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Autore: PK ShowdowN    06/03/2013    3 recensioni
(Prima The final Act, poi il Regista... quando mi deciderò a trovare un titolo adatto? xD)
Una strana e poco rassicurante chiamata del professor Oak costringe Ash a lasciare Unima per recarsi a Sinnoh, a Duefoglie.
Il Team Rocket sembra aver deciso di riprendere il piano "Celebi" fallito quasi 10 anni fa.
Senza porsi troppe domande, Ash accetta la proposta dello studioso, recandosi immediatamente all'aeroporto di Unima.
(Spoiler)
A Sinnoh, una misteriosa ragazza, Green, avrà il compito di accompagnare Ash a destinazione e di aiutarlo, insieme ad altre due ragazze, a svolgere la missione.
Chi sono? Due vecchie conoscenze, Misty e Lucinda, anche loro coinvolte dal professor Oak.
(Altro spoiler)
Si scoprirà che Oak non è altro che il burattino di qualcuno, qualcuno di follemente cattivo, con in mente un diabolico piano, dove nulla è affidato a caso.
Perchè non basta vincere.
No, chi è veramente forte non si accontenta di questo...
In uno scontro tra Pokemon potentissimi, brillanti scienziati e poliziotti, uno scontro contro la propria personalità, contro il tempo, contro tutto...
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Misty, Prof Oak | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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“Su MacChaise, parla! Che diamine significa?” insistette Milligan strattonando il braccio dell’amico.
MacChaise deglutì.
“Sono un fuorilegge, Milligan.”
“Stai scherzando, spero”
MacChaise scosse il capo, prendendo un profondo respiro
“Fu un omicidio colposo a causare tutto ciò, durante una rapina andata a male. Avvilito ed amareggiato per l’accaduto, decisi che questa non poteva essere la fine della mia vita, dovevo in qualche modo espiare le mie colpe!”
Urlò lui in preda ai ricordi, mentre Javert faceva cenno ai suoi uomini di continuare ad udire e registrare la confessione di quell’uomo.
“L’ucciso era un certo Steven MacChaise, decisi che avrei preso le sue sembianze e promisi a me stesso di ripulire questa città da ogni lordura di criminali!” si asciugò una lacrima, quindi riprese.
“Ebbene, ora sapete come è nata la leggenda del grande MacChaise, l’uomo più falso ed ipocrita del mondo. Arresta me, Javert, ma ti supplico di dare una chance, di aiutare in qualche modo il professore e i ragazzi.”
Javert ghignò.
“Vedremo Steven, vedremo. Intanto se mi porgi i polsi mi fai un grande piacere. Ah, per chi non conoscesse il seguito della storia, dopo oltre vent’anni, qualcuno minacciò MacChaise di aver scoperto la verità e di rivelare tutto alla polizia, cosa che poi fece. Rifiutando la condanna di oltre 5 anni di carcere, MacChaise fuggì per oltre un anno, lasciando tuttavia il suo nome collegato ad una sorta di leggenda”
Disse mentre stringeva le manette sui polsi dell’uomo.
Arrabbiato, Ash balzò sul corpo dell’ispettore, scuotendolo.
“Non può fare questo a chi ha arrestato 200 latitanti e oltre mille ladruncoli in vent’anni. Si rende conto?”
Javert si scrollò di dosso il ragazzo, allontanandolo.
“Ha ucciso una persona, moccioso, e basta un errore per rovinarsi la vita. E adesso seguitemi in caserma, prego.”
“E no! In quanto seguaci di Jessy e James, dovrai passare sul nostro corpo prima di far del male a quelle povere innocenti creature. Sono prive di alibi, e non ci vuole un genio a capire che li sbattereste in cella!”
Protestò Jill trattenuto dai poliziotti.
E prima che Javert potesse rispondere, un aliscafo, ancora a tutta velocità, attraccò violentemente al molo di Aranciopoli, schizzando e bagnando i presenti.
Ancora più violentemente, una figura femminile, apparentemente assai nervosa, uscì dal veicolo, imprecando.
Lucinda storse la bocca, poi allungò il collo, cercando di confermare quella familiarità che sembrava avere il soggetto.
Quindi sgranò gli occhi esclamando: “Mamma!”
“Lulù, tesoro mio!” rispose la donna sorridendo e lanciandosi in un tenero, caloroso abbraccio.
Quindi Olga riprese la sua solita compostezza e i suoi piani prima di venire lì.
Si avvicinò al professore, quindi estraendo la maschera dalla borsa gli urlò in faccia agitando il turpe oggetto.
“Si può sapere cosa diamine avete fatto? Una missione importante, come no! Maschere, disordine…”
Ash sgranò gli occhi, tremando.
“Olga, butta immediatamente quella maschera”
“Non metterti a dirmi quello che devo fare e non fare, ragazzino”
Javert toccò quindi la spalla della donna.
“Scusi, ha per caso detto che questo oggetto si trovava nella casa di Duefoglie?”
Olga si voltò verso l’uomo, annuendo. “Ma lei chi è?”
“Javert, ispettore di polizia. Devo requisire la maschera immediatamente” disse afferrandola.
“ahahah”
Javert si voltò di scatto.
“Chi ha riso?”
“Io ho pasta, comunque l’ho sentito anche io”
Sussurrò Ash all’orecchio di Misty.
Javert sbuffò infastidito. Quindi prima che potesse dire altro, cadde a terra, come folgorato.
Ash tremò, osservando i mutamenti che il corpo dell’ispettore stava assumendo. Strinse forte Pikachu e Misty, mentre un bagliore accecava i presenti.
“Ash, quello eri…” bisbigliò Misty impaurita.
“Si Misty. Quello ero io” rispose Ash osservando la figura di un mostro, che, come posseduto da un demone, sbraitava a destra e a manca.
“Rayquaza! Proteggi la folla con salvaguardia!” urlò uno dei presenti al suo Pokemon.
Quindi, mentre nessuno riusciva a capire cosa stesse accadendo, l’uomo misterioso si lanciò addosso al mostro, colpendolo.
Un rumore sordo sancì l’ennesima, ma stavolta decisiva, rottura della maschera in mille frammenti.
Era fatta.
Quindi l’uomo, delicatamente, montò il Rayquaza fissando la folla.
“Sono Giovanni, il vero responsabile di ciò che è accaduto. La maschera della cattiveria è un progetto nato anni or sono ma solo recentemente dai miei tecnici sviluppato. Anche se quello di rendere cattivi è solo un effetto collaterale. Sarete confusi, forse, ma vi basti sapere che quella maschera era collegata a Mewtwo, che a sua volta era collegato a me. Cosa ci avrei fatto io, con quella maschera, non vi riguarda anzi, potete tranquillamente chiedere a quei bambocci ed al mio fratellino, ma cosa è successo a quell’uomo vale la pena di essere raccontato”
Gary deglutì, fissando l’uomo impaurito e pronto a rispondere a qualsiasi tiro mancino.
“La maschera rende innaturalmente ed incontrollabilmente malvagi chi di suo è malvagio. Più semplicemente, Javert è stato complice ad insaputa di MacChaise ed è stato lui ad uccidere lo Steven, incredibile vero?”
MacChaise sgranò gli occhi. Era tutto vero, ma come provare la sua innocenza?
“Prima che mi prendiate per folle, qua ci sono tutte le prove di cui avete bisogno per scagionarvi”
Rispose Giovanni lanciando loro dei nastri di registrazione ed altri dati su dischetti. Non c’era alcun trucco, incredibile!
“Giovanni, perché ci aiuti?” chiese Oak confuso.
“Io non sto aiutando nessuno, sto solo rispettando il mio avversario.”
“Credi che la vita sia un gioco?” urlò Green.
Giovanni ghignò. “Per me lo è”
E com’era apparso sparì via, nei meandri del cielo, inghiottito dall’azzurro.
 
Tutto fu risolto per il meglio.
Lucinda ed Olga tornarono a Duefoglie, e la ragazza ottenne un orario di lavoro ridotto, in modo da poter riallenarsi per le gare Pokemon.
Tell e Pat mandarono in onda tutto il materiale accumulato riguardo questa esperienza. Inutile dire che i ragazzi ed il professore furono accolti come eroi, mentre Javert, una volta riacquistata conoscenza, fu portato immediatamente in carcere.
MacChaise ottenne una medaglia, e gli fu riproposto di tornare in servizio a tempo indeterminato, ma, chissà perché, rifiutò. La dignità non si svende.
Nick e Jill ripresero gli studi, rinunciando ai loro progetti di emulare il team Rocket. Troppo difficile, a quanto pare.
Green tornò a Johto con Gary. Inutile dire che l’antico colpo di fulmine stava per risvegliarsi.
Blaine ottenne il consenso di riaprire la sua palestra alle isole Vorticose, dove ricevette in dono il Mew del professor Oak, che riuscì a liberare dallo strazio della “vita in pochi minuti” (ricordate?)
Ash tornò a Pallet con Misty. Fu sconcertato quando seppe che ciò che era accaduto a Gary, ovvero quella strana malattia indotta dalla maschera, era accaduto anche a lei. Ma non gli balenò per la mente che potesse essere lui il suo vero padre.
Da quel giorno, comunque, si vide più spesso con Misty, prima di tornare ad Unima, come al solito. Ma stavolta qualcosa era veramente cambiato tra i due, e ne erano consapevoli.
Dimentico nessuno? Non mi pare, certo Giovanni quel che farà, farà. È imprevedibile, più di un terremoto.
Chi sono io per sapere queste cose? Sono la voce del tempo, la luce dell’oscurità. Sono tutto e niente.
Perché in fondo, il professor Oak, aveva davvero tirato in ballo la scusa più verosimile per andare a Duefoglie, dove ho seguito e narrato la vicenda.
Io sono Celebi.
  
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