Forse non è niente di speciale ma è quello che vorrei fosse successo alla fine delle terza serie the second raid. Non volevo necessariamente un bacio e per questo non l’ho messo. Però mi sono sempre aspettata qualcosa di più che un semplice “Perdonami”
Beh ora lascio il tutto al vostro giudizio…fatemi sapere cosa ne pensate! Ciao a tutti!
Sarebbe
tornato.
Quella
fredda mattina il vento si era alzato dall’alba e soffiava
sulla città di
Sengawa.
Una
bellissima ragazza dai capelli blu, lunghi fino sotto il suo
fondoschiena e legati
appena da un piccolo fiocco rosso, stava correndo. Correva come una
disperata,
ma in realtà era semplicemente la persona più
felice sulla terra.
Sarebbe
tornato.
L’avrebbe
rivista.
Un
ragazzo dall’aria seria e professionale era appena entrato
nella sala
professori, per richiedere il suo reinserimento a scuola. Aveva
già fatto
casino. Che gli era saltato in testa? Si era immaginato che la sua
professoressa avesse un fucile puntato in testa da chissà
quale edificio vicino
e le era saltato addosso per farla stare a terra al sicuro. Ma pensava
solo una
cosa.
L’avrebbe
rivista.
E
poi eccolo. Kaname aprì la porta vedendolo a terra, addosso
alla loro
insegnante. La rabbia la soffocò a tal punto. Ma il suo
cuore batteva
all’impazzata. Sembrava volesse esplodere da un momento
all’altro. Cosa doveva
fare ora che era davvero tornato?
E
poi eccola. Sousuke la vide affacciarsi sulla soglia della porta
scorrevole. La
vide arrabbiarsi ancora e urlargli contro, di nuovo. Sembrava
così implacabile.
Ma lui sapeva solo pensare che non l’avrebbe più
lasciata andare per nessuna
ragione al mondo. Era così bello poterla rivedere.
Il
corridoio deserto faceva rimbombare la voce di Kaname. Urlava e lo
faceva
ancora, con più foga. Perché urlare le avrebbe
impedito di piangere. Solo
quando sentì la sua voce biascicare un leggero
“Ti
chiedo scusa”
La
gola le bruciò a tal punto da farla tacere come sotto un
comando divino, e lasciò
libero sfogo al suo dolore. A quello che, per mesi, si era tenuta
dentro. La
scarpa che si era tolta per colpirlo meglio le era scivolata dalle
mani,
cadendo con un tonfo silenzioso. E le mani ora libere cercarono il
contatto che
aveva sognato di avere da mesi.
Kaname
Chidori, l’idol numero uno che nessuno vorrebbe mai come
propria
fidanzata, stava
piangendo, aggrappata
alla divisa di Sousuke Sagara, il fissato di roba militare che si crede
sempre
in guerra, in un corridoio del terzo piano.
“Non
ti perdonerò mai…hai
capito????....mai!” pronunciava fra le lacrime.
“Mi
dispiace” sapeva solo dire lui, mentre la sentiva stringersi
a se sempre più
forte. I seni che premevano sul suo torace, la testa che leggermente
sfiorava
la sua guancia e calde gocce salate che gli solleticavano il collo.
Incapace di
fare qualunque movimento teneva le braccia lungo i fianchi.
Lui
non era stato addestrato
per queste
cose, non si era mai trovato in una situazione tanto difficile, non
aveva mai
desiderato tanto di avere una persona a suo fianco quanto lei. Si
sarebbe fatto
picchiare per sempre se questo sarebbe servito a starle vicino, a
sentirla
anche solo per poco sua.
E
allora perché era così idiota da non ricambiare
quell’abbraccio? Perché se ne
stava lì e la sentiva tremare fra i singhiozzi e non
riusciva a consolarla?
Perché, dannazione a lui, era così terrorizzato?
Quando
lei parve capire, forse in modo sbagliato, il suo restare rigido, fermo
come
una statua di ghiaccio, fece per staccarsi leggermente, ora
più confusa che mai
e terribilmente delusa.
“Scusa…pensava
solo…che ti fossi mancata, che sciocca”
pronunciò in un sussurro appena
percettibile. Ma lui quel sussurrò lo senti come fosse stato
detto in un
microfono al massimo volume e si sentì gelare il sangue
nelle vene.
Sbattè
le palpebre e alla fine si decise. Perderla o averla? Era sua la scelta.
Mentre
lei stava girando la testa per voltarsi lui
l’afferrò per le spalle e la
riportò stabile di fronte alla sua figura. La
fissò negli occhi.
“Sciocca
dici? Tu sei la persona più intelligente che io conosca e
non perché sei una
Whisper. E chidori…. Voglio dirti due cose, sarò
breve. Primo: mi sei mancata
così tanto che avevo persino deciso di tornare in qualche
campo d’addestramento
in Ermajistan quando mi hanno detto che tu eri morta, in attesa di
farmi
uccidere in uno scontro e rivederti. Secondo: Mi sei mancata
così tanto che ho
abbandonato una missione, disubbidito a ordini, lasciato un AS di
milioni di
dollari a marcire per mesi solo perchè tu eri lontana e io
non potevo vederti
mai più. Terzo: Ho chiesto di dimezzarmi lo stipendio se
necessario ma di
lasciarmi vicino a te, qui…in questa scuola. E
quarto…..sono solo io lo sciocco
che ora dovrebbe solo dirti quanto
Ti
ama invece di parlare ancora circa il suo lavoro.
Ma
non so fare altro e ora me ne vergogno.
Mi
perdonerai comunque anche se dici di non volerlo fare mai?
Perché sapere che tu
mi detesti, Chidori, mi distrugge”
Kaname
lo fissava, quanto aveva desiderato sentirsi dire
quello…forse in modo più
naturale ed un ti amo bastava e avanzava in effetti. Ma non sarebbe
stato
Sousuke, non sarebbe stato credibile detto da lui senza prima averla
paragonata
al suo mondo militare.
In
fondo…sapere che aver rinunciato a tutto quello in cui
credeva e che conosceva
per lei era molto di più di quello che lei si aspettava. E
poi…Ti amo glielo
aveva detto.
Sorrise
fra le lacrime che ora cadevano per la gioia superando le loro sorelle
di
tristezza.
“Anche
io”
“A
cosa fai riferimento?”
“Al
fatto che ti amo!”
“….”
Era senza parole.
“Sousuke?”
“Si?”
“Andiamo
a casa?”
“E
la scuola? Rischio di dover ripetere l’anno lo sai
vero?”
“Si
ma hai anche rischiato di perdere la vita e di perdere
me….eppure ce l’hai
fatta”
“E’
vero….andiamo allora”
E
la prese per mano, in modo deciso.
Appena
fuori furono investiti da un’ondata gelida. Sousuke cinse con
un braccio le
spalle della sua Kaname, mentre da un tetto poco distante una giovane
donna con
un binocolo e un fucile starnutiva rumorosamente.
“Sta
arrivando l’inverno dannazione” disse solo
chiudendosi il cappotto.
Meli_mao!