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Autore: BlueMagic_96    04/03/2013    2 recensioni
Piccolo esperimento delle 11 di sera ...
Lucy è una ragazza dal passato turbolento, che ogni anno torna sulla sua tomba per rivivere i ricordi di quando era umana e per onorare la sua vecchia vita. Quando incontrerà la sua migliore amica, che nel frattempo la credeva morta, come tutti gli altri, dovrà prendere una decisione che forse la segnerà per sempre ... e sempre è un periodo molto lungo per un vampiro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 luglio.
Il mio compleanno e, ironia della sorte, anche anniversario della mia scomparsa.
Come ogni anno, eccomi qui, di fronte alla mia eterna casa, intenta a leggere quelle parole fin troppo familiari:

                                                                  Riposa in pace, dolce fiore.
                                                                          Papà e mamma.
                                                                          Lucy Crowford,
                                                                   20/07/1996- 20/07/2013

Come potete immaginare, leggere il proprio necrologio inginocchiati di fronte alla propria tomba non è cosa da tutti i giorni, e soprattutto può risultare piuttosto traumatico! Ricordo ancora la prima volta!

Dieci anni dopo la mia ‘morte’, avevo deciso di tornare a casa dalla mia famiglia, dai miei amici … dalla mia vecchia vita! Mi ero stabilizzata ed ero sicura di poter riprendere da dove avevo interrotto, ma mi sbagliavo.
Fu in quel frangente che mi scontrai per la prima volta con la mia lapide e che capii di essere morta sul serio: non ci sarebbe stato più un futuro per me, solo un nuovo inizio.

Insomma, il mio corpo avrebbe dovuto essere là sotto, sepolto sotto metri di terra e divorato dai vermi, e invece ero libera di camminare tra i vivi come se nulla fosse e non me ne capacitavo!

Tutti quelli che conoscevo mi ritenevano morta e sepolta (in tutti i sensi, tra l’altro!) e non potevo certo presentarmi da loro e dire:
“Ciao a tutti, lo so che eravate convinti che fossi morta ma sono riuscita in qualche modo a resuscitare mi sono trasformata in un vampiro! Sono stata piuttosto impegnata con tutte quelle cose da succhiasangue, sapete: imparare a non squartare la gola delle persone, controllare la sete di sangue, non trasformarsi in Taz dei Looney Toons davanti ad una gocciolina di plasma … ma ora sto benone! Non vi ucciderò, tranquilli!”

Inizialmente avevo odiato ciò che ero diventata e avevo tentato più volte di togliermi quella parvenza di vita che mi era rimasta, per  farla finita una volta per tutte, ma non c’era stato nulla da fare: ero immortale e avrei vagato sulla terra cibandomi del sangue di quegli stessi vivi fra cui camminavo … carina eh?!
Col passare degli anni mi ero messa l’anima in pace ( … pessima scelta di parole … ) e avevo imparato ad accettarmi per quello che ero: un vampiro.

Era stato difficile ma alla fine avevo trovato la giusta strada e avevo imparato a convivere con la mia nuova natura, ritrovando una piccola parte di quella pace che mi avevano augurato di trovare nel mio elogio funebre.  Solo allora mi ero decisa a tornare a casa!

Dopo aver superato il problema ‘ cazzo, allora sono morta sul serio!’ mi ero dedicata al problema ‘come diavolo faccio a contattare la mia famiglia dopo dieci anni di decesso?’, ma alla fine non ce n’era stato bisogno: spiandoli di nascosto  avevo scoperto che erano riusciti ad avere un altro figlio e che sembravano felici, per quanto potessero esserlo due genitori che hanno perso un figlio.

Non potevo farmi vedere di nuovo: avrei solo sconvolto le vite di tutti, riportando a galla spiacevoli ricordi e dolorose emozioni. Sarei rimasta nascosta e avrei iniziato una nuova vita, in un altro posto, con altre persone. Non avrei rovinato la felicità delle persone che mi amavano!
Ed era esattamente ciò che avevo fatto.

Il 20 luglio di ogni anno, tuttavia, mi recavo al cimitero dove ero ‘sepolta’ per lasciare un papavero sulla mia tomba: era un rituale che mi rendeva felice, in qualche modo!
Non volevo dimenticare
chi ero stata prima di morire e volevo che tutti i ricordi e le emozioni di quel periodo mi accompagnassero nell’eterno vagare che mi attendeva: quel gesto, seppur insignificante, serviva ad onorare la vecchia Lucy, quella che aveva trovato la morte prematuramente su quel dannatissimo ponte e che sarebbe rimasta per sempre sepolta sotto quel blocco di pietra.
Era un modo per celebrare il mio doppio compleanno: quello della mia nascita e quello della mia rinascita.

E quindi eccoci di nuovo qui, al punto di partenza: poso il papavero di fianco alla lapide mentre una lacrima scende lenta sul mio volto, rendendolo umano per un secondo. Sto per alzarmi ed andarmene quando avverto dei passi alle mie spalle: “Ehi, tu! Che stai facendo?”

Mi volto di scatto, in preda al panico: troppo tardi, mi ha visto e … mi ha riconosciuto.
Elizabeth, la mia migliore amica: dopo tutti quegli anni, ancora ha il coraggio di portare fiori sulla mia tomba.
Restiamo a fissarci per minuti interi, senza dire una parola, finchè le lacrime non invadono i nostri occhi, offuscandoci la vista.

Alla cieca corriamo una verso l’altra e ci stringiamo in un abbraccio disumano: io cerco di stare attenta a dosare la mia nuova forza, per non rischiare di farle del male, ma non importa a nessuna delle due.
Tutto quello che riusciamo a percepire sono le braccia che si stringono, le mani che si sfiorano e gli occhi che si rincontrano. Solo loro.

“Non ci credo … tu … tu sei morta, com’è possibile!”
“Io …” ma le mie parole vengono bloccate da altre voci in lontananza. Non posso permettere che mi vedano o che vengano a sapere di me, rovinerei tutto! Devo fare qualcosa e …. purtroppo so cosa. Non voglio ammetterlo a me stessa, ma so esattamente quello che devo fare.
“Beth … io… perdonami. Ti voglio bene, e te ne vorrò sempre. Perdonami.”
“Lucy … ma cosa ..?”

La fissai intensamente negli occhi cerulei e con un leggerissimo sforzo cancellai i suoi ricordi su quell’incontro.
Prima che potesse riprendersi dalla manipolazione mentale mi dileguai rapidamente, sparendo dalla sua vista e lasciandomi alle spalle la mia vecchia casa e, forse un pezzo della mia vita.
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“Elizabeth! Che ti prende, è da mezz’ora che ti cerchiamo! Ehi, ma … perché piangi?”
“Erm … io … non lo so! Mi sembrava di aver visto qualcuno e… boh! Probabilmente mi manca ancora troppo!” disse lei, scoppiando nuovamente in lacrime.
“Oh, piccola! Lo so , lo so! Manca a tutti quanti,e non devi vergognarti del tuo dolore … è bello vedere quanto ancora ci tieni a Lucy!”
“Lo so, mamma… lo so.” Concluse infine, gettando lo sguardo sulla lapide dell’amica.
I suoi occhi catturarono una piccola macchia rossa vicino all’erba e riconobbero un bellissimo papavero disteso sulla tomba.

Prima o poi scoprirò chi è che mette questi papaveri sulla tomba di LucyChiunque sia, deve conoscerla molto bene: erano i suoi preferiti …
 
 
 
  
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