Capitolo I
Ricordi
19 Dicembre Anno 2100, Quartiere 17, Inghilterra.
Era notte fonda, una notte senza stelle e con un forte temporale.
Lungo il marciapiede sporco non passava nessuno, tranne una piccola figura avvolta in un impermeabile nero.
La piccola ombra svoltò bruscamente in un vicolo e scomparve, entrando in un locale seminascosto.
Lilith si tolse il lungo impermeabile, accasciandolo a terra, noncurante della pozzanghera che andava formandosi sul pavimento sotto di esso.
Andava di fretta, lacerata dalla voglia di uscire da quel posto che le faceva venire in mente ricordi dolorosi come ferite.
Era entrata in una stanza piccola, quadrata e buia, con macchie di umidità negli angoli del soffitto.
Un appartamento come un altro.
Si avvicinò alle pareti ricoperte di fogli e ritagli di giornali, era tutto ciò che lui le aveva lasciato, lo aveva scritto anche nel suo testamento.
-Hayden- disse sotto voce.
Iniziò a fotografare accuratamente i ritagli cerchiati di rosso e annotati in più punti, anche se avrebbe voluti portarli via, ma le era stato impedito di farlo dalla polizia.
Uno la colpì particolarmente e dovette fermarsi a leggerlo a causa della sua curiosità.
«Surriscaldamento globale, sarà la causa della distruzione? »
L'articolo recitava a caratteri cubitali e accusatori le colpe che l'uomo aveva verso l'ambiente.
Si avvicinò al secondo articolo, ormai incuriosita da quel groviglio di frecce e annotazioni, e lesse anche il titolo di quello.
«Morta la quinta persona in tre giorni, ignote le cause del decesso »
I due articoli erano strettamente collegati secondo Hayden, ma non capiva il nesso.
Il primo risaliva a venti anni prima, o forse anche di più, mentre l'altro era recente, anche troppo.
Continuò a fotografare per una mezz'ora buona, poi uscì silenziosamente e scomparve, inghiottita dall'oscurità.
I vapori della doccia avevano inondato tutta la piccola stanza della villa in cui Lilith stava studiando e indagando da due giorni.
Uscì dalla doccia e si sedette con la schiena contro il muro, avvolta dal caldo asciugamano.
-Ho scoperto una cosa importante. Ma non devi dirla a nessuno, sai? No...credo che non potrò dirla nemmeno a te. Vedi, ho trovato degli appunti interessanti tra gli oggetti di Miles.
-Raggiungimi.
Queste due frasi le vennero in mente rapidamente, come un getto di acqua ancora più fredda di quella della sua doccia.
Appartenevano entrambe a una persona che conosceva fin troppo bene, una persona fin troppo cara.
Hayden era scomparso tre giorni prima, lasciando una lettera in cui lei era nominata, una lettera che venne interpretata come il testamento di Hayden stesso.
Hayden era un ragazzo che si era insediato troppo a lungo nella vita di Lilith.
Aveva pronunciato la prima frase una settimana prima della sua scomparsa, quando erano ancora entrambi nel Quartiere 5, poi lui aveva iniziato a compiere delle indagini di cui lei non sapeva nulla, arrivando fino al Quartiere 17.
Infine la seconda frase l'aveva scritta vicino al suo nome nella sua ultima lettera.
Raggiungimi.
Si alzò in fretta e cercò di asciugare in modo veloce la lunga chioma castana, continuando a pensare ai piccoli ritagli di giornale.
Alcuni appartenevano ad Hayden, altri, quelli più vecchi, a Miles, un eccentrico personaggio che studiava il passato dell'umanità come se fosse una vera e propria bibbia.
I collegamenti erano troppo sottili, non riusciva a trovarne nemmeno uno.
Ma dopotutto lei sapeva pochissimo.
Aveva deciso che il giorno seguente sarebbe tornata nel piccolo appartamento sulla Terza Strada per cercare gli appunti di Hayden e di Miles.
Odiava il fatto che avessero rinominato totalmente le strade e i quartieri di tutto il mondo con numeri e in alcuni casi lettere. Faceva sembrare tutto sottomesso al controllo dello stato stesso.
Tornando agli appunti, non ne aveva fatto parola con la polizia che indagava sulle recenti scomparse e nemmeno Hayden ne aveva parlato nella sua lettera.
Se riusciva a trovarli avrebbe avuto un grosso vantaggio per capire cosa era accaduto.
Non voleva che la polizia si intromettesse.
Quel 'raggiungimi' le aveva fatto capire che la questione era tra lei e Hayden.
Attraversò il corridoio buio fino all'unica stanza illuminata della casa, quella dove lei si era sistemata.
Si vestì rapidamente, sentendo un senso di nausea alla bocca dello stomaco, accompagnato dalla solita sensazione di sbaglio, di errore.
Quella sensazione l'accompagnava da giorni, ormai.
O forze in realtà non l'aveva mai abbandonata.
Si sentiva sbagliata, stanca e come se stesse vivendo un esistenza vuota.
Anche Hayden la pensava allo stesso modo e questo li aveva sempre accomunati.
Prese in mano una delle fotografie fatte agli articoli nella stanza di Hayden e lesse casualmente un nuovo titolo.
«La morte non esiste, testimonianze di persone che affermano di aver vissuto mille anni. »
Questa volta Lilith rimase sorpresa.
Riconosceva la carta del giornale da cui proveniva l'articolo, era una rivista di avvistamenti soprannaturali alquanto stupida che proponeva ogni mese una grande quantità di idiozie.
Cosa ci faceva un articolo così stupido assieme a notizie di sparizioni?
Strappò il poster che occupava una parete della sua camera e vi attaccò le fotografie nello stesso ordine in cui le aveva disposte Hayden.
Le linee rosse tracciate disegnavano un cerchio che comprendeva tutti gli articoli e le frecce evidenziavano parole ben precise.
Aveva sedici anni, aveva perso una delle persone più importanti che conoscesse e stava per usare le sue vacanze di Natale per indagare sulla scomparsa di numerose persone.
Raggiungimi.