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Autore: lulubellula    05/03/2013    4 recensioni
Callie/ Arizona
Gocce di quotidianità, disastri, piccole manie, contrattempi e momenti tragicomici da vivere insieme ad una delle coppie più amate della serie tv.
Buona lettura!
"Dall'ultimo capitolo (Una mongolfiera ripiena di gelato):
“Grazie, Arizona”.
“Di cosa?”.
“Di amare così tanto la tua mongolfiera ripiena di gelato che ti renderà madre”.
“Sempre”.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Uno sguardo di troppo

“Che ne dici di uscire, stasera?”.

Arizona era lì, di fronte a me, sulla porta, con quel sorriso smagliante e quelle fossette a cui non riuscivo a resistere.

Non sarei stata in grado di dirle di no, sarebbe stato inutile e anche controproducente, vista la mia condizione psico-fisica in bilico, conseguenza di un turno di dodici ore e di altrettante tazze di caffè, perciò annuii, sorridendo debolmente alla sua proposta e le chiesi di aspettarmi in salotto per qualche minuto, in modo da cercare di rendermi presentabile.

“Vado a fare una doccia veloce e a vestirmi, poi ti raggiungo. Aspettami pure qui, mettiti pure a tuo agio, come se fossi a casa tua” le dissi trascinandomi a fatica sino al bagno.

“Sicura di non aver bisogno di aiuto?” mi chiese lei, a metà tra il malizioso e il preoccupato.

Con un debole cenno della testa le chiesi di restare lì.

Ero proprio distrutta e nemmeno l’acqua tiepida riuscì a darmi un contegno, sembravo reduce da una settimane senza sonno e, in un certo senso lo ero, dati i turni orribili e le nottate piacevoli trascorse con lei.

Legai i capelli in uno chignon piuttosto semplice, optai per un top lievemente scollato e brillante, un paio di jeans scuri e dei tacchi, mi truccai con un velo di fondotinta color carne, un po’ di mascara, un lucidalabbra perla ed esagerai con il correttore nel disperato tentativo di cancellare le occhiaie.

Entrai in salotto e la vidi sorridere.

“Che c’è, Arizona? Sono un tale disastro?” le chiesi mordendomi il labbro inferiore, in attesa della sua risposta.

Lei continuò a guardarmi e a sorridere.

“Sei bella da togliere il fiato, Callie. Non riesco a credere ai miei occhi, sei persino più affascinante quando sei stanca”.

Ci baciammo velocemente prima di uscire di casa e salire sulla sua auto.

“Allora, Colonnello Robbins, quale sarà la meta del nostro appuntamento?” le chiesi, prendendola in giro scherzosamente.

Lei restò qualche istante a pensare in silenzio, poi disse: “Bè, vediamo un po’, abbiamo già esaurito molte possibilità: siamo state al cinema, al luna park, al parco, al mare, in tutti i bar e i ristoranti che ci venivano in mente. Forse è il caso di fare qualcosa di diverso, di cambiare, che ne dici?”.

“Dipende”.

“Da che cosa?”.

“Dalla tua concezione di cambiare. Sai, sono un po’ restia ai cambiamenti troppo repentini o strani. Forse è dovuto al fatto che, quand’ero bambina, Aria fosse particolarmente convinta del fatto che i cambiamenti fossero eccitanti ed entusiasmanti”.

“Ora sono io a non capirci nulla” mi disse con aria interrogativa.

“Ok, però mi devi promettere che non mi prenderai in giro”.

“Croce sul cuore, che io possa morire” mi rispose lei, a metà tra il serio e il divertito.

“D’accordo, è stato parecchi anni fa, quando noi due eravamo bambine. A Natale era consuetudine nella nostra famiglia che i bambini facessero un piccolo recital per i parenti con tanto di costumi di scena. Io e lei recitavamo sempre la parte delle fatine dei regali e avevamo dei vestitini deliziosi, io mio azzurro, il suo arancione. Tuttavia, un giorno, lei mi convinse del fatto che fosse venuto il momento di dare una svolta al recital e di scegliere una storia e dei costumi più adatti a noi due. Io mi feci abbindolare da tutto ciò che mi disse e mi ritrovai a dover recitare la parte dello spiritello cattivo del Natale. Da sorella maggiore quale era, lei mi fece indossare un abito bruttissimo in lana marrone e mi cosparse di marmellata alle pesche sin dentro le scarpe, poi mi coprì dalla testa ai piedi di farina. Farina, capisci, Arizona? Ed io la lasciai fare senza battere ciglio, ero orribile, sembravo un vulcano con tanto di lava! Però mi fidavo di lei ed aspettai che lei si andasse a cambiare come me. Immagina però la mia espressione quando arrivai nel salone e mia sorella, le mie cugine e i miei cugini erano vestiti esattamente come gli anni precedenti! Per non parlare dell’espressione di mia madre che non dimenticherò mai e poi mai. Da allora ho perso ogni tipo di fiducia nel cambiamento e in un certo senso anche nelle persone”.

Arizona ascoltò tutto il racconto in silenzio, poi disse: “Ti avrei abbracciata lo stesso, con quella mistura di farina e marmellata addosso e poi avrei tirato i capelli a tua sorella per il brutto scherzo che aveva tramato alle sue spalle”.

Io le sorrisi e poi affermai: “Per te posso fare un’eccezione, Arizona, tu sei stata un dei pochi cambiamenti che hanno reso davvero migliore la mia vita. Sono pronta ad assecondarti”.

“Ok, ma non si tratta di nulla di particolare, volevo solo invitarti a ballare con me, in discoteca, se non sei troppo stanca, è ad un centinaio di metri da qui, siamo quasi arrivate”.

“D’accordo, direi che si può fare”.

Entrammo in discoteca, dopo aver lasciato i nostri cappotti nel guardaroba e ci sedemmo al bancone del bar.

“Due Martini, per favore”.

“Mi sembra un bel posto, Arizona. Ci sei già stata altre volte?”.

Lei annuì.

“Con chi?” le chiesi, fingendo disinteresse.

“Con amici” mi rispose tagliando corto.

Indossava un vestito blu sino al ginocchio, senza maniche che le metteva in risalto lo sguardo e la linea slanciata, attirando la mia attenzione completamente e non solo la mia.

“Quella ragazza ti sta fissando da quasi dieci minuti, Arizona”.

“Chi?”.

“Non voltarti, non fare il suo gioco! Sei impegnata, non ricordi?”.

“Come potrei dimenticarmelo, Callie? Non c’è bisogno che tu faccia la gelosa”.

“Io non faccio la gelosa!”.

“Ah, no?”.

“No, io sono gelosa!”.

Lei mi sorrise di rimando e mi invitò a ballare.

“Siamo in una delle discoteche più belle di Seattle, non ho intenzione di restarmene in un angolo. Vieni?”.

Mi tese una mano e la seguii.

La musica era gradevole e il locale non era particolarmente affollato, il che giocava a mio favore, perché potevo tenere d’occhio Arizona e la donna che stava seguendo ogni sua minima azione.

“Sta esagerando ora!”.

“Chi?”.

“Quella ragazza! Sta diventando imbarazzante il modo in cui ti guarda, ti sta spogliando con gli occhi!”.
Lei mi mise le braccia attorno al collo.

“Siamo uscite insieme, non abbiamo turni stasera e abbiamo ancora tutta la notte per divertirci. Non ti sembra il caso di smettere di fissare quella poveretta come un serial killer scruta la sua prossima vittima?”.

“Io non la sto guardando in quel modo!”.

“Sì che lo stai facendo. Ma se preferisci, la guardi come un cacciatore fissa la sua preda”.

“Ma…”.

“Tom fissa Jerry”.

“Io…”.

“Will il Coyote guarda Bip Bip”.

“Non…”.

“La Regina di Cuori guarda Alice”

“La…”.

“Fred Flintstone fissa sua suocera”.

“Sto…”.

“Paperino spia un suo creditore”.

“Guardando…”.

“Sweneey Todd fissa il Giudice Turpin”.

“Così!”.

“Invece sì e ci stiamo rovinando la serata, perciò ora andrò da lei e sentirò che cosa ha da dirmi, così non due potremo continuare a parlare in pace!”.

Arizona girò sui tacchi e andò da lei.

Rimasi a fissarle in silenzio per qualche minuto, cercando di leggere il labiale, ma loro due erano distanti e la mia vista si era già offuscata al terzo Martini.

Tornò poco dopo, piuttosto incupita.

“Allora, avevo ragione io? Le hai spezzato ben bene il cuore, dicendole che stai uscendo con me?”.

“Niente di tutto questo, Callie. Ti sbagliavi”.

“Riguardo a cosa?”.

“Lei stava guardando tutta la serata nella mia direzione, ma non stava guardando me”.

“E chi allora?” le chiesi stupefatta.

“Te, stava guardando te. Mi ha chiesto se fossi tua amica, perché ti aveva notata subito. Ha fatto un’analisi minuziosa del tuo trucco, dei capelli e dei vestiti, nonché del tuo viso e del tuo corpo perfetti, per citare le sue parole. Mi ha detto che pensava che tu la ricambiassi, visto che non le hai tolto gli occhi di dosso, nemmeno un istante. Mi ha scritto il suo numero su questo biglietto e mi ha supplicato di metterci una buona parola con te”.

Dopo la costernazione iniziale, scoppiai a ridere di fronte all’espressione seccata sul volto della donna.

“Ho capito male, allora. Io credevo che lei stesse guardando te e invece … invece era interessata a me!”.

“Per favore, Callie, non farmi ripetere quello che ho dovuto sentire, perché credo che darei di stomaco”.

“Certo che no, Arizona, come ti senti ora? Delusa? Invidiosa? Gelosa?”.

“No, Callie, in realtà mi sento più come se un serial killer, un cacciatore, Tom, Will il Coyote, la Regina di cuori, Fred Flintstone e Sweeney Todd si fossero alleati contro un nemico comune!” mi rispose seccata.

“Wow, e poi sarei io quella passionale ed impulsiva tra noi due! Meglio che ce ne andiamo a prendere una boccata d’aria prima che tu commetta un crimine punibile con l’ergastolo o la sedia elettrica!”.









 
NdA:
 Non ho particolari commenti senonchè sto ancora ridendo di fronte alla mia infinità stupidità.
Aspetto le vostre recensioni
lulubellula
   
 
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