E' molto malinconica ma spero vi piacerà.
Un bacio
Fanny
Memorie di un Malandrino
Sirius Black camminava
su e giù nel suo salotto.
Che sorte bizzarra
doverla considerare “Casa”, Grimaulde Place.
Si sentiva come un cane
in gabbia, braccato senza via d’uscita, imprigionato da quelle mura che aveva sempre
odiato, più di ogni altra cosa.
Si avvicinò lento ad una
finestra che dava sulla strada dall'aspetto misero e trasandato come quella
casa, nascosta agli occhi di tutti, eppure avrebbe voluto essere là fuori...
In quella sera d’Agosto,
con il cielo invaso da mille piccoli frammenti luminosi, nella calura estiva,
libero di nuovo, libero ed innocente, libero… e non più solo.
Quante volte aveva
desiderato tornare indietro mentre tentava di non impazzire nella sua misera
cella ad Azkaban?
Quante volte si
ritrovava ancora adesso a voler rivivere il passato, con i suoi amici ed
impedire ad uno di loro di tradirli...
Molly Weasley lo
rimproverava a volte di rivedere in Harry il suo migliore amico
"James e' morto, Sirius.
Harry non e' lui..."
Dio se lo sapeva, eppure
guardandolo, oltre a sentire un istinto paterno che non credeva di poter
provare, avvertiva mille ricordi tornare a galla, e riempirgli il cuore di cose
incredibili che non poteva scordare, proprio come in quel momento, in cui si
abbandonava ai ricordi lontani, lasciando che prendessero vita...
***
Quattro giovani uomini
al loro sesto anno di studi, seduti nella sala comune di Gryffindor, tutti
attorno al fuoco, James sul divano, con le gambe incrociate e le braccia dietro
la testa.
A terra, rannicchiato ai
piedi del divano c'era Peter che li guardava.
Poco più in là, su una
poltrona con un libro aperto, il solito Remus, intento a ripassare chissà quale
lezione...
Sirius seduto accanto a James
con le braccia aperte sulla spalliera del divano e le gambe che ricadevano
aperte.
“Che palle Rem... sempre
con un libro in mano… facciamo qualcosa, io mi sto rompendo.” disse scrutando
gli amici e James saltò su a molla stiracchiandosi.
“si anche io!” esclamò
complice avvicinandosi e chiudendo il libro di Remus che, contrariato, sbruffò
sonoramente.
“io stavo studiando!”
protestò guardandoli torvo.
I tre risero “Tu studi
sempre Rem.” Mormorò Peter ridacchiando.
“E dai, Remus, andiamo a
farci un giro, dopo ti lasciamo studiare in pace!” esclamò Sirius che aveva
affiancato James.
Remus Lupin si arrese
alzando gli occhi al cielo mentre si sollevava dalla sedia
“Ok, va, dove volete
andare?” chiese guardandoli sospettoso.
“Facciamo un giro in
giardino, chissà che non becchiamo Mocciosus e ci
divertiamo un po'...” mormorò Sirius con la solita aria malandrina.
Remus indirizzò
un'occhiataccia prima a lui per poi voltarsi verso James “Non ti è bastato
l'altro giorno? Se continui così Lily non ti degnerà mai di uno sguardo...”
ironizzò cogliendo nel segno, perchè l'amico iniziò ad imprecare.
“Non mi frega niente di
Lily Evans, fa tutta la sostenuta, sembra una sorta di paladina e poi si fa
prendere a pesci in faccia da Severus!” sibilò irritato.
Beh, proprio lì Sirius
si accorse che l'amico aveva perso la testa per quella mezzosangue, poteva dire
un mare di cazzate, ma era geloso marcio, ed essere geloso di uno come Severus Snape... era proprio grave... ridacchiò divertito.
“Si certo James, se
continui a dirlo forse te ne convinci…” disse
provocando l'ilarità di Peter che come sempre pendeva dalle loro labbra.
“Vedi di fare meno il
cretino Sirius, ho detto che non m’importa.” replicò acidamente, ma la sua
faccia lo aveva smentito immediatamente, perché dopo quelle ultime parole
famose, Lily Evans attraversò il buco d’accesso alla sala comune guardandoli
torva, camminando spedita verso di loro.
“Se siete stati voi,
giuro che vi ammazzo!” esclamò furente.
“Ehi, ehi bambolina,
vedi di non scaldarti.” replicò sarcastico Sirius fronteggiandola.
James era rimasto là, in
silenzio a fissarla contrariato e Remus si portò davanti a lei con un sorriso,
frapponendosi fra Sirius e la ragazza nel tentativo di impedire le solite
battutine velenose.
“Ok calmati Evans, cos'è
successo?” chiese con tono gentile.
“Oh certo come se voi
non ne sapeste niente!” inveì lei con le guancie rosse di rabbia.
“No signorina so tutto
io, se volessi renderci partecipi della cosa di cui ci stai accusando magari
potremmo anche fornirti una spiegazione.” Intervenne James con tono ironico, ma
dal modo in cui la fissava Sirius scosse la testa.
“E’ vero Lily, noi siamo
rimasti qui oggi.” Confermò Peter.
“Allora? Che succede?”
chiese di nuovo Remus.
“Qualcuno si è divertito
a riempire il bagno delle ragazze di una strana sostanza verde e viscida, che
si moltiplica a vista d'occhio!” sibilò assottigliando lo sguardo su James “Non
ditemi che vi stupisce il fatto che io abbia pensato subito a voi?”
“Con te c'è poco di che
stupirsi Evans...” mormorò lui incatenato a quello sguardo.
“Beh, però l'idea non è
male...” scherzò Sirius divertito “Quando hai scoperto chi è stato, fammelo
sapere così gli chiedo come ha fatto.” disse ridendo seguito da James e Peter.
Remus scosse il capo con
un mezzo sorriso e guardò Lily che sembrava davvero infuriata.
“Certo, sarebbe proprio
da te una cosa simile Black!” inveì assottigliando lo sguardo su di lui in
maniera sospettosa.
“Ma per favore, non sono
tipo da sporcarmi le mani con certe schifezze, i miei scherzetti sono più… sottili...”
replicò compiaciuto allungando il viso verso di lei.
“Si come appendere un
poveraccio per le caviglie, vero?” sibilò lei per poi guardare James “Oh
scusami, quello e' il tuo genere…” ironizzò con finta
aria candida.
James non ci vide più della
rabbia “Si, il tuo genere invece è quello di prendere le difese di uno schifoso
Slytherin che non fa altro che darti della sporca mezzosangue!” urlò facendosi
più vicino “Dovrò cominciare a chiamarti così anche io se vorrò avere un po'
delle tue attenzioni!”
Sirius rise divertito
nel vedere la faccia di Lily sbiancare mentre James con aria dispiaciuta “Per
avere le mie attenzioni ti basterebbe smetterla di comportarti come un cretino
Potter!” sbottò in lacrime prima di varcare la sala comune a grandi passi per
salire al dormitorio femminile.
James la seguì
fermandosi sotto le scale “sceglierò la soluzione che mi piacerà di più quando
vorrò avere le tue attenzioni, cosa che in questo momento di certo non mi
interessa!” le urlò dietro vedendola sparire subito dopo.
Sirius moriva dalla
voglia di prenderlo in giro, ma quando si voltò e vide la sua faccia, ritenne
più saggio lasciar perdere.
“Quella dannata
stupida!” sibilò James avvicinandosi ai tre in piedi davanti al camino “Ma chi
diavolo si crede di essere! Anche tu sei un prefetto ma questo schifo che fa
lei è impareggiabile!” urlò indicando le scale con fare teatrale mentre
guardava Remus che si portava una mano dietro la testa.
“Beh, diciamo che non ho
molta presa su voi tre, specie su te e Paddy che fate
un disastro dietro l'altro...” mormorò con un leggero sorriso.
Sirius si buttò di nuovo
sul divano ridacchiando “Mi sa che da qui non usciamo oggi…”
ironizzò guardando la faccia torva di James.
Lui si voltò scrutandolo
“E tu, dannato randagio, non potresti evitare di stuzzicarla di continuo!?”
sibilò assottigliando le pupille.
“E no amico, non
prendertela con me se ti sei preso una sbandata pazzesca per quella, vedi di
scopartela così la finisci di rompere!” inveì Sirius alzando la braccia al
cielo.
“Sei proprio uno stronzo
Paddy…” mormorò James con tono acido prima di
voltargli le spalle e raggiungere la finestra.
Remus faceva mille gesti
verso Sirius per incitarlo ad andare a parlarci, ma lui scuoteva la testa con
le braccia incrociate al petto, finche non imprecò tirandosi su “Ohhh è va bene!” sbottò guardando torvo Remus che invece
gli sorrideva affettuosamente con Peter al fianco che osservava la scena con
aria confusa.
Sirius si avvicinò a
James mettendogli una mano sulla spalla “E dai finiscila, ho esagerato ma anche
tu…” l'amico si voltò a scrutarlo ancora torvo in viso, ma poi sorrise
abbracciandolo e Sirius ricambiò la stretta dandogli delle affettuose pacche
sulle spalle, mentre Remus sorrideva soddisfatto e Peter li osservava con una
strana espressione.
***
Strano che gli fosse
venuto in mente proprio quel ricordo, anche se da li, ricordava bene, le cose
cambiarono lentamente, Lily e James iniziarono a discutere sempre più spesso
finché non fu chiaro a tutti che in realtà James la provocava solo per avere
davvero la sua attenzione in qualche modo.
Già... Sirius non aveva
immediatamente adorato, per così dire, Lily Evans, la vedeva come una sorta di
intralcio al suo legame così esclusivo con James, ma col tempo cambiò idea,
James l'amava e Lily, crescendo, aveva accentuato le sue buone qualità.
Era diventata una donna
buona e gentile, forte, capace di affrontare le difficoltà senza abbattersi, e
aveva dato il suo appoggio a Remus, chiacchierando con lui all'infinito nei
suoi momenti di sconforto per quella sua condizione che non riusciva ad
accettare.
Si, Lily Evans era
davvero degna di James, una buona amica, e una donna con un forte spirito
combattivo...
Sirius chiuse gli occhi incapace di affrontare un dolore sordo che gli
invadeva il cuore... i Marauders non esistevano
più... Peter aveva tradito James e Lily, e lui li aveva visti, morti, riversi
sul pavimento nella loro casa di Godric's Hollow.
E sapeva perfettamente che quel ricordo, come il dolore di quel istante in
cui aveva capito di aver perso l'unico legame fraterno della sua vita, non
sarebbe mai svanito, ne si era affievolito col tempo.
Ricordava gli anni in cui però erano
una cosa sola, loro quattro, sicuri che nessuno avrebbe mai ferito o tradito
gli altri, uniti, come fratelli.
Si guardò attorno, tutto in quella
casa lo faceva sentire estraneo, come se non fosse la sua casa, come fosse
riuscito poi ad essere cosi' diverso dal resto della sua famiglia, era davvero
un mistero...
Si, non tutti erano folli esaltatori
del sangue puro, ma coloro che avevano espresso le loro idee, diverse dal resto
della famiglia erano stati disconosciuti all'istante, prova ne era il fatto
che, sull'antico arazzo di famiglia, apparivano qua e là bruciature di
bacchetta che coprivano nomi di discendenti del casato.
Il sesto Black che aveva disonorato la
famiglia era stato proprio lui, e diciamocela tutta, per un motivo davvero poco
convincente.
Che colpa poteva averne lui se il
capello lo aveva smistato nella casa del Gryffindor? Aveva resistito per altri
6 anni Sirius, fino a non poterne davvero più, aveva urlato, sbraitato in casa
Black come un dannato, urlando ai suoi che erano solo dei pazzi esaltati,
insomma Sirius era assolutamente certo che alla fine della funesta lite, la
signora Black avrebbe giurato di non avere mai avuto altri figli al di fuori di
Regulus, fratello minore di Sirius.
Ovviamente lui ne approfittò per
raccogliere la sua roba, si dileguò trascorrendo un altro anno ad Hogwarts e
ovviamente per la sua testardaggine, un altro perse la stima del Casato Black.
Alphard, suo zio, venne
cancellato da quel maledetto arazzo per avergli lasciato una cospicua eredità
che aveva permesso a Sirius di acquistare una casa e vivere comunque in
condizioni per niente misere.
Già… le cose a Sirius erano sembrate
soggette a velocissimi mutamenti in quegli anni.
Al primo anno ad Hogwarts si era
seduto su quella sedia con l'espressione fiera ed arrogante dei Black, e quando
aveva sentito il capello urlare a tutta la sala "GRYFFINDOR!", dentro
di se aveva esultato silenziosamente, si era portato a quel tavolo e poco dopo
era stato raggiunto da Remus, Peter e James... il gruppo, i MAURODERS di
Hogwarts...
Anni vissuti insieme a comprendersi, a
stabilire un legame più forte di qualunque altra cosa, a combinare guai, intere
serate in punizione lui e James, a litigare, a fare pazzie di ogni sorta senza
badare alle conseguenze...
Aveva condiviso con James la gioia di quell’amore, un
matrimonio con una donna bella e forte, decisa nelle sue idee, Lily... Era
riuscito a non vederla più come qualcosa che separava James da lui, ma come una
sua semplice parte.
E poi era arrivato Harry, quel bambino così somigliante a
James che portava in se gli occhi verdi di una madre che lo amava, anche lui lo
aveva amato, il piccolo Harry, gli aveva fatto da padrino giurando di occuparsi
di lui.
Chiuse gli occhi lasciando andare la fronte contro il vetro
freddo, quello era il ricordo che più faceva male, quella notte in cui tutto
era andato distrutto, in cui il suo migliore amico gli era stato portato via…
***
Era entrato di corsa,
trafelato e terrorizzato e si era bloccato davanti l'uscio aperto, le gambe non
gli avevano retto, guardava impotente James riverso a terra senza espressione,
desiderando soltanto di essere al suo posto, di essere arrivato prima per
proteggerlo, per proteggere tutti...
si era accasciato a
terra accanto a quel corpo ancora caldo, lo aveva sollevato piano tremante,
portandosi al petto il capo di James e lo aveva chiamato, quasi come a volerlo
svegliare senza riuscire ad accettare che non avrebbe mai più ricevuto uno
sguardo.
Un abbraccio, un
rimprovero... senza riuscire ad accettare che non avrebbe mai più condiviso con
lui nessuno di quei momenti che avevano dato per scontato per interi anni nel
loro breve tempo trascorso insieme.
Già, perché dieci anni
di condivisione sembravano niente paragonati a quelli che avrebbero dovuto
dividere per una vita intera.
"James... James non
lasciarmi ti prego, apri gli occhi e mandami pure al diavolo per essere
arrivato così tardi, ti prego... un'ultima volta, guardami, dimmi che... dimmi
qualunque cosa ma non lasciarmi..." aveva mormorato in lacrime cullando
quel corpo che si faceva via via più freddo.
Era rimasto in attesa di
un miracolo, per un tempo che gli era parso infinito, e poi aveva urlato di
odio e di dolore con un grido che gli partiva dall'animo e che aveva squarciato
il silenzio di quella stanza.
Un pianto infantile lo
aveva raggiunto subito dopo, ed una speranza gli aveva acceso il cuore di
nuovo... Harry... Aveva raggiunto il piano di sopra con gambe tremanti, Lily
giaceva riversa sul pavimento, gli occhi sbarrati di paura, ma non per la
morte, no...
Per suo figlio...
Si era chinato su di lei
abbracciandola forte, mentre non riusciva ancora a domare le lacrime, l'aveva
baciata in fronte tenendola a se come a consolarla e rassicurarla
"Sei con lui
adesso, ne sono certo, cercate solo di perdonarmi, dovevo morire io... perchè
non vi avrei mai tradito... Harry starà bene te lo giuro e lui la pagherà, io
stesso mi accerterò che la paghi..." sollevò il corpo della donna
mettendolo sul lettino accanto alla culla e si voltò verso il bambino.
Harry James Potter era
seduto nella sua culla con le gambine aperte,
piangeva come se avesse capito che la vita che gli spettava di vivere con i
suoi genitori, amato e felice, i momenti di gioia, di gioco che appartenevano a
qualunque bambino, gli erano appena stati portati via.
Si strofinava gli occhi
con le manine chiuse a pugno e singhiozzava senza tregua, Sirius si era chinato
su di lui prendendolo fra le braccia, cullandolo dolcemente, fino a che Harry
non si era addormentato stremato, aveva lasciato scorrere lentamente un dito
sulla fronte, accarezzando la nuova cicatrice che risplendeva su quella chiara
pelle di bambino.
Si... era tutto
finito... si era detto mentre sistemava delicatamente il bambino nella culla,
era finita la sua vita spensierata condivisa con una persona che non avrebbe
mai dimenticato.
Certo gli anni
dall'arrivo di Voldemort non erano stati facili, ma si erano sostenuti a
vicenda, erano uniti come la famiglia che lui non aveva mai conosciuto, lui,
James e Lily e poi era arrivato Harry a sigillare tutto con la sua piccola vita
da proteggere.
Aveva sentito di non
poter più resistere in quella casa senza far niente... ma non poteva lasciare
il bambino da solo.
Aveva sceso di nuovo le
scale Sirius, nella silenziosa attesa che arrivasse qualcuno liberandolo da
quell'inferno, permettendogli di trovarlo.
Desiderava con tutte le
sue forze di farlo a pezzi, ma non l'avrebbe fatto, ultimo gesto per James, gli
sembrava di sentirlo nella sua testa mentre lo rimproverava per averlo anche
solo pensato, cercando di convincerlo che c'è sempre una soluzione.
“Ma non c'era più una
soluzione”, aveva pensato sedendosi sul pavimento accanto a James.
"Non c'è più
nessuna soluzione James..." aveva mormorato guardandolo "te ne sei
andato, mi hai lasciato solo, in tutto questo... e la colpa è solo mia..."
Avrebbe dovuto accettare
di essere il custode di quel dannato segreto e invece...
Lo aveva fatto pensando
che fosse la giusta soluzione, cercando di proteggerli, fiducioso che i Mauroders non si sarebbero mai traditi a vicenda, ma Peter
era solo un sudicio, viscido topo...
Qualcuno aveva fatto
irruzione nei suoi pensieri, non ricordava bene neanche chi fosse, ma sapeva di
poter contare su di lui, disse solo di prendere la sua moto per qualunque
necessità prima di sparire dietro quella
porta.
Si era solo fermato un momento
a guardare l'amico ancora riverso al suolo, salutandolo mentalmente, dicendogli addio.
Anche se il suo cuore
non riusciva ancora ad accettarlo, la sua mente sapeva che quella sarebbe stata
l'ultima volta che avrebbe visto quel volto, quel suo unico fratello, per
sempre.
Senza sapere che i
ricordi di quella notte, i ricordi di dieci anni, lo avrebbero tormentato fino
al suo ultimo respiro.
In quel momento voleva
solo trovare Peter, vendicarsi di tutto quel dolore che gli torturava il cuore
e l'anima, un dolore che non l'avrebbe lasciato mai più...
"Addio fratello
mio..."
***
Sirius chiuse gli occhi,
respingendo il vuoto al centro del petto che si propagava ogni volta che ritornava
a quei momenti, quando si era ritrovato davanti Peter solo qualche anno prima
non aveva altra intenzione se non quella di ucciderlo sul serio.
Alla fine Harry aveva
voluto che non si sporcasse le mani col sangue di quell'ignobile topo, ma
Sirius non era per niente sicuro che se si fosse trovato di nuovo faccia a
faccia con quel disgustoso rifiuto umano, sarebbe riuscito a controllarsi.
La verità era che per
tutto quel tempo, rinchiuso ad Azkaban, non aveva desiderato altro che vederlo
morire, ucciso dalle sue stesse mani, cosi' come James e Lily avevano perso la
vita per causa sua.
“Sirius? È pronta la
cena…”
Una voce bassa e attenta
arrivò a trascinarlo via da quegli inutili pensieri, del resto niente poteva
essere cambiato ormai, si voltò incrociando due occhi di un verde acceso e quel
viso a lui così familiare.
Ricambiò quel sorriso,
anche se il suo era incrinato ancora dalla tristezza, avvicinandosi lentamente
gli mise un braccio attorno al collo, una mano sul petto di quel giovane uomo
ed annuì con uno sguardo pieno d’affetto.
“Si... andiamo Harry...”