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Autore: Papillon_    04/03/2013    8 recensioni
Mary, una ragazza semplice, determinata e bellissima arriva alla Cross Accademy. E qui conosce Zero, il ragazzo misterioso, quello da cui tutti stanno alla larga. Quello di cui tutti hanno paura.
Tranne lei.
I due sembrano destinati ad avvicinarsi sempre di più; uniti per cercare l'unica verità che Mary sta cercando.
Ma che ne sarà di Yuuki?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 25

Perduta

 

Yuuki
 
Arrivammo davanti a scuola non molto più tardi, spaventati e con il fiato corto. Zero aveva caricato la pistola con il massimo numero di colpi, ed io non avevo esitato a portare con me Arthemis, che era riposta sotto la gonna, come sempre.
Aidoh ci aspettava all'ingresso della porta, con aria spaventata. Con lui c'era anche Kaito e un gruppo di Hunters, di cui membri non ne conoscevo nemmeno uno.
Zero fece subito per entrare nella scuola, ma Kaito lo fermò con una mano sul petto.
-Aspetta, Zero.
-Perché mi fermi?
-Dentro la scuola si sono radunati dei gruppi di ragazze. Sono le sue serve, Zero, e non esiteranno a farci del male non appena capiranno le nostre intenzioni.
Zero si guardò attorno, e capii subito a che cosa stava pensando.
-Siamo in troppo pochi. Dove sono gli altri?
-Si sono rifiutati di aiutarmi – rispose Aidoh. A parte Rima e Shiki che sono all'interno della scuola, e che stanno controllando la situazione lì.
-Merda. - sputò Zero. -Non ce la faremo mai.
-Non vorrete gettare la spugna così in fretta, spero.
Riconobbi quasi subito quella voce. Era Takuma, ancora incappucciato, che stava arrivando dal cortile. Ci superò e si fermò sulla soglia, dove poteva osservarci tutti.
-E' nella stanza di Sara. Avete tempo, credetemi, vi basta solo distrarre le ragazze.
Aveva ragione. Ichijo c'era stato davvero di grande aiuto. E quindi mi venne lecito pensare al perché servisse ancora Sara, quando era chiaro che cercasse in tutti i modi di ostacolarla. Era sempre lui, il ragazzo dolcissimo che per tanto tempo era stato il migliore amico di Kaname, e che per tanti anni era venuto a trovarmi da lontano, rimanendo nell'ombra di quell'auto spaziosa, osservando il Nobile che giocava con me.
Lo vidi sparire nei corridoi. Provai pena per quel ragazzo, costretto a servire una purosangue così strana e diversa.
-Ok. Io vado nella stanza di Sara. Voi cercate di distrarre le sue serve. - decise Zero.
-Sta' attento, amico mio, ti prego – disse Kaito.
-Bene, Kiryu. Buona fortuna, mentre tu salvi una donzella in difficoltà noi ti pariamo le chiappe. O almeno mi pare di aver capito così. - aggiunse Aidoh in tono sarcastico.
Zero accennò un sorriso, poi si voltò.
-Ah sì – disse, ancora voltato. -Yuuki, io vorrei che tu rimanessi qui.
Non mi aveva nemmeno guardato.
Tutti scelsero una direzione. Alcuni seguirono quella di Zero, molti percorsero altri corridoi, per cercare di capire la situazione.
Io rimasi ferma immobile.
Possibile che Zero non si fidasse di me? O che non mi volesse tra i piedi?
Quella era la nostra battaglia, non solo la sua. Avrei salvato Mary, era una promessa.
Mi misi a correre più forte che potevo, finché scorsi la chioma argentata del guardiano, che camminava a testa alta, quasi come se dovesse andare in guerra.
-Zero!
Al mio urlo si voltò, ma non fece in tempo a parlarmi, perché venni travolta da una figura sinistra e orribile, che mi scaraventò a terra. La vidi sopra di me, a carponi: una ragazzina che aveva denti aguzzi e occhi enormi, che cercava in tutti modi di farmi del male. Mi dimenavo come potevo, ma era davvero troppo forte.
Sentii il suo fiato caldo sul collo, i suoi capelli che mi accarezzavano le guance.
Pensai che quella fosse la fine.
Poi udii un colpo di pistola, e sopra di me rimase solo sabbia, che se ne andò col vento.
-Che ci fai qui, Dio?! - gridò Zero abbassandosi e mettendosi vicino a me. Mi afferrò i polsi e mi alzò in ginocchio. Il suo viso era davvero vicinissimo al mio, mi guardava con aria di rimprovero e io giuro di aver avuto una paura immensa. Di lui, del mio cuore che stava scoppiando dalle troppe emozioni.
Mi lasciò andare i polsi e guardò per terra, forse dopo essersi accorto di aver esagerato.
-Questa non è la tua guerra, Yuuki.
Mi strinsi nelle mie stesse braccia, come per abbracciarmi.
-Le battaglie dove ci sono i miei amici sono anche le mie guerre, Zero.
Non lo guardai nemmeno una volta quando pronunciai quelle parole.
Poi, insieme, ci alzammo da terra.
-Mettiti in salvo – mi ordinò lui, facendo per andarsene.
No. No, no!
-Zero... – lo chiamai impercettibilmente.
Si voltò giusto in tempo per rivedere i miei occhi, prima che mi arrampicassi su di lui e che cercassi disperatamente la sua bocca con la mia.
Lo baciai.
 
Non avevo mai baciato nessuno così, e ne fui sicura dall'istante in cui lasciai che con la lingua esplorasse la mia bocca. Lo percepii dai nostri corpi, che si avvicinarono da soli, senza essere guidati da nessun comando. La sua reazione, poi, mi fece eccitare ancora di più. Mi strinse in un abbraccio intimo per agevolarmi, in questo modo ogni piccola parte dei nostri corpi si toccava e fremeva. In quel momento c'eravamo solo noi, il nostro bacio, le nostre lingue, la nostra passione.
Lo spinsi delicatamente contro il muro e lui fece passare una mano tra i miei capelli, stringendoli forte.
Sono il tuo appiglio, Zero, prendimi, avanti.
Inspiegabilmente, passai la lingua tra i suoi canini e così facendo uscì un fiotto violento di sangue, che inondò le nostre bocche assettate. Zero accettò il gesto con un gemito di puro piacere; mi strinse a sé con più vigore ed io, per la prima volta dopo tanto tempo, mi sentii parte di lui.
Sì, ero parte di quell'uomo. Un uomo che per troppo tempo aveva fatto finta che non esistesse niente di più dell'amicizia e che adesso stava cedendo alla forza dei suoi – dei nostri – sentimenti.
La rabbia di Zero era un vecchio ricordo, perché mano a mano stava dando spazio alla purezza travolgente di un nuovo io. Zero era una persona nuova. Inebriati dal momento, ormai ci eravamo dimenticati dell'imminente guerra.
Ogni piccola parte del nostro corpo si cercava disperata; anche solo un minimo contatto ci avrebbe garantito la sicurezza dell'essere vivi insieme, di essere parte l'uno dell'altra, finalmente.
Fu Zero a staccarsi per primo. Mi guardò come per chiedermi il permesso, e poi, con le labbra, percorse il profilo del mio collo.
-Fermami. – ringhiò.
Mai.
-Dio, fermami, Yuuki.
Era così sensuale. Cristo, mi piaceva quel lato di Zero che ero riuscita a fare mio.
-Bevimi. - fu tutto quello che riuscii a dire.
Sentii solo i nostri reciproci gemiti di piacere che non lasciavano spazio né al rimorso, né al dolore. Il sangue abbandonava lentamente il mio corpo nutrendo il ragazzo che mi ero ostinata a salvare per tutti quegli anni; il cacciatore che avevo temuto e rispettato. Sangue chi gli dava vita, e che finalmente, e questo io lo sapevo, non era più amaro. Era dolce, perché rispecchiava la dolcezza di ciò che provavo, racchiudeva tutti gli sforzi che avevo compiuto per far si che il nostro rapporto non si sgretolasse, non si sciogliesse come neve al sole.
Quando la sua sete si placò, capii dai suoi occhi rossi che era venuto il mio turno. Lo leccai al livello della scapola, dove lo avevo morso la primissima volta.
-Cos'è questo profumo nostalgico? - chiesi. Fu un mormorio accompagnato da un sorriso.
-Cosa...? - chiese lui, con voce spezzata.
Lo morsi e bevvi, bevvi con famelica avidità. Mi mancava bere il suo sangue...quanto tempo era passato?
Ero certa di una cosa: io e Zero eravamo complici di uno scambio di sangue a tutti gli effetti, ma non mi importava di essere colpevole. In quel momento ero solo sua. Quando tutto finì, lo abbracciai. Sentivo il suo profumo perfetto, e mi sentii la Yuuki bambina, quella che da piccola aveva paura della neve e si rifugiava tra le braccia del nuovo arrivato.
Oh, il mio Zero.
-Possiamo rimanere così per un po'? - chiesi io.
Non parlò, ma forse per me era meglio così. Mi bastava il suo respiro, il mio respiro, e la consapevolezza che finalmente ci eravamo ritrovati. Mi chiesi perché, perché, Dio, avessi cercato di nascondere a me stessa quanto ci tenessi a lui, quando era chiaro come il sole.
-Promettimi che tornerai. – dissi io. Volevo una sua conferma.
-Non vado a morire, piccola Yuuki. Tornerò. Ma tu...aspettami.
-Ti ho aspettato tutta la vita, Zero. Penso che non mi cambi niente aspettarti ancora un po'...
Chiuse la mia bocca con la sua in un piccolo bacio dolcissimo e di nuovo, mi sentii perduta.
Sai che c'è? C'è che ti amo, Zero. E scusami se sembra che me ne ricordi solo quando cerchi di baciarmi.
 
Zero
 
Non avevo nemmeno fatto caso a quanto fosse facile ricadere nella trappola e così, ero stato suo per l'ennesima volta. Certo era che sentivo ancora il suo sapore sulle labbra e i suoi capelli tra le dita, ma la cosa più semplice rimaneva sempre quella di lasciarla andare. Ed era quello che stavo facendo, la stavo lasciando andare.
Quando mi diressi verso il corridoio non mi voltai più per guardarla, anche se sapevo di avere i suoi occhi addosso. Li sentivo come se potessero in qualche modo bruciarmi la schiena.
Dovevo rimanere concentrato.
Salva Mary. Portala fuori dalla scuola. Vendicati di Sara.
Continuavo a ripetermi un ritornello cantilenante, per essere sicuro che, una volta arrivato nella stanza dove c'era Mary, avrei saputo immediatamente cosa fare.
Salva Mary, portala fuori dalla scuola. Vendicati di Sara.
I brividi mi percorrevano la schiena; ero ancora scosso dal sangue che avevo bevuto.
Yuuki, oh, Yuuki.
Sarebbe stata l'occasione perfetta per dirle quello che provavo...
Un urlo, dall'ultima stanza del lungo corridoio.
Era Mary.
Cominciai a correre senza preoccuparmi di quello che avrei trovato.
L'avrei salvata, era una promessa che stavo facendo a me stesso.
.




 
.




 
.
...Coff coff! >.<
Mi ritiro in attesa di vostri commenti, per ora non dico nulla.
Grazie a tutte quelle che continuano a seguirmi,
Vostra
Je <3
   
 
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