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Autore: fanny80    22/09/2007    1 recensioni
[Sirius] Quante volte aveva desiderato tornare indietro mentre tentava di non impazzire nella sua misera cella ad Azkaban? Quante volte si ritrovava ancora adesso a voler rivivere il passato, con i suoi amici ed impedire ad uno di loro di tradirli... [Remus] “Io mi sento al sicuro invece, ed anche James, e Sirius, e Peter, loro ti adorano, e se ti temessero non verrebbero con te ogni notte durante la piena, non credi? Vedi Rem, qualunque cosa prenda il sopravvento in te, ciò che conta e quello che tu sei nel profondo del tuo cuore..."
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' molto malinconica ma spero vi piacerà.

Un bacio

Fanny

 

 

 

 

Memorie di un Malandrino

 

 

Sirius Black camminava su e giù nel suo salotto.

Che sorte bizzarra doverla considerare “Casa”, Grimaulde Place.

Si sentiva come un cane in gabbia, braccato senza via d’uscita, imprigionato da quelle mura che aveva sempre odiato, più di ogni altra cosa.

Si avvicinò lento ad una finestra che dava sulla strada dall'aspetto misero e trasandato come quella casa, nascosta agli occhi di tutti, eppure avrebbe voluto essere là fuori...

In quella sera d’Agosto, con il cielo invaso da mille piccoli frammenti luminosi, nella calura estiva, libero di nuovo, libero ed innocente, libero… e non più solo.

Quante volte aveva desiderato tornare indietro mentre tentava di non impazzire nella sua misera cella ad Azkaban?

Quante volte si ritrovava ancora adesso a voler rivivere il passato, con i suoi amici ed impedire ad uno di loro di tradirli...

Molly Weasley lo rimproverava a volte di rivedere in Harry il suo migliore amico

"James e' morto, Sirius.

Harry non e' lui..."

Dio se lo sapeva, eppure guardandolo, oltre a sentire un istinto paterno che non credeva di poter provare, avvertiva mille ricordi tornare a galla, e riempirgli il cuore di cose incredibili che non poteva scordare, proprio come in quel momento, in cui si abbandonava ai ricordi lontani, lasciando che prendessero vita...

 

 

***

 

Quattro giovani uomini al loro sesto anno di studi, seduti nella sala comune di Gryffindor, tutti attorno al fuoco, James sul divano, con le gambe incrociate e le braccia dietro la testa.

A terra, rannicchiato ai piedi del divano c'era Peter che li guardava.

Poco più in là, su una poltrona con un libro aperto, il solito Remus, intento a ripassare chissà quale lezione...

Sirius seduto accanto a James con le braccia aperte sulla spalliera del divano e le gambe che ricadevano aperte.

“Che palle Rem... sempre con un libro in mano… facciamo qualcosa, io mi sto rompendo.” disse scrutando gli amici e James saltò su a molla stiracchiandosi.

“si anche io!” esclamò complice avvicinandosi e chiudendo il libro di Remus che, contrariato, sbruffò sonoramente.

“io stavo studiando!” protestò guardandoli torvo.

I tre risero “Tu studi sempre Rem.” Mormorò Peter ridacchiando.

“E dai, Remus, andiamo a farci un giro, dopo ti lasciamo studiare in pace!” esclamò Sirius che aveva affiancato James.

Remus Lupin si arrese alzando gli occhi al cielo mentre si sollevava dalla sedia

“Ok, va, dove volete andare?” chiese guardandoli sospettoso.

“Facciamo un giro in giardino, chissà che non becchiamo Mocciosus e ci divertiamo un po'...” mormorò Sirius con la solita aria malandrina.

Remus indirizzò un'occhiataccia prima a lui per poi voltarsi verso James “Non ti è bastato l'altro giorno? Se continui così Lily non ti degnerà mai di uno sguardo...” ironizzò cogliendo nel segno, perchè l'amico iniziò ad imprecare.

“Non mi frega niente di Lily Evans, fa tutta la sostenuta, sembra una sorta di paladina e poi si fa prendere a pesci in faccia da Severus!” sibilò irritato.

Beh, proprio lì Sirius si accorse che l'amico aveva perso la testa per quella mezzosangue, poteva dire un mare di cazzate, ma era geloso marcio, ed essere geloso di uno come Severus Snape... era proprio grave... ridacchiò divertito.

“Si certo James, se continui a dirlo forse te ne convinci…” disse provocando l'ilarità di Peter che come sempre pendeva dalle loro labbra.

“Vedi di fare meno il cretino Sirius, ho detto che non m’importa.” replicò acidamente, ma la sua faccia lo aveva smentito immediatamente, perché dopo quelle ultime parole famose, Lily Evans attraversò il buco d’accesso alla sala comune guardandoli torva, camminando spedita verso di loro.

“Se siete stati voi, giuro che vi ammazzo!” esclamò furente.

“Ehi, ehi bambolina, vedi di non scaldarti.” replicò sarcastico Sirius fronteggiandola.

James era rimasto là, in silenzio a fissarla contrariato e Remus si portò davanti a lei con un sorriso, frapponendosi fra Sirius e la ragazza nel tentativo di impedire le solite battutine velenose.

“Ok calmati Evans, cos'è successo?” chiese con tono gentile.

“Oh certo come se voi non ne sapeste niente!” inveì lei con le guancie rosse di rabbia.

“No signorina so tutto io, se volessi renderci partecipi della cosa di cui ci stai accusando magari potremmo anche fornirti una spiegazione.” Intervenne James con tono ironico, ma dal modo in cui la fissava Sirius scosse la testa.

“E’ vero Lily, noi siamo rimasti qui oggi.” Confermò Peter.

“Allora? Che succede?” chiese di nuovo Remus.

“Qualcuno si è divertito a riempire il bagno delle ragazze di una strana sostanza verde e viscida, che si moltiplica a vista d'occhio!” sibilò assottigliando lo sguardo su James “Non ditemi che vi stupisce il fatto che io abbia pensato subito a voi?”

“Con te c'è poco di che stupirsi Evans...” mormorò lui incatenato a quello sguardo.

“Beh, però l'idea non è male...” scherzò Sirius divertito “Quando hai scoperto chi è stato, fammelo sapere così gli chiedo come ha fatto.” disse ridendo seguito da James e Peter.

Remus scosse il capo con un mezzo sorriso e guardò Lily che sembrava davvero infuriata.

“Certo, sarebbe proprio da te una cosa simile Black!” inveì assottigliando lo sguardo su di lui in maniera sospettosa.

“Ma per favore, non sono tipo da sporcarmi le mani con certe schifezze, i miei scherzetti sono più… sottili...” replicò compiaciuto allungando il viso verso di lei.

“Si come appendere un poveraccio per le caviglie, vero?” sibilò lei per poi guardare James “Oh scusami, quello e' il tuo genere…” ironizzò con finta aria candida.

James non ci vide più della rabbia “Si, il tuo genere invece è quello di prendere le difese di uno schifoso Slytherin che non fa altro che darti della sporca mezzosangue!” urlò facendosi più vicino “Dovrò cominciare a chiamarti così anche io se vorrò avere un po' delle tue attenzioni!”

Sirius rise divertito nel vedere la faccia di Lily sbiancare mentre James con aria dispiaciuta “Per avere le mie attenzioni ti basterebbe smetterla di comportarti come un cretino Potter!” sbottò in lacrime prima di varcare la sala comune a grandi passi per salire al dormitorio femminile.

James la seguì fermandosi sotto le scale “sceglierò la soluzione che mi piacerà di più quando vorrò avere le tue attenzioni, cosa che in questo momento di certo non mi interessa!” le urlò dietro vedendola sparire subito dopo.

Sirius moriva dalla voglia di prenderlo in giro, ma quando si voltò e vide la sua faccia, ritenne più saggio lasciar perdere.

“Quella dannata stupida!” sibilò James avvicinandosi ai tre in piedi davanti al camino “Ma chi diavolo si crede di essere! Anche tu sei un prefetto ma questo schifo che fa lei è impareggiabile!” urlò indicando le scale con fare teatrale mentre guardava Remus che si portava una mano dietro la testa.

“Beh, diciamo che non ho molta presa su voi tre, specie su te e Paddy che fate un disastro dietro l'altro...” mormorò con un leggero sorriso.

Sirius si buttò di nuovo sul divano ridacchiando “Mi sa che da qui non usciamo oggi…” ironizzò guardando la faccia torva di James.

Lui si voltò scrutandolo “E tu, dannato randagio, non potresti evitare di stuzzicarla di continuo!?” sibilò assottigliando le pupille.

“E no amico, non prendertela con me se ti sei preso una sbandata pazzesca per quella, vedi di scopartela così la finisci di rompere!” inveì Sirius alzando la braccia al cielo.

“Sei proprio uno stronzo Paddy…” mormorò James con tono acido prima di voltargli le spalle e raggiungere la finestra.

Remus faceva mille gesti verso Sirius per incitarlo ad andare a parlarci, ma lui scuoteva la testa con le braccia incrociate al petto, finche non imprecò tirandosi su “Ohhh è va bene!” sbottò guardando torvo Remus che invece gli sorrideva affettuosamente con Peter al fianco che osservava la scena con aria confusa.

Sirius si avvicinò a James mettendogli una mano sulla spalla “E dai finiscila, ho esagerato ma anche tu…” l'amico si voltò a scrutarlo ancora torvo in viso, ma poi sorrise abbracciandolo e Sirius ricambiò la stretta dandogli delle affettuose pacche sulle spalle, mentre Remus sorrideva soddisfatto e Peter li osservava con una strana espressione.

 

***

 

 

Strano che gli fosse venuto in mente proprio quel ricordo, anche se da li, ricordava bene, le cose cambiarono lentamente, Lily e James iniziarono a discutere sempre più spesso finché non fu chiaro a tutti che in realtà James la provocava solo per avere davvero la sua attenzione in qualche modo.

Già... Sirius non aveva immediatamente adorato, per così dire, Lily Evans, la vedeva come una sorta di intralcio al suo legame così esclusivo con James, ma col tempo cambiò idea, James l'amava e Lily, crescendo, aveva accentuato le sue buone qualità.

Era diventata una donna buona e gentile, forte, capace di affrontare le difficoltà senza abbattersi, e aveva dato il suo appoggio a Remus, chiacchierando con lui all'infinito nei suoi momenti di sconforto per quella sua condizione che non riusciva ad accettare.

Si, Lily Evans era davvero degna di James, una buona amica, e una donna con un forte spirito combattivo...

Sirius chiuse gli occhi incapace di affrontare un dolore sordo che gli invadeva il cuore... i Marauders non esistevano più... Peter aveva tradito James e Lily, e lui li aveva visti, morti, riversi sul pavimento nella loro casa di Godric's Hollow.

E sapeva perfettamente che quel ricordo, come il dolore di quel istante in cui aveva capito di aver perso l'unico legame fraterno della sua vita, non sarebbe mai svanito, ne si era affievolito col tempo.

Ricordava gli anni in cui però erano una cosa sola, loro quattro, sicuri che nessuno avrebbe mai ferito o tradito gli altri, uniti, come fratelli.

Si guardò attorno, tutto in quella casa lo faceva sentire estraneo, come se non fosse la sua casa, come fosse riuscito poi ad essere cosi' diverso dal resto della sua famiglia, era davvero un mistero...

Si, non tutti erano folli esaltatori del sangue puro, ma coloro che avevano espresso le loro idee, diverse dal resto della famiglia erano stati disconosciuti all'istante, prova ne era il fatto che, sull'antico arazzo di famiglia, apparivano qua e là bruciature di bacchetta che coprivano nomi di discendenti del casato.

Il sesto Black che aveva disonorato la famiglia era stato proprio lui, e diciamocela tutta, per un motivo davvero poco convincente.

Che colpa poteva averne lui se il capello lo aveva smistato nella casa del Gryffindor? Aveva resistito per altri 6 anni Sirius, fino a non poterne davvero più, aveva urlato, sbraitato in casa Black come un dannato, urlando ai suoi che erano solo dei pazzi esaltati, insomma Sirius era assolutamente certo che alla fine della funesta lite, la signora Black avrebbe giurato di non avere mai avuto altri figli al di fuori di Regulus, fratello minore di Sirius.

Ovviamente lui ne approfittò per raccogliere la sua roba, si dileguò trascorrendo un altro anno ad Hogwarts e ovviamente per la sua testardaggine, un altro perse la stima del Casato Black.

Alphard, suo zio, venne cancellato da quel maledetto arazzo per avergli lasciato una cospicua eredità che aveva permesso a Sirius di acquistare una casa e vivere comunque in condizioni per niente misere.

Già… le cose a Sirius erano sembrate soggette a velocissimi mutamenti in quegli anni.

Al primo anno ad Hogwarts si era seduto su quella sedia con l'espressione fiera ed arrogante dei Black, e quando aveva sentito il capello urlare a tutta la sala "GRYFFINDOR!", dentro di se aveva esultato silenziosamente, si era portato a quel tavolo e poco dopo era stato raggiunto da Remus, Peter e James... il gruppo, i MAURODERS di Hogwarts...

Anni vissuti insieme a comprendersi, a stabilire un legame più forte di qualunque altra cosa, a combinare guai, intere serate in punizione lui e James, a litigare, a fare pazzie di ogni sorta senza badare alle conseguenze...

Aveva condiviso con James la gioia di quell’amore, un matrimonio con una donna bella e forte, decisa nelle sue idee, Lily... Era riuscito a non vederla più come qualcosa che separava James da lui, ma come una sua semplice parte.

E poi era arrivato Harry, quel bambino così somigliante a James che portava in se gli occhi verdi di una madre che lo amava, anche lui lo aveva amato, il piccolo Harry, gli aveva fatto da padrino giurando di occuparsi di lui.

Chiuse gli occhi lasciando andare la fronte contro il vetro freddo, quello era il ricordo che più faceva male, quella notte in cui tutto era andato distrutto, in cui il suo migliore amico gli era stato portato via…

 

 

***

 

Era entrato di corsa, trafelato e terrorizzato e si era bloccato davanti l'uscio aperto, le gambe non gli avevano retto, guardava impotente James riverso a terra senza espressione, desiderando soltanto di essere al suo posto, di essere arrivato prima per proteggerlo, per proteggere tutti...

si era accasciato a terra accanto a quel corpo ancora caldo, lo aveva sollevato piano tremante, portandosi al petto il capo di James e lo aveva chiamato, quasi come a volerlo svegliare senza riuscire ad accettare che non avrebbe mai più ricevuto uno sguardo.

Un abbraccio, un rimprovero... senza riuscire ad accettare che non avrebbe mai più condiviso con lui nessuno di quei momenti che avevano dato per scontato per interi anni nel loro breve tempo trascorso insieme.

Già, perché dieci anni di condivisione sembravano niente paragonati a quelli che avrebbero dovuto dividere per una vita intera.

"James... James non lasciarmi ti prego, apri gli occhi e mandami pure al diavolo per essere arrivato così tardi, ti prego... un'ultima volta, guardami, dimmi che... dimmi qualunque cosa ma non lasciarmi..." aveva mormorato in lacrime cullando quel corpo che si faceva via via più freddo.

Era rimasto in attesa di un miracolo, per un tempo che gli era parso infinito, e poi aveva urlato di odio e di dolore con un grido che gli partiva dall'animo e che aveva squarciato il silenzio di quella stanza.

Un pianto infantile lo aveva raggiunto subito dopo, ed una speranza gli aveva acceso il cuore di nuovo... Harry... Aveva raggiunto il piano di sopra con gambe tremanti, Lily giaceva riversa sul pavimento, gli occhi sbarrati di paura, ma non per la morte, no...

Per suo figlio...

Si era chinato su di lei abbracciandola forte, mentre non riusciva ancora a domare le lacrime, l'aveva baciata in fronte tenendola a se come a consolarla e rassicurarla

"Sei con lui adesso, ne sono certo, cercate solo di perdonarmi, dovevo morire io... perchè non vi avrei mai tradito... Harry starà bene te lo giuro e lui la pagherà, io stesso mi accerterò che la paghi..." sollevò il corpo della donna mettendolo sul lettino accanto alla culla e si voltò verso il bambino.

Harry James Potter era seduto nella sua culla con le gambine aperte, piangeva come se avesse capito che la vita che gli spettava di vivere con i suoi genitori, amato e felice, i momenti di gioia, di gioco che appartenevano a qualunque bambino, gli erano appena stati portati via.

Si strofinava gli occhi con le manine chiuse a pugno e singhiozzava senza tregua, Sirius si era chinato su di lui prendendolo fra le braccia, cullandolo dolcemente, fino a che Harry non si era addormentato stremato, aveva lasciato scorrere lentamente un dito sulla fronte, accarezzando la nuova cicatrice che risplendeva su quella chiara pelle di bambino.

Si... era tutto finito... si era detto mentre sistemava delicatamente il bambino nella culla, era finita la sua vita spensierata condivisa con una persona che non avrebbe mai dimenticato.

Certo gli anni dall'arrivo di Voldemort non erano stati facili, ma si erano sostenuti a vicenda, erano uniti come la famiglia che lui non aveva mai conosciuto, lui, James e Lily e poi era arrivato Harry a sigillare tutto con la sua piccola vita da proteggere.

Aveva sentito di non poter più resistere in quella casa senza far niente... ma non poteva lasciare il bambino da solo.

Aveva sceso di nuovo le scale Sirius, nella silenziosa attesa che arrivasse qualcuno liberandolo da quell'inferno, permettendogli di trovarlo.

Desiderava con tutte le sue forze di farlo a pezzi, ma non l'avrebbe fatto, ultimo gesto per James, gli sembrava di sentirlo nella sua testa mentre lo rimproverava per averlo anche solo pensato, cercando di convincerlo che c'è sempre una soluzione.

“Ma non c'era più una soluzione”, aveva pensato sedendosi sul pavimento accanto a James.

"Non c'è più nessuna soluzione James..." aveva mormorato guardandolo "te ne sei andato, mi hai lasciato solo, in tutto questo... e la colpa è solo mia..."

Avrebbe dovuto accettare di essere il custode di quel dannato segreto e invece...

Lo aveva fatto pensando che fosse la giusta soluzione, cercando di proteggerli, fiducioso che i Mauroders non si sarebbero mai traditi a vicenda, ma Peter era solo un sudicio, viscido topo...

Qualcuno aveva fatto irruzione nei suoi pensieri, non ricordava bene neanche chi fosse, ma sapeva di poter contare su di lui, disse solo di prendere la sua moto per qualunque necessità  prima di sparire dietro quella porta.

Si era solo fermato un momento a guardare l'amico ancora riverso al suolo, salutandolo  mentalmente, dicendogli addio.

Anche se il suo cuore non riusciva ancora ad accettarlo, la sua mente sapeva che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quel volto, quel suo unico fratello, per sempre.

Senza sapere che i ricordi di quella notte, i ricordi di dieci anni, lo avrebbero tormentato fino al suo ultimo respiro.

In quel momento voleva solo trovare Peter, vendicarsi di tutto quel dolore che gli torturava il cuore e l'anima, un dolore che non l'avrebbe lasciato mai più...

"Addio fratello mio..."

 

***

 

 

Sirius chiuse gli occhi, respingendo il vuoto al centro del petto che si propagava ogni volta che ritornava a quei momenti, quando si era ritrovato davanti Peter solo qualche anno prima non aveva altra intenzione se non quella di ucciderlo sul serio.

Alla fine Harry aveva voluto che non si sporcasse le mani col sangue di quell'ignobile topo, ma Sirius non era per niente sicuro che se si fosse trovato di nuovo faccia a faccia con quel disgustoso rifiuto umano, sarebbe riuscito a controllarsi.

La verità era che per tutto quel tempo, rinchiuso ad Azkaban, non aveva desiderato altro che vederlo morire, ucciso dalle sue stesse mani, cosi' come James e Lily avevano perso la vita per causa sua.

“Sirius? È pronta la cena…”

Una voce bassa e attenta arrivò a trascinarlo via da quegli inutili pensieri, del resto niente poteva essere cambiato ormai, si voltò incrociando due occhi di un verde acceso e quel viso a lui così familiare.

Ricambiò quel sorriso, anche se il suo era incrinato ancora dalla tristezza, avvicinandosi lentamente gli mise un braccio attorno al collo, una mano sul petto di quel giovane uomo ed annuì con uno sguardo pieno d’affetto.

“Si... andiamo Harry...”

 

 

   
 
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