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Autore: Simply96    06/03/2013    14 recensioni
Ciao a tutti! Prima storia su Ian e Nina, spero vi piaccia :) L'idea è quella di ripercorrere tutte le tappe della loro relazione fino a quando sono usciti "allo scoperto". La storia inizia dalle riprese della seconda stagione, quando si è iniziato a parlare di loro più come coppia.
Dal nono capitolo:
Il mio dito scivolò dalle sue palpebre fino al naso, poi delineò le mascella e risalì fino alle labbra.
Nel toccarle, Ian le dischiuse leggermente e il suo respiro caldo accarezzò i miei polpastrelli.
La mia pelle stava andando a fuoco sotto il suo sguardo.
Una voglia improvvisa m’investì il corpo.
Baciami.
Attenzione: all'interno potete trovare parti che sfiorano il Raiting rosso, ma non in modo esplicito. Per chi resta un pò imbarazzato davanti a certe scene, può sempre contattarmi per mp. Buona lettura :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tredici.
When I love you a little less.


– Ian, mi sono innamorata di te. Fattene una ragione. –

La frase aleggiò nell’aria anche dopo esser stata pronunciata. La sua essenza era quasi palpabile.

Ecco, l’avevo detto. Due anni di amicizia smorzati dalle nostre reciproche dichiarazioni, così fuori luogo ma così volute.

Sentivo il fiato corto di Ian, che nel frattempo era rimasto come pietrificato, con un’espressione indecifrabile sul volto.

Era sconcertato, teso.

E io ero sicuramente rossa, segno evidente sia della lite appena finita sia dei forti battiti del mio cuore che risuonavano nel silenzio più assoluto.

Era quasi soffocante.

Gli occhi di Ian non lasciavano i miei e sembravano più scuri di quel che invece erano.

Avrei tanto voluto sapere cosa ne pensava.

Se finalmente avrebbe capito che provavamo le stesse identiche cose, anche se lui aveva tirato fuori le palle molto prima di me.

Era la realtà.

Quello che sentivo per lui, era vero.

Finalmente non provavo vergogna. Finalmente ero riuscita a vincere la mia paura più grande.

Sarei tornata a casa orgogliosa del mio gesto, più viva che mai, anche se ciò avrebbe forse segnato la fine dell’amicizia tra me e Ian.

Non parlai, non ce la feci a rompere quel silenzio demolente.

Mi voltai, lentamente, con lo sguardo alto e fiero.

Aprii la porta e il freddo metallo del pomello si scontrò con il calore della mia mano.

Stavo sudando e nemmeno me n’ero resa conto.

Mi morsi il labbro, desiderosa d’aria, perché mi stava venendo a mancare.

Feci per uscire definitivamente da quella casa, o dalla vita di Ian, ma d’un tratto una forza chiuse la porta quasi con fare minaccioso.

Ero bloccata tra la porta e il corpo di Ian.

Gli davo le spalle e lui continuava a tenere il braccio dritto sull’entrata, teso e leggermente scosso da tremori.

Sentivo il suo caldo respiro contro il mio collo.

Lentamente mi voltai, guardandolo negl’occhi.

Audaci, forti, orgogliosi.

– Nina. – mormorò. Quell’unica parola tremò fra le sue labbra, dischiuse, dal quale a malapena usciva un filo d’aria.

Strinsi i pugni.

Il suo volto era a pochi centimetri dal mio, ma non riuscivo a leggerne l’espressione.

Davvero, non capivo a cosa stesse pensando.

I suoi occhi… i suoi occhi mi avevano letteralmente catturata.

Prima ancora di rendermene conto mi alzai debolmente in punta di piedi, riducendo la distanza dei nostri volti.

Porsi delicatamente le mie mani, sfiorandogli il viso, e lui non si scostò.

Lo avvicinai al mio, cautamente, come se avessi a che fare con una bomba che stava per esplodere.

Mi sentivo intrappolata dal suo sguardo magnetico, che non staccai nemmeno per un secondo.

Chiusi gli occhi, ma solo quando finalmente lo feci.

Posai le mie labbra sulle sue, rompendo il suo sguardo ghiacciato.

Questa volta ero io ad averlo fatto.

Io lo avevo baciato, io avevo deciso di prendergli il volto, io mi ero avvicinata.

Ian dischiuse le labbra morbide e rosee e trovai il suo alito caldo investire il mio.

Il cuore aveva smesso di battere, i muscoli sembravano essersi atrofizzati sotto la sua bocca.

La sua lingua si mosse, lentamente, come se dovesse chiedere il permesso per procedere, ma poi quando la mia si fece avanti, Ian non ebbe più alcuna esitazione.

Mi circondò il bacino con le braccia, stringendomi i fianchi con le mani e posando le sue mani sui miei glutei.

Il suo profumo, la sua essenza, mi era entrata dentro.

Ian aveva ceduto alle sue emozioni più profonde e la maschera d’indifferenza che indossava si era frantumata nelle sue stesse mani, rispondendo a quel bacio in modo tragico e struggevole.

Mi spinse contro il suo bacino in una mossa esperta e sensuale, mentre io non potei far altro che circondare le mie gambe sulla sua schiena, approvando ciò che stava per avvenire.

La confusione e l’insicurezza finalmente se n’erano andati via dal mio modo d’essere e Ian stava avendo il meglio di me.

Si staccò dalle mie labbra, per gustarsi anche con gli occhi il mio volto arrossato e bramoso, mentre io dischiudevo la bocca inumidita e rossa.

Presi nuovamente il suo volto fra le mani e con i miei gesti, il mio sguardo, lo implorai di non lasciarmi più sola.

Di non staccarsi più dalle mie labbra.

Le nostre bocche si trovarono, più aperte e passionari di prima. Non c’era vergogna, non c’era rancore, non c’era crudeltà.

Sembrava che non avessimo mai litigato e che la nostra unica forma di riconciliazione fosse unirci in quel modo.

In un modo romantico, ardente e tremendamente eccitante.

Questa volta non aspettai che fosse lui a prendermi e portarmi sul divano, sul letto o su qualunque altra cosa morbida.

Questa volta mi staccai dalla parete mantenendo i corpi uniti.

Ian indietreggiò, seguendo meccanicamente i miei passi, ma non lasciò che io continuassi la mia avanzata senza fare qualcosa.

Le sue mani scesero sui miei pantaloni, bloccarsi all’orlo. Ian affievolì lentamente il bacio, per poi staccarsi dalle mie labbra.

I nostri occhi, incandescenti, si scrutarono per una frazione di secondo.

Il suo viso pallido era diventato roseo, e questo aveva scattato in me un fremito indesiderato.

– Se pensi di non voler continuare, è meglio se ci fermiamo qui. – mormorò rauco.
Ian cercava il più possibile di mantenere una certa discrezione ed autorità, ma la voce roca faceva intuire tutt’altro.

Continuava a dubitare di me, di ciò che avevo fatto, ma non gliene diedi una colpa.

Non risposi, domandandomi perché, quando mi trovassi con lui, avessi sempre la gola così secca.

Puntai i miei occhi sui suoi, sfidandoli.

Ian aspettava una risposta ma continuava a tenere le mani sulla zip, mentre le mie scesero lentamente sopra le sue.

Con un lento gesto feci scoccare il bottone. Poi, prendendo le sue mani come se fossero un’unica cosa con le mie, mi sfilai lentamente quell’indumento.

Ian sorrise compiaciuto, sorridendo in modo sghembo.

Già, non se l’aspettava. Ma doveva capire che le cose non erano cambiato solo per lui. Erano cambiate anche per me.

Ian si chinò sul mio volto, baciandomi con foga.

Le mie mani cercarono i bottoni della sua camicia che si sfilò con una facilità assurda, finendo in un angolo della stanza.

Tremavo.

Mi prese nuovamente su, tastandomi i glutei con quelle sue mani così calde, morbide e grandi.

Volevo che mi toccassero ogni centimetro della mia pelle, che mi graffiassero, che continuassero a volermi in quel modo così ardente.

Ian mi fece scivolare sul letto, e io nemmeno mi ero resa conto che eravamo entrati in camera sua.  

I nostri sguardi parlavano da sé, i nostri gesti ci confortavano.

E nulla, in quel momento così assurdo e reale, poteva sembrare imperfetto.

Ian mi guardava  con quel suo sorrisetto da sfida, e io continuavo a lanciargli occhiate ambigue.

Le sue mani passarono dalle mie gambe alla mia maglietta stropicciata.

Mi sfilò anche la canottiera, con un gesto veloce e quasi impaziente.

Mezza nuda, completamente sotto lo sguardo e sotto il corpo dell’uomo che amavo, il mio orgoglio restava preservato nei gesti, nei comportamenti, negl’occhi.

Presi il suo volto, attirandolo con cupidigia e bramosità.

Ian passava le mani lisce sulla curva della mia schiena, mentre le sue labbra mordevano le mie.

In uno scatto inaspettato, fui io a rovesciare la situazione, sotto lo sguardo meravigliato e divertito di Ian.

Lasciai che si distese completamente sulla schiena, poi mi adagiai a cavalcioni su di lui.

Mi chinai a baciargli la punta del naso, il mento, le labbra, staccandomi solo per osservare nuovamente e gustare l’eternità del momento.

Passai le mani sul petto nudo e accaldato di Ian, accarezzando il battito e i respiri irrequieti che uscivano con forza dalle sue labbra dischiuse.

– Nina… – mormorò, ma io lo fermai chiudendogli le labbra con un bacio.

Non c’era bisogno di parole di nessun tipo.
Bastavamo io e lui.

Mi piegai a baciargli il collo, succhiando quella pelle liscia e perfetta, mordendo il petto e giungendo all’ombelico, lasciando dietro una scia umida con la lingua.

Accarezzai ogni singolo centimetro della sua pelle con il mio tocco dolce e audace allo stesso tempo.

Ian strinse le lenzuola dietro a sé, schiudendo nuovamente la bocca e inarcando la schiena.

Chiusi gli occhi, assaporando il suo corpo accaldato e risalendo su, per unire nuovamente le nostre labbra.

Con i polpastrelli mi sfiorò la schiena nuda, soffermandosi sulla conca sopra il mio sedere e scendendo lentamente, arrivando sul ventre ed infilandosi nel mio intimo.

Ebbi un brivido di eccitazione che non tenni nascosto.

Lo sentii sorridere contro il mio collo, mentre le sue mani s’instauravano più a fondo nella mia intimità, spingendo.

Un fremito mi percosse e il mio animo vibrò sotto quel suo tocco, mentre le mie labbra bruciavano e si contrastavano con la sua lingua.

Percepivo il movimento delle sue dita ritmato e sempre più spinto, sempre più affondo.

Sembrava che stesse giocando con il mio sesso, ma le sue mani erano fin troppo esperte e il mio basso ventre sembrò esplodere a quel tocco.

Inarcai la schiena, gemendo contro la sua bocca rossa per i morsi che gli avevo dato.

Ian era compiaciuto e, prima che venni completamente, le sue dita scivolarono fuori, lasciandomi insoddisfatta sotto il suo sorriso malandrino.

Le dita risalirono lente percorrendo il tragitto della mia colonna vertebrale e agganciarono il retro del reggiseno, tirandolo leggermente.

Si tolse con un click secco, mentre scivolava lentamente dal mio corpo.

Non c’era vergogna nel mio sguardo, ma una forza e una maestosità che non pensavo di possedere.

Ian sorrise contro le mie labbra, il respiro all’usignolo, il sudore che colava.

Non avremo resistito a lungo. Io non avrei resistito a lungo.

Lo volevo, volevo farlo.  Volevo fare l’amore con Ian.

Deglutii, posando la mano sul petto e contemplando il suo viso.

Ian socchiuse leggermente le labbra, poi sgranò sensibilmente gli occhi.

Aveva capito.

Io sorrisi, di rimando, perché non riuscivo a fare nient’altro.

Non avevo più il controllo sul mio corpo e mi lasciavo trasportare sensualmente dalle sue movenze.

Ian si piegò leggermente di lato per aprire un cassetto del comodino.

Il mio cuore accelerò e sentii il viso arrossarsi ancora di più.

M’inumidii le labbra, mentre Ian prese quella delicata bustina, respirando a malapena.

Feci sì con la testa non appena i suoi desiderosi occhi si posarono sul mio corpo.

Entrambi non potevamo credere a quella realtà.

Ian capovolse nuovamente la situazione e glielo lasciai fare, mentre si posava sopra di me.

Il gioco lo avrebbe condotto lui e questo mi tranquillizzava.

Non facevo più l’amore dai tempi di Ben. Da quasi un anno.

Era più che plausibile il fatto che fossi inesperta in quel genere di cose. Non ero più vergine, certo, ma avrei dato qualunque cosa per esserlo e per consumare quel momento in maniera perfetta, con lui.

Avevo il corpo di Ian sopra, a mia totale disposizione, mentre s’instaurava fra le mie gambe. 
Avevo Ian Somerhalder tutto per me.

Con la punta delle dita mi accarezzò la guancia e sotto il suo tocco la mia pelle andò in fiamme.

Sentivo calore, freddo, tensione, voglia.

Tutto quel che si può provare solo sotto il tocco del palmo di un uomo. Dell’uomo che ami.

Le sue dita fredde contrastavano il calore del mi corpo.

Portai le mie labbra sulle sue.

Ian mi circondò i fianchi, sollevandomi di qualche centimetro e posizionandosi fra le mie gambe.

Lui era pronto, da sempre lo era stato. E io lo stesso.

Continuò a lambire le mie labbra e non si staccò nemmeno un istante dal mio corpo.

Si addentrò con estrema lentezza, mentre io debolmente schiudevo la bocca.

Faceva male, ma mi fidavo di Ian.

Spinse ancora un po’, entrando affondo, e il dolore si affievolì.

Mi riempì in un attimo, mentre le sue labbra si staccavano e riattaccavano alle mie dopo ogni spinta.

Il suo corpo si muoveva, avanti e indietro, in modo dapprima regolato e poi sempre più crescente.

Strinsi i suoi capelli, tirandoli lievemente, mentre una marea di sensazioni facevano capolino dal mio cuore.

I nostri battiti formavano un’unica composizione musicale.

Le mie mani scorrevano lungo la sua schiena, seguendone le movenze e stringendo i pugni a ogni colpo.

Il suo respiro frammentato, ansioso, sempre più vasto e rumoroso copriva il mio più morbido e leggero.

Il tocco del suo corpo si faceva sempre più accaldato e velocizzato.

Si muoveva in una cadenza veloce, intensa e passionale.

I miei sensi erano devastati, forti e corrotti dalla voglia di quell’uomo.

Ero concentrata solo su di lui. Sul suo odore, sui suoi occhi vigorosi e azzurri, come un turbine celeste di tormento.

Il fremito nel basso ventre aumentò in maniera devastante, tanto che non sarei più riuscita a reggere il suo corpo.

Sempre di più, sempre più forte, sempre più superbamente.

Gemetti con voce roca, mentre inclinai la testa all’indietro chiudendo gli occhi e stringendo il corpo di Ian fra le mie gambe.

Le mie mani strinsero le sue che si aggrapparono al lenzuolo, tirandolo straziato.

Esplodemmo nella stessa maniera, nello stesso istante, sotto lo stesso sguardo lacerante.

Mi sentii mancare e d’un tratto l’aria non entrava più nei polmoni.

Ian uscì lentamente, accaldato, e si accasciò accanto a me.

Il respiro mi mancava ed’ero sicura che il cuore mi sarebbe uscito dal corpo se avesse continuato  battere in quel modo così violento e frenetico.

Ian mi aveva svuotata ma sorridevo, mentre il mio corpo cercava di ristabilirsi da solo.

Sentivo le gambe molli. 
Ero stanca, devastata.

Riuscii ad alzare un braccio e tirarmi le lenzuola su, fino al mento.

Restammo sdraiati di schiena  senza dire niente, riprendendo fiato e pensando parole che non sarebbero mai uscite dalle nostre bocche.

Ian si voltò appena e quasi non lo sentii muoversi.

Mi accarezzò i capelli, morbido e dolce come sapeva fare, in una carezza quasi mortale che mi fece socchiudere gli occhi.

Mi avvicinai lentamente al suo corpo, appoggiando la nuca sul suo petto liscio.

Aspirai il profumo che emanava, formando con l’indice cerchi concentrici sulla pelle chiara, attorno al suo capezzolo roseo, mentre Ian continuava a dondolarmi lentamente con le braccia.

Non avevo intenzione di muovermi, di uscire o di tornare a casa. Volevo solo stare lì, sdraiata sul suo petto, in una realtà che ormai ci apparteneva.

Mi assopii prima ancora di rendermene conto, restando nel paradiso che mi ero creata.
 

Una luce inondò il mio volto, accecando i miei occhi che però continuavano a restare chiusi.

Mi mossi un po’, non capendo ancora dove mi trovavo e cosa stavo facendo.

Aprii cautamente dapprima un occhio, poi l’altro. 
Il tutto molto lentamente, mentre restavo immobile, sdraiata.

Ero circondata dalle braccia di Ian Somerhalder.

Avvolto attorno al mio corpo, dormiva profondamente, appoggiando la testa sul mio petto. 

Era già mattino? Avevo dormito tutta la sera e tutta la notte.

Lanciai uno sguardo all’orologio. Erano le sei.

L’ultima cosa che ricordavo era Ian che si accasciava accanto a me.

Ma era davvero un ricordo?nOppure si era trattato di un bellissimo sogno?

No, era successo veramente, e stentavo ancora a crederci.

Sorrisi, portandomi le mani sul viso, incredula di ciò che avevo fatto.

Di ciò che avevamo fatto.

Mi voltai quel tanto che bastava per osservare il suo volto perfetto. Il suo calore avvolgeva il mio e il respiro era leggero.

Io, Nina Dobrev, ho passato una notte nel letto di Ian Somerhalder. Dopo aver fatto sesso.

Alzai uno sguardo confuso verso la finestra, dalla quale potevo scorgere la luce del sole.

Subito dopo, come se non ne potessi fare a meno, posai nuovamente lo sguardo su Ian.

Sembrava rilassato, tranquillo, sereno.

Volevo toccarlo, sentirlo ancora più vicino di quanto già fosse.

Alzai una mano esitante e gli sforai debolmente la guancia con i polpastrelli. Oh…

Con la punta delle dita feci su e giù un paio di volte, accarezzandogli il collo.

Mi soffermai sulle braccia muscolose, sulle spalle…

Ridacchiando sotto voce, alzai anche un lembo delle lenzuola, giusto per vedere se fosse ancora del tutto nudo.

Nha, leggermente delusa, si era messo i boxer.

Sbuffai, accoccolandomi nuovamente sotto la sua ala di protezione.

Ian si mosse un poco, rantolando qualcosa. 


Poco dopo, dischiuse lentamente gli occhi, tirandosi leggermente su con i gomiti.

Non lo avevo mai visto svegliarsi e ciò mi fece sorridere dolcemente.

– Buongiorno. – farfugliai rimanendo sdraiata mentre lui posava lo sguardo sul mio volto.

– Buongiorno. – mormorò cercando di raccapezzarci qualcosa.

Ian Somerhalder, uno tra gli uomini ritenuti più sexy del ventunesimo secolo, era incredibilmente goffo ed impacciato appena sveglio.

Ridacchiai a quella vista, coprendomi la bocca con le nocche.

Lui mi guardò confuso, passandosi una mano fra i capelli e infine tornando a sdraiarsi accanto a me.

– Mi trovi così divertente? – chiese alzando un sopracciglio.

Io m’inumidii le labbra, fingendo di pensarci su.

– Assolutamente si. Sembri un panda. – risposi gustandomi la sua espressione accigliata.

– Qui il panda sei tu. – affermò, passandomi il pollice sotto l’occhio e mostrandomi poi una sottile linea sfumata nera.

Ah, non mi ero struccata. Ah, sicuramente ero orribile. Ah.

Scossi la testa, lasciando perdere quei ragionamenti.

– Ta-da, ora hai visto la vera e spaventosa Nina Dobrev. – commentai sarcastica, godendomi quell’uomo come se lo vedessi per la prima volta.

Ian proruppe in una risatina.

– Non sei così male. In verità sei piuttosto sexy – mormorò, non staccandomi lo sguardo di dosso.

Arrossii e istintivamente portai una ciocca dietro l’orecchio.

Avrei dovuto dire qualcosa riguardo il giorno prima, riguardo ciò che era successo, ma non sapevo da dove iniziare.

Ian scivolò fuori dal letto, indossando una canottiera.

Deglutii, mentre lo seguii con lo sguardo che usciva dalla stanza per entrare in bagno.

Sprofondai nel cuscino, rotolandomi in quel letto che ancora sapeva di sesso.

Non ricordo l’ultima volta che ero stata così allegra e spensierata.

Finalmente avevo fatto ciò che avrei dovuto fare da tempo.

Non potevo crederci.

Non. Potevo. Assolutamente. Crederci!

I paparazzi, il lavoro, le riviste… Nulla è più importante di Ian. 
Nulla è più importante di me e lui.

Mi tirai su, appoggiandomi sui gomiti, continuando a sorridere e a sprizzare gioia da tutti i pori.

Ian uscì dal bagno, sbadigliando rumorosamente.

Si era dato una sistemata, ma a me andava bene anche in versione panda appena svegliato.

Si voltò dalla mia parte, guardandomi divertito.

Poco dopo si avvicinò, regolando bene le distanze, piegandosi su di me.

Appoggiò la fronte sulla mia e lo sentii sorridere, mentre il mio cuore non la smetteva di battere freneticamente.

O forse, potevo sentire anche il suo correre nella stessa maniera?

Non avevamo bisogno di parole, di discussioni o di sederci a tavola e cercare chiarimenti.

Ci bastavamo a vicenda, e questo era ciò che contava maggiormente.

Alzai leggermente il capo, mantenendo attaccate le fronti, e poggiai le mie labbra sulle sue che trovai già dischiuse.



Buonasera a tutti! :D
La foto ovviamente non è dei Nian, ma di una scena Delena... credo. Però bo, secondo me rende l'idea dei Nian :3
Eccoci qui, finalmente, al fatidico e tanto atteso punto 7!
Come..come vi è sembrato? E' la prima volta che scrivo questo genere di cose... e inoltre mi sono dovuta contenere entro i litmiti del Raiting... spero che come prima volta sia andata bene :) 
Nina non si è tirata indietro e, al contrario, al risveglio non si è fatta le precedenti "pippe mentali", come ripensamenti su ripensamenti.
Ian, nello scorso capitolo, era freddo ed indifferente, non si fidava molto delle parole di Nina. Ora invece è aperto e, al risveglio, ha lasciato da parte i rancori e le ferite che lei gli aveva provocato, e fin'ora sembra che si sia tutto risolto :)
Nella recensione di Costantinova mi è stato chiesto di fare un capitolo sui pensieri di Ian in questa situazione :3 Ti rispondo qui così almeno anche gli altri possono leggere e magari dirmi una loro opinione. Mh, non credo di fare capitoli dal punto di vista di Ian, non mi vengono molto bene... però, ce ne sarà uno in futuro, quando analizzerò il mese di Giugno. Potrò fare qualche Flash back di questo periodo, credo sia carina come idea, ci devo ancora pensare!
Il titolo, questa volta, è ripreso dalla canzone di Nelly Furtado e James Morrison, è una frase di Broken Strings. In realtà non centra molto con il capitolo ma stavo ascoltando questa canzone e mi è piaciuta ahaha
Cosa importante: non è sicuro, ma molto probabilmente salterò l'aggiornamento della prossima settimana... mi dispiace...
Per farmi perdonare, vi lascio un piccolo pezzo del prossimo capitolo:

Mi avvicinai, cautamente, come se potesse scomparire da un momento all’altro.
Ian dischiuse le labbra, e le avvolse alle mie.
Mio Dio, quanto avevo penato per quel tragico momento.
Era passata solo una stupidissima settimana impegnativa e non avere il suo sapore su di me mi aveva fatto letteralmente impazzire.
Ma… allora, stavamo insieme?
Ian si staccò un poco, accarezzandomi i capelli, mentre io tornai a respirare. Già, me ne scordavo sempre quando stavo con lui.

Un bacione ragazze, alla prossima :) <3
  
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