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Autore: theperfectskyistornx    05/03/2013    0 recensioni
'credo di conoscerla' dice portando una mano dietro la nuca
'rimediamo subito' rispondo.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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<<Catlin, sono le 6:30 a.m. svegliati o farai tardi>>
Lei è mia madre, Hellen, donna aperta con le persone, solare da farti ritornare il sorriso dopo una brutta giornata.
''Si mamma, mi alzo subito'' Rispondo.
<<IL BAGNO E’ MIO>> urla mia sorella più piccola, si, purtroppo non sono figlia unica. Hope ha 8 anni, è una guasta feste e rompiscatole, come d’altronde tutti i fratelli o sorelle minori. Ah, già, non mi sono ancora presentata. Io sono Catlin, ho 16 anni e frequento la ‘High School Davlin’.
Scendo giù e mangio a volo una mela e subito salta all’occhio un particolare: mio padre non c’era. ''Mamma, dov’è papà?''
''Come se non lo sapessi, è a lavoro''
''Ah, giusto.>>
Traver Argent, il miglior avvocato di New York, si proprio la grande mela. E’ il miglior avvocato che c sia, ma ci sono tanti lati negativi:
1)Non è mai a casa
2)a volte è fuori per lavoro anche per una settimana
3) punto più terribile, quando è a casa litiga sempre con mia madre, anche per le cose più inutili.
Mio padre va d’accordo con mia sorella, ma con me proprio no, litighiamo sempre, abbiamo pareri opposti.
M:''Dai smettila, te la prendi sempre con lui, ma se non fosse per lui, noi non avremmo tutte queste cose adesso''.
Non volevo rispondere, già sapevo come sarebbe andato a finire, così prendo una fetta biscottate e esco di corsa, verso la casa del mio migliore amico, Dallas.
Io e lui ci conosciamo da quando eravamo piccoli, potevamo avere si e no 3 anni.
Fin da piccoli siamo sempre stati molto uniti, e c’eravamo l’un per l’altro. Ad esempio all’età di 14 anni i suoi genitori si separarono, mai come in quel momento stettimo così uniti.
Arrivo sotto casa sua e come al solito ero in ritardo.
Dallas:''la solita ritardataria''.
Io:'' oh, è sempre così, non hai ancora imparato?''
Dallas:''si, è vero, dai andiamo, che facciamo tardi''
Ci incamminammo verso la scuola e arrivammo giusto in tempo, mancano ancora 5 minuti e la campanella sarebbe suonata. Ci salutammo dandoci appuntamento a pranzo in sala mensa, al solito posto.
Era stressante fare 4 ore, sola, senza un amico. Si è vero ci sono tante persone, ma massimo un ‘’ciao’’ e stop. Quelle 4 ore sembravano interminabili, ma finalmente sono arrivata sana e salva in sala mensa. Vedo Dallas già intento a mangiare e lo raggiungo.
Lui mi guarda e mi saluta ‘’ciao’’ molto, molto difficile da capire. Mi siedo e incominciamo a chiacchierare del più e del meno, fino a quando non arrivano le BARBIE della scuola.
Hemma:''oh, Catlin, vedo che te la fai ancora con questo sfigato''
Dallas la guarda male.
Io:''si, e resterà  per sempre con me'' Avevo calcato così bene quel ‘’per sempre’’ che mi sembrava vero. Dallas mi sorride, mentre Hemma guardandomi male, se ne va.
Io e Dallas scoppiamo in una fragorosa risata.
Appena finito di mangiare, decidiamo così di andare prima a casa mia per cambiare la borsa e poi andare al centro commerciale.
Mentre camminiamo;
Dallas:''E’ stata bella la risposta oggi a pranzo'' abbracciandomi.
Era nello stare in quelle braccia, mi sentivo così protetta, volevo restare così per sempre, ma purtroppo mi squilla il cellulare.
Mio padre, mica posso non rispondere, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. Quindi subito rispondo, è strano. Sento che c’è qualcosa che non va, lo sento soprattutto dalla sua voce, sembra che volesse piangere ma non ci riesce. Inizio a preoccuparmi sempre di più, Dallas cerca di tranquillizzarmi senza risultati.
Arrivo a casa, e trovo mio padre seduto al tavolo con le mani in faccia.
La casa era vuota, non c’era né mia sorella, e cosa strana, neanche mia madre. Non ho mai visto la casa così vuota, di solito c’era sempre qualcuno a rallegrarla. Mi avvicinai a mio padre.
Intanto Dallas era rimasto in giardino a chiamare la madre per saperne di più.
Io''Ccciao, sembri strano, è successo qualcosa?''
Traver:''tua sorella è da tua zia, siediti, dobbiamo parlare''
Io:''Va bene.'' lo guardo sedendomi aspettando che iniziasse a parlare
Traver:'' poco fa ero a lavoro, e sarei dovuto tornare verso le 6 per accompagnare tua madre a comprare delle cose'' lo guardo strano, non capisco perché mi stesse dicendo quelle cose. Mi prende le mani e continua dicendo:
'' Ho fatto tardi, come al solito, e così tua mamma è andata da sola. Era in macchina..
Comincio a piangere, non so il perché, ma spero che il continuo non sia quello che spero, mi guarda piangere e il suo battito comincia ad accelerare come non mai.
<<era in macchina e un camionista l’ha investita'' .
A quelle parole  sento il mio cuore distruggersi in mille pezzi, il mondo mi è crollato addosso.
No, lei non può essere morta, la persona per cui io non ero ancora scappata da questa famiglia.
La persona a cui confidare tutto, si ho anche Dallas, ma nulla è paragonabile all’amore di una mamma, che adesso io non ho più.
Non dico una parola e corro fuori di corsa, apro la porta e trovo Dallas su una panchina, corro abbracciandolo in lacrime:
Dallas:''Ho saputo, ci sono io se hai bisogno. Non ti lascerò MAI, capito?''
Ci staccammo e annuisco tirando su col naso.
Io:''Grazie per esserci sempre, ti voglio bene, più di quando immagini''
Dallas:''ma di cosa, siamo amici o no?''
Domanda retorica.
Io:''Dallas, ti dispiace se stasera resto da te? Non voglio stare in quella casa''
Dallas:''certo piccola, ti consolerò io stasera'' risponde con una faccia da ‘so tutto io’.
Io:<< ti dispiace venire con me dentro? Preparo la borsa>> Dallas:''ma certo che no, su andiamo''.
Mi prende per mano e entriamo in casa. Senza neanche guardare mio padre gli dico:'' stanotte dormo da Dallas, ci vediamo domani''
Traver:''ok, stai tranquilla, andrà tutto bene'' si alza, e ci abbracciamo.
Io:''scusa se ti lascio solo..''
Traver:''non ti preoccupare, io starò bene, ci sarà tua sorella con me''
Io:''ok papà. Grazie, ti voglio bene''
Era in questi momenti che capisco com’è fatto mio padre. E’ così fragile, un piccolo bambino indifeso, e anche se non andiamo spesso d’accordo gli voglio un gran bene. Gli sorrido e vado in camera e Dallas che mi segue.
Mi butto a peso morto sul letto mentre mi prepara la borsa: Dallas:''vuoi il pigiama con le mucche o con le pecore?'' tenendo uno in una mano e l’altro nell’altra
Io:''quello con le pecorelle'' lo guardo divertita.
Lui ride e continua a preparare, dopo mi alzo e andiamo a casa sua.
Arriviamo finalmente, e troviamo in cucina sua madre, la signora Rose.
E’ come se fosse la mia seconda madre, loro due erano molto legate, si conoscevano da tanti anni, chi più di lei poteva conoscerla:)
Mi dirigo in camera di Dallas apro la porta e lo trovo in boxer. Appena lo vedo rido e subito mi copro gli occhi. Io:<>
Dallas:'' hei, tranquilla.'' mi si avvicina, e io sono imbarazzata ancora di più. Arrosisco e subito ha da dire la sua:
''Mica pensavo di farti questo effetto, eh!''.
Io:''ma quale effetto, copriti che prendi freddo'' dico altezzosa
Ci mettiamo il pigiama e ci stringiamo più forte possibile, è così bello essere nelle sue calde braccia che non vorrei staccarmi più!
LOOK AT ME
sssssssssalve gente, siamo due ragazze lol
Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia, ci siamo impegnate tantissimo çç
Recensiite in tanti, la prossima settimana posterò il secondo capitolo, sarà meno deprimente del primo di sicuro:)
  
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