Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _weirdo    06/03/2013    0 recensioni
La ragazza alzò lo sguardo e i due si guardarono bene. In quel momento non c'era più nessun Luke, nessuna mamma ammalata, nessuna ragazza frettolosa e nessuna amica con le cuffiette da sedici dollari, solo loro due.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 


 

 

Melanie, 11 maggio.
Era davanti al computer, nel suo ufficio.
Erano da poco passate le nove e aveva svolto meno della metà delle sue pratiche.
Aveva promesso al marito una cenetta intima per il loro diciottesimo anniversario, ma tra una cosa e l'altra si era dimenticata di organizzarsi e ora non aveva idea di cosa fare.
Il frigorifero era vuoto e finiva di lavorare tardi, quindi non avrebbe avuto tempo di preparare nulla e per un buon ristorante avrebbe dovuto prenotare settimane, se non mesi, prima.
Non alzò nemmeno lo sguardo quando Andra, una sua collega di lavoro, entrò nell'ufficio.
«Ti ho portato la pratica...» La mora si bloccò quando notò l'aria assente della collega.
«Mel, che hai?» Si avvicinò alla scrivania e si sedette in una delle due sedie vuote, di fronte a Melanie.
«Oggi è l'anniversario di matrimonio mio e di Patrick e quest'anno toccava a me organizzare qualcosa. Me ne sono completamente dimenticata!» Stava per mettersi a piangere dalla disperazione, ma ad Andra venne in mente una cosa.
«L'altro giorno ero dalla parrucchiera e parlavo con una signora: sua figlia tra un paio di giorni si sposa e il ricevimento sarà in questo ristorante, aperto da poco. Dato che, appunto, è aperto da poco non c'è bisogno della prenotazione. Perchè non vai li? Così poi mi dici com'è.»
«Oddio grazie, grazie mille! Mi hai salvata!»
«Prego.» Le sorrise cordialmente. «Ho anche una brochure da qualche parte nella borsa, vado a prendertela. Torno subito.»
Ritornò poco dopo con l'opuscolo e glielo porse.
«Non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza.»
«Ma figurati»
«Mi hanno consigliato il pesce, dicono che sia freschissimo.» Si ricordò di avvisarla prima di ritornare ai suoi incarichi.

Coraline, 12 Maggio.
«Domani mi accompagni a comprare un paio di auricolari?» Coraline era sdraiata sul letto e mentre parlava al telefono con la sua migliore amica si arricciava una ciocca chiara di capelli con le dita.
«Si, certo. Luke mi ha dato buca.» Stava fantasticando su quest'uscita da due settimane e ancora non ci credeva che il ragazzo le aveva dato buca, con quella scusa poi.
«Come mai?» domandò Megan.
«Mi ha detto che i suoi stanno male, hanno mangiato pesce avariato e deve rimanere a casa a prendersi cura di loro.» Sbuffò.
«ohw, ma che tenero.»
«Tenero?! è la scusa peggiore che abbia mai sentito! Poteva semplicemente dirmelo se voleva scaricarmi.» La ragazza stava iniziando ad alterarsi e si percepiva benissimo dal suo tono di voce.
«Secondo me ti ha detto la verità.» Coraline schiocco la lingua contrariata e decise di chiudere la conversazione prima di indisporsi troppo.
«Va be', ora vado. Ci vediamo domani, notte.»
«A domani, notte.»



Bernard, 13 Maggio.
«Amore, oggi devi andare a ritirare lo smoking per domani.» Tra il lavoro e i preparativi per il matrimonio di sua figlia, Bernard, non aveva avuto tempo per andare a ritirare lo smoking e il matrimonio era l'indomani mattina.
Il suo turno di lavoro era quasi finito, mancavano tre minuti ma finché non riceveva la chiamata che segnalava la fine del suo turno avrebbe potuto e dovuto prendere altri clienti.
Aspettò pregando che nessuno richiedesse il suo servizio e per i primi due minuti le sue preghiere funzionarono. Si stava già preparando per sistemare il cartello del fuori servizio quando una ragazza richiamò la sua attenzione.
«Aspetti, per favore!» gridava.
Era giovane, alta e magra. Gli ricordava molto sua figlia e, forse, proprio per questo decise di fare un'ultima corsa.
«Dove la porto?» domandò gentilmente.
«Al Teatro Sociale.» Rispose lei. La osservò dallo specchietto retrovisore e notò che aveva il volto stanco, come se si fosse svegliata da poco.
Insolito, pensò. Erano giusto le quattro del pomeriggio.
La ragazza pagò, scese dal taxi velocemente e si mise a correre verso l'entrata dell'edificio che si trovava dall'altra parte della strada.

Laura, 13 Maggio
«Sicura che sia analcolico?»
«Certo.» Carly, sua sorella, bevve un sorso di quella bevanda verdognola, non sapeva cos'era ma le piaceva. Laura era scettica e continuava a guardare il bicchiere con un'espressione un po' schifata.
«Oh smettila! Vedrai che domani andrai benissimo anche se oggi ti concedi qualche piccola distrazione.»
La ragazza si svegliò con un gran mal di testa quel giorno e decise, allora, di rimettersi a dormire.
Quando si risvegliò era confusa e le ci vollero un paio di minuti prima di rendersi conto dell'enorme ritardo in cui si trovava. Si maledisse mentalmente diverse volte per aver accontentato il capriccio della sorella, la sera prima. Si controllò allo specchio per vedere se era in condizioni abbastanza presentabili, si sistemò i lunghi capelli rossi in uno chignon e uscì di casa dopo aver preso il borsone che, per sua fortuna, si era preparata e aveva ricontrollato diverse volte il pomeriggio precedente.
Uscì frettolosamente dal condominio dove viveva e appena varcato il portone verde petrolio si mise alla ricerca di un taxi.
Ne trovò uno fermo, non lontano da lei.
L'autista, un uomo calvo e panciuto, controllava insistentemente l'orologio e capì che di li a poco il suo turno sarebbe finito.
«Aspetti, per favore!» gridò a gran voce.
«La prego, la scongiuro, potrebbe fare quest'ultima corsa?»
Il signore parve contrariato, ma poi acconsentì. Qualcosa nel tono disperato della ragazza, doveva averlo smosso.
«Va bene, salga.»
Si sistemarono entrambi all'interno della'autovettura e l'uomo le chiese gentilmente la sua destinazione.
«Al Teatro Sociale.» Rispose.
«Eccoci.» Il tassista parcheggiò e lei pagò velocemente lasciandogli una notevole mancia solo perchè non aveva il tempo per aspettare il resto.
Attraversò velocemente la strada e giunta al marciapiede opposto si diresse verso le imponenti scalinate del teatro; nel farlo, però, urtò contro una ragazza con una lunga treccia bionda che sbucava da un berretto rosso e, a suo parere, avrà avuto sì e no un paio d'anni in meno di lei.
Si scusò frettolosamente e continuò per la sua strada.


Coraline, 13 Maggio
«Non riesco ancora a credere di aver pagato sedici dollari per un semplicissimo paio di auricolari neri. è una truffa!» Megan continuava a lamentarsi di quanto i prezzi per un paio di auricolari fossero ingiustamente alti, ma Coraline non le stava prestando molta attenzione.
«Già.»
«Non hanno nemmeno i ricambi dei gommini, non li valevano tutti quei soldi!» L'amica parlava a voce piuttosto alta e gesticolava molto, attirando l'attenzione delle persone a cui passava accanto.
«Già.» La ragazza continuava ad annuire stancamente alle esternazioni di Megan, troppo presa a rileggersi per la tredicesima volta la conversazione con Luke.
Era un ragazzo davvero carino: biondo, riccio, occhi azzurri. Le era quasi sembrato un sogno quando le aveva chiesto di uscire, era difficile credere che uno come lui si interessasse a una come lei; per essere carina, lo era, ma aveva una naturale predisposizione per le figuracce e questo era ben noto a molti allievi della St Rose High School.
«Cory attenta!» Urlò Meg.
Quando si sentì nominare, scollò il suo sguardo dallo schermo del telefono e senza nemmeno rendersene conto si ritrovò a gambe all'aria. Una ragazza dai capelli rossi mormorò un flebile "scusa" scomparendo dietro alle porte di un imponente edificio, sembrava aver una gran fretta.
Un paio di mani la afferrarono per gli avambracci e la aiutarono a sollevarsi da terra. Quando alzò lo sguardo incontrò dapprima i pettorali di un ragazzo, fasciati da una semplice maglietta azzurra con scollo a "V", poi un paio di labbra rosee e carnose. Il suo sguardo si posò infine su un paio di occhi color nocciola.
«Tutto okay?» Le chiese premurosamente il ragazzo.
«Si, si grazie.» Coraline era rimasta incantata da quel viso, era bellissimo, e rimase a fissarlo più del dovuto. Quando si accorse della figuraccia che stava facendo spostò rapidamente lo sguardo, posandolo sulle converse rosse di lui.
«Tranquilla, non mi sciupo.» Commentò divertito.
Le guance di lei si tinsero di rosso.
«Mi chiamo Liam, Liam Payne. E tu?»
«Coraline Hale.» Sussurrò ancora con lo sguardo basso per l'imbarazzo.
«Coraline.» Ripeté lui.
La ragazza alzò lo sguardo e i due si guardarono bene. In quel momento non c'era più nessun Luke, nessuna mamma ammalata, nessuna ragazza frettolosa e nessuna amica con le cuffiette da sedici dollari, solo loro due.


Liam, 12 Maggio
«Questa festa è noiosa! Ricordami perchè sono qua.» L'amico, per quella che aveva contato come la quinta volta nell'arco di due ore, gli rispiegò il piano.
«Perchè io sto aspettando Carly, la ragazza di cui ti ho parlato, e lei purtroppo non può uscire con un ragazzo senza essere accompagnata da sua sorella Laura, ed ecco perchè tu sei qui.»
Patrick iniziò a guardarsi in torno in cerca della ragazza che stava aspettando, il locale era pieno e le luci stroboscopiche della discoteca non facilitavano la sua ricerca.
«Eccole!» Esclamò ad un certo punto. Si fece largo tra la folla, a fatica, trascinandosi dietro l'amico.
Come sarebbe andata avanti la serata, era chiaro fin dall'inizio.
Patrick e Carly utilizzarono le loro bocche - più precisamente, le loro lingue - per fare qualcosa si diverso dal parlare, mentre Liam cercava di non far annoiare troppo Laura.

Liam, 13 Maggio
«Hai capito bene?» Gli domandò l'amico.
«Si, alle quattro meno venti davanti al Teatro Sociale.» Ripeté stancamente.
Per poter continuare ad uscire con Carly, era necessario riuscire a convincere Laura ad uscire ancora con Liam. La ragazza quel giorno aveva un'audizione per il ruolo da protagonista ad un saggio di danza, se si fosse presentato davanti all'edificio per augurare "in bocca al lupo", avrebbe sicuramente guadagnato punti con lei. Non che in realtà gli importasse molto, doveva semplicemente un favore a Patrick.
Liam stava aspettando davanti alle scalinate del teatro da più di un quarto d'ora, domandandosi se all'ultimo la ragazza avesse deciso di rinunciare all'audizione a causa di quel colossale ritardo.
Era deciso ad andarsene, ma poi la vide scendere da un taxi, dall'altra parte della strada. Correva veloce trascinandosi dietro, faticosamente, l'ingombrante borsone.
Non intenzionalmente, urtò una ragazza facendola cadere e scomparve dietro ad un grande portone in legno; non si era nemmeno accorta della sua presenza.
Liam osservò tutta la scena e, senza pensarci troppo, aiutò la ragazza spinta a terra ad alzarsi afferrandola per gli avambracci verificando poi che stesse bene.
Lei lo stava osservando, ma distolse lo sguardo quando capì che lui era consapevole di ciò.
«Tranquilla, non mi sciupo.»
Lei arrossì abbassando il capo e lui la trovò una cosa molto carina e dolce.
«Mi chiamo Liam, Liam Payne. E tu?» Le domandò gentilmente.
«Coraline Hale.»
«Coraline» Quello che voleva essere solo formulato nella sua mente uscì dalle sue labbra.
Al suono di quella parola, la ragazza alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono.
In quel momento, nella mente di Liam, non c'era più nessun favore per un amico, nessuna Laura e nessuna Carly. Solo lei.

 

Hey pretty, what’s your hurry?
Buona sera a tutte, sono “Butterscotchxx” per chi mi conoscesse con quel nome.
Mi sono trasferita sull’account di una mia amica e da ora lo condivideremo per diversi motivi che non sto qui ora a spiegare. Piano piano ripubblicherò anche tutte le altre storie, un bacio B.


P.S. se vi va passate anche dalla sua storia, vi lascio il banner sotto.
 


 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _weirdo