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Autore: varrysmiles    06/03/2013    5 recensioni
"Sei perspicace. Mi piace" Louis mi sorrise quasi soddisfatto.
Era come se il mondo mi fosse appena crollato addosso; e intendo nel senso positivo.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 "Concentrate - Prologo. "





“Annette! Dov'è quella buona a nulla – borbottò mia “madre”– vieni qui e fai la tavola!” “Si, arrivo signora!” “Muoviti! Devi anche lavare i piatti e mettere a dormire tua sorella! E poi dev--” “si signora, so cosa fare.” le risposi con tono di sfida. “Tu.. tu hai osato rispondermi così? Hai osato?!” Velocemente corse alla sottoscala, e prese una cintura di pelle nera, che usò già molte altre volte. Incominciai a piangere, e indietreggiai spaventata.
“La prego, no, la prego! Non lo farò più. Lo giuro!” “Maledetto quel giorno in cui mi preoccupai per te! Dovevo lasciarti per strada! Maledetta ragazza, perchè sei nata?!”
Le lacrime segnavano il mio viso spaventato; non ce la facevo più. E' da un anno e mezzo che sopporto questa pazza indemoniata.

Mi prese per i capelli, tirandoli, avvicinando la mia faccia alla sua e mi disse quasi ridendo, come se stesse godendo a vedermi in quelle condizioni: “sciocchina, muovi quel culo che ti tieni e vai a buttare la spazzatura! Niente cena per un mese, e sono stata gentile! Vai!”
Piangendo, corsi via da quella lì. In situazioni come quelle volevo solo morire.


Se non fosse stato per mio padre, in questo momento avrei la mia mamma: mio padre, Albert, uccise mia madre a coltellate, un anno fa. E' stato traumatizzante, ogni volta che ci penso mi viene la pelle d'oca. Ora quel mostro di mio padre è in galera e uscirà presto, me lo sento, e sono sicura al centouno per cento che vorrà uccidere anche me. Dorotea, era una mamma come quelle dei film, una donna dolce, simpatica, mentalmente stabile, mi seguite? ....sapete quel detto “gli opposti si attraggono”? be, infatti! Mio padre era proprio il contrario: non era dolce; non è mai stato dolce M A I, non era per nulla simpatico.. e per concludere, non era mentalmente stabile! Devo ancora capire perchè mia madre l'ha sposato.. l'avrà costretta, ne sono certa.

Comunque, piacere cari lettori, io sono Annette Omod, e sono una ragazzina di 20 anni.
Sono esattamente come voi: mi sento brutta, mi sottovaluto, e penso che io sia inutile (alquanto vero)...si insomma, una ventenne normale...sì, possiamo anche definirmi normale, suppongo.

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Stavo camminando per un veicolo stretto, proprio due strade più avanti dalla mia casa, per “buttare via la spazzatura” come mi era stato ordinato precedentemente; adoravo uscire da quel manicomio, ovvero definito 'casa'. Dovevo sfogarmi nel mio modo: fumando. Buttai la spazzatura in un cestiono verde, e poi mi sedetti su una panchina di legno, presi una cicca dalla tasca dei miei jeans e cominciai a buttare via tutto lo stress e la rabbia che possedevo dentro di me.

Non dovresti...” porco di quel cane! Sobbalzai dallo spavento, premendo una mano contro il petto, e di conseguenza facendo cadere la mia sigaretta appena accesa. “...fumare” aggiunse guardando la sigaretta spegnersi. “ho fatto solo tre tiri per colpa tua! Era l'unica sigaretta che mi era rimasta! Troio.” gli dissi urlandogli contro. “mi dispiace, scusa. ti fai del male da sola, sto cercando di aiutarti. Come si dice?..- mi chiese pensieroso- mendoghista?” “Masochista, si dice masochista chiunque tu sia. E perchè vorresti aiutarmi?” “Louis, piacere. Bhe, perchè ne hai bisogno.” mi porse la mano, la guardai quasi schifata per alcuni secondi e sbuffai. “Aggressiva la ragazza, tsk” sussurrò Louis respirando l'aria gelida di quella sera autunnale.  “La ragazza avrebbe un nome: Annette.” “Annette, mh..” “hai qualche problema con il mio nome?” gli chiesi scontrosa. “N-no, è un nome..diverso, interessante.” “Hai una sigaretta?” gli domandai ignorandolo del tutto. “Non fumo” “non fumo” cercai di imitarlo, facendo una faccia schifata e parlando con una voce profonda ma comunque piuttosto squillante. “Ma che simpaticona!” [...] ridemmo per alcuni secondi.

Mi faceva male la mascella: da quanto tempo che non ridevo: che sensazione strana.

“Non hai freddo?” “un po', ma non me ne frega” “ti ammalerai..” mi girai verso di lui, e solo in quel momento mi accorsi dei suoi occhi: cavoli, che occhi: erano profondi come l'oceano, blu come il cielo,ma daltronde giocosi..erano bellissimi. Avevo la bocca semi-spalancata. Ero incantata da quella vista: non ho mai visto niente di così perfetto in tutta la mia vita.

“tutto okay?” mi stava fissando, con una faccia divertita ma anche spaventata.

“certo, ho solo..erm, freddo.”gli dissi incertamente. “te l'ho detto io! Ho sempre ragione, tieni..” si tolse la giacca di pelle, e la pose delicatamente sulle mie spalle. “ma adesso avrai freddo tu!” “nah, tanto abito in questa villetta, non sono tanto distante” indicò una casetta di legno maltenuta. Dalla panchina si intravedeva una signora un po' robusta, e una ragazzina dai capelli lunghi biondi; queste lavavano i piatti in cucina, assieme.

“E' tua sorella?”gli chiesi incuriosita “si, Lottie. E' importantissima per me. Solo che è cambiata ultimamente.” “si chiama crescere” gli risposi scocciata. “uh, ma quanto sei saggia!” “oh ma stai zitto!” gli tirai una pugno sul petto, e ridendo mi disse: “ah, sei forte” “be, devo difende--” non mi lasciò finire la frase, i suoi occhi si spalancarono e fissarono le mie braccia.

“cosa s-sono quei segni?”  “niente, tranquillo. E' solo la mia mamma” gli risposi mentre gesticoavo animatamente.

“tua mamma?” “si be', la devo chiamare signora in casa mia, non è la mia vera mamma: mia mamma è stata uccisa da mio padre, che ora si trova in galera. E questa invece, picchia me e mia sorella, che ha infatti nove anni.” gli raccontai tutto ad un fiato, guardando le mie ballerine nere.

Si alzò dalla panchina, incominciò a camminare avanti e indietro, apparentemente preoccupato.

“Margot? Margot Chillinburg? E' lei tua mamma?” “si, perchè?!” “Annette.. erm, devi scappare” “eh?” “mi hai capito!” “certo che ho capito stronzo, per chi cazzo mi prendi?! Perchè dovrei scappare?!” “quella donna è pazza!” “ma davvero dici?” pensai sarcasticamente. “E' scappata da un manicomio, mia mamma mi disse che maltrattò ragazzine e ragazzi, che le metteva in dei forni e...” [...] Lui non si rendeva conto che raccontandomi queste cose, mi spaventava ancor di più; sto puttano. “basta!” lo fermai; non riuscivo ad ascoltare quelle storie.. ero quasi in lacrime, ma mi trattenei. “scusa Annette..ehi, -mi chiamò accigliato- perchè non vieni a vivere con me?” “E lasciare mia sorella nelle mani di quella lì?! No, scusami, non voglio perdere anche lei!” “mh..” “aspetta.. perchè non nascondiamo mia sorella in casa tua, e scappiamo da Doncaster. Solo noi due. Ci stai?” “sei perspicace.. mi piace. Sì, ci sto.” Louis mi sorrise quasi soddisfatto. Era come se il mondo mi fosse appena crollato addosso; e intendo nel senso postivo... concentrati Anne, concentrati ti prego.

 

 

 

BUONSALVEEEEEE!
Salve popolo! Questa è la mia prima ff pubblicata qui su efp. Non mi convince tanto,
l'idea mi è venuta mentre stavo in bagno,quindi ecco, infatti lol.
Vorrei anche aggiungere anche: so che fa cagare anche agli stitici, ma volevo rischiare un pò.
Spero vi sia piaciuta. Ciao c:
#fansdellapaginadiflò.

 

 

  
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