~Tè alla menta~
Do
you believe in love, Ino-chan?
Non era
una di quelle giornate calde e soleggiate tipiche dell’estate, anzi, era una di
quelle giornate dal cielo grigio, di un grigio alienante, che confonde, che fa
strizzare gli occhi, facendoli bruciare e riempirsi di
lacrime.
Stava,
come un avventore abituale, seduta su quella seggiolina alta e periclitante, una
ragazza. Una bellissima ragazza i cui lunghi capelli (che non erano color del
grano maturo, e neppure dorati, erano semplici capelli biondo chiaro, profumati
di una fragranza floreale che inebriava i sensi di chiunque si avvicinasse)
erano costretti come ogni giorno in una alta coda di cavallo, mentre alcune
ciocche, sfuggite alla precisione quasi maniacale dell’acconciatura, ricadevano
delicate incorniciandole il collo e dandole l’aria di una persona che aveva
appena terminato un lavoro piuttosto faticoso.
Sorseggiava
tranquillamente una tazza di tè fumante dalla quale trapelava un profumo
dolciastro di menta, acuito dalla fogliolina singola di menta che stava sul
piattino della tazza, ferma immobile.
Vista
da lontano, non si sarebbe mai immaginato che quella meravigliosa creatura fosse
in realtà una potente macchina da guerre, una stroncatrice di vite, in parole
povere… una kunoichi del Villaggio della Foglia.
Ma no,
Ino Yamanaka non era solo quello. Ino Yamanaka era
anche la figlia dei fiorai più famosi di tutta Konoha, apparteneva ad uno dei
clan più rispettati dello stesso villaggio e, naturalmente, era una ragazza di
una bellezza assolutamente disarmante.
Ovunque
andasse, il suo profumo, il suo viso e i suoi occhi, colpivano il popolo
maschile, che non poteva che venire centrato in pieno come uno schiaffo da
quella visione meravigliosa: corpo da invidiare, viso perfetto come scolpito nel
marmo più pregiato e lineamenti delicati come in una bambola di
porcellana.
Lei era
parte integrante del famoso trio InoShikaCho della seconda generazione,
un’apprendista medic-nin e la migliore amica della kunoichi medica Sakura
Haruno, la più dotata tra le giovani.
Eppure,
vedendola così, qualunque ragazza avrebbe voluto essere Ino Yamanaka. C’erano giovani donne che avrebbero
venduto le loro anime pur di assomigliare a quella splendida
creatura.
Invece,
Ino Yamanaka, era tremendamente sola.
In quel
momento era sola. Non sembrava esserne turbata semplicemente per
abitudine.
Quel
giorno aveva voglia di uscire, lo aveva fatto presente a Sakura:
occupata.
[Perché
Sakura ormai era sempre occupata. Non trovava più il tempo per uscire con la sua
migliore amica. Perché era dalla fuga di Sasuke che si dichiarava “occupata” e
raramente usciva di casa.
Era stato stupido, chiederlo a lei.]
Lo
aveva chiesto a Choji con un sorriso allegro sulle labbra, colto in un momento
in cui il ragazzo stava bonariamente sgranocchiando il secondo pacchetto di
patatine del giorno: occupato.
[Perché
Choji ormai era sempre occupato. Lui si allenava ogni giorno con suo padre, ed
era diventato quasi imbattibile. E poi, da quando il suo migliore amico aveva
preso ad uscire con qualcun altro… a lui non restava che
l’allenamento.]
Infine
aveva chiamato, non sperandoci troppo, naturalmente,
Shikamaru.
A dire
la verità, era stata la prima persona a cui l’aveva proposto; si era alzata la
mattina presto [prestissimo], si era truccata, vestita
con i suoi abiti più meravigliosi e acconciata i capelli quasi fosse una
principessa, dopodiché si era precipitata a casa del ragazzo col cuore che le
batteva a mille.
Bussato
alla porta, risposto la madre. Si trovava in sintonia con
quella donna, le piaceva.
Chiamato
Shikamaru, lui sceso in pigiama. Un delizioso pigiama coi
cervi colorati.
Gliel’aveva
domandato con dolcezza e occhi ricolmi di speranza,
l’illusa.
Aveva
già un altro appuntamento. Ma infondo… sapeva che non avrebbe dovuto contare
troppo sulla sua presenza, non ora che l’Esame dei Chuunin era alle porte e
Temari della Sabbia era arrivata in città.
Non che
a Ino fosse mai stata antipatica, quella ragazza, anzi! Era una donna matura,
simpatica e dolce, ma anche dura e rigorosa come il peggiore dei secondini delle
carceri.
Splendida,
senz’ombra di dubbio, e sobria. Ma elegante e sofisticata quando ce n’era
bisogno.
Infatti
l’appuntamento era proprio con lei. Oh beh, si era rassegnata
ormai.
Sarebbe
uscita sola soletta perché lei non aveva bisogno di
[Shikamaru] nessuno.
Lei non
aveva bisogno di amare un ragazzo che non la guardava, le era già successo una
volta e aveva imparato la lezione.
Per
questo Ino Yamanaka aveva abbandonato l’amore.
«Yo!»
«Ehilà…»
Quella
voce non era tanto sconosciuta, l’aveva sentita giusto qualche ora prima. Una
voce dalla cadenza svogliata e fredda, che aveva percepito riscaldarsi solo
poche, pochissime volte.
«Cosa
ci fai qui tutta sola? Non hai trovato nessuno alla fine?» le domandò, annoiato,
sedendosi però accanto a lei e guardandola sottecchi, ostentando indifferenza.
Niente, Shikamaru era negato come attore.
«No.»
«Capisco.»
Silenzio.
«Perché
sei qui?»
«Temari
aveva sonno, è andata a riposare.»
«Ah.»
Cadde
nuovamente il silenzio, l’unico rumore era il sorseggiare altalenante della
ragazza e il suono che faceva la tazza quando veniva poggiata sul piattino
colorato.
Nessun
rumore nel bar, era troppo presto anche per chi lo frequentava
abitualmente.
«Tu
credi all’amore, Shikamaru?» domandò Ino d’un tratto, prendendolo alla
sprovvista.
[Tu sei
innamorato, Shikamaru?]
«All’amore?
– biascicò il ragazzo, cercando di pensare ad una risposta a quel quesito
piombatogli tra capo e collo – Beh, immagino… immagino di
sì!»
«Capisco.»
«E tu,
Ino? Credi nell’amore?»
«Uhm…
no, Shikamaru. Non più.»
[Come
posso ancora credere nell’amore?]
Il moro
sobbalzò, guardando l’amica stranito come se Ino fosse un’aliena proveniente da
un altro pianeta. Cosa stava dicendo? Proprio lei! La Ino sognatrice a cui
voleva [troppo] tanto
bene.
La
suddetta sorrise imbarazzata, abbozzando quasi ad un risolino che aveva però un
retrogusto triste, come se quella domanda ne nascondesse un’altra più precisa.
Come se la sua risposta ne nascondesse un’altra più
triste.
«E in
cosa credi, allora?»
«Non lo
so.»
[Credevo
nell’amicizia, nella tua amicizia. Povera illusa.]
«Dovresti
credere nell’amore.»
«L’amore
è male.»
[Amare
è male.]
«Non
dire così!»
Shikamaru
non la riconosceva più. Dov’era finita la sua compagna di squadra tutta
esuberante ed innamorata? Quella che sembrava non riuscire a star ferma un
attimo?
Ora,
guardando quel corpicino agghindato, le sembrava così [splendida] debole e fragile.
Estrasse
dalla tasca dei pantaloni il suo pacchetto di sigarette e ne mise una in bocca,
fece per accenderla, ma con un rapido movimento della mano, Ino gliela tolse
malamente, buttandola in terra e schiacciandola con il tacco del sandalo
elegante.
Non
aveva perso il suo odio per il fumo, notò con piacere.
«L’amore
è soltanto una sofferenza. “Amore” fa rima, sì, con “cuore”, ma anche con
“dolore”.»
[Amare
è una sofferenza. Amare qualcuno che non ricambia è una
sofferenza.]
«Se per
questo – ribattè il ragazzo, dipingendosi sul viso un’espressione più rilassata
– anche “Ino” fa rima con “pino”, ma ciò non significa che tu sia un albero!»
cercò in qualche modo di buttarla sul ridere, non gli piaceva per niente
l’atmosfera che era venuta a crearsi.
Lanciò
un’occhiata all’amica, aspettandosi [sperando] di
ricevere come al solito un pugno ben assestato.
Ma il
colpo non arrivò.
«Bisogna
essere masochisti, per amare.» continuò la ragazza, imperturbabile come non lo
era mai stata, non alzando gli occhi dalla tazza di tè che si stava portando per
l’ennesima volta alle labbra.
[Bisogna
essere masochisti per amarti.]
«Ino?
Che diavolo stai dicendo?!»
«Rifletti,
Shikamaru – dov’era finito il soprannome “Shika” che le
piaceva tanto utilizzare? – Perché dovrei farmi del male ad amare qualcuno,
quando magari questo qualcuno non ricambia?» gli scoccò un’occhiata e il ragazzo
rabbrividì.
[Perché
non riesco a dimenticarti?!]
«Perché
tu hai bisogno di amare, Ino. Amare ed essere amata. – rispose lui, con
semplicità e calma – Tu credi nell’amore, Ino?» ripetè la domanda con gentilezza
e delicatezza che non gli erano mai appartenute, lasciando la ragazza in uno
stato confuso e quasi spaventato.
[Tu
credi nel mio amore, Ino?]
«No.»
«Ripeto:
tu credi nella amore, Ino?»
[Tu
credi in me, Ino?]
«N-no!»
gli occhi le si erano riempiti di lacrime ed ora luccicavano come gli zaffiri
più preziosi.
«Ino –
Shikamaru le afferrò la mano con dolcezza e col pollice gliela carezzò,
constatando quanto avesse la pelle morbida e liscia – Tu credi
nell’amore?»
[Ino,
tu credi in noi due?]
«No,
Shika!» esclamò, piangente, togliendo velocemente la sua mano da quella del
ragazzo e alzandosi di botto. Non ci furono parole tra i due, solo un gioco di
sguardi innamorati.
La
bionda uscì velocemente dal bar, sbattendo con forza la porta, lasciando il moro
con un sorriso [incantato] raddolcito che gli
ingentiliva l’espressione svogliata.
[Sì,
per sempre, Shika.]
Note
dell’autrice:
E dire
che oggi dovrebbe essere un giorno felice per i nostri due… il 22 Settembre è il
compleanno del mitico Shikamaru, mentre domani è quello di Ino (coincidenza? Io
credo di no! XD), perciò volevo scrivere qualcosa di bello e allegro per i due e
invece è uscita ‘sta roba… oh, perdonatemi! XD
Magari
per domani, essendo il compleanno di Ino, riuscirò a scrivere qualcosa… dipende
solo dalla versione di latino XD!
Le
domande/risposte che si trovano più spostate a destra e sono in corsivo e
racchiuse tra le parentesi quadre, sono le vere
domande/risposte che Ino e Shikamaru stanno ponendo/dando nella loro
mente.
A chi
aspetta Farewell Konoha, l’aggiornamento arriverà il
primo possibile! Promessissimo! Parola di Giovane Marmotta!
XD
Ja ne
‘ttebayo!
P.S. Non so
se aggiungere il genere Romantico… voi che
dite?