
Da quando Jenna aveva la preoccupazione di mostrare chi era veramente?
Fatalità, da quando si era scontrata con lui! Anche un cieco se ne sarebbe accorto, era evidente!
Anche se cercava di nascondere l’interesse che provava per lui e lo faceva in modo egregio a dir la verità, sapeva che sbavava per lui.
Certo la manata in faccia tipo ventosa “stura cessi” era stata un po’ barbarica per la sua pelle e una stoccata non indifferente per la sua dignità, ma Jack ci aveva pensato a lungo e la risposta gli era arrivata presto. Non aveva dovuto scervellarsi più di tanto.
Nella sua mente si era accesa la classica lampadina di Archimede.
Jenna faceva la preziosa solo perché voleva essere corteggiata. Lui non aveva molta familiarità in quel settore, perché fortunatamente le ragazze gli cadevano ai piedi con un solo schiocco di dita, ma che stava blaterando quella sua testa? Non occorreva nemmeno che facesse quel famoso schiocco, bastava solo che accennasse il movimento! E pluff  le donzelle erano sue!
Gonfiò il petto orgoglioso.
Jenna voleva essere trattata come una principessa? Nessun problema, si sarebbe trasformato in un principe.
Jenna voleva un po’ di galanteria? Nessun problema, le avrebbe aperto lo sportello della macchina o portato i libri a scuola.
Jenna aveva bisogno di attenzioni? Nessun problema, gliele avrebbe concesse.
Facilissimo!
Arrivato a casa, le aveva mandato quel messaggio, di proposito, dopo averci pensato per un bel di tempo, aveva optato per una frase simpatica. Niente smancerie, una frase ad effetto era quello che ci voleva con quella strana ragazza.
Solo che lei non gli aveva risposto subito!
Se la tirava pure! Certe volte il mondo era proprio strano.
Era dalle 9:00 che circolava con il telefono in mano e quella si era degnata di rispondergli solo a mezzogiorno!
Aveva risposto a tono la ragazza, doveva ammettere che il messaggio di Jenna era stato divertente e non aveva saputo resistere alla tentazione di ribattere immediatamente.
Si erano scambiati qualche altra battuta e poi silenzio. Non gli aveva più scritto.
Jack si sentiva nervoso, molto nervoso. Che avesse sbagliato qualcosa? Per quello, alla fine, aveva ceduto e gli aveva mandato l’ultimo messaggio quasi di scusa, ma lei niente!
Si era tranquillizzato un pochino, quando Alex l’aveva chiamato per chiedergli se poteva portare Tess e Jenna quella sera, cosa che lo aveva reso a dir poco felice, anche se in ogni caso, non ricevere una risposta da quella sfigata, gli dava veramente fastidio.
Già si pregustava vedere nuovamente Jenna vestita in modo decente.
Era proprio orgoglioso di se stesso, era stato l’artefice di questo cambiamento e aveva fatto sbocciare la ragazza come un fiore.
Jenna era come una pianta grassa, piena di spine e goffa all’apparenza, ma quando sarebbe sbocciato il suo fiore, quella pianta si sarebbe trasformata in uno spettacolo colorato da mozzare il fiato.
Ecco lei era come un cactus con quegli stracci addosso, ma se si vestiva in maniera decente, avrebbe lasciato tutti a bocca aperta, proprio come quel fiore, tanto era graziosa.
Non serviva chissà che, bastava solo mettesse degli abiti della sua taglia, che evidenziassero le sue forme ed esaltassero il suo corpo.
Sinceramente non desiderava che diventasse troppo appariscente, sarebbe stato troppo e non voleva che anche gli altri ragazzi si accorgessero di quanto bella fosse, poi le sarebbero stati tutti alle calcagna.
Non che avesse paura di qualche rivale, lui era Jack Grant, chi sarebbe stato tanto pollo da toccare le cose sue?
Nessuno! Su questo non c’erano dubbi, però meglio evitare certi problemi.
Era immerso in tutti quei progetti e pensieri, quando suonò il campanello.
Jenna era arrivata.
Scartò la madre in velocità ed andò ad aprire tutto eccitato.
Quando la vide non riuscì a trattenere la mandibola che si allungò decisamente verso il basso.
Quella ragazza lo sorprendeva ogni giorno di più, non riusciva proprio a capirla.
In quell’istante accantonò definitivamente la vendetta.
Era una sfida bella e buona e lui non si sarebbe mai tirato indietro. Avrebbe conquistato Jenna con ogni mezzo e sarebbe stato l’unico vincitore.
- Sacco di patate! Ci sei anche tu… - disse con un sorriso trentadue denti scostandosi per far entrare i tre amici.
   
 
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