Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: LouisDePointeDuLac    06/03/2013    8 recensioni
La convivenza, si sa, è una delle prove più ardue che ci si possa trovare ad affrontare.
Sopratutto con certi soggetti. O con i loro amici. O i loro problematici ed ingombranti drammi esistenziali che vanno a sommarsi a quelli personali, dando vita a risvolti imprevisti e non sempre graditi.
Perché la vita è un cubo di Rubik: molteplici facce, combinazioni, conseguenze e frustrazioni derivanti da ogni singola tessera e i suoi movimenti.
Dove non bisogna stare attenti all'introvabile soluzione, ma a ciò che accade nel mezzo della ricerca.
Sopratutto, a quali tiri mancini il dannatissimo cubo tenta di tirarti.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Numb

 
 
 
 

C’è un lungo istante di silenzio.
Saga scatta in piedi, manco avesse preso la scossa, e sotto il mio sguardo preoccupato si dirige verso il citofono, rispondendo.
- Ti ricordi il piano? – lo sento chiedere, prima di aggiungere, dopo una breve pausa: - No, al terzo…-
Kanon alza gli occhi al cielo.
- Datti una calmata Saga – dice poi Kyros in direzione del figlio maggiore – Lo sai che fiuta la paura. –
L’interpellato espira rumorosamente, prima di allungare una mano verso la maniglia della porta.
- Se vuoi un consiglio, ti conviene starmi vicino. Almeno così non ti vedrà. – mi dice Kanon con un sorrisetto, appoggiandosi con la schiena al muro del corridoio e incrociando le braccia al petto.

Fino a che punto mi sta prendendo in giro?
Non riesco a stabilirlo, e mentre inconsciamente seguo il suo suggerimento, sentiamo suonare alla porta d’ingresso.
I tre si scambiano uno sguardo che non riesco a decifrare, poi Kyros si alza dal divano e si sfrega le mani, la faccia di un gatto pregustante la pappa. Quanto a Saga, gli ci vogliono alcuni lunghi secondi e alcuni sospiri per decidersi ad aprire.


- Saga –

Oh mio Dio.
Questa donna mi causa un innato senso di disagio ed inadeguatezza.
Il legame di parentela con i gemelli è palese. Anzi, predominante, dato che del padre non presentano caratteristiche fisiche.
Sono obbligata a guardarla dal basso verso l’alto, considerato che il metro e ottanta lo raggiunge tutto, anche se non portasse i tacchi come ora.
Quanti anni ha?  Difficile dirlo. All’apparenza direi tra i quaranta e i cinquanta, ma un rapido calcolo con l’età dei figli mi fa correggere il tiro, per quanto possa sembrare impossibile.
Ha dei lineamenti forti, decisi, eppure sul suo viso, perfettamente truccato,  non stonano affatto. Gli occhi dello stesso colore e taglio di quelli dei gemelli, uno sguardo che ho colto spesso in quelli di Kanon, più raramente in quelli di Saga. I capelli del loro stesso tono, raccolti in uno chignon, un abito d’atelier, ci scommetto, beige, dal taglio perfetto.
Come se tutto ciò non bastasse, l’aria attorno alla sua figura...
Per salutare il figlio maggiore si sporge appena, come se le costasse uno sforzo notevole.
Forse l’intento era un semplice bacio sulla guancia, ma credo che l’abbia appena sfiorato.
- Ciao mamma – risponde lui, il tono distaccato.
La donna indietreggia, dedicandogli uno sguardo del tutto inespressivo; dopodiché volta gli occhi verso me, Kyros e Kanon, con un’aria di disprezzo. È chiaro che si tratta di quello, e il secondo figlio ricambia in pieno, allungando una nuova sigaretta verso il padre, ben felice di accendergliela.
- Figlio numero uno, questa pertica succhiac***i è ancora viva[1] – osserva poi Kyros tranquillo tranquillo rivolgendosi a Kanon.
Il quale rischia di soffocarsi col fumo nel tentativo di non scoppiare troppo palesemente a ridere, mentre nel resto della stanza cala il gelo.
Credo di aver trattenuto il fiato per qualche istante, gli occhi che saettano dal viso della donna a quello di Kyros, poi a Kanon, infine a Saga, che sembra essersi tramutato in una statua, non capisco se per imbarazzo o qualche altro motivo a me sconosciuto.
- Allora Evanthia, è proprio vero che chi non muore si rivede, a quanto pare! – continua imperterrito il padre dei gemelli con un sorrisone ilare rivolto all’ex moglie.

Evanthia.
Bello. Forte. Intimidatorio.
Non ho la più pallida idea di cosa significhi, ma alle orecchie ha un suono esotico, intrigante, aristocratico. Rispecchia perfettamente chi lo porta, a mio avviso.
Anche quel retrogusto di avvertimento e inquietudine che l’avvolge.
- Kyros – le labbra si muovono appena, giusto quel che serve a comunicare il fastidio e l’irritazione che il proprietario del nome pronunciato le provocano. – Come al solito vieni in modo fastidiosamente inaspettato. –
Con la coda dell’occhio scorgo Saga espirare lentamente, a disagio; Kanon lancia un’occhiata divertita al padre, il quale sfodera un sorrisetto furbo:
- Ah! Sai quanto mi piace, anche involontariamente, rovinarti i piani! – afferma, con una punta di gustoso divertimento.
- Già. In fondo non sei l’unica cosa non prevista e indesiderata della mia vita. –

Una frase. Una semplice e fin troppo eloquente frase, pronunciata con la stessa calma e impassibilità con cui si annuncerebbe lo sgualcirsi di un orlo.
Peccato che sia fin troppo evidente a quali soggetti fosse rivolta.

Sento Kanon sbuffare, mentre la mano sinistra di Saga si chiude a pugno, con un movimento a scatto che probabilmente gli fa conficcare dolorosamente le unghie nella pelle.
- E a proposito di tutto ciò che è indesiderato e non previsto…- continua Kyros ignorando gli evidenti riferimenti – Per quale strano e oscuro motivo il tuo pensiero si è soffermato su questa data? Guarda che gli alimenti questo mese te li ho già versati. Ancora mi chiedo come faccia il tuo avvocato a destreggiarsi in mezzo a tutte quelle pratiche di divorzio nel tuo fascicolo…-
- Basta soprassedere a quelle insignificanti. – lo rimbecca lei.- Come sempre ti dai troppo credito, Kyros.-
- Considerato che ti ho fatto lievitare come una mongolfiera per nove mesi e sgravare i due Marcantoni qui presenti, non si può dire che ci siano riferimenti insignificanti alla mia persona. –
- UN Marcantonio, papà. Uno solo. – corregge Kanon divertito, spostando per un istante gli occhi sul fratello, il quale ricambia e per qualche secondo sembra che si stiano comunicando chissà cosa.
Quanto alla madre, non raccoglie l’osservazione e dopo un breve altezzoso esame della stanza in disordine  il suo sguardo si posa su l’unico altro elemento che potesse attirare la sua attenzione.
Me.

Dannazione. Perché sono sempre nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo?!
La donna mi scruta con la stessa cura e disapprovazione che si riserverebbero ad un animale sporco e sgradito che ha deciso di sdraiarsi sulla moquette immacolata.
Il problema è che riesce a farmi sentire proprio così.
Con i miei jeans larghi. La mia maglietta sformata. Delle scarpe da tennis che più usate di così non si può. I miei capelli malamente raccolti in una coda. Il trucco quasi del tutto assente.

Un angolo. Un angolo in cui rintanarmi, scavarmi una fossa e sparire. Per favore.
- E lei è…? – accenna a chiedere Evanthia, squadrando prima Saga, poi Kanon, con un crescendo di biasimo ed irritazione preoccupanti.
- Te l’avevo detto che dovevi starmi vicino! – mi sgrida Kanon ad alta voce con aria fintamente rassegnata.
- Occhio eh, che vuole vedere il tuo pedigree completo! – sghignazza Kyros rivolgendosi a me.
- Saga? – lo interrompe Evanthia, guardando il figlio.
Decido di cercare di diminuire la pesantezza dell’atmosfera, presentandomi di mia spontanea volontà.
- Ero venuta a portare i regali ai gemelli – riesco a dire alla fine, mentre Saga si gratta nervosamente la testa. – Per il compleanno – specifico, non so nemmeno io perché.
Evanthia mi guarda intensamente per qualche secondo, prima di dire:
- Certo. Al riguardo…mi chiedevo, Saga, se avessi qualche programma in particolare. –
Il figlio fissa il gemello e il padre, mentre risponde:
- Ehm…no, non proprio…-
- Bene, allora stasera sei invitato a cena. – lo informa repentinamente la madre.
- Ah. – Saga ha l’aria di una persona a cui abbiano appena prescritto una colonscopia del tutto superflua – Non ce n’è bisogno, so che sei occupata…-
- Infatti, ma dato che mi trovo in città ed Eric ha insistito non vedo perché non si possa fare. –
- Uhm. Che caso. E che culo, eh! – commenta Kanon con un ghigno in direzione di Saga.
- Chi è Eric? – chiede quest’ultimo.
- Mio marito, Saga, te ne ho parlato prima al telefono. –
- E quando vi sareste sposati? – continua lui, il tono seccato.
- Due anni fa, a Nairobi. – è la breve risposta della madre, mentre consulta velocemente il suo Blackberry, estratto cerimoniosamente dalla borsa.
- Grazie per l’informazione. – osserva Saga sullo stessa tonalità, che viene ignorata senza problemi. – Suppongo che siano gli affari dell’azienda a portarti in città. –
- Una serata di beneficenza, ieri sera. – specifica Evanthia.
- Una beneficienza che si è protratta fino ad oggi, sembrerebbe. – aggiunge il figlio in tono tagliente.
La madre alza bruscamente il capo, fulminandolo con gli occhi, ma Saga sostiene lo sguardo in silenzio.
- Nah, se fosse per fare qualcosa di buono non si sarebbe neppure presentata. – commenta Kanon con nonchalance.
- E sfigurare con Eric, Kanon? Non sia mai! – rincara la dose Kyros.
- Può venire anche la tua…amica. – continua Evanthia, senza considerare i commenti degli altri due.
- Bè…ecco…non credo sia il caso…- azzardo, cercando di non imboccare la strada più facile per il panico.
Una via di fuga, ora!
- Insisto – mi stronca Evanthia senza giri di parole, un tono privo di colore che non promette nulla di buono.
Lancio un’occhiata a Saga, dato che gli altri due elementi di questo strano quadro famigliare di certo non mi sarebbero d’aiuto. Tuttavia, quest’ultimo si passa una mano sul viso, facendomi un cenno eloquente: non c’è modo di declinare l’”invito”.
- Oh – mi rassegno, tornando a concentrarmi sulla donna – In questo caso…sarà un piacere. –
Non è vero, bugiarda!
Mento, sapendo di mentire!
- Bene. – conclude Evanthia –  Allora facciamo stasera, per le otto. Vi farò sapere dove. –
- D’accordo. – dice Saga a denti stretti.
- Mi raccomando, Evanthia, ricordati di prenotare per sei. – s’intromette Kyros all’improvviso, facendo saettare gli occhi di lei sulla propria figura, manco volesse ucciderlo sul posto.
- Sei? – chiede quasi sibilando.
Un sibilo a cui il marito risponde con un ghigno da iena che ho già visto parecchie volte.
Sul viso di Kanon.
- Oh sì. Sei. Si da’ il caso che avessi anch’io dei programmi, circa il compleanno deI ragazzI. Data la tua solita prepotenza, con cui ti sei presentata qui, non ho la minima intenzione di lasciarti fare. E poi, non vorrai far brutta figura con Eric, uscendo a cena con loro e non portando il padre biologico, che hai ampiamente avuto l’occasione d’invitare, vero? – spiega Kyros senza battere ciglio.
Saga espira lentamente, passandosi una mano sugli occhi con una stanchezza che mi pare immensa, mentre i genitori si scrutano in silenzio con sfida per qualche istante, Kanon in trepidante attesa.
- Bene. – dice infine Evanthia, gli occhi che promettono pesanti conseguenze – Bene. Come vuoi, Kyros. Allora, a stasera. –
- A stasera, carissima. – replica l’ex marito con aria malevola – Non vedo l’ora. –
L’ex moglie lo ignora e si volta per andarsene, dedicando a Saga un gesto sfuggente della mano, una carezza abortita che non mi piace affatto.
I restanti non contano.
Nel silenzio, il richiudersi della porta d’ingresso è l’accompagnamento alla sua uscita di scena. 
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Per la miseria! Maledizione! PORCA PUTTANA! -
Il telecomando del lettore DVD si schianta miseramente contro il muro, aprendosi in due.
Non posso trattenere un sussulto.
Il sipario di questa scena agghiacciante si è chiuso da meno di cinque minuti alle spalle di quella donna infernale, e Kyros si è riseduto sul divano con una nuova sigaretta accesa.
Quanto a Saga…la fine fatta dal telecomando è più che esaustiva. Vedo il padre lanciargli una lunga occhiata, a cui non segue nessun commento, mentre il figlio continua a girare come un animale in gabbia, probabilmente in cerca di qualcos’altro da far saettare per la stanza.
Un brivido mi percorre la schiena. Non mi piacciono le vibrazioni che sto percependo…Saga incazzato è qualcosa che NESSUNO vorrebbe vedere. Me lo sento.

Decido di raggiungere Kanon nella sua camera, dove si è chiuso e seduto al computer, in un inusuale silenzio.
- Senti Milo, per stasera annulla tutto – lo sento tuttavia esordire, aprendo la schermata di Skype sulla faccia dell’amico.
- COSA?! Non puoi farmi questo! – si agita l’altro di botto, sgranando gli occhi. – Ma è Micky quella che vedo lì dietro? -
-  Sta cercando rimasugli di cibo. Ignorala e se ne andrà. Comunque, bisogna annullare e basta.– taglia corto il gemello minore, continuando a trafficare con le cartelle sul desktop.
- Ma Kanon…! Ci siamo organizzati da settimane…è una vita che non ci facciamo una serata come si deve…io sto impazzendo, chiuso in casa a studiare! -
- Inventane una migliore. Sei caduto veramente in basso se alla tua compagnia preferirò quella dell’utero che mi ha generato, del suo nuovo pollo, mio fratello, mio padre e del criceto, stasera a cena – fa Kanon ironicamente, le dita che si muovono velocemente sulla tastiera.
- Tua madre è in città?! – sento chiedere con enorme sgomento da Milo – Serio?! Sai che io…sì insomma…devo farmi tua madre, prima o poi! –
- Mettiti in fila. – è la semplice risposta di Kanon con espressione sadicamente divertita.
Sento Milo accennare una risata. Dopo un attimo di silenzio, si decide a proseguire:
- Allora annullo? Che poi scusa, sbaglio o anche tuo padre è un po’ che non si vede in giro?–
Kanon si passa una mano sul viso, mordicchiandosi con aria pensierosa un’unghia, apparentemente preso dal lavoro custodito dal suo computer. In sottofondo, si sente chiaramente il tonfo di qualche oggetto che deve aver emulato il telecomando predecessore.
- Kanon – insiste Milo, che a giudicare dal movimento degli occhi deve aver sentito nonostante sia fisicamente lontano.
- Uh? Oh sì. Sì, annulla. Ci becchiamo un’altra sera, sfigati! – si riprende lui, raddrizzandosi.
- Okay…allora ciao. Ciao Micky! –
- Ciao Milo, saluta gli altri – dico semplicemente con un lieve sorriso, facendogli un cenno con la mano.
La conversazione viene chiusa e per dei lunghi istanti nella stanza regna il silenzio.

Non so cosa fare o dire, di preciso.
I rumori fuori dalla camera non aiutano, e dalla sua posizione sono perfettamente cosciente del fatto che Kanon li sta ascoltando, lo sguardo fisso su un punto indefinito dello schermo.
Mentre mi muovo nervosamente, mi cade lo sguardo sul cuscino.
- C’è il tuo regalo sul letto – dico sommessamente, allungando piano una mano per fargli una carezza sui capelli.
Veloce ed indolore, ho un po’ paura della sua reazione.

- Vai va’. – dice dopo un paio di secondi – Che per stasera ti conviene lisciarti il pelo. E ne hai di lavoro da fare! –

ΩΩΩΩΩΩ

 

Circa sei ore dopo, scendo dalla macchina dei gemelli cercando di non farmi male alle caviglie.
Ebbene sì, indosso di nuovo dei tacchi.
E una gonna. Con una camicia.
L’insieme è carino, a sentire Shun e Seiya.
Così poco da me, secondo la voce nella mia testa.
Anche per Elle e Lili, dato che nel vedermi, una volta finito di prepararmi, hanno cominciato a ridere con ben poco contegno. Le loro risate mi hanno accompagnato fino al portone.
E’ bello avere delle amiche, eh?

Un’occhiata ai ragazzi mi concede una magra consolazione: perfino Kanon si è infilato una giacca, mantenendo un’espressione maliziosa che non promette nulla di buono; quanto a Saga…non so se sia l’abbigliamento, ma sembra che tutti i suoi nervi siano tesi al massimo, conferendogli un aspetto austero. Mi sorprende non udire lo scricchiolio dei suoi muscoli.
Non ha aperto bocca per tutto il tragitto in macchina, se non per imprecare un paio di volte in direzione di altri conducenti. E vi assicuro che questi non avevano fatto nulla di grave.
Quanto a Kyros (che si è limitato a cambiarsi la camicia, sempre hawaiana ma di base blu, abbinata ad una giacca) e a Kanon, non hanno fatto altro che sparlare di Evanthia, del nuovo marito e ridere, probabilmente pregustando una serata accesa.
Inutile dire che non sono affatto tranquilla.

Ad un primo esame del locale, sgamo senza problemi la natura della serata.
E’ un luogo…come posso definirlo…elegante, di classe…? Che trasuda snobismo da ogni singolo millimetro di intonaco del muro…?
Sapete, uno di quei posti dove ci sono i candelabri sul tavolo, ottocentomila posate ad ogni lato del piatto  e i camerieri che ti aiutano con la sedia quando devi prendere posto.
Sento odore di figure di merda. A ripetizione.
Noto distrattamente Saga avvicinarsi al maître per farsi indicare il tavolo, mentre la mia mente mi propone scenari apocalittici con conseguente cambio d’identità e dei connotati fisici per riscattare la mia vergogna.
- Non dimenticarti di respirare, eh – mi dice Kyros sommessamente con gentilezza, mentre Saga ci rivolge un gesto del capo per farci capire di seguirlo.
Mentre percorriamo la sala principale mi sento tanto una condannata a morte.
Con i tacchi.

Micky, porca miseria, guarda dove metti i piedi.
Non facciamo cazzate.
Noncaderenoncaderenoncaderenoncadere…
Saga potrebbe anche rallentare, dannazione. Ho le gambe che sono un terzo delle sue, e che diamine!
Calma.
Finalmente, scorgo il tavolo verso cui siamo diretti, con i due ospiti già seduti ad attenderci.

Evanthia si è cambiata d’abito, ovviamente. Adesso indossa un modello nero, semplice ed elegante, che non ha nulla di particolare, se non il fatto di starle in modo assolutamente perfetto e di essere stato abbinato a dei gioielli di cui preferisco non conoscere il valore.
Non c’è nulla da dire, è una bella donna.
Bella, fredda e spietata.
Forse “La Mantide” non è poi una definizione così sbagliata, in fondo…
La persona accanto a lei appartiene a quella categoria di uomini che pur avendo i capelli bianchi, non superano i sessant’anni. Probabilmente si sono ingrigiti prima del tempo, ma di certo quest’uomo ha più o meno la stessa età di Kyros e della madre dei gemelli. Indossa un completo chiaro, piuttosto semplice, e sinceramente, non riesco a capire cosa c’entri con un soggetto come Evanthia. Mi sembra completamente diverso da lei.
Anche perché non appena ci vede, a differenza dell’espressione di pietra della donna, lui ci rivolge un sorriso cordiale, alzandosi per fare le presentazioni.
- Buonasera mamma – esordisce Saga, chinandosi appena verso Evanthia per darle un bacio sulla guancia.
- Eric – dice lei, limitandosi a ricambiare il saluto rivoltole con una lieve pacca sulla spalla del gemello - Questo è Saga, mio figlio. –
I due si scambiano una stretta di mano.
- Quindi suppongo che lui…- aggiunge allora il marito, spostando gli occhi sulla figura speculare di Saga – Sia il fratello, vero? -
- Oh, lui. – è l’unico commento, con una chiara nota d’irritazione, da parte di Evanthia.
- Incredibile! Vedi veramente DUE figli e non uno solo?!– esclama il gemello minore con la sua ben nota espressione da iena divertita – Piacere, Kanon! -
L’uomo pare essere palesemente sorpreso da tanto entusiasmo.
Non oso pensare cosa Evanthia gli abbia raccontato sui gemelli.
A meno che non abbia scoperto della loro esistenza oggi stesso…
- Ah Eric, che piacere! Sono Kyros, il papà biologico di questi due fighissimi ragazzi! Il terzo marito, per aiutarti cronologicamente. – si fa avanti il padre dei gemelli senza che nessuno gli dica niente, stringendo calorosamente la mano al suo, direi ennesimo, successore.
Il quale lo scruta con la stessa incredulità riservata a Kanon, prima di ricambiare la sorprendente e amichevole stretta.
-  Kyros. Certo. Il piacere è mio. – contraccambia, l’espressione perplessa, lanciando uno sguardo veloce alla moglie.
Infine, è il mio turno. Non sapendo bene sotto quale definizione rientro, mi limito a dire il mio nome.
Alla fine possiamo (sia ringraziato il cielo, non ce la facevo più a stare in piedi) sederci. Kyros mi sposta gentilmente la sedia, tra il posto di Saga e quello di Kanon, dato che il primo non sembra accorgersi di cosa accada fuori dal suo campo visivo e l’altro…ci arrivate da soli.
Una volta accomodati, noto che Eric mi rivolge un’occhiata incuriosita, che viene estesa anche ai due fratelli, per poi affermare:
- Evanthia, non sapevo che avessi anche una f…-
- Lei non è mia – taglia corto la donna senza battere ciglio, aprendo cerimoniosamente il menu che un cameriere si è affrettato a porgerle.
- E’ di Saga! – sghignazza Kanon, giusto per darle fastidio.
- Di Saga…? – domanda Eric palesemente confuso. – È forse la fidan…-
- No, non sono la fidanzata. Sono solo un’amica. – specifico, accennando un sorriso in direzione del poveretto e accingendomi a decidere di cosa potrei effettivamente  nutrirmi questa sera.

!!!!!!
Diamine.
Qui la voce più economica del menu è il pane. Forse. Probabilmente fanno pagare anche l’olio. O l’aria.
Ribadisco un concetto che a questo punto dovrebbe esservi abbastanza chiaro.
IO NON SONO IL TIPO DA INSALATA.
E se sono costretta a prenderla, è talmente condita che la lattuga o ogni suo parente ricopre forse l’1% del piatto.
Tuttavia, stasera…
- Saga – bisbiglio, cercando di attirare discretamente la sua attenzione – Saga –
Reagisce solo al secondo richiamo, sobbalzando in modo così improvviso da farmi quasi scattare a mia volta, mentre torna a concentrarsi su quello che gli sta accadendo attorno.
- Scusa – dice nel rendersi conto che per poco non veniva un colpo anche a me – Dimmi –
- Be’ ecco…io…sì, insomma…- tengo la voce bassissima per non farmi sentire, tanto che è costretto a chinarsi un po’ verso di me per capire meglio – Io…non…non ce li ho i soldi per mangiare in un posto del genere. Non a sufficienza, almeno. –
Non riesco nemmeno a guardarlo bene in faccia a causa dell’imbarazzo. Anche perché sua madre ci sta palesemente osservando. Con uno sguardo poco amichevole.
Saga si limita a scuotere la testa:
- Tranquilla, ci penserà lei. –
- Ma…- azzardo, tuttavia lui mi rivolge un cenno con il capo, facendomi capire di non insistere.

Odio quando qualcuno mi paga le cose. Soprattutto quando so che la persona in questione non lo fa per cortesia, ma per far pesare il fatto che “lei può”.
- Qualche problema, ragazzi? – s’inserisce appunto Evanthia con tono incolore, che sicuramente cela qualche fine pungente.
- No – taglia corto Saga senza degnarla di uno sguardo.
Dato che gli occhi della madre continuano a scrutarmi inquisitori, aggiungo:
- C’è…talmente tanta scelta…non so cosa prendere…-
- Eviterei il superfluo, cara. Come le insalate. – ribatte lei, facendo scorrere le pupille dall’alto verso il basso della mia figura.
Della serie: so perfettamente che mangi come un bue, quindi non pensare di prendermi per stupida, tu piccolo sacco di rifiuti umano.
- Oh. D’accordo. – mi limito a commentare, ricacciando indietro il senso di umiliazione.

Sarà una serata lunga.
Molto lunga…
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Ho già detto quanto odio questo tipo di locali?
Io HO FAME dannazione! Mi ci pulisco i denti con queste porzioni da uccellino! E qualcuno mi spieghi cosa diamine ci devo fare con tutte queste posate maledette!!
Inutile chiedere aiuto. Evanthia ne godrebbe. E poi, chi potrebbe mai aiutarmi? Saga ha l’aria di chi è palesemente altrove…
- Dunque…tu cosa studi, cara?
Oh oh. Sguardi puntati a mille su di me.
- I-io…io studio teatro. Non da attrice, eh…più che altro…lo scritto ecco…- azzardo, cercando di darmi un contegno, mentre la donna mi scruta senza alcuna curiosità.
Probabilmente me l’ha chiesto per questioni di etichetta.
E per capire cosa c’entri un soggetto come me con i suoi…ah-ehm, con suo figlio.
- Sceneggiatura? – fa il padre dei gemelli, animandosi all’improvviso.
- Di teatro papà, non di film. – specifica Saga immediatamente.
- Ho capito, bestia, non ti agitare. E togliti quel bastone che tua madre riesce sempre a infilarti così bene nel deretano ogni volta. – fa scherzosamente il genitore.
Peccato che Saga non la prenda decisamente sul ridere e si chiuda ulteriormente in se stesso, riempendosi la bocca con un boccone, che prende a masticare silenziosamente con palese fastidio.
Lo guardo per qualche istante, non sapendo cosa dire, ma Kyros svia la conversazione:
- Piuttosto, Eric, dimmi: tu di cosa ti occupi? – domanda, mentre versa due copiosi bicchieri di vino, uno per sé e uno per Kanon.
- Io? Sono… a capo di un’industria farmaceutica. – risponde Eric con una certa perplessità di fronte a tale spontaneità.
Di certo non te l’aspetti, dall’ex marito della tua attuale moglie, con cui sai che i rapporti non sono dei più rosei.
- Azz! Mi hai appena fatto perdere cinquanta euro! – salta su Kyros giovialmente – Avevo scommesso con Kanon  che fossi il proprietario di una compagnia aerea! –
- Ah. – è l’unico commento di Eric.
- Molla la grana pa’, necessito di scorte di preservativi e fumo. – pretende Kanon con un ghigno.
Saga sussulta, mentre Evanthia infilza seccata un boccone e si sforza di ignorarlo, nonostante il marito le chieda mutamente delle spiegazioni con gli occhi.
-…e i soldi per portar fuori le signorine?! Fai economia! – continua Kyros sulla stessa linea – Non ti ho dunque insegnato nulla?! -
- Sì, a fotterle prima che ti fottano loro! – risponde il figlio, accennando un brindisi col proprio bicchiere.
- Ben detto! –

- Sai Saga, ho saputo che il figlio di quel dipendente greco dell’azienda…il maggiore, che studiava con te, insomma…- butta lì Evanthia.
Proprio come se Kyros e il gemello minore non avessero parlato.
Come se non ci fossero.
- Aiolos –  Saga va in aiuto della madre, irrigidendosi ulteriormente.
- …lui, sì. Pare che abbia ottenuto una promozione. E che sia fidanzato. – prosegue lei, prendendo delicatamente l’ennesima forchettata, senza alzare lo sguardo sul gemello maggiore.
- Il fesso, fidanzato?! Non ci credo! – esclama Kyros, scoppiando a ridere e agitandosi sulla sedia.
- Ma lui lo sa?! – gli fa eco Kanon, infilandosi nella bocca già piena un’ulteriore forchettata di cibo. - Sì, mi ha accennato qualcosa quando l’ho sentito. – conferma Saga, continuando a rimanere concentrato sul suo piatto.
La madre si prende un momento di riflessione, prima di sentenziare:
- Così tanti obiettivi. In così poco tempo. Da uno come lui. –

E questo cosa diamine…?
- Sai Eric, Saga ha fatto il liceo classico. Poi avrebbe potuto fare tutto: Economia, Giurisprudenza, Medicina, Ingegneria…- prende poi a spiegare, atona.
- Astrofisica. Lingua e letteratura vietnamita. Archeologia delle società perdute. Genealogia comparata delle barbabietole. – commenta Kyros divertito.
-…ma ha preferito…altro. Psicologia. – continua Evanthia imperterrita, il tono di voce che fa chiaramente capire cosa pensa del lavoro del figlio.
Eric non sembra farci caso e chiede, sinceramente interessato:
- Davvero? E dove eserciti, Saga? –
L’interpellato pare rimanere sorpreso da un così puro interesse, dato che risponde dopo un paio di secondi di pausa:
- Dove mi mandano i servizi sociali…prevalentemente…periferia della città. –
- E ti piace? – continua Eric.
Palesemente preso in contropiede, come se la domanda non gli fosse mai stata posta (o come se a qualcuno non fosse mai importato, probabilmente), Saga gli dedica una sguardo quasi spaesato:
- Io…sì. – annuisce - Non è facile, ma mi piace molto. – pare più convinto nel pronunciare la seconda parte della frase.
- Immagino. È una professione interessante…come hai deciso di intraprenderla? –
La risata sguaiata di Kyros e Kanon spezza lo scambio di battute tra i due, oltre che la conversazione di molti presenti nella sala, i cui occhi si spostano su di loro.
- Che, scherzi?! Hai presente di chi è figlio?! O quello o come minimo diventava un serial killer! – commenta Kyros.
Sento Saga espirare con lentezza, facendo tremare l’aria attorno a sé di tutte le vibrazioni negative che lo percorrono da capo a piedi.
Faccio per dirgli qualcosa, poi preferisco tacere. Non è il momento.
Eric fa scorrere brevemente gli occhi su tutto il tavolo, prima di commentare:
 – Capisco. –
No, io non credo proprio…
- E Kanon, invece? – prosegue poi, senza ottenere risposta alcuna dalla moglie.
- Come, scusa? – esclama quest’ultimo, sgranando gli occhi e fingendosi sorpreso – Parli con me? Serio? Tu, novizio, violi il tabù supremo del Figlio Inesistente?! Guardati dalla vendetta della Mantide! –

- Dunque dunque…- continua poi Kanon, appoggiandosi con nonchalance allo schienale della propria sedia – Dato che il sottoscritto, meglio noto come Figlio Indesiderato Numero Due, non ne ha voluto sapere di crepare nell’utero, si è beccato circa otto anni di collegio col suo degno compare, per poi finire all’Accademia di Nerdalandia, ovvero l’Istituto tecnico, dove nonostante tutto si è fatto una cultura così in fatto di computer…Papà, ti ho detto che settimana scorsa ho crackato il sistema della Apple e ICloud senza che se ne accorgessero, così ho scaricato foto e cazzi e mazzi di tutto il mondo?! –
- Bravo ragazzo! – si complimenta Kyros, dandogli una sonora pacca sulla spalla.
Eric pare rimanere spaesato dalla strana vicenda che gli è appena stata raccontata, dato che non osa interrompere il silenzio instauratosi se non dopo qualche istante:
- Ehm…ma quindi, all’effettivo…cosa fai nella vita, Kanon? – chiede fissando Evanthia, la quale invece sembra più interessata al suo piatto.
- A parte giovare il mondo della mia esistenza? Gestisco una rivista. Aggiusto computer, o meglio, li monto e smonto come voglio. E violo sistemi di sicurezza, così, per passare il tempo. – risponde lui, tutto soddisfatto.

- E…i ragazzi oggi compiono, se non sbaglio…– azzarda Eric, rivolgendosi ad entrambi.
- Oh dubito che Evanthia ti abbia detto la cifra esatta. Si saprebbe quanti anni ha lei. – ghigna Kyros da dietro il suo bicchiere di vino.
- Venticinque! – esclama Kanon.
- Ventotto. – dice invece Saga, stroncando lo scherzo e ottenendo come replica un semplice cenno del capo da parte del nuovo marito della madre.
La quale, fulminea, non si trattiene dal lanciare:
-…spesi nella più completa inutilità, coronati da tempo sprecato dietro ai rifiuti della società. –
Adesso Saga le lancia il calice di vino in testa.  Spero.
Altrimenti giuro che lo faccio io.
- Mi sorprende che tu sappia dell’esistenza dei ragazzi, Eric… – s’intromette Kyros, l’aria che non promette nulla di buono.
-…addirittura l’esistenza di DUE figli!! – aggiunge Kanon.
-…dimmi, come vi siete conosciuti tu ed Evanthia? –
- Noi? Ci siamo incontrati tre anni fa ad una presentazione e sposati un anno dopo, a Nairobi…- esita l’interlocutore con l’aria di chi NON vuole sapere dove andrà a parare la conversazione.
- Caspita! E non ti hanno dato un premio? Congratulazioni, lei è il sest…no, aspetta, forse settimo maschio a varcare queste leggendarie ed uncinate porte! – commenta Kyros, Kanon che a momenti si ribalta dalla sedia. – Settimo o sesto? Correggimi, Evanthia, io mi sono perso al quarto! Se non sbaglio era pure Scott McFierson, quel figlio di buona donna del mio produttore! Holy shit! –
- Doveva fare il salto di qualità, ti pare? – osserva Kanon. – Tu, misero regista agli esordi che adesso guadagni e scopi pure più di lui! -
- Oh sì! Ma non si può dire che tutto il male viene per nuocere, no? Guarda cosa hanno generato un povero pazzo e una Mantide velenosa…holy shit! Carini, no? – si agita Kyros divertito, allungando un braccio per fare dei grattini sotto al mento al figlio minore e lanciando uno sguardo fiero in direzione dell’altro. - La mia carta l’ho giocata proprio bene: il gene dei gemelli è della mia famiglia! -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
È finita.
Non ci posso credere!
Manteniamo la calma. Non vorrei fregarmi con il mio stesso entusiasmo, chissà, magari schiantandomi di faccia a terra perché mi sono momentaneamente dimenticata dei tacchi.
Infatti, al momento di separarci, mi aggrappo a Kanon per avere più stabilità, assistendo all’imbarazzante scena della donna che rivolge un gelido saluto sia a Saga che a me, per poi ignorare il gemello minore e rivolgere all’ex-marito un semplice cenno col capo.
- Arrivederci, Kyros, è stato…un piacere. – si congeda Eric con molta esitazione.
- Oh, non preoccuparti Eric, il piacere è stato interamente mio.  A presto! – lo saluta l’altro calorosamente.
La coppia si allontana e sta per salire in macchina, quando Kyros alza un braccio ed urla, sempre rivolgendosi ad Eric:
- E soprattutto, buona fortuna! –
Kanon sghignazza rumorosamente, nonostante la frase venga deliberatamente ignorata.
Mentre il veicolo si allontana lentamente, calano dei lunghi istanti di silenzio, interrotti proprio da Kanon, che alla fine lancia un generico:
- Kebab? –
Saga annuisce, ma prima di pronunciarsi definitivamente sposta gli occhi su di me per avere un riscontro anche da parte mia.
- Una parola – dico solennemente – Crêpe! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Mezz’ora dopo, eccoci seduti su una panchina, i gemelli e il padre con i loro rispettivi ed enormi kebab in mano, io con il mio lungamente agognato dessert.

Forse dovrei darmi un contegno. Probabilmente ho Nutella e zucchero a velo fin sopra le orecchie…
- Mangia bella, non fare complimenti! Hanno seriamente tentato di farci morire di fame, stasera! – mi incita Kyros gentilmente quando vede che ho rallentato il ritmo della masticazione.
Mi limito a sorridergli, guardando i gemelli: Kanon intento a slogarsi la mandibola dato quanto sono grossi i suoi bocconi e Saga con lo sguardo fisso nel vuoto, che mangia a piccoli morsi.
- Ehi – gli fa il fratello, accorgendosene e dandogli una pacca nella schiena.
L’altro si riscuote, tornando con i piedi per terra.
- Ho mal di testa – si giustifica mestamente, facendo un movimento ripetuto con le spalle nel tentativo di sciogliere nervi e muscoli.
Kanon alza gli occhi al cielo. – Fattelo passare. Adesso chiamo Milo e usciamo. Ho diritto alla mia sbronza e alla mia scopata, possibilmente doppia, di compleanno! –
- Oh certo, festeggiamo il fatto che ventotto anni fa l’aborto non fosse un’opzione socialmente conveniente. – commenta acidamente Saga digrignando i denti.
- Venticinque. E comunque, cazzo, sì! Altrimenti il mondo non avrebbe goduto della mia presenza, ti pare? Inoltre, vorrei festeggiare il fatto che per tutto questo tempo ho sopportato la tua strabordante allegria! – ribatte Kanon sarcasticamente.
Il fratello scuote la testa rassegnato, mentre il padre, ingoiato un boccone, dice:
- A proposito di festeggiamenti…dato che la Mantide si è addirittura abbassata a pagarvi una cena…c’è niente che il vostro vecchio possa offrirvi in dono? –
- Una macchina nuova, grazie. Possibilmente Mercedes. – risponde Kanon immediatamente.
- No. – sentenzia Saga con veemenza, ricevendo da parte di Kyros un lungo e silenzioso esame visivo. – Grazie, ma…non abbiamo bisogno di nulla. – aggiunge allora, ammorbidendo il tono.

- Ripeto, una Mercedes non mi farebbe schifo. –
Kyros scoppia a ridere, e nonostante tutto anche a Saga sfugge un sorriso, prima che si rivolga a me:
- Direi che ti abbiamo fin troppo sconvolto la giornata, Micky. Mi dispiace. –
- Non importa – dico – Davvero. Ma credo che un’uscita con i ragazzi per festeggiare sia un’idea niente male. –
Saga fa un cenno col capo:
- Può darsi…- bisbiglia, per poi alzarsi e chiedere: - Ti portiamo a casa? –
Annuisco.
Torniamo alla macchina e ci mettiamo in cammino verso il luogo sopracitato, Kyros che inaugura il tragitto con una semplice constatazione:
- Non è poi tanto male, questo Eric. Quasi mi dispiace per lui. Quando si renderà conto dell’errore fatto, sarà troppo tardi. –
- Onestamente, cazzi suoi. – ribatte Kanon, accendendosi una sigaretta. – Non si può dire che non sia stato avvisato. -
- Eh, non tutti possono essere come il vostro papà! Vostra madre non lo ammetterà mai, ma sono stato e sempre sarò l’unico grande amore della sua vita! – afferma convinto con un mezzo sorriso ilare – È per questo che mi odia così tanto! -
Kanon si lascia scappare una risatina sadica, gli occhi fissi sul cellulare, che suppongo stia usando per contattare gli altri e organizzare l’uscita dell’ultimo minuto. Lancio una breve occhiata al profilo di Saga nello specchietto retrovisore, cercando qualche traccia di pensiero nei suoi occhi, ma è, o almeno finge di essere, concentrato sulla guida.
Dopo un po’ rallenta e parcheggia davanti al palazzo dove abito, cambiando argomento:
- A proposito di regali…ci sono i tuoi pacchetti lì dietro, ho ritenuto opportuno che li aprissimo con te presente…- mi dice.
- Anche perché se fosse stato per me, il mio sarebbe finito nella spazzatura. – aggiunge Kanon, beccandosi un’occhiata ammonitrice dal fratello, prima di decidersi a passargli il suo per aprirlo.
Attendo con impazienza, scrutando le sue dita che progressivamente scartano l’involucro, fino a scoprire il libro di astronomia che ho eletto a regalo ideale.
- E’…è molto bello, Micky, grazie. – mi dice Saga, cominciando a sfogliarlo con attenzione.
- Quando l’ho visto mi sei venuto in mente, ho pensato che ti sarebbe potuto piacere…- bisbiglio.
- E mi piace, infatti. – conferma lui, accennando un sorriso.
- E questo cosa sarebbe?! – sento esclamare da Kanon nell’aprire il suo pacchetto.
- Dell’antirabica. – gli spiego, facendo un cenno verso la falsa siringa che si è ritrovato in mano.
Mi lancia un’occhiataccia, puntandomela contro con fare minaccioso.
- Non vedo l’ora di constatarne l’efficacia – afferma, cercando un punto scoperto della mia pelle.
Sbuffo.
- Kanon, guarda che nel sacchetto c’è dell’altro. – lo avviso.
Il gemello minore si affretta ad aprire la parte restante del regalo: una maglietta dei Black Sabbath.
- Mhhh…grazie. – mugugna con una smorfia, facendo il sostenuto – Animale. –
- Auguri per i tuoi quasi TRENT’ANNI, stronzo. – ricambio.
- Dillo un’altra volta e ti perforo seriamente. -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Una volta salutati i ragazzi ed essermi congedata da Kyros, varco il portone del nostro palazzo, udendo alle mie spalle il rumore del motore rimesso in moto e l’allontanarsi del veicolo.
Comincio a salire le scale con lentezza estrema.
È stata una serata…anzi, una giornata…allucinante.
Sono psicologicamente provata.
Tuttavia, non riesco a smettere di pensare. Immagini e sensazioni continuano ad accavallarsi, causandomi un peso al petto.
Cosa posso dire? Che odio Evanthia con tutta me stessa? Che per quanto Kyros possa essere fuori di testa e un personaggio notevole, non è giustificabile rispetto all’ex-moglie?
Non sono fatti miei, dopotutto, se i gemelli non me ne hanno mai parlato…be’, ora capisco perfettamente.

Ciò non toglie che io lo pensi.
Non cancella il fatto che per tutta la cena avrei volentieri preso quella donna a sberle o avrei voluto vederla umiliata almeno quanto stava facendo lei con i suoi figli.
O alzarmi e andarmene, dicendo a Kyros che da ridere c’era ben poco e che tra lui ed Evanthia, non so chi sia stato peggio.
Come se presentarsi ogni tanto con dei regali fosse…!
Avrei voluto mettermi ad urlare. Quello sì. Tantissimo.
Urlare a Kanon di piantarla con quella sua fottutissima maschera d’ironia, a Saga di alzarsi e mandare tutto a farsi fottere,  tutto il male che la mia mente immagina accumulato in tutti questi anni…che si sta perpetuando anche ora, in questo preciso istante, anche se non lo ammetteranno mai, preferendo metterlo a tacere in qualsiasi modo gli passi per la testa.
Soprattutto, urlerei per l’incapacità di poter cambiare le cose.
E il fatto di non poter reclamare il diritto di poterlo fare, perché ho visto solo la punta dell’iceberg e il restante, per quanto possa immaginarlo, non lo conosco e non posso farmi strada a forza in ciò che loro non hanno voluto condividere….

“So che stasera hai sentito l’inimmaginabile.”
Leggo l’SMS di Saga.
“Parole, sì, ma soprattutto pensieri e sensazioni” ammetto “E non mi sono piaciuti. Affatto.”

“Lo so. Non pensarci più.”
Seh. Certo. E cosa dovrei rispondere? Neanche voi?!!!
“…
Divertitevi.
Cercate di non perdervi Milo per strada stasera.
E non mandarmi SMS mentre guidi, incosciente!”

Apro la porta, agognando riposo, quiete e sil...
- DAGLIELE ELLE, DAGLIELE!!!! –
Vedo Lili letteralmente saltare sul divano, imitata da un Seiya invasato, sotto lo sguardo scioccato di Shiryu, seduto tra loro due con le cuffie nelle orecchie.
- MUORI HYOGA, DANNAZIONE!! – urla Elle, agitandosi come un’ossessa sul posto, le mani che a momento staccano i tasti del controller della Playstation.
- COL CAZZO! – è la risposta di un Crystal infottatissimo.
Shun, ovviamente, sta contemplando perplesso il quadretto, rannicchiato in un angolo del divano con un libro in mano e dei biscotti al suo fianco.
Mi blocco sull’uscio, godendomi la scena per qualche istante.
Ammettiamolo: Elle e Hyoga che si ammazzano a Tekken sono uno spettacolo degno di nota.
- Ciao Micky! – mi saluta Andromeda, voltandosi con un sorriso di bentornato.
- Uuuuuhhhhhhhhh, guarda guarda chi è tornato!  - annuncia sadicamente Lili – Allora, com’è andata la cena con la mammina?! –

- Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare.[2] – è il mio laconico commento mentre mi lascio cadere sul divano, sfilandomi le scarpe.
- Anch’io. Ovvero come sei vestita stasera! – commenta Elle, massacrando (figurativamente) Hyoga di pugni.
- Non provocarmi.- l’avverto – Sono stanca, triste e potrei seriamente ammazzare qualcuno. –
- Triste? Perché? – mi domanda Shun, sgranando gli occhi con la sua solita e nota innocenza.
Sospiro, scuotendo la testa.
- Storia lunga, Andromeda. Piuttosto…personale. – spiego brevemente.
Il ragazzo sembra intuire che non posso e non voglio dire di più, così si limita ad allungarmi il pacchetto dei biscotti da cui stava spiluccando.
Ne afferro uno, sorridendo riconoscente e sentendomi un po’ in colpa nei confronti dei gemelli, che hanno passato un compleanno davvero terribile. Uno di una lunga serie, probabilmente.
Rabbrividisco, non osando immaginare i trascorsi. Egoisticamente, di fronte all’accoglienza che ho ricevuto io rientrando, mi sento fortunata.
È bello tornare a casa e trovare qualcuno che è contento di vederti…
- Micky, per l’amor del cielo cambiati, conciata così mi sembri un’impiegata! -

- Crystal – chiamo, lanciando ad Elle un’occhiata di sfida.
- Eh? –
- Passami quel controller! -
 
 
 
N.B:
[1]citazione (censurata) da “Kill Bill, vol.1”, Quentin Tarantino (2003);
[2] citazione da “Blade Runner”, Ridley Scott (1982)
 
 
 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: LouisDePointeDuLac