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Autore: bik90    06/03/2013    6 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Eleonora fissava senza interesse la lavagna dove Davide scrivere le varie dimostrazioni di matematica che la loro professoressa chiedeva. Era la prima volta che non ascoltava l’amico che di solito, se non sapeva qualcosa, la guardava affinché potesse suggerirgli la risposta. Per fortuna stava andando tutto bene altrimenti non avrebbe saputo che dirgli. Non era abbastanza concentrata nemmeno per distinguere le lettere dai numeri, figurarsi tentare di arrabattare una risposta a una domanda che non aveva neanche sentito. Era totalmente persa nel suo mondo, per la prima volta lontana da Davide, che quasi se ne stupiva se ci rifletteva un attimo. Eppure non riusciva a tornare alla realtà, non reggeva il confronto con i pensieri che aveva nella testa. Quella ragazzina l’aveva fatta sentire davvero bene, mai avrebbe accettato di dirlo ad alta voce ma era così. Eppure era Davide il suo migliore amico, quello che c’era sempre, col quale si confidava e faceva tutto. Perché era Martina invece che la faceva rabbrividire ogni volta che l’aveva vicina? Alzò gli occhi sul ragazzo mentre l’insegnante lo valutava. Era bello, aveva un fisico invidiabile e il sesso era sempre stato superbo con lui; ma allora per quale motivo non si era mai sentita appagata al suo fianco? Avevano avuto fin dall’inizio un rapporto simbiotico e fantastico che non cercava di diventare nient’altro che una semplice e bella amicizia. Chi diceva che il sesso tra amici era sbagliato non l’aveva mai provato. Bellissimo. Ma in quel momento non la stuzzicava, non la eccitava da quando la ragazza con la quale aveva parlato su internet, era diventata reale. Da quel momento tutto aveva iniziato a ruotare intorno a lei e al caratterino che si ritrovava. Si ritrovò a sorridere. Era un tipo che le teneva testa ed era davvero carina. Il giorno precedente era stato così diverso dal solito che ripensandoci ancora ora se ne stupiva. Le sarebbe piaciuto trascorrere altro tempo con Martina e la cena di quella sera era un’altra buona occasione. Il volto di Davide le si parò davanti mentre tornava a posto contento per il buon voto preso.
<< Stasera ci vediamo? >>.
<< Non hai il compleanno di tua nonna? >> chiese cauta la ragazza.
<< Sì ma poi possiamo vederci. Potrei raggiungervi a casa di Valentina oppure ci facciamo un giro noi >>.
Eleonora lo fissò per un istante senza sapere cosa dire. Doveva uscire da quella situazione senza fargli scoprire nulla.
<< Non lo so, vediamo che ora si fa. Non possiamo fare troppo tardi, abbiamo scuola >>.
<< Ma che dici, smemorata? Domani c’è assemblea d’istituto >> disse Davide mettendole un dito sulla fronte.
Cazzo, cazzo, cazzo!, pensò l’altra, Merda!
<< Oh, vero >> rispose semplicemente.
<< Allora nessun problema? >>.
<< Direi di no >>.
 
<< Quindi stasera vi vedete di nuovo? >>.
Martina annuì con aria sognante mentre ripensava a quel bacio che le aveva dato sulla guancia. Non le aveva dato fastidio, l’aveva leggermente imbarazzata e forse le era perfino piaciuto. Cercare di comprendere gli sguardi che le lanciava era ancora troppo presto ma non significava che col tempo non avrebbe imparato ogni singolo battito di ciglia. Sarebbe riuscita a conoscerla meglio di Davide. Il solo pensiero che una persona del genere potesse godere della presenza di Eleonora con un semplice schiocco la mandava in bestia; non la meritava, non riusciva nemmeno a comprendere come lei avesse potuto legarsi ad un soggetto simile per tanti anni e adattarsi al suo modo di vivere. Quello era il termine migliore per descrivere il rapporto che, a suo parere, intercorreva tra i due. Il fatto che la più grande gli nascondesse una cosa tanto sciocca come lo scrivere era indice che c’era qualcosa che non andava. Un qualcosa che con lei, invece, non esisteva. L’aveva apprezzata prima per le sue idee, il suo modo di intrecciare e creare trame, lo stile che aveva nell’esternare i sentimenti dei personaggi. Ricordava che la prima volta che aveva letto qualcosa scritto da lei, era rimasta colpita da quel modo di descrivere le emozioni. Così vere, così reali; come se si nutrisse di quotidianità. Era stata subito attratta da Eleonora e staccarsi le era risultato impossibile.
<< Ricordati solo di non dargliela! >> rise Simona dandole una manata sulla spalla.
<< Che cavolo dici! >> strepitò l’altra mentre suonava la campanella dell’intervallo.
<< Ti sto dando dei consigli >> continuò l’altra con un mezzo sorriso << A proposito, quando capiterà voglio i dettagli >>.
Le strizzò l’occhio e Martina divenne ancor più rossa dei suoi capelli. L’amica non aveva il minimo senso del pudore al contrario suo.
<< Ma…ma…ma… >> provò a dire imbarazzata.
Simona rise di gusto nel vederla in quel modo.
<< Cerca di non balbettare quando sei con lei >>.
<< Smettila! Sei insopportabile quasi quanto lei quando mi prendete in giro! >>.
<< Perché è divertente farlo >> le rispose l’altra.
Martina le fece la linguaccia prima di essere spinta da un compagno di classe inavvertitamente.
<< Scusa! >> le disse prima di catapultarsi fuori senza aspettare una risposta da parte della ragazza.
<< Ti ha detto l’ora? >> chiese Simona.
L’amica scosse il capo rendendosi conto di non avere il suo numero di cellulare. Quella sera avrebbe dovuto chiederglielo.
<< Sai se ha la patente? >>.
<< No, ieri siamo andate al maneggio col motorino >>.
<< Se prende la macchina stasera, i rischi aumentano! >>.
<< Ho detto di piantarla! >> le urlò Martina.
<< Guarda, è proprio lì >> le indicò la ragazza dai capelli neri facendole un cenno col capo.
L’altra si voltò. Eleonora era sulla soglia della porta della sua classe e chiacchierava con un paio di ragazze. Al trio si unì la solita compagna che spesso la più piccola aveva visto con lei mentre Davide era a pochi passi da lei e discuteva animatamente sui risultati di alcune partite di calcio con altre persone. Martina si ritrovò a pensare che quei due conoscevano molti ragazzi; ma d’altronde si doveva essere per forza popolari per essere votati rappresentanti d’istituto per il secondo anno di seguito, come le aveva detto Simona. La diciottenne pareva immersa nella conversazione così tanto da non accorgersi di lei. La cosa le provocò un leggero fastidio e distolse lo sguardo cercando un altro punto da fissare. La voce del ragazzo continuò ad arrivarle alle orecchie facendole arricciare il naso nel sentire che chiamava l’amica per farsi supportare nelle sue idee. Quando la campanella suonò, mettendo fine all’intervallo, Martina fu la prima a rientrare in aula seguita dall’amica che aveva compreso immediatamente il suo gesto stizzito.
<< Ehi >> le disse cercando di tirarle su il morale.
<< Sto bene, Simo >> le rispose l’altra senza guardarla.
Negli unici momenti in cui avrebbero potuto almeno salutarsi, Eleonora era troppo impegnata in futili chiacchiere per badare a lei.
 
Angelo osservava la figura della ragazza raccogliere le ultime palline e la chiamò affinché si voltasse. Eleonora lo fissò coi suoi grandi occhi verdi e gli si avvicinò con la racchetta in mano.
<< C’è qualcosa che vuoi dirmi? >> le domandò senza troppi giri di parole.
Aveva compreso che c’era qualcosa da come aveva tentennato nel rispondergli un paio di volte. L’altra si sfiorò le punte dei capelli fermati da un’alta coda e gli sorrise.
<< Sì >> disse infine abbassando lo sguardo e iniziando a giocherellare con una pallina.
L’allenatore incrociò le braccia sul petto aspettando.
<< Angelo, pensavo che forse… >> fece un respiro profondo << …forse non voglio partecipare alle nazionali >>.
Lui la guardò con aria interrogativa.
<< Non continuerò mai la carriera di tennista. Mi piace tanto ma…e poi non sono vecchia ormai? >>.
Entrambi risero sottovoce prima che Angelo le poggiasse una mano sulla spalla.
<< Farai carriera in tutto quello in cui ti applicherai >> affermò l’uomo convinto << Sei una gran ragazza, Eleonora e se è questo che vuoi per me va bene. Me l’aspettavo in un certo senso >>.
Mi piacerebbe sapere cos’è che voglio davvero, pensò la ragazza con un misto di amarezza e malinconia, Perché sono al quinto anno di liceo e non so nemmeno cosa farò una volta fuori.
<< Grazie >> si limitò a rispondere con un mezzo sorriso.
Non sapeva neanche lei perché aveva deciso di lasciar perdere così all’ultimo momento le nazionali. Le era sempre piaciuto partecipare alle selezioni e sentirsi acclamare ma ora le pareva privo di senso se non aveva intenzione di continuare. In effetti, molte delle cose che aveva fatto o che faceva erano prive di qualunque spiegazione logica. Se sua madre le avesse dato il permesso qualche anno prima, forse ora sarebbe stato diverso.
<< Possiamo continuare a giocare? >>.
<< Ovviamente, credi che ti lascerei impigrire davanti alla televisione? >> scherzò l’allenatore afferrando al volo la pallina con la quale giocava e facendole segno di tornare nella sua metà di campo.
Ripresero a giocare ed Eleonora si sentì molto più sollevata di prima.
 
<< Dov’è che devi andare stasera? >>.
Martina mise la testa fuori dalla sua camera incrociando lo sguardo del padre che aveva alzato gli occhi dal giornale che stava leggendo.
<< A cena da un’amica >> rispose rientrando.
Dalla cucina sentì sua madre chiamarla. Sbuffando, richiuse l’anta dell’armadio e andò da lei per sentire cosa volesse.
<< Chi è quest’amica, Marty? >>.
<< Una ragazza >>.
La donna la guardò per farle capire di dire qualcos’altro ma la figlia si ostinò nel silenzio.
<< Viene in classe tua? >>.
<< No >> disse Martina cercando di dire meno cose possibili << E’ più grande >>.
Sofia la fissò senza parlare.
<< Ha diciotto anni, mamma! >> sbottò la ragazza << L’ho conosciuta a scuola, non facciamo niente di strano! >>.
<< Marty >> iniziò la madre mentre lavava l’insalata << Non… >>.
<< Lei non è Greta >> la interruppe la figlia abbassando lo sguardo.
Era da quando tutta quella storia era venuta fuori che non la nominava. Nella stanza l’aria divenne improvvisamente pesante e si avvertì subito. Sua madre non rispose preferendo lasciar perdere. Non voleva creare ulteriori discussioni in famiglia, non ora che finalmente suo marito pareva aver accantonato ciò che era successo a Genova.
<< Mi raccomando, Marty >>.
Certo, salviamo l’apparenza di una famiglia felice, pensò la ragazza con stizza.
<< Vado a finire di prepararmi >>.
<< E non fare tardi! >>.
 
Dopo le solite raccomandazioni sul non fare troppo tardi, la ragazza uscì di casa per andare a prendere Martina e dirigersi, poi, a casa di Valentina. L’aveva sentita nel pomeriggio su facebook per comunicarle l’ora e aveva compreso che doveva assolutamente avere il suo numero di cellulare. Sarebbe stato molto più veloce e pratico parlare con lei. Erano le otto meno un quarto quando la vide scendere e si ritrovò a sorridere.
<< Ehi, ma come siamo carine >> scherzò dandole il casco che di solito usava la più piccola.
Martina arrossì per il complimento e si guardò la punta degli stivali.
<< Grazie >> rispose lottando contro il suo imbarazzo << Ho…ho indossato le prime cose che ho trovato >> mentì.
Aveva passato ore a scegliere cosa indossare per quell’occasione e, nonostante si fosse impegnata, non si trovava per nulla carina. Almeno non come l’altra ragazza che indossava un paio di jeans strettissimi con degli strass laterali e un paio di tronchetti dal tacco vertiginoso coi quali pareva essere a suo agio tanto da guidare il motorino. Immaginava che anche sopra sarebbe stata all’altezza del sotto.
<< C’è qualcosa che non va? >> le chiese Eleonora notando che non si muoveva.
Martina alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi e scosse il capo.
<< Oggi… >> iniziò titubante se esprimere o meno il suo malessere.
<< Oggi eri lo stesso carina con quel maglioncino a rombi azzurro >> la interruppe l’altra strizzandole l’occhio.
Il viso della più piccola s’illuminò.
<< Pensavo che non mi avessi vista >>.
<< Scherzi? >> disse Eleonora con uno slancio di spontaneità << Sono stata trattenuta da due ragazze a parlare perché domani c’è assemblea d’istituto e quando ho alzato gli occhi ti eri già fiondata in classe. Adesso andiamo o rischiamo di fare tardi >>.
Martina si affrettò ad ubbidire sperando che il cuore la smettesse presto di battere così forte.
La casa di Valentina era un villino a schiera, identico agli altri fatta eccezione per la grossa girandola colorata vicino al cancello. Eleonora parcheggiò fuori e suonò al citofono. Venne loro aperto quasi subito e la più grande condusse l’altra per il piccolo giardino fino alla porta di casa lasciata aperta.
<< E’ permesso? >> chiese educatamente la diciottenne.
<< Ciao Domenghi >> salutò allegramente Valentina andando loro incontro << Hai portato la bella riccia >> aggiunse facendo l’occhiolino a Martina.
<< Avevo scelta? >> scherzò l’altra camminando verso il salone.
Erano le ultime arrivate, tutti gli altri ragazzi erano già seduti chi sul divano e chi sulle sedie intorno al tavolo.
<< Buonasera a tutti! >> disse Eleonora << Lei è Martina, una mia amica >>.
<< Salve >> fece la più piccola con un sorriso.
Si tolse il giubbotto appendendolo e Martina non poté fare a meno di notare che la camicia nera finemente ricamata che indossava le evidenziava il seno. Doveva avere una quarta e doveva essere bellissimo. Inghiottì un groppo di saliva prima di stringere le mani degli amici di Eleonora e Valentina.
<< Che peccato che Davide non sia potuto venire >> disse Yuri guardando sedersi la bionda accanto a lui.
Eleonora si strinse nelle spalle e gli sorrise.
<< Come va l’università? >> domandò iniziando a fare conversazione.
<< Architettura è una gran figata, anche se sto solo all’inizio >> le rispose l’amico.
<< Yuri è un anno più grande di me, l’ho conosciuto al maneggio >>.
<< Eravamo i migliori del nostro corso, per questo siamo passati quasi subito coi grandi >> spiegò a Martina il ragazzo indicando gli altri che erano più grandi di loro.
Era un bel tipo e, da come vestiva, anche dai gusti raffinati.
<< Tra poco arriva la pizza! >> esclamò Valentina che aveva evidentemente fame << E’ andata Ambra a prenderla >>.
<< Matteo? >> domandò Eleonora riferendosi al fratello un anno più grande dell’amica << Che racconta? Da quando si è sposato, non si fa più vedere al maneggio! >>.
Il sorriso di Valentina le fece capire che c’era qualcosa che non sapeva.
<< Erika è incinta! Tra sei mesi divento zia! >>.
<< Ma dai! Che bella notizia >> dissero gli amici quasi in coro.
<< Com’è sentirsi terribilmente vecchi? >> la canzonò la diciottenne
<< Sei sempre la solita stronza, Domenghi! >>.
Tutti risero. Improvvisamente si sentì suonare e la padrona di casa si affrettò ad andare ad aprire.
<< Pizza, pizza, pizza! >> esclamò Valentina tornando con uno dei due vassoi.
<< Stai gridando come una gallina strozzata >> l’ammonì l’unica ragazza che Martina non aveva ancora conosciuto.
<< Ciao Ambra! >> esclamò Eleonora alzandosi in piedi << Come stai? >>.
<< Delle volte ho l’impressione che Valentina mi sfinisca più dell’università! >> rispose ridendo l’amica.
<< Ehi, non metterti a confabulare col nemico! >> disse l’altra sentendosi chiamare in causa.
<< Per sopportarla devi essere dotata di molta pazienza >> affermò ridendo la bionda << Ti presento Martina, una mia amica >>.
<< Ehi, ciao. Piacere, Ambra Balli >>.
<< Piacere di conoscerti >> rispose la più piccola stringendole la mano.
<< Amore, ti siedi vicino a me? >> domandò Valentina mentre prendevano posto.
Martina posò alternativamente gli occhi da quella che aveva parlato ad Ambra. L’aveva chiamata amore? Ma allora significava che…
Ogni suo dubbio svanì quando vide che le due si stavano scambiando un breve bacio.
<< Bimba, ma che fai? Ti muovi? >> la richiamò Eleonora avvicinandosi e prendendole la mano.
Si sedettero vicine e tra una battuta e l’altra la cena iniziò. La diciottenne stava per versarsi della birra quando fu ripresa da Martina.
<< Ma che fai? >> esclamò a voce troppo alta.
<< Bimba non so te, ma io ho sete! >>.
<< Devi guidare, non puoi bere alcolici >>.
<< Ma stiamo col motorino, non mi fermerà nessuno! >>.
<< Non c’entra niente. Non puoi farlo >>.
<< Voglio proprio vedere chi la spunta >> sussurrò Valentina a Christian, un altro loro amico.
<< Mi stai dicendo che devo bere coca-cola come se avessi cinque anni? >>.
<< Sì >> rispose caparbiamente Martina.
Non aveva intenzione di dargliela vinta.
<< Avanti, Ele >> fece Yuri << Dopotutto Martina non ha tutti i torti >>.
<< Stai dalla sua parte? >> esclamò sconvolta l’altra.
<< Ehi, non farne una tragedia adesso >> s’intromise Valentina << Martina ha ragione. Nessuno vorrebbe che le capitasse qualcosa per colpa tua >>.
Le fece nuovamente l’occhiolino e alla fine Eleonora cedette. La più piccola la osservò versarsi da bere e le sorrise compiaciuta.
<< Non ti ci abituare, bimba >>.
E invece sì, pensò Martina, Questo è solo il primo passo.
<< La grande Domenghi che si piega, quale onore >> la prese in giro Christian.
<< Hai visto, bimba? Ora mi farai prendere per il sedere da tutti >>.
L’amica le accarezzò il viso cercando il suo sguardo. La trovava bellissima anche imbronciata.
<< Dai, fa la brava >> le disse come se fosse una bambina.
Le sfiorò appena una ciocca di capelli facendo di tutto per non rabbrividire a quel contatto. Eleonora allora si sporcò un dito di pomodoro prendendolo da un pezzo di pizza che era nel suo piatto avvicinandosi a Martina che iniziò ad arretrare comprendendo.
<< Ele >> affermò << Non oserai >>.
<< Devo compensare in qualche modo >> le rispose semplicemente l’altra prima di farla cadere sul divano e di salirle sopra.
Martina inghiottì in groppo di saliva nel sentirla su di sé e la fissò cercando di moderare il desiderio che si agitava in lei. Il cuore, però, prese a martellarle nel petto nel momento in cui l’amica si chinò sul suo volto per sporcarglielo. Poteva sentire il suo odore e le sue mani erano così morbide mentre l’accarezzava. Sentì le gambe di Eleonora strusciarsi contro le sue senza sapere quali sensazioni stava provocando in lei. Se solo avesse immaginato quali sentimenti si agitavano nel suo corpo! Sarebbe scappata? Non poteva rischiare, ma quella situazione la tentava troppo per non osare. Lentamente fece scivolare la sua mano nell’incavo del ginocchio dell’altra ragazza continuando a guardarla e glielo accarezzò. Si accorse del brivido che aveva scosso l’amica e il suo cuore fece le capriole nel petto.
<< Okay, Domenghi >> disse Valentina << Penso che tu l’abbia torturata abbastanza >>.
La tirò per un braccio facendola alzare.
<< Ti accompagno in bagno >> propose Ambra rivolta a Martina con un mezzo sorriso.
<< Grazie >>.
<< Tu vieni di là con me, è finita la roba da bere >>.
Eleonora seguì la padrona di casa osservando con la coda dell’occhio le due ragazze salire al piano superiore.
<< Allora >> iniziò Valentina una volta sole << Dove l’hai conosciuta? >>.
<< Viene al liceo con me >> si limitò a dire l’amica.
<< Non ho notato che hai portato tutti ragazzi del liceo al maneggio con te >>.
L’altra le lanciò un’occhiata che non prometteva niente di buono.
<< Qual è il punto? >> chiese sulla difensiva.
La padrona di casa alzò le mani ridendo appena di fronte al suo comportamento.
<< Nessuno >> rispose.
<< Perché queste domande? >>.
Valentina scosse impercettibilmente il capo. Quello che lei ed Ambra avevano intuito, Eleonora non lo immaginava nemmeno. Non avrebbe compreso l’arte del corteggiamento neanche se avesse fatto vedere un documentario sugli animali. E dire che era così scontato! Non si era neanche domandata come mai avesse accettato di seguire il consiglio di Martina sul non bere quella sera, cosa che non aveva mai fatto. Era convinta che il suo inconscio, però, custodisse tutte le risposte.
<< Ehi, calmati. È solo…sembra una brava ragazza. Attenta a non perderla >>.
La più piccola la guardò con aria interrogativa.
<< Non è come Davide >> le disse semplicemente prima di darle un paio di bottiglie da portare in salone.
 
<< Questo è un asciugamano pulito >> disse Ambra dopo che Martina si lavò il viso porgendoglielo.
<< Grazie >>.
La più piccola si asciugò il volto e subito dopo incontrò lo sguardo acuto dell’altra che la stava osservando.
<< Non penso che faccia per te >>.
A quella frase Martina s’irrigidì e serrò la mascella comprendendo a cosa alludesse.
<< Lei non è lesbica >>.
<< Te l’ha detto? >> domandò con lo stesso tono l’altra.
Ambra scosse il capo sorridendole con gentilezza.
<< Ragazzina, lei e Davide hanno un rapporto…simbiotico direi. Non farti del male >>.
<< Eleonora potrebbe anche staccarsi da lui, ci hai mai pensato? >> disse Martina scoprendo le carte.
<< Potrebbe >> le concesse la più grande << Ma…non so, non mi è mai sembrata interessata alle ragazze >>.
Potrebbe interessarsi solo a me!, avrebbe voluto urlare l’altra.
<< Da quanto tempo state insieme? >> chiese invece.
<< Quattro anni >> rispose Ambra << So quello che stai pensando, avevo la stessa età di Eleonora quando ho capito di amare Valentina ma è diverso. Io non avevo un amico come Davide col quale condividevo tutto e non sempre tutti i sogni si avverano, sappilo.  >>.
<< Forse è meglio se torniamo dagli altri >> fece Martina desiderando solo fuggire da quella conversazione.
<< Hai ragione, andiamo >>.
Quando fecero ritorno in salone, Eleonora e Valentina si stavano punzecchiando come sempre. Martina le lanciò un sorriso nell’incontrare i suoi grandi occhi verdi e si passò una mano tra i ricci ribelli. Non voleva pensare alle parole di Ambra, non le piacevano e non conosceva il rapporto tra lei e la più grande. Doveva concentrarsi unicamente sul suo obiettivo e non perderlo di vista, era convinta che sotto quella maschera che mostrava a tutti, ci fosse una persona che contraccambiava il suo amore. Quando l’aveva toccata, l’aveva sentita rabbrividire; non poteva essere niente. Si accorse di quanto ardentemente la desiderasse da non notare che, invece, Eleonora era intenta a mandare un messaggio. Le si sedette accanto provando a sbirciare chi fosse e l’attimo dopo sbadigliò.
<< Stanca, bimba? >> mormorò l’altra.
<< Un po’ >> ammise Martina avvicinandosi ancor di più.
Si fermò quando sentì il suo profumo e delicatamente le poggiò una mano sul fianco facendo finta di stiracchiarsi.
<< Vogliamo andare? >>.
<< Possiamo restare ancora se vuoi >>.
Non poteva dire di non volersene andare solo per trascorrere altro tempo con lei, per riuscire ad accarezzarle di sfuggita il corpo, per godere dei suoi sguardi.
<< Meglio se andiamo, non ti voglio sulla coscienza se domani sei stanca >>.
Eleonora si alzò in piedi aiutandola a fare lo stesso.
<< Ragazzi, è stato un piacere >> disse sorridendo e salutando tutti.
<< Dovremmo farlo più spesso >> rispose Yuri che stava cercando il suo cellulare prima di tornare a casa anche lui.
<< Notte >> salutò Valentina sulla soglia della porta.
<< Grazie e buonanotte >> affermò Martina prima di allontanarsi insieme a Eleonora.
Per la più piccola il viaggio di ritorno fu terribilmente breve e l’amica si fermò troppo presto sotto casa sua.
<< Ehi bimba >> iniziò Eleonora dopo che l’altra le ebbe porto il casco << Mica ti ha dato fastidio che Valentina e Ambra… >>.
<< No, ma che dici? >> la interruppe Martina.
Nel vederla sorridere, si sentì tremendamente leggera.
<< Meno male, bimba. Non te l’ho detto perché per me è una cosa normalissima. Me ne sono completamente dimenticata >>.
Sapessi per me, pensò la ragazza dai capelli rossi.
<< Tranquilla >> le rispose << Sono stata bene stasera >>.
<< Anch’io >> disse Eleonora << Va a letto ora >>.
<< Sei molto stanca? >>.
<< Da morire >> mentì prontamente la più grande che aveva una certa fretta di allontanarsi.
Si meravigliò non poco della prontezza con la quale mentiva. Vide Martina avvicinarsi al suo viso e quella breve distanza non la infastidì come di solito accadeva con chiunque.
<< Notte, allora >> sussurrò la ragazza accostando le sue labbra alla guancia dell’altra per baciarla.
Rispetto al giorno precedente, questa volta si azzardò ad approssimarsi leggermente di più verso la sua bocca ed Eleonora non si sottrasse. Ne gioì silenziosamente.
<< Ciao bimba >>.
 
Aveva appena parcheggiato fuori il giardino di casa, quando una macchina famigliare si fermò abbagliandola per un attimo. Sorrise mentre si avvicinava ed entrava.
<< Buonasera a tutti >> disse sedendosi dietro.
In macchina c’erano Davide al volante, Lavinia, Ramona e Paolo.
<< Ciao, com’è andata? >> chiese Lavinia dandole un bacio sulla guancia.
<< Bene, serata tranquilla >>.
<< Mi spiace non essere potuto venire >> fece Davide guardandola attraverso lo specchietto retrovisore << Ho fatto il prima possibile >>.
Eleonora si strinse nelle spalle ritrovandosi a pensare che le era dispiaciuto portare Martina a casa. Non poteva, però, fare altrimenti. Se l’amico si fosse presentato a casa di Valentina e avesse trovato la ragazza, sarebbero state grane per lei. Meglio evitare.
<< Non ti sei perso niente di clamoroso. Ah, la moglie di Matteo è incinta! >> rispose << Dove andiamo? >> aggiunse per cambiare argomento.
<< Io avrei voglia di una birra >> affermò Ramona sistemandosi gli occhiali sul naso.
<< L’Ettaler che si prese Gloria quella volta che siamo uscite insieme era fantastica >> asserì Lavinia << Propongo Morgana >> continuò riferendosi a un locale molto famoso della zona.
<< Tu Ele? >> chiese il migliore amico della bionda che non faceva nulla se prima l’altra non parlava.
<< Anche per me va bene >> disse guardando fuori dal finestrino.
Sentiva un leggero malessere dentro di sé e non riusciva a definirlo. Era forse per aver mentito alla più piccola? Di solito non si faceva quei problemi, perché con lei era diverso?
Ancora non sapeva rispondersi.
  
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