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Autore: xingchan    06/03/2013    4 recensioni
Un drago, un ragazzo ed un demone donna.
La compagnia di Nerima coinvolta in un rito centenario.
In Cina.
Dove nessuno di loro avrebbe voluto tornare.
(Post manga)
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Pugnale'
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Dopo un piccolo momento in cui Yang provò un vero senso di soddisfazione, ve ne fu un altro nel quale era completamente assorto nella contemplazione del volto di Akane. Osservava le sue lacrime scendere a una ad una, come se le stesse contando.
 
Quell'umano aveva osato interferire nel loro tacito accordo, perciò se l'era meritato. Ma vedendo la ragazza che non accennava a smettere di piangere, nacque nella sua testa un sospetto.
 
Akane lo avrebbe odiato. Per sempre.
 
Lei teneva ancora il giovane abbracciato, sfiorandogli i capelli con le labbra sentendo che tutto quell'imbarazzo era sparito.
 
Tutto quello che aveva passato con lui l'aveva fatta credere in qualcosa di più con lui.
 
Ma ora non importava più.
 
Tutte quelle emozioni, belle e brutte, che hanno percepito insieme sembravano volte via insieme al vento. Ricordava che Ranma disse che se ne sarebbe andato via da Nerima, ma non in quel modo!
 
Yang si avvicinò alla compagnia senza farsi notare e, dopo un attimo, ruggì sommessamente. I ragazzi alzarono i loro sguardi verso di lui, e il drago si accucciò davanti ad Akane rimasta con Ranma nella stessa posizione.
 
Non c'era astio nei suoi occhi. Solo una grande sofferenza.
 
La stessa che lui provò a causa della morte di coloro chelui amava. Il drago accennò un sorriso, o quello che poteva somigliare ad un sorriso, alzò il capo e sputò un'enorme fiammata verso l'alto.
 
Dopo di che cadde addormentato, avendo deciso una cosa di cui aveva sentito parlare, ma che non aveva mai cercato di fare.
 
***
 
Era in uno spazio completamente bianco.
 
Non sapeva altro. Era soltanto certo di non trovarsi più dove era fino a qualche istante prima.
 
Ranma mosse alcuni passi, per poi fermarsi subito, non riuscendo a percepire né profondità né limiti. Improvvisamente apparve davanti a lui Yang, e le sopracciglia del ragazzo con il codino s'incresparono istintivamente.
 
Che diavolo voleva adesso? E soprattutto, dove diamine si trovava?
 
-Dove il tutto è niente- disse una voce dal timbro accentuato.
 
-Chi ha parlato?- chiese spaventato, e la risposta l'aveva proprio davanti a sé.
 
-Io...- rispose Yang.
 
Ranma non ci poteva credere. Si mise in posizione di attacco, acuendo i sensi e preparandosi al peggio.
 
Da quando gli animali parlano?
 
Ma Yang udì il suo pensiero e si affrettò a rispondergli. -Questo è un mondo in cui niente è impossibile...-
 
Non ci capiva nulla. Questa era l'unica cosa sicura. E come mai riusciva a sentire le sue sensazioni? E lo irritava il fatto di non sentire niente dal drago.
 
-Spiegati meglio...- disse a voce non essendo abituato a quel tipo di dialogo.
 
-Sei nell'aldilà, o come lo chiamate voi...-.
 
Si sentì morire. Era... morto? Subito si ricordò che fu proprio lui ad ammazzarlo e senza pensarci due volte si scagliò su di lui, ma fu evitato.
 
-Calmati...-.
 
-Non che non mi calmo! Mi dici che sono all'altro mondo e dovrei calmarmi?-.
 
-Sono io che ti ho spedito qui, e ho visto Akane cadere nel più buio sconforto...-.
 
Akane... Gli aveva detto di non toccare Yang nemmeno con un dito ed alla fine è stato lui che ci è andato di mezzo.
 
Scema! Cretina! Stupida!
 
-No... Non prendertela con lei. Sono stato io a raccontarle la mia vita, io la volevo per me ed è stato questo il risultato.-.
 
-Dove è adesso?-.
 
-Lei è ancora in vita. Ma in questo momento la sta odiando con tutta se stessa.-.
 
-Akane...-.
 
-Ho deciso di sacrificarmi per te. Per il bene di Akane.-
 
-Eh? Vuol dire che... posso tornare?- chiese il ragazzo con il codino illuminandosi.
 
Senza rispondere direttamente, Yang cominciò a ribattere senza sosta. -Tu ami Akane-. Era più un'affermazione che una domanda. -Tu hai un segreto. Qualcosa di molto più forte di una maledizione. Qualcosa che non si esprime a parole, e anche se fosse, esse non sarebbero abbastanza.-.
 
Ranma non poteva mentire di fronte a qualcuno che conosceva la sua mente. Per questa ragione rimase in silenzio, continuando ad ascoltare come fa un bambino davanti ad una favola.
 
-La tua è una ferita, che molti ricuciono con leggerezza, ma pochi riescono a mentenere aperta e pulsante. Quando si riesce ad alimentare quel dolore, allora quella sarà l'azione più straordinaria che tu possa mai fare.-
 
-Che intendi dire?-.
 
-Che provi un amore molto forte per lei. Per questo voglio aiutarti. Ma come saprai, non c'è risultato senza sacrificio... Se vuoi tornare in vita, devi dare qualcos'altro in cambio-.
 
-Cosa?-.
 
-La tua maledizione scomparirà.-E qui Ranma gioì, finchè il drago proseguì. -In cambio dovrai darmi qualche notte della tua esistenza... La tua maledizione delle sorgenti sarà cancellata, ma solo per far spazio ad una peggiore: prenderò forma e coscienza su di te una volta al mese quando la luna raggiungerà il suo ultimo quarto.-
 
-E questo che mi chiedi in cambio?-.
 
-è uno scambio, è il prezzo della vita.-.
 
-Che succede se io non accettassi?-.
 
-Rimarrai qui. Senza aver la possibilità di vedere nessuno. Nemmeno Akane.-
 
Ranma cercò di riformulare ciò che Yang gli aveva appena detto: in sostanza, durante quelle notti lui e la sua mente sarebbero scomparsi per lasciare il posto al drago rosso.
 
Ci riflettè per qualche istante, prima di rispondergli. Certo, quell'assurda maledizione sarebbe andata, ma restava comunque il fatto di svanire, anche solo per una notte al mese.
 
-Ci sto, lucertolone! Avrai la tua parte di vita attraverso di me.-.
 
-Bene... Non te ne pentirai...-.
 
Yang si avvicinò al giovane e, toccandogli la fronte con il muso, gli intimò di chiudere gli occhi.
 
Sentirono le loro teste quasi fondersi l'una con l'altra e nel giro di qualche secondo Ranma scomparve dallo spazio bianco.
 
 
Poco prima i ragazzi si accorsero che la figura del drago che sputava fiamme scompariva piano, per poi trasformarsi in un turbine che investì Ranma del tutto. La luce azzurra dei suoi occhi si scontrava violentemente con il fuoco di Yang, ma lo scatto delle palpebre fu così repentino che nessuno lo vide.
 
Il ragazzo avvertiva soltanto lamenti e pianti, finchè non riconobbe la voce di Akane che lo chiamava piano. E successivamente si rese conto che era stretto proprio al suo petto. Ma era troppo confuso per scostarsi e ripetere a iosa di aver frainteso. Aprì leggermente gli occhi e si ritrovò il viso di Akane a pochissimi centimetri di distanza dal suo. Sorrise stancamente, prima di pronunciare il suo nome.
 
Ma la sua voce era troppo debole perchè riuscissero a sentirlo.
 
Si mosse appena e la ragazza con il caschetto se ne accorse. -Ranma?-.
 
-Sono... Sono qui...-.
 
Le pupille di lei si dilatarono, allentando la presa che aveva su di lui per permettergli di alzarsi. Riuscì a mettersi a sedere e osservò Akane che piangeva ma stavolta per lo stupore. Gli si buttò al petto singhiozzando ancora più forte, mentre Shan Pu ed Ukyo fecero la loro parte abbracciandolo anche loro. Però Ranma era molto più imbarazzato del fatto che fosse Akane a stringersi a lui, perciò tentò di allontanarsi da tutte per evitare situazioni equivoche.
 
-Lanma, sono contenta che tu ti sia ripreso!- esordì la cinesina.
 
Tutti esultarono dalla gioia, persino Mousse, Kuno e Ryoga ma solo perchè avrebbero avuto modo di batterlo loro, e non qualcun altro.
 
-Ma che ti è successo?- chiese infine spiegazioni Akane, dopo essersi ripresa. Al che lui si rabbuiò, non volendo svelare quel nuovo sortilegio davanti a tutti.
 
-Ranma, Akane, Akari, Shan Pu, Ukyo...- gli chiamò una voce. Era Xiao Mei che cingeva suo fratello per le spalle, che sorridevano entrambi. -Grazie di cuore...-.
 
Il ragazzino accanto a lei era piccolo, castano, con i suoi stessi occhi accesi e vivaci.
 
Doveva essere anche lui un demone, pensarono tutti prima di rivolgersi a Ling.
 
-TU!- gli sputò il giovane debolmente ma con rabbia.
 
-So cosa ti è accaduto, Ranma.- lo rabbonì. Dopo di che fece un gesto con la mano e se la portò al petto, segno che non l'avrebbe detto mai a nessuno per il resto della sua vita.
 
Stava a lui raccontare il patto fra lui e Yang.
 
-Chiudete gli occhi...- continuò. -E pensate insistentemente alla vostra città.-.
 
Il gruppo fu avvolto da una luce bianca e poco dopo si ritrovarono a Nerima, ma quel poco di forza che avevano non resse e caddero tutti svenuti.
 
 
Akane schiuse lentamente gli occhi nocciola, leggermente umidi ed assonnati. Il suo sguardo spento e confuso scrutò attentamente la stanza, che evidenziava un inequivocabile odore di medicinali e disinfettante.
 
Poi comprese che era una delle camere di ospedale del dottor Tofu.
 
Iniziò a fissare il soffitto senza alcun interesse, mentre cercava ostinatamante di ricordare ciò che era successo. Ancora immersa nei suoi pensieri, distrattamente voltò il capo verso la finestra, che emanava un fascio di luce calda e soffusa. Concluse che il pomeriggio era ormai inoltrato e provò a muoversi per potersi alzare dal letto. Le doleva la testa, così come tutto il resto del corpo. Si portò la mano chiusa a pugno sulla fronte, resa umida da piccole perle di sudore. E così si rese conto delle candide bende che le fasciavano completamente gli arti, compresi quelli posteriori.
 
Indebolita e ferita fino al midollo. Ecco come si sentiva Akane, la testa bruciava, così come i tagli sul corpo.
 
Cominciò piano piano a focalizzare quello che aveva passato con i suoi amici, non riuscendo tuttavia a collegarlo con la pura realtà. Ma le ferite sul suo corpo erano la testimonianza tangibile che quei strani avvenimenti si erano davvero manifestati.
 
E ciò che accadde precedentemente non era da meno.
 
Ma... dov'erano gli altri?
Spalancò convulsamente le palpebre, mentre cominciò a sentire delle voci ovattate che discutevano animatamente. Obbligò le sue gambe a reggere il suo peso, mentre si issava aiutata dalle braccia, ricoperte di tagli più o meno profondi.
 
Ebbe un piccolo giramento di testa, e quando cessò, le voci si fecero pian piano più definite e riconoscibili. Una di queste catturò l'interesse della giovane.
 
-La prego, dottore! Mi faccia uscire da questo stramaledetto letto!-.
 
Era Ranma, e dal tono che stava utilizzando si poteva percepire che stava piuttosto bene.
 
-No, Ranma! Non sei ancora in grado di reggerti in piedi! Finiscila una buona volta!!-. Era il dr. Tofu, che tuonò in un modo che Akane non aveva mai sentito.
 
Da lui, s'intende.
 
Ma il ragazzo continuò ad insistere, nonostante qualche interruzione causata da qualche mugolio strozzato, e la giovane Tendo cominciò ad irritarsi per quel comportamento irrispettoso che Ranma stava assumendo nei confronti dell'uomo.
 
-Che baka!! A quanto pare, non si smentisce mai...-. Però ciò che udì subito dopo le fece cambiare del tutto idea.
 
-Dottore! Lei non capisce!! VOGLIO VEDERE AKANE! ADESSO!-.
 
Il cuore di Akane sobbalzò, dando inizio ad una serie di battiti molto più potenti, come se il muscolo cardiaco volesse abbandonare la sua naturale postazione. Il respiro si bloccò per un istante, per poi ripresentarsi più intenso di prima.
 
Ranma...
 
Ignorando del tutto le ferite che le gridavano pietà, si precipitò fuori dalla sua stanza d'ospedale, cercando di seguire le voci dei due. Solo una porta era socchiusa, ed era proprio da lì che udiva la voce concitata di Ranma.
 
Si arrestò a pochi passi dallo stipite della porta, affacciandosi verso l'interno.
 
Quasi senza rendersene pienamente conto, incrociò lo sguardo color del mare del giovane, il quale aveva delle piccole lacrime mancate agli angoli degli occhi.
 
Non erano ancora scese. Ma Ranma non piange mai, pensò.
 
Tranne quella volta...
 
-A-Akane...-. La sua espressione, inizialmente contratta in una smorfia di preoccupazione, ora era a metà fra lo stupore e la felicità.
 
Tofu si voltò guidato dalla direzione in cui guardava il ragazzo, e per accertarsi che Ranma non avesse le allucinazioni.
 
Ma sorrise quando notò la ragazza, che stava bene. E che era riuscita a camminare con le proprie gambe. -Akane-chan!-. Le sue labbra si allargarono ancora di più, quando Ranma rimase ammutolito.
 
-Eccola...- disse Tofu. -Vi lascio soli...-.
 
Dopo che il dottore ebbe lasciato la stanza, Akane corse verso il bordo laterale del letto, gettandosi al petto di Ranma e cominciando a singhiozzare senza freni. Il giovane ricambiò subito, avvolgendola nelle sue tanto forti, eppure così dolci braccia.
 
-Akane...-. Finalmente, le lacrime che covavano negli occhi del ragazzo si tuffarono sulle sue guance, liberandolo dal peso dell'apprensione che si impossessò di lui non appena fu sveglio. -Stai bene, Akane?-.
 
La ragazza affondò ancora di più il viso nei pettorali di lui, nel vano tentativo di calmarsi. Annuì impercettibilmente.
 
-Stupida! A momenti ci lasciavi le penne!- sussurrò, leggermente infastidito.
 
-Avevo un compito, e... ho dovuto eseguirlo!- rispose la giovane, con la voce incrinata dal pianto. -Sei tu quello che si è ficcato in mezzo e per poco non...-.
 
-Non ce l'avresti fatta da sola, sciocca!- ribattè Ranma con un'aria di sufficienza, cercando di guardarla in volto.
 
Akane si arrabbiò sul serio. -Ma stavi per farti ammazzare, idiota!-.
 
Il ragazzo la legò ancora più tenacemente al suo corpo, facendola aggrappare al suo torace e sussultare di sorpresa. -Maledizione, non m'importa!- sibilò esasperato, strizzando gli occhi per impedire alle lacrime di scendere. -Io non ti lascerò MAI da sola, Akane! Lo vuoi capire?!-.
 
Ad Akane mancò un battito. Aveva sentito bene?
 
Sentì il respiro di Ranma invaderle dolcemente il collo, mentre percepì il suo cuore accelerare le pulsazioni, e sperò che lui non lo sentisse. Ma scoprì che non era la sola a provare quelle emozioni, perchè anche i battiti del ragazzo erano notevolmente aumentati.
 
Forse anche più dei suoi.
 
Possibile che quel cuore battesse come un tamburo soltanto per lei? La situazione comunque era inequivocabile, perciò non poteva essere altrimenti.
 
Chiuse gli occhi, bisbigliando il suo nome senza avere il tempo di formularlo nella propria mente.
 
Egli poggiò delicatamente la mano sulla testa di Akane, per poi farla scorrere sui suoi capelli, invitandola tacitamente a guardarlo negli occhi. Lei rimase incantata dalle sfumature blu intenso delle iridi del ragazzo, scorgendo qualche striatura grigia sparsa qua e là, mentre lui pensò per un attimo che aveva agito troppo d'impulso, ma si disse che non gli importava.
 
Improvvisamente Akane avvertì un piccolo senso di disagio, con quegli occhi che sembravano di pietra puntati su di lei, ma non riusciva a scostare lo sguardo da quello di Ranma.
 
 
Non ricordava che far pace con lei fosse così semplice. Bastava un sorriso o una parola gentile. Forse perchè l'aveva sempre considerata una ragazza abbastanza difficile, lei stessa sapeva che a volte non sapeva gestire le sue emozioni. Ma di certo lui non era da meno. Anche Ranma agiva d'istinto, dimenticando anche solo per un attimo la forza che gli permetteva di rimanere in Giappone.
 
-Tu lo sai che combino solo guai con te se apro bocca...-.
 
-Già...-. Strinse ancora più forte Akane al suo petto, rivolgendole un'espressione seria, mentre lei lo fissava spiazzata, aggrappata al camice, con le guance arrossate per l'imbarazzo. Finchè il ragazzo con il codino non perse completamente la padronanza delle sue azioni. Cominciò ad avanzare verso il volto di Akane, finchè non si fermò a due centimetri dalle sue labbra. Al tocco leggero dei loro respiri che cominciarono a incrociarsi, abbassarono lentamente le palpebre.
 
-RANMAAAAA!!!-.
 
Senza allontanarsi l'uno dall'altra, rimasero sorpresi dall'irruzione improvvisa. Si voltarono, e rimasero pietrificati quando videro tutta la compagnia riunita che li stava fissando, ognuno in modo differente.
 
-CHE DIAVOLO SUCCEDE QUI DENTRO?!-. Un Ryoga fuori di sé cominciò a dare a Ranma del maiale, mentre Nabiki gettò un fischio di meraviglia e soddisfazione per la foto appena scattata, che ritraeva i due ragazzi avvinghiati come solo un polipo potrebbe osar di fare, sul lettino della clinica già stretto, semisdraiati, con le facce praticamente incollate.
 
Colti di sorpresa ancora abbracciati, solo qualche istante più tardi Ranma e Akane realizzarono ciò che stavano per fare. Si fiondarono ognuno agli angoli opposti della camera, con la testa fumante di vergogna.
 
-Ora sì che diventerò più ricca di quel cervello annacquato di Kuno...- asserì la mezzana Tendo, sfoggiando un sorrisone malefico e divertito allo stesso tempo.
 
Ma Tatewaki non la stava nemmeno a sentire, occupato com'era a comporre qualche frase velenosamente sdolcinata per Akane, del tipo: -Non preoccuparti, dolce Akane, io ti amerò per sempre, anche se sei stata 'infettata' da quello sciocco dannato di Saotome...!!-.
 
-Ma-Ma non è come sembra...- gesticolò Ranma senza girarsi, agitatissimo e paonazzo.
 
Shan Pu inarcò un sopracciglio. -E allola cosa stavate facendo?- chiese infuriandosi.
 
-Già!- la seguì Ukyo ringhiando. -Stavate per combinare qualcosa, non è vero?-.
 
Ancora sotto shock, Ranma si voltò per cercare gli occhi di Akane, e quando li identificò, distolsero lo sguardo e si coprirono il rossore delle guance all'unisono, gridando -NIENTENIENTEEE!!!- disperatamente.
 
-Sono felice per voi!!- sghignazzò Mousse, aggiustandosi gli occhiali sul naso, mentre Kuno sventolava la sua spada e minacciava Ranma di morte, gridando vendetta.
 
-Non vedo l'ora di farne dei duplicati e venderli!!!- proferì Nabiki, sventolando la fotografia incriminata davanti a lei.
 
A quell'affermazione, Ranma cominciò a montare la rabbia. Saltò in piedi, ancora preda dell'imporporamento, fortunatamente ormai residuo. -Tu non venderai un bel niente, dannata iena!!-.
 
-Allora mi limiterò a mostrarla a tutta la zona Furinkan!!! A pagamento, s'intende!! Ahahahahahah-. Si dileguò saltellando, farfugliando le cifre da imporre ai curiosoni.
 
Mentre il ragazzo con il codino cominciò l'inseguimento, qualcuno cercò di fermarlo per saldare i conti.
 
-Muori, Ranma Saotomeeeeee!!-. Ryoga e Kuno si gettarono sul ragazzo con il codino, il quale agilmente saltò per poi atterrare sulle loro teste, facendoli spalancare e lacrimare gli occhi dal dolore. Ora non aveva tempo per quei due matti!
 
-NABIKI FERMATIIIIII!!!!!!!-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Allora... Non vi nascondo che ci sono alcuni elementi presi da FullMetal Alchemist. Per chi non conosce il manga o l'anime non fa niente, per chi invece sì lasci perdere comunque. XD Non l’ho corretto prima di pubblicarlo, quindi scusate per gli errori e/o orrori.
Una cosuccia: tutti si aspettavano che Ranma tornasse in vita, ma nessuno si aspettava questo 'scambio di maledizione'. :P Ora c'è solo la questione del fidanzamento da risolvere... Il capitolo è un po' lunghetto perchè non so davvero quando riuscirò a proseguire.
Ringrazio chi mi segue da sempre, chi ha fatto salti mortali per mettersi in pari con le mie storie e i silenziosi.


   
 
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