Diciannove.
-cosa? –
dico incredula.
- io so cos’è Pandora – ripete il bambino, prima che la sua custode lo tiri a
sé.
- no, aspetti. Il bambino. Ha detto di sapere una cosa e vorrei… -
- è solo un bambino, lui non sa niente. –
- Pandora… lei sa cos’è? – le chiedo. Si ferma e mi guarda per qualche istante.
Credo che il mio cuore stia battendo abbastanza velocemente, sento la pelle
accaldata, la testa un turbinio di pensieri… abbiamo passato mesi a cercare
informazioni senza mai trovare nulla, e ora un bambino dice d’avere la
risposta.
- certo che lo so tutti lo sanno.- risponde, mentre il
cuore perde un battito e la mia mente sprofonda in un baratro per qualche
istante prima di tornare verso la luce.
- in che senso tutti lo sanno? – dice Adam che era rimasto in silenzio,
incapace di parlare per l’impossibilità della situazione.
- lo sanno tutti… hanno fatto una cerimonia alcuni mesi fa, quando i ribelli
hanno iniziato a uccidere protettori oltre le barriere. – restiamo ad
ascoltarla in silenzio. Parla di Pandora come se fosse una cosa qualunque,
banale – è nella piazza principale, i bambini ci giocano sempre dopo le
lezioni. È la fontana. Se guardate attentamente attraverso l’acqua, si può
vedere la scritta “Pandora” sul
fondo. – dice prima di appoggiare il bambino al fianco dell’altro e rimproverarlo
per essersi allontanato. Guardo Adam che mi fissa con la mia stessa
espressione, incredulità. È sempre stata sotto i
nostri occhi, ci siamo anche seduti sul suo bordo un paio di volte, ma non
abbiamo mai guardato l’acqua. Senza dire una parola ci
allontaniamo e in un angolo iniziamo a studiare le mappe per arrivarci.
Ci sono due
cose che sappiamo con esattezza. I ribelli vogliono la scatola perché sono convinti,
spetti a loro usarla, e dalle poche informazioni che siamo riusciti a
raccogliere, la scatola è una chiave per Pandora, cosa faccia esattamente non
lo sappiamo. Quello che sappiamo è che per nessuna ragione al mondo daremo la
scatola ai ribelli e gliela faremo usare. Studiamo un percorso per avvicinarci senza
sapere esattamente perché dobbiamo andare la, sappiamo solo che questo è il
nostro obiettivo, come se fosse scritto nel nostro DNA, da quando tutto questo
è iniziato, è stato come se nel nostro cervello si fosse accesa una lampadina
che ci spinge verso Pandora. Come se fossimo programmati per raggiungerla una
volta in pericolo. Decidiamo di aspettare la notte per avere il vantaggio
dell’oscurità, così ci riposiamo e mangiamo, poi appena il sole tramonta,
usciamo dalla porta sul retro. Riusciamo a girare per qualche vicolo secondario
per un po’, ma più ci avviciniamo al centro della città, più le strade si
allargano e sentiamo le voci dei ribelli che perlustrano l’area. Così iniziamo
a rallentare e dopo quattro ore riusciamo a vederla… la fontana. Quando decidiamo di provare ad avvicinarci
dal lato con più vegetazione, sentiamo un’auto avvicinarsi, e vediamo Greg
scendere. Ci blocchiamo ma qualcuno deve averci visto, perché una luce illumina
la nostra posizione e iniziano le grida. Greg ordina di non ucciderci,
dopotutto gli serviamo vivi, così abbiamo un piccolo vantaggio, noi possiamo
ucciderli. E lo facciamo, mentre corriamo verso la fontana, sentiamo le
pallottole colpire il terreno nel tentativo di gambizzarci. Sento Adam cadere,
e quando mi volto per aiutarlo vedo che cerca di rialzarsi, mentre un rivolo di
sangue scende dalla coscia; fortunatamente l’hanno preso di striscio così
riusciamo a ripararci dietro una statua prima che una seconda pallottola lo
colpisca in pieno.
Sentiamo
Greg urlare, poi ci accorgiamo di aver una sola possibilità di raggiungere la
fontana. Vediamo Greg avvicinarsi ad alcuni ribelli dicendo loro di esser degli
idioti, che non devono farci passare, dice qualcosa sul fatto d’essere in
protocollo d’emergenza, che non devono pensare che sia solo una cosa fatta per
spaventare la gente. E vediamo i soldati girarsi nella sua direzione per un
attimo, nessuno sta guardando verso di noi; così lo facciamo, ci alziamo e
correndo il più veloce possibile, uccidendo un soldato e rischiando tutto ci
avviciniamo abbastanza alla fontana, per capire esattamente a cosa si riferiva
Greg.
La fontana
non è altro che una banale circonferenza, al centro un getto d’acqua, attorno è
stato creato un disegno, una specie di mosaico
circolare, nell’esatto momento in cui mettiamo piede dentro al mosaico,
sentiamo la stessa sensazione che abbiamo provato quando mesi prima abbiamo
iniziato il nostro allenamento, sentiamo la terra smettere di girare, la sensazione
di cadere, di svenire. I suoni si ovattano, sentiamo le urla, spari, tutto attenuato
e quando il mondo riprende a girare cadiamo a terra, Adam sopra di me immobile.
I secondi che seguono sono terribili, sollevo Adam e vedo che è stato colpito a
un fianco, riprende conoscenza dopo qualche secondo e striscia verso la fontana
appoggiandosi e puntando il fucile verso i ribelli che ci guardano senza sparare,
solo Greg urla.
- cosa avete fatto? Una cosa dovevate fare! Una! Non
farli avvicinare! Siamo in stato d’allerta cazzo, cosa avete fatto, adesso è
finita. È tutto finito. -
non capiamo cosa sta dicendo. Cos’è finito? Non
capiamo nulla fino a quando uno dei ribelli non spara verso di noi prima che
Greg lo uccida per quello che ha fatto, e il proiettile s’infrange contro una
barriera e cade a terra. Così ci accorgiamo di quello che è successo, quando
siamo entrati nella fontana, si è alzata una barriera… forse era questo che non
voleva, forse Pandora protegge la scatola.
Siamo talmente sorpresi dalla situazione che ci accorgiamo solo dopo qualche
minuto che la fontana alle nostre spalle si muove e quando ci alziamo per
guardare, vediamo che l’acqua è scomparsa, al suo posto il fondale si sta
aprendo come petali di un fiore e al centro si sta facendo largo tra ingranaggi
e strati protettivi un cubo argentato, con incisioni e scritte in qualche
lingua sconosciuta. Ci allontaniamo ma Greg ci obbliga ad ascoltarlo.
- siete solo degli stupidi ragazzini, dovevo uccidervi quando potevo farlo!
Quel giorno all’alveare, potevo uccidervi e prendere la chiave. Voi nemmeno
sapete cosa avete fatto. Lo stato d’allerta ha attivato Pandora, e voi
stupidamente ci siete andati dentro. È tutta colpa mia. Pensavo che essendo solo dei ragazzini sarei riuscito ad uccidervi
prima. Dovevo averla io quella scatola, sarei stato importante sapete, l’ultimo
protettore rimasto… vi avrei sterminato tutti e il mondo mi avrebbe venerato
come un Dio! Beh, se posso darvi un ultimo consiglio, uccidetevi adesso, non
volete vedere quello che sta arrivando. – e così dicendo si puntò la pistola
alla tempia e premette il grilletto. I Ribelli presenti nella piazza iniziarono
a correre, restammo solo noi, a guardare il cubo illuminarsi quando finalmente
finì la sua ascesa.
Fu una
sensazione strana, avevo la chiave al collo, e vidi la maglietta muoversi, come
se tirasse vento, estrassi la catenina, e quando la chiave fu libera dal
tessuto che la copriva, fu come se una calamita me la strappasse dal collo.
Adam mi tenne per la vita evitandomi la caduta. La chiave volò sul cubo, come
se un braccio invisibile l’avesse afferrata e messa al suo posto… nell’istante
in cui entrò nella serratura, ci fu un boato. In un primo momento non accadde
nulla, poi iniziò a formarsi qualcosa, una specie di ologramma, ma poi iniziò a
prendere consistenza fino a diventare reale.
Era bella da
vedere, sembrava uscita da un cartone animato per bambini, la pelle porpora, il
corpo lungo e snello, i capelli neri setosi che cadevano fino ai fianchi in una
treccia, sembrava irreale, ma poi si mosse, toccò il cubo e iniziò a parlare in
una lingua straniera, mai sentita. Quando smise di parlare, si voltò verso di
noi, gli occhi neri che ci fissavano e dopo qualche attimo d’esitazione parlò, questa
volta nella nostra lingua.
- avete aperto voi il portale immagino… grazie. Iniziavamo a spazientirci. – e
poi di nuovo, parlò da sola, o almeno era l’impressione che dava. – due,
maschio e femmina. Sono diversi dagli ultimi. Non saprei dirlo, vieni a vedere.
– disse sempre nella nostra lingua, o almeno credevamo fosse la nostra lingua.
Dopo alcuni secondi una seconda persona si materializzò al suo fianco. Questa
volta un uomo, stessa pelle, stessi occhi neri, capelli corti con taglio
militare.
- si sono diversi – disse guardandoci, poi notammo qualcosa di strano, il cielo
era strano, in un primo momento sentimmo un ronzio, una specie di fischio
fastidioso, come quando in estate nei pomeriggi afosi un insetto disturba i
sonni pomeridiani, ma poi il suono s’intensificò e notammo che il cielo si stava
rompendo. Quella era la sensazione, quello che era il cielo nelle sue ore prima
dell’alba stava sparendo e piano piano l’oscurità era sostituita da un nuovo
cielo.
- voi non siete come gli altri umani, l’ultima volta che vi abbiamo visto siete
scappati a nascondervi su questo sasso e avete costruito tutte quelle barriere
fastidiose, grazie per averci aiutato a toglierle, adesso possiamo venire a
vedere cosa c’è di così interessante quaggiù! Avevamo preso un paio di voi
però… sono morti quasi subito, avete un corpo così delicato, e avete quel
liquido dentro di voi che a quanto pare è importante per la vostra
sopravvivenza, ma è buono, un ottimo alimento. – disse guardandoci.
- cosa siete? – gli chiesi mentre Adam tentava di proteggermi, anche se ormai
ero io a proteggere lui, aveva perso molto sangue e faticava a mantenere la
lucidità.
- beh, non vi hanno detto nulla? Di noi? Allora, molti anni fa, veramente
molti… il mio bis non ricordo quanti bis nonno prese parte alla spedizione
veramente, eravamo in perlustrazione come sempre, il nostro pianeta è molto
monotono e cerchiamo sempre qualcosa di nuovo, e un giorno siamo arrivati qua
vicino a dire il vero e c’era questa nave con a bordo
esseri umani. Si sono definiti così loro, non gli abbiamo attribuito noi il
nome sia chiaro. Hanno iniziato a sparare con strane armi, e a un certo punto
c’è stato un piccolo incidente; uno di loro ha sparato alla nostra nave e il
motore, ha avuto una strana reazione all’oggetto che è penetrato al suo interno
e si è creata una specie di tasca temporale, ci abbiamo messo… ci hanno, io
dovevo ancora nascere per l’esattezza. Dopo alcuni mesi hanno sistemato il
motore, ne sono usciti e sono tornati a casa con gli esemplari della vostra
razza che erano rimasti intrappolati con quelli della mia. Ci hanno raccontato
alcune cose prima di perdere la vita come ho detto prima… e quando siamo
tornati qua per prendere altri vostri esemplari abbiamo trovato quelle strane
barriere che infastidivano i nostri motori… durante l’incidente un pezzo del
cristallo del motore dev’essersi staccato e finito nella nave con quelli della
vostra specie. È l’unica spiegazione per le barriere! Erano molto ignoranti,
non avrebbero mai costruito un sistema di difesa così efficace senza un pezzo
di cristallo. Comunque, sto divagando. Il cubo che Lix
sta sistemando contiene il frammento di cristallo e teneva gli scudi alzati, e
grazie a voi ora si sono abbassati. -
- perché gli stai raccontando queste cose? – disse la ragazza, Lix, alzando lo sguardo e fermandosi dal suo lavoro attorno
al cubo.
- perché, mia cara un giorno quando avrai conquistato tanti pianeti come ho
fatto io, saprai che prima d’iniziare a decimare i suoi abitanti, è sempre
buona educazione informarli del perché lo stai facendo. -
- farai il “discorso” a tutti gli abitanti di questo sasso putrido?-
- no. Sarebbe ridicolo. Se tu fossi più attenta, ti saresti accorta che questi
due esemplari non sono umani. Possiedono delle macchine dentro di loro, se
avessi perso due minuti a guardarli, le avresti notate, osserva i loro occhi,
si vedono, e la pelle… senti l’odore del loro sangue, specialmente di questo
qua… ne sta sprecando tantissimo, credo che presto morirà, annusa l’aria. Sono
molto semplici a dire il vero, funzionano come dei registratori, basta che non
uccidiamo questa femmina e la portiamo da Vik, tirerà
fuori il filmato del mio “discorso” dalle sue macchine e troverà un modo per
farlo vedere al resto della popolazione. Ora, possiamo uscire da qui e iniziare
il nostro lavoro o devo parlare con questo essere ancora a lungo? -
- possiamo uscire -
- bene, chiama gli altri, ucciderne la metà e gli altri li portiamo a casa.
Finalmente potremmo mangiare qualcosa di nuovo! –
E così
dicendo s’incamminò verso la città mentre la ragazza mi metteva uno strano
collare metallico al collo. Tentai di proteggermi, ma le sue mani erano forti,
al posto delle unghie aveva artigli, i palmi erano ricoperti di spine, ogni centimetro
della sua pelle era ruvido e squamoso, ma non erano come squame di pesce, erano
piccole lame, ogni mio tentativo di difesa era in realtà un’auto lesione.
Quando ebbe finito di allacciarmi il collare, mi sollevò di peso disse qualcosa
d’incomprensibile e poi con un solo movimento della mano prese Adam, gli aprì
il torace a mani nude, ne estrasse il cuore e lo lasciò cadere a terra, mentre
con l’altra mano addentava il suo cuore, come fosse un panino imbottito. Non
sapevo cosa fare, tentar di battermi e morire provando o lasciar stare, ero incapace
di reagire, incredula per tutto.
Adam era morto.
La ragazza
spinse qualcosa sul mio collare e in qualche secondo non mi trovavo più sulla
terra, ero all’interno di una stanza, su una sedia. Gambe e braccia legate,
mentre un uomo si avvicinava con un ago e lentamente lo infilava attraverso la mia
fronte. Sentivo il dolore, ma qualcosa, m’impediva di muovermi, solo dentro di
me urlavo e combattevo per liberarmi, ma presto anche quella voce interna si spense.
L’ago era arrivato a destinazione, ero stata disattivata, come una macchina;
l’unica cosa di cui ero consapevole era che i miei ricordi sarebbero serviti da
informazione per il resto del genere umano, per renderli consapevoli di quello
che stava arrivando, per fargli sapere che era tutta colpa nostra.
Eravamo solo due ragazzini come tanti, volevamo solo vivere la nostra vita.
Pensavamo di fare la cosa giusta. Eravamo convinti, fosse
la cosa giusta.
È tutta colpa nostra.
Abbiamo condannato la razza umana a morte.
Fine
Si
lo so, muoiono tutti. O meglio, moriamo tutti!! Non sono
una fan dei lieti fine, come potete capire!
Grazie a tutti quelli che hanno letto/leggeranno, commentato/commenteranno questa storia!