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Autore: houis    04/03/2013    5 recensioni
Locale buio, colmo di gente. La puzza di fumo e di alchol inonda le narici, quasi ti impedisce di respirare. Musica sparata a tutto volume, tanto che il pavimento sembra muoversi sotto i nostri piedi. I ballerini seminudi ballavano sopra cubi fluorescenti, a ritmo della musica assordante che batteva sempre lo stesso tempo, per svariati minuti.
Vedo un moro al bancone, che si scola un bicchiere di Jack Daniel's dopo l'altro.
Quel ragazzo mi ha fatto tornare in mente il motivo per cui ero gay e perché mi trovavo in quello squallido night club.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"sex on the acid."




L'odore di alcohol è così forte che mi potrei ubriacare con il solo respiro, ma il motivo per cui ero qui non era bere, ma trovare qualche bel ragazzo. Sono quasi le due e io non ho ancora trovato qualcuno decente con cui scopare.
Così mi avvicinai al bancone e mi sedetti sul primo sgabello che vidi libero; «un Jack Daniel's, per favore» e dopo pochi minuti il barista a dorso nudo mi schiaffa davanti il bicchiere colmo di whiskey, esitai un attimo prima di avvicinare il bordo di vetro alle mie labbra e poi lo buttai giù tutto d'un sorso, senza nemmeno riprendere fiato.
La gola bruciava da morire, ma non era una sensazione fastidiosa... anzi, dava proprio piacere così ne ordinai un altro, un altro e ancora un altro.
«ti fanno male tutti questi alcolici, biondo» a parlare è stato il tizio col ciuffo moro accanto a me, non doveva essere la prima volta che veniva in uno di questi posti data la confidenza che dava al cameriere e alle altre persone che si aggiravano intorno al bar.
«fosse solo l'alcohol a far male...» risposi senza nemmeno pensarci, dovevo essere già un po' brillo.
«hai scoperto da poco di essere omosessuale, eh? e sembra che tutti quelli a cui vuoi bene ti voltino le spalle per questo. ci siamo passati tutti, qui, caro. non devi spaventarti, tutto si sistemerà. dai tempo al tempo.» non ha proprio tutti i torti, avevo da poco accettato il mio essere gay e le cose con i miei genitori non andavano a gonfie vele, soprattutto dopo avergli detto come stavano le cose nella mia vita. Così mi limitai ad annuire dandogli ragione, anche se continuavo ad aver paura. Lui capì che non ne volevo parlare e cambiò discorso.
«comunque, piacere Zayn» mi porse la mano che io afferrai con la mia, stringendola. Era morbida e liscia.
«Niall» iniziammo a conversare come se ci conoscessimo da una vita, avevamo fatto altri quattro giri di super alcolici e già era tanto se non vedevo quattro Zayn che mi accerchiavano come se volessero uccidermi.
Passò circa un'ora e mezzo che già sentivo un'incredibile senso di nausea, così mi alzai barcollando e mi diressi verso il bagno. Raggiunsi il primo gabinetto e vomitai tutto ciò che avevo nello stomaco, dopo poco sentii una mano calda appoggiarsi sulla mia spalla «tutto bene?»
«a-ah» mi rialzai a fatica, con le gambe che mi tremavano, aprii il rubinetto e mi sciacquai la bocca con l'aggiunta di due mentine. Zayn mi fissava, avevo i suoi occhi color caramello che mi osservavano e devo dire che mi sentivo un po' in imbarazzo... si avvicinò mostruosamente al mio viso, fino a sfiorare il mio naso.
Avvertivo il suo respiro sulla pelle, l'odore di vodka alla menta e tabacco erano le uniche cose che sentivo, a parte il ritmo del suo cuore battere sulle mie costole. Sembrava impazzito.
Lo guardai con una faccia interrogativa, aprì la bocca per chiedere che cazzo stava facendo ma lui intervenne prima. Mi baciò, la sua lingua si intrecciò alla mia, come se fosse fatta apposta per me. Lasciai che le sue braccia avvolsero il mio collo mentre io gli accarezzavo delicatamente la muscolosa schiena, mi irrigidì quando le sue mani fredde si infilarono sotto la mia maglietta bianca, togliendomela.
Si staccò dalle mie labbra e comincio a baciarmi la mascella, il pomo d'adamo e il collo, lasciandoci un piccolo segno rosso. Fece un passo indietro, permettendomi di fissare i suoi occhi, che in quel momento volevano dire solo una cosa: “mi sento felice”.
Zayn allungò la mano verso la tasca sinistra dei jeans che gli fasciavano le gambe ed estrasse una piccola bustina trasparente, con della polverina bianca, capii che cos'era solo dopo che lui ne aveva fatte quattro striscioline sul banco di marmo del lavandino. Prese, poi, una banconota da cinquanta sterline dal suo portafoglio di pelle e l'arrotolò su se stessa formando una specie di cannuccia e l'appoggiò sulla sostanza, aspirando col naso tutta la prima striscia. Aspirò svariate volte, aiutandosi mettendo il dorso della mano destra sotto le narici.
Mi passò la cannuccia e la mia bocca si piegò in un leggero sorriso compiaciuto, lui ricambiò. Aspirai la seconda striscia e la testa cominciò a girarmi subito, appoggiai la mano sul lavello per evitare di cadere dallo sballamento. Azzardai ad aspirare anche la terza striscia, lasciando l'ultima a Z dopo il quale mi prese per i fianchi e mi posizionò esattamente dove, cinque minuti fa, c'era la droga.
I ricordi di quello che venne dopo sono molto sfuocati, non mi accorsi che mi slacciò i pantaloni ma improvvisamente me li ritrovai abbassati con Zayn piegato sul mio membro, gemetti quando toccò un punto delicato con la lingua, parve divertito così lo rifece fino a farmi inarcare la schiena all'indietro. Sostituì la sua bocca con la sua mano, iniziando a masturbarmi prima piano e poi aumentando la velocità.
Ritornò con la bocca al punto di prima, misi le mani dietro la sua nuca guidandolo nei suoi movimenti. Mi ci volle poco per venire, il liquido semi-trasparente si fece spazio nella bocca di Zayn e ingoiò senza nemmeno pensarci, come se quella fosse un'altra droga pesante. Il mio godimento era arrivato a livelli esorbitanti, tanto che afferrai il suo ciuffo moro e lo tirai verso di me senza pensare che potesse fargli male.
Zayn sfoderò un sorrisetto poi si avvicinò alla mia bocca e insieme ci incastrammo in un bacio che sembrava quasi caotico. Ribaltai la situazione, lui sotto e io sopra, di sua spontanea volontà si piegò in un perfetto angolo retto appoggiando le braccia sul marmo freddo.
Abbassai le sue mutande bianche con un'ape stampata appena sopra la sua erezione, una “sorpresa” inaspettata e probabilmente la mia faccia lo fece capire dato che dalla sua bocca uscì un «è stato un regalo di mia madre e mi sembravano carine.» seguita da una leggera risatina. Risi.
Bagnai due delle mie dita con l'acqua della mia saliva colma di cocaina e le premetti contro il piccolo muscolo tra le sue gambe. I versi che provennero dalla sua gola erano più o meno strozzati, forse dal dolore o forse dal piacere, rimpiazzai le dita con il mio pene. Senza preservativo né lubrificante.
Urlò alla prima leggera spinta, ma i suoi gridolini si trasformarono da spasimo a godimento in meno di tre spinte. Afferrò la cannella di ferro e la strinse con forza, date le dita che divennero bianche.
Ciò che avvenne dopo lo rimossi completamente dalla testa, fino al mio risveglio in uno squallido motel della città periferica.
  
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