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Autore: Hika86    06/03/2013    1 recensioni
[50/50 capitoli COMPLETA][0/5 capitoli extra IN CORSO] Un filo ci lega alla persona cui siamo destinati: non importa il tempo che dovrà passare o le distanze che ci separano. Ma se questa persona fosse proprio davanti a noi e non riuscissimo a riconoscerla? Se la considerassimo antipatica tanto da non degnarla neanche di uno sguardo? E se l'avessimo trovata e noi stessimo vacillando nei dubbi? E ancora, cosa dice che non l'abbiamo già persa?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il gruppo si aggirava per gli studi mentre alcuni fotografi cambiavano gli sfondi. Nino e Sho chiacchieravano tranquillamente con Matsushita Nao, la collega che avrebbero affiancato per presentare il Kōhaku Uta Gassen quell'anno. Ohno ascoltava quello che gli stavano dicendo alcuni addetti ai lavori e Aiba si era rintanato da qualche parte per rilassarsi. Erano tutti molto nervosi dato che era la prima volta che presentavano un programma di quel calibro. Anzi, erano proprio il primo gruppo nella storia del Kōhaku a ricoprire quel ruolo! Era un onore, certo, ma anche una grossa responsabilità.
Jun passeggiava per lo studio, attento a non inciampare nei cavi e cercando di captare le frasi dei tecnici per capire quanto tempo avrebbero ancora impiegato per preparare e quanti servizi fotografici avrebbero dovuto fare in quella seconda metà di giornata.
Mentre gironzolava con le orecchie tese gli squillò il cellulare, rimastogli in tasca. Lo tirò fuori e osservò lo schermo dopo averlo aperto: nel centro campeggiava il nome di Nomura Tomomi e lui era un po' indeciso, non tanto se rispondere o meno, ma sul come farlo.
Alla fine sospirò e schiacciò il pulsante verde senza perdere altro tempo. «Pronto?»
«Matsumoto san?» chiese la voce di Tomomi attraverso il telefono
«Nomura san, buongiorno. E' un po' che non ci sentiamo» disse mettendo la mano libera in tasca e abbassando lo sguardo sulle scarpe da ginnastica
«E' vero»
«Dimmi, come stai? Ti sei rimessa in sesto?» chiese improvvisamente ricordando che l'ultima volta che si erano visti aveva sul corpo i segni dell'incidente avuto in ospedale
«Sì, grazie» disse piano. «Sono stata un po' presa con la riabilitazione infatti, per quello non mi sono fatta sentire»
«Non devi trovare nessuna scusa. Avrei dovuto chiamare io dato che non stavi bene» le disse subito. In quel momento passò vicino ad Ohno che gli si avvicinò indicandogli il papillon. «Ma il periodo di fine anno è sempre molto intenso per noi» concluse la frase mentre alzava il mento per lasciarsi sistemare dal compagno
«Lo so che sei impegnato, non importa» gli disse lei.
Dopo quella frase, e dopo che Jun ebbe sillabato silenziosamente un "grazie" perso Ohno, ci fu qualche attimo di silenzio tra lui e Tomomi.
Si sentiva un po' in imbarazzo: era stato seriamente preoccupato per lei, si era impegnato per andare a trovarla in ospedale quando era stata ricoverata e si era spaventato quando l'aveva vista nel bagno del locale dov'erano andati con altri e l'aveva vista con addosso i segni di quel che era successo; eppure continuava ad avere un atteggiamento incerto con lei. Ogni tanto si lanciava in qualche frase, anche molto bella e che sentiva sinceramente venirgli dal cuore, ma poi si rendeva conto che detta ad una donna innamorata poteva essere interpretata in una maniera particolare e allora non sapeva più che pensare: aveva parlato così perchè voleva esprimere esattamente qualcosa che lei doveva percepire come tenero e magari persino romantico, oppure era ancora troppo titubante e avrebbe preferito che le sue parole fossero prese per quelle che erano?
«Come mai sento molto rumore in sottofondo?» domandò per cambiare argomento
«Non sono in ospedale, è di questo che volevo parlarti. Per due settimane devo partecipare ad un seminario di aggiornamento e confronto a cui Yamashita sensei mi ha obbligato a partecipare e ho saputo che qui in zona ci sono gli studi televisivi della TBS. Ho pensato che magari eri in zona» spiegò lasciando in sospeso la frase.
Per quel poco che conosceva Tomomi, quella frase era un vero e proprio salto nel buio. Solo una volta si era esposta talmente tanto ed era stato quando si era dichiarata: quello forse era l'unico modo che trovasse per reagire davanti alle incognite che lui continuava a metterle davanti. Jun era consapevole di non essere una persona facile.
«La TBS? Oggi no» rispose scuotendo il capo. «Ma controllerò gli impegni e se sono lì in questi giorni possiamo incrociarci per un caffè» propose imboccando il corridoio che portava fuori dallo studio troppo affollatto
«Solitamente non ho pause brevi abbastanza lunghe da permettermi di uscire a bere qualcosa, ma se gli orari dei pranzi coincidono con i tuoi posso venire più vicina agli studi per mangiare qualcosa insieme» propose la donna abbassando la voce. Forse qualcuno le passava vicino e non voleva farsi sentire, o forse le veniva naturale dato che si stava accordando per uscire con lui e non era il caso che la gente lo sapesse in giro con delle donne. «Il seminario dura fino a mercoledì prossimo, il 3. Aspetto che tu mi faccia sapere qualcosa?»
«Sì, ti contatto io. Tu intanto mandami pure per mail l'indirizzo del posto dove hai questo seminario e i tuoi orari. Vedrò cosa posso fare» annuì entrando in camerino per prepararsi carta e penna e segnare le informazioni.
«Ma solo se puoi, Matsumoto san» specificò Tomomi. «Non voglio portarti via quel poco di tempo libero che hai per rilassarti tra una ripresa e l'altra. Se vuoi e se ti va ci vediamo, altrimenti avremo altre occasioni».
Avrebbe voluto dirle di non preoccuparsi e che gli avrebbe fatto piacere vederla e chiacchierare un po'. Avrebbe voluto parlare del più e del meno con lei cosa che, per un motivo o per l'altro, non era mai stato possibile: il loro rapporto -di qualsiasi tipo fosse- non era mai stato normale e Jun sentiva di voler dare normalità alla sua vita al di fuori del lavoro, il che includeva anche il rapporto con Tomomi. Ma non le disse nulla di quello che pensava, proprio per timore che le sue parole venissero fraintese.
«Dai, vedrò che posso fare» fu tutto ciò che le disse
«Ok, allora ci sentiamo»
«Ciao» salutò e chiuse la comunicazione.
Era stato freddo con quella conclusione e doveva sembrarle un pazzo lunatico dato che aveva cominciato col chiederle come stava, con fare premuroso, e aveva finito con un tono che sembrava dirle che forse, se fosse inciampato per caso nell'agenda degli impegni, avrebbe controllato se si potevano incontrare.
Tornò a guardare il display del cellulare che dopo un po' si spense e lui fece un lungo sospiro. Doveva uscire da quel limbo in qualche modo.
«Sono passati solo 3 mesi vero?» chiese una voce, mentre lui stava scrivendo l'indirizzo arrivatogli per mail. Fece un salto sulla sedia e girò lo sguardo: non si era totalmente accorto che nel camerino c'era anche Aiba. Era in un angolo che leggeva un manga.
«Prego?» chiese Jun spaesato
«Dico, sono passati 3 mesi da quando ti abbiamo accompagnato a quel tempio» ripetè il ragazzo, che aveva abbassato il volume sul tavolo per fissare lui. Stava parlando del funerale di Shiori, tenutosi in luglio.
«Sì» annuì Jun finendo di scrivere l'indirizzo
«Stai facendo molta attenzione vero?» domandò ancora il compagno. «E' per quello che hai parlato in quel modo strano?»
«Non capisco a cosa ti riferisci» rispose chiudendo la penna e rimettendo il cellulare nella tasca della giacca appesa alla sedia dove si era seduto
«Tu sei una persona schietta, Matsujun. Il dialogo che ho appena sentito non è da te» spiegò chiudendo il manga e piegando le braccia sul tavolo con un sorrisino tranquillo sul viso. «Scusa, non ho potuto fare a meno di ascoltare: la porta era aperta, qui è tutto tranquillo e io ho sentito la tua voce quando sei entrato nel corridoio. Era l'amica di Erina vero? Come si chiamava?» rifletté aggrottando le sopracciglia
«Nomura Tomomi» gli disse Jun
«Ecco sì, lei! E' bella» annuì Aiba. «E' molto bella, hai gusto con le donne Matsujun»
«E' una persona interessante» rispose facendo spallucce. Avrebbe dovuto dire che Tomomi non era la sua donna, che non stavano insieme e nemmeno uscivano per appuntamenti romantici, però lui effettivamente le permetteva di contattarlo, di parlargli, di stargli intorno nonostante sapesse che fosse innamorata e questo poteva solo significare che trovava piacevole la sua presenza. All'aspetto fisico in realtà non aveva mai pensato.
«Quindi tieni alla sua presenza?» chiese Aiba
«Perchè mi fai tutte queste domande?» fece Jun spazientito, lanciandogli un'occhiata scocciata
«Perchè pensavo che parlare con una simile cautela non è da te, ma capisco che tieni a lei e quindi fai attenzione a non esporti troppo perchè sono passati solo tre mesi e magari non te la senti ancora di pensare ad un'altra» fece l'amico stringendosi nelle spalle. «Perchè ho notato che nonostante siano solo tre mesi, sei cambiato tantissimo e mi chiedevo se non sia anche grazie a Nomura san»
«Sì, conoscerla è stata una buona cosa. Mi ha aiutato molto, ma questo non significa niente da un punto di vista amoroso» disse difendendosi
«Lo dici come se fosse sbagliato» gli fece notare Aiba arricciando il labbro inferiore
«Non penso che sia sbagliato, ma semplicemente non è così. Solo perchè ti sei trovato la ragazza non devi cercare di accoppiarci tutti, ognuno ha i suoi tempi e le sue priorità» sospirò
«Ok, ok. Fa come se non avessi detto nulla» esclamò Masaki alzando le mani in gesto di resa.
Jun si mise a fissare il foglio con l'indirizzo mentre, con la coda dell'occhio, vedeva Aiba alzarsi dal tavolo e andarsene senza dire nulla. Non era stata sua intenzione, ma forse il suo tono l'aveva offeso.
«Mi permetto solo di ricordarti una cosa» aggiunse d'improvviso l'amico alle sue spalle. «Sei tu che hai spinto molti di noi a fare qualcosa in questi mesi perchè, cito testuali parole: "Non voglio che abbiate rimpianti". Quanto possono valere queste parole se chi le pronuncia è il primo a non rispettarle?» domandò stizzito. Jun si girò, ma fece solo in tempo a vedere la figura di spalle di Aiba che usciva dalla porta, scansando Ohno, appiattito contro lo stipite della porta per lasciarlo passare.
Jun strinse le mani a pugno e sospirò appoggiando i gomiti al poggiaschiena nel rimanere girato verso la porta. Era facile dare consigli, ma seguirli lo era molto meno. Nella realtà, il confine tra giusto e sbagliato, egoismo e altruismo, era molto meno delineato e chiaro di quanto poteva sembrare in un drama o in un manga.
Forse era giusto premiare la pazienza che Tomomi aveva avuto con i suoi sentimenti instabili, ma non era giusto prometterle qualcosa che poi avrebbe potuto non sentirsi sicuro di poterle dare perchè l'avrebbe illusa e questo non se lo meritava. Così come non era giusto che per un'altra persona, seppur degna della sua più profonda stima, venisse prima di se stesso e della sua personale serenità. Allora era giusto non concedere niente a quella donna e negarsi qualsiasi possibilità di distrazione e felicità in futuro?
«Stai riflettendo» disse Ohno entrando. «Sai che quando ti metti a pensare intensamente a qualcosa hai sempre un'espressione particolare? Anche nei programmi: alzi lo sguardo pensieroso, guardi lontano cercando la risposta e poi la dici. E se è lunga dopo un po' torni ad alzare lo sguardo»
«Come mai sei qui? Non stavi parlando con qualcuno?» domandò Jun alzando gli occhi su di lui
«Ti ho seguito» spiegò Satoshi mettendosi seduta al tavolo con lui. «La tua telefonata mi ha incuriosito»
«Bene, quindi oltre che dai paparazzi devo guardarmi le spalle dal Riida ficcanaso?» chiese infastidito
«E' inutile che fai così con me» sospirò Ohno. Lo osservava con un'espressione rilassata in viso, per niente offeso dal tono seccato di Jun.
«Ho offeso Aiba chan» mugugnò il più giovane con aria afflitta, mentre si girava per tornare a sedere composto
«Ora ha reagito così, ma vedrai che tra poco se ne sarà dimenticato. Lui è preoccupato per te quindi non verrà a rinfacciarti un comportamento sbagliato» spiegò Satoshi incrociando le braccia sul tavolo. «Siamo tutti preoccupati, ma sai che lui non è bravo a tenersi certe cose per sè: vuole aiutarti»
«Lo so, lo so, e quel che dice è giusto, ma non è tanto facile»
«No?» domandò improvvisamente Satoshi osservandolo con un sorrisino serafico sulle labbra
«No?» chiese Jun, insicuro. L'espressione del compagno voleva dire che la risposta a quella situazione c'era e che Ohno la sapeva tanto quanto lui che però non riusciva a capirla.
«Hai un pregio Jun o almeno per certi versi lo è: sei sempre sincero, senza peli sulla lingua; perchè non riesci ad esserlo anche con questa persona?»
«Che dovrei dirle? Che non lo so se mi piace, ma sto bene con lei e non voglio perdere la sua amicizia? Che non voglio avere legami sentimentali ora, ma che le sue attenzioni in questo senso preferirei non sparissero?» scosse il capo e si alzò dal tavolo sentendo che dallo studio molte voci annunciavano che il lavoro stava cominciando. «E' troppo egoista come affermazione ed è crudele chiederle di non cambiare e lasciarla in sospeso solo perchè io ancora non so cosa fare»
«Hai mai pensato che non deve essere solo uno a decidere cosa fare in un rapporto che coinvolge due persone?» gli fece notare Satoshi aggrottando le sopracciglia. «Stai facendo tutto da solo: ti precludi una possibile nuova partenza, le neghi la possibilità di conquistarti e nemmeno le chiedi un parere; se fossi in lei mi arrabbierei» concluse con una stretta di spalle. Anche l'amico si alzò dalla sua sedia, quindi insieme tornarono sul set.

Tomomi avrebbe voluto indossare qualcosa di più carino dato che avrebbe incontrato Jun: quale donna non desidera essere più bella davanti alla persona che le piace? Ma per lei non era possibile: non poteva andare in abito da sera all'ultimo giorno di seminario, nè indossare una gonna proprio quando aveva indossato pantaloni tutti i giorni! Lo aveva fatto per non essere sottovalutata: era donna ed era giovane ma sarebbe diventata ufficialmente primario nel giro di qualche mese, quindi doveva far capire ai presenti che non stavano parlando con una qualsiasi segretaria e che non dovevano prenderla sottogamba. Così aveva categoricamente evitato di indossare una gonna ed era andata ogni giorno con addosso un tailleur blu scuro composto da pantaloni e giacca a due bottoni, più delle scarpe dai tacchi alti. La sua naturale altezza l'aveva sempre aiutata in corsia, ma con delle scarpe alte era sicura di svettare su tutti o comunque di poter guardare negli occhi anche i più alti.
La mise era perfetta per quelle riunioni quindi, ma non per incontrare Jun: non era femminile quanto avrebbe voluto essere e poi non voleva sembrare più alta di lui!
Entrò nel pub con una decina di minuti d'anticipo, si fece accompagnare al tavolo e poi scappò al bagno portandosi dietro la borsa. Al secondo problema aveva trovato una soluzione: si era portata delle ballerine scure che stessero ben con il tailleur per sostituire i tacchi, ma si era rassegnata a non cambiarsi di vestito perchè non poteva portarsene uno in borsa e sperare che arrivasse a fine giornata senza pieghe.
Cambiate le scarpe tornò al tavolo e chiese un analcolico mentre aspettava. Nell'attesa si rilassò sull'alto sgabello del locale, riaccese il cellulare, controllò le mail e si guardò intorno incuriosita dato che, come le aveva detto Jun, quello era un posto molto frequentato dalla gente dello spettacolo che usciva dagli studi dopo il lavoro. Non guardava la televisione, ma era impossibile non vedere alcune pubblicità in giro per la città e dato che molti attori le facevano forse avrebbe riconosciuto qualcuno lì dentro.
Jun arrivò con ben dieci minuti di ritardo, proprio quando lei aveva finito il suo analcolico ed era indecisa se prenderne un altro o aspettare ancora un po'.
«Buonasera, scusa se arrivo solo ora» disse raggiungendo il tavolino alto al quale l'avevano fatta accomodare. «Buonasera» salutò il cameriere che gli si era rivolto con cortesia, riconoscendolo
«Ti hanno trattenuto al lavoro immagino» fece Tomomi con un sorriso tranquillo, osservandolo mente si toglieva la giacca e la appendeva alla sedia libera
«No, in realtà ho trattenuto io le persone sul set» spiegò Jun aggrottando le sopracciglia. «Ma non importa, sono arrivato» concluse scrollando le spalle. «E' molto che non ci vediamo, ti trovo bene. Stai ancora facendo la riabilitazione?»
«Ho finito pochi giorni fa. E' stato un Ottobre piuttosto pieno di cose da fare e non appena ne ho finita una mi è venuto in mente di chiamarti» spiegò. «Comunque ora mi sono ripresa del tutto» concluse alzando le braccia verso il soffitto e aprendole per mostrare che non aveva dolore a fare quei movimenti
«Ok, ok, ti credo» annuì Jun divertito, chiamando il cameriere. «Prendo il solito. Cosa prendi Nomura san?»
«Il numero 32 della lista» disse non ricordandosi il nome del drink.
Il cameriere finì di segnare le cose sul suo taccuino, prese il bicchiere vuoto di Tomomi e si allontanò.
Alla giovane dottoressa non era sfuggito lo strano comportamento di Jun al telefono qualche giorno prima. Un po' si era abituata a quel suo modo di fare incerto e non poteva certo biasimarlo dato ciò che aveva passato con la ex. Comunque il fatto che avesse accettato di vedersi per un aperitivo dopo il lavoro era un buon segno, ma non voleva fargli pesare troppo la scelta comportandosi in maniera strana, quindi era fermamente decisa a non atteggiarsi in maniera strana, come se sperasse in un significato romantico di quell'incontro.
«Matsumoto san» lo richiamò prendendo un respiro profondo
«Dimmi» fece lui finendo di svuotare il bicchiere d'acqua che avevano portato
«In realtà c'è un motivo ben preciso per cui ti ho chiesto di vederci. Cioè» fece per correggersi. «Chiaramente sono anche felice di vederti, ma c'è una cosa di cui vorrei parlare con te»
«Sentiamo» fece guardandola leggermente stupito
«Si tratta di Kōmō, cioè Erina» si corresse.
Jun la fissò senza parole e annuì appena con il capo quando furono portati i drink. «Che c'è?» domandò Tomomi aggrottando le sopracciglia
«No, niente. Cosa succede con Erina san?» rispose scuotendo il capo
«Ecco sono un po' preoccupata. So che ormai stanno insieme» cominciò a spiegare evitando di pronunciare il nome di Sho. «Ho dovuto anche sorbirmela al telefono mentre mi raccontava dei momenti più belli passati insieme: una cosa disgustosa; però mi sembra che sia tutto Ottobre che non si sentano. Non è che il tuo amico si è approfittato di lei prima di scaricarla vero?» concluse con un sorrisino malizioso
«Sho kun? Non penso proprio» rispose lui lapidario. «E' una persona seria lui, non si comporterebbe mai così»
«Bene, te la sei presa. Significa che stai dicendo la verità» fece Tomomi stringendosi nelle spalle
«Non me la sono presa» esclamò Jun, confermando l'esatto contrario. «E comunque non eri tu quella che non voleva immischiarsi nelle storie altrui?»
«Te l'ho detto un giorno in cui mi ero immischiata eccome: ne dovresti dedurre che quando lo ritengo opportuno, lo faccio»
«Io proprio non ti capisco» sospirò il ragazzo abbassando lo sguardo sulla sua bevanda.
Sembrava essersela presa, ma non perchè lei avesse insinuato una cattiveria su Sho: che ci fosse rimasto male aspettandosi di fare discorsi totalmente diversi durante quell'aperitivo in due?
«Ascolta, mi è sembrato di capire che non si siano visti perchè Sakurai san aveva un importante lavoro da fare questo mese. Ed Erina si è impegnata tanto per aiutarvi a realizzare i concerti che non ha avuto nemmeno il tempo di cercare un biglietto» riprese a parlare Tomomi. «Non voglio chiederti tanto, solo se è possibile farle avere un solo posto alla prossima data. Lei sarà lì prima che voi arriviate no?»
«Le scorse volte lei e un collega rimanevano fino al giorno del concerto e poi tornavano a Tokyo. E' successo che partissero quando noi stavamo arrivando, quindi non ci si incontrava» riflettè Jun passando un dito sul bordo del bicchiere. «Ma non so se riesco a recuperare un biglietto per lei, non è così facile. E anche se facciamo così, l'essere nel pubblico non ci assicura che possano passare un po' di tempo insieme» le fece notare
«Voglio fare qualcosa per lei, ma comunque non voglio impicciarmi più di tanto. Se volessi essere certa li chiuderei in uno sgabuzzino, non pensi? No, io le dò una chance di rimanere un giorno in più nella città dove sarete, di farlo sapere a Sakurai san ed eventualmente incontrarsi: coglierla o meno sta a loro, se veramente si amano. Sono proprio strani quei due. O per lo meno lo è Erina» sbuffò Tomomi
«Sei una buona amica, vero?» domandò il giovane idol d'improvviso. Lei lo fissò, stranita da quell'osservazione improvvisa. «Tu ti preoccupi per lei. Vorresti fare di testa tua e importi dicendole qualcosa come: "stupida, chiamalo e vedetevi", però non sopporteresti che qualcuno lo facesse con te allora non lo fai nemmeno con gli altri»
«Beh, sì, più o meno» tentennò la donna. «Ma è perchè è un'amica e la rispetto. Se fosse una sconosciuta non mi interesserebbe credo, o comunque direi più una cosa come: "razza di imbecille, cosa stai combinando!?" e cose simili» spiegò ridacchiando
«Hai fatto così anche con me»
«Con te? In che senso?» chiese, sempre più spaesata. Non capiva dove volesse arrivare Jun con quel discorso.
«Forse avresti voluto dirmi: "dimenticati di quella, accidenti. Lei è morta tu ed io no!", ma non l'hai fatto» spiegò stringendosi nelle spalle. «Mi hai rispettato, hai avuto riguardo per i miei sentimenti e pazienza nei confronti dei miei atteggiamenti. Di questo ti sono molto grato» e chinò il capo
«Esageri» bofonchiò arrossendo leggermente. «Che altro avrei potuto fare? I sentimenti delle persone sono fragili, prenderli con la prepotenza non ci assicura di averli conquistati, ma ci mette in pericolo di spezzarli. Se ti avessi forzato a dimenticare la tua ex e a provare qualcosa per me, probabilmente saresti fuggito e non avresti più voluto vedermi» scosse il capo con un sospiro. «Non era la tattica giusta» concluse prendendo la cannuccia tra le labbra
«Avevi una tattica allora» la prese in giro
«Ma no, insomma» rispose subito confusa. «Non intendevo quello»
«Scherzavo» la rassicurò con un sorriso.
Rimasero di nuovo in silenzio. Tomomi aveva paura di dire qualcosa: Jun aveva abilmente sviato il discorso da Erina e Sho a loro due, o comunque aveva spontaneamente parlato di quello che lei provava per lui ed era un evento piuttosto raro. Se fosse intervenuta avrebbe spezzato quell'incantesimo che sembrava aver appena fatto girare il giovane idol verso di lei per accorgersi della sua presenza, di ciò che provava e del fatto che doveva dare a tutto quello un minimo di attenzione ormai.
Jun ordinò un paio di toast per riempirsi temporaneamente lo stomaco. «Tu non vuoi nulla?» le chiese alzando lo sguardo dal menù
«No, tranquillo. Ho il turno di notte quindi mangerò più tardi» rispose scuotendo il capo
«E' difficile il tuo lavoro, vero?»
«Abbastanza, ma mi piace. E' lo stesso per te o sbaglio?» disse respirando profondamente.
Sembrava che l'argomento più delicato fosse stato solo sfiorato, dopodiché Jun aveva deciso di evitarlo. Si era detta di non mettergli fretta e di non dargli l'idea di essere in attesa di un suo segnale per poter sperare in qualcosa di più tra loro, ma anche lui era ben crudele a cominciare un discorso serio per abbandonarlo il minuto successivo!
«E' vero, è la stessa cosa» annuì. «Ma lo sapevamo già: siamo due fortunati che fanno il lavoro che piace loro anche se poi sgobbiamo come pazzi. Penso che per Sho kun ed Erina san sia la stessa cosa: a lui piace la nostra attività e lei mette passione e carisma nella sua professione. Forse hanno trovato equilibrio nel loro rapporto anche senza vedersi assiduamente perchè sono comunque persone che si sentono personalmente realizzate»
«Forse è come dici tu e io mi preoccupo inutilmente. Ho capito, lasciamo stare questo stupido piano» ammise, quasi delusa
«Ma no, facciamolo» disse Jun, divertito. «L'hai proposto pensando di fare una buona azione per lei e le buone azioni non vanno mai sprecate. Cercherò il biglietto, ma è tutto quel che posso fare»
«Sul serio?» chiese illuminandosi in viso. «Sì, non dovrai fare altro! Solo quello, conto su di te» annuì con decisione
«Bene, in cambio però devi farmi un favore» annunciò il ragazzo alzando un dito in aria, con fare saputello
«Qualsiasi cosa» rispose Tomomi, di getto
«Devi perdonarmi» disse guardandola con aria leggermente dispiaciuta
«Di cosa?» domandò spalancando gli occhi.
Si sentiva totalmente disorientata. Non le sembrava che Jun avesse fatto niente di strano per cui lei dovesse scusarlo. Però non disse niente, la meccanica dei loro discorsi stava diventando quella: lasciar parlare l'altro e scoprire i suoi pensieri poco a poco, come scostando una tenda per sbirciare la forte luce del sole dietro di essa.
«Stavo prendendo delle decisioni. Pensavo a cosa dirti, a cosa fare e a come comportarmi. Insomma cercavo una linea d'azione nel nostro rapporto, ma qualcuno mi ha fatto notare che lo stavo facendo senza di te e che questo mio atteggiamento era molto ingiusto nei tuo confronti» spiegò con calma. «Mi è stato detto di decidere insieme e di essere sincero, quindi ti prego di scusare il mio egoismo di questi mesi e di ascoltarmi» fece chinando il busto in avanti sul tavolo e piegando la testa
«Sì, va bene» riuscì solo a rispondere Tomomi in un soffio
«Non so quando dimenticherò, anzi, a volte ho l'impressione di non voler dimenticare affatto. Ma può darsi che il fatto che io mi preoccupi per quello che c'è tra noi significhi che voglio dimenticare e andare avanti. Se sarà con te oppure no, io non lo so perchè non ti conosco ancora tanto bene e non ho idea se tu possa piacermi o meno. Però so che ora ci sei tu e sei la persona che mi ha sostenuto di più in questi mesi, quella che ha ascoltato ogni cosa e che mi ha dato le parole più significative per cominciare a curare i miei sentimenti» fece una pausa prendendo un profondo respiro. Distolse lo sguardo da lei e fissò altrove mente rifletteva, forse per trovare le parole giuste. «Ho pensato di scappare, perchè accettare di uscire con te mi sembra sbagliato se non sono sicuro di cosa voglio. Mi sento come se ti prendessi in giro o come se ti illudessi e questa cosa è sbagliata. Ma come ho detto prima, mi hanno fatto notare che l'errore stava a monte, nello scegliere da solo cosa fosse giusto per te e cosa no senza nemmeno interpellarti» annuì tra sè alla conclusione di quella frase, quasi che l'avesse ripetuta a memoria e fosse arrivato alla fine del suo discorso preparato in precedenza.
Tomomi ci pensò. Era tentata di dare una risposta egoista perchè tutti quei "se" non la facevano sentire sicura, ma era stata paziente fino a quel momento arrivando finalmente a quell'apertura da parte di Jun, non poteva sbagliare proprio allora.
«Ti ringrazio per la sincerità» disse come prima cosa. «Penso che nei tuoi pensieri tu stessi correndo troppo. So quello che provo, ma nemmeno io ti conosco bene e non so immaginare che tipo di rapporto potrebbe instaurarsi tra di noi, quindi è chiaro che quello che ti avrei chiesto non era niente di serio. Sai, la gente normale prima si frequenta un po' e solo dopo decide che fare» spiegò ridacchiando.
«Quindi vorresti che ci frequentassimo?» domandò Jun appoggiando il gomito al tavolo e fissandola concentrato
«Detta così suona strano» fece lei arricciando il labbro inferiore. «Però il succo è quello. Se vuoi dare un nome a quello che senti comincia ad esplorarlo, no?»
«Ho capito. Va bene» annuì allora il giovane idol mettendosi a mangiar eil primo toast
«Va bene?» chiese Tomomi incredula: era stato tutto troppo facile.
«Sì, va bene» confermò parlando a bocca piena. «Cercherò un biglietto del concerto del 13 Novembre e ti chiamerò per uscire uno di questi giorni» ripetè come segnandosi mentalmente le cose che doveva fare
«Allora ok» concluse lei fissando il suo drink, incredula.
Dopo tanti mesi di tira e molla con quel ragazzo, ora accettava di uscire insieme ogni tanto come se nulla fosse? Non le sembrava vero.
«Se è destino che succeda qualcosa allora succederà, giusto?» domandò Jun inghiottendo il boccone
«Giusto» annuì la donna. «Chissà, magari dopo un paio di uscite non ci sopportiamo più» ridacchiò finendo di bere
«O magari il contrario» propose lui. Ovviamente Tomomi aveva pensato prima al contrario a cui lui si riferiva, ma non aveva avuto il coraggio di mostrarsi così ottimista. «Ti immagini? Magari dopo tutti questi mesi di incertezza, bastano due uscite per capire di voler stare insieme senza alcun dubbio. A saperlo avrei accettato prima, evitandomi tanti dubbi in questi mesi» riflettè guardando il soffitto
«Forse» ammise lei stringendosi nelle spalle. «O forse no. Il problema è che non è mai facile capire qual è la persona a cui siamo destinati. Non è una cosa che si possa vedere» disse sollevando il mignolo
«Ah, parli della leggenda del filo, vero?» domandò Jun notando il suo gesto. «A volte ho pensato di essere legato a Shiori, ma più volte quest'anno ho poi sperato non fosse così: significherebbe non avere più speranza» disse con un velo di tristezza
«Non puoi saperlo» disse la donna appoggiandosi con la schiena alla sedia, per mettersi più comoda. «Il filo rosso è invisibile».


Gliel'ho fatta, questa fine mi sta facendo sudare seriamente. Fra le tremila cose da fare sto disperatamente cercando tempo e ispirazione per scrivere ç_ç aiuto!
Stavolta non sono molto triste XD Non perchè non tenga a questa coppia, anzi, ma perchè so che alla "saga" di Akai si aggiungerà una nuova ff che sarà l'ultima e che sarà proprio quella che tratterà di Jun e Tomomi, dando una degna conclusione alla loro storia. Conclusione che qui sembra sistemarsi solo in maniera temporanea. Quindi non devo salutare questa coppia e non sono triste... è solo un arrivederci. Sì, ci vediamo in Tanpopo.

Dato che il prossimo capitolo è l'ultimo (già, niente epilogo) faccio adesso il sondaggio del miglior personaggio femminile che era stato chiesto da una lettrice così che alla prossima pubblicazione avremo i risultati temponranei (perchè se altre leggeranno questa ff tra molto tempo potranno comunque dirci la loro). Quindi eccolo qui ↓


Pensavo di fare un sondaggio diverso dals olito. Invece di cheidervi di scegliere un solo personaggio, ho pensato di chiedervi di dare un voto ad ognuno. Poi atnto quello che è preferito si capisce facendo la media XD
Quindi, quando avete voglia, date un voto da 1 a 5 (dove 5 è il massimo ed il personaggio è proprio il vostro preferito e 1 significa che l'avete detestato a morte XD)

- Sheridan Erina
- Hanayaka Kokoro
- Nomura Tomomi
- Hang Ying
- Ahn Yun-seo

  
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