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Autore: Damhia_robertadamiano    07/03/2013    3 recensioni
Nessuno può immaginare del pericolo imminente. E che Sharon sarebbe caduta in trappola come un topo. Per salvare il fratello da morte certa è costretta a rubare un'artefatto antico, ma non sa cosa esso contiene e quali danni possa causare. E non si sarebbe mai immaginata di finire nella tana del lupo, proprio lei che è una cacciatrice!
Dal primo capitolo: In una sera apparentemente tranquilla per le persone che dormono nei loro caldi letti, è totalmente diversa per chi in questo momento sta lottando allo stremo delle forze.
Sharon e la sua famiglia stanno combattendo contro degli spietati assassini che amano cacciare di notte e dormire di giorno.
Genere: Azione, Erotico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ciaoo a tutti! Finalmente sono riuscita a sistemare i capitoli e i vari errori.
Spero che non ce ne siano altri, ma se li trovate fatemelo presente. I vostri consigli 
e le vostre critiche sono sempre ben accette.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono e chi si imbarca per la prima volta all'interno di questa storia.
BUONA LETTURA!=)
Damhìa                                                

 

 



1

L’imboscata

 

 

In una sera apparentemente tranquilla per le persone che dormono nei loro caldi letti, è totalmente diversa per chi sta lottando allo stremo delle forze.Sharon e la sua famiglia stanno combattendo contro degli spietati assassini che amano cacciare di notte e dormire di giorno. E loro nella foresta e solo con l’ombra della tiepida luna, riescono perfettamente a vedere. Invece, Sharon non ha più le forze neanche per respirare, figuriamoci lottare con altri tre di quelle creature notturne. La sua famiglia cerca di rimanere in piedi, ma anche loro non ce la fanno più.Nel cielo notturno la luna evidenzia le chiazze cremisi nei loro abiti e, soprattutto, nei canini di quelle bestie. Hanno già fatto sei vittime tra uomini e donne quella notte. Sharon li avrebbe vendicati costi quel che costi. La ragazza sta lottando con un colosso pieno di muscoli, alto due metri con grandi occhi rossi come il sangue. Le labbra in un continuo ghigno la fanno mandare in bestia. Come una macchina senza freni cerca di sferrare più colpi possibili, ma lui è molto veloce e la maggior parte li evita con molta facilità e grazia. In un battito di ciglia le arriva un colpo in pieno stomaco facendola piegare in due col fiato mozzato. I suoi genitori hanno circondato uno dei vampiri sferrando il colpo finale con uno stiletto d’argento dritto al cuore. Il vampiro in men che non si dica si polverizza trasportato via dal vento. Sharon non ha il tempo di riprendersi che le arriva un pugno in faccia, stendendola a terra. Il fratello maggiore sta lottando con un altro di quei maledetti succhia-sangue. La ragazza rimane stordita e in quell’arco di tempo accade l’immaginabile. Altri cinque vampiri appaiono da dietro gli alberi. Il vampiro la blocca a terra, senza poter muovere un muscolo. L’ultimo ad uscire è un succhia-sangue con occhi infuocati dalla fame, lunghi capelli neri legati all’indietro in una coda bassa e un abito elegante giacca e cravatta. Sharon non ha il tempo di emettere suono che i vampiri si attaccano alla gola dei genitori, mentre quello vestito elegantemente stende con un colpo il fratello maggiore e lo trascina vicino a lei. Adesso più di prima la ragazza è convinta di essere caduta in una trappola bella e buona. Non sono per niente vampiri di poco conto, tutt’altro, pensa. I genitori si dimenano, inchiodati, tra le braccia dei vampiri. Li vede e non può fare niente per salvarli. Li sente urlare per i modi brutali con il quale stanno succhiando il sangue dal collo dei genitori. Le manca il respiro e la gola si secca facendole male. Si dimena, cercando di colpire il vampiro che la trattiene a terra e che le fa vedere quella scena raccapricciante. Vede ancora tutto appannato, non sa ancora come non sia finita KO. Ma il colore scarlatto che scorge scivolare lento dalla bocca dei vampiri lo vede chiaramente, quasi con la stessa chiarezza del giorno.
«Alzala. Falle vedere la morte dei suoi genitori» ordina il non-morto in cravatta con tanto di sorriso.
Si dimena sempre più per fargli lasciare la presa, ma non funziona. Urla per l’irritazione.
«Lasciami maledetto succhia-sangue schifoso!» urla tirando un calcio indietro, nei gioielli di famiglia. Lui si accovaccia con un impercettibile lamento e lascia la presa. Sharon coglie l’occasione per correre a salvare i suoi genitori, ma viene ripresa all’istante con un altro sestante pugno allo stomaco che le toglie il respiro. Le lacrime iniziano a rigarle il volto, anche se non vuole far vedere la sua debolezza. Osserva inerme gli ultimi respiri esalati dai genitori che la guardano con occhi ormai vitrei e senza vita. Urla quando li gettano a terra come sacchi della spazzatura.
«Ops! Ma tu guarda, sono morti. Peccato, non c’è stato alcun divertimento. Eppure erano rinomati cacciatori di vampiri» si burla il vampiro col codino.
«Sei un assassino schifoso!» urla con le lacrime ormai ad offuscarle la vista. Quello che la tiene ride.
«Speravo durassero di più» continua nonchalance. «Però c’è sempre tuo fratello» ride con malignità.
Lo alza con una sola mano e si porta il collo del ragazzo alla bocca. Passa la lingua sui lunghi canini, mentre la guarda con aria di sfida.
«Lascialo stare! Cosa vuoi?» chiede, senza neanche comprendere il perché di quella domanda. Cosa può mai volere un vampiro da loro, semplici umani?
Il vampiro sorride e butta il ragazzo svenuto a terra, ritraendo i suoi bianchi canini affilati in quella sue dentatura perfetta.
«Mi piace la domanda che hai fatto» dice soddisfatto. «Ho messo in atto questa scena per un solo scopo» la guarda. «Voglio che mi porti un raro artefatto» conclude, senza dare troppe spiegazioni.
«Perché non te lo vai a prendere tu? Sei un vampiro, non dovresti avere problemi a rubare» sbotta.
«Vedi. Colui che ce l’ha è un vampiro. E io non posso rubare qualcosa che appartiene ad uno della mia razza» si avvicina alla ragazza.
«Non capisco» scuote la testa. «Perché io?»
«A lui piacciono le donne. E’ estremamente gentile, per essere un vampiro» fa una smorfia di disappunto. «Aiuta gli umani dando loro vitto e alloggio in cambio di sangue. Questa è una mossa intelligente, devo ammetterlo. A volte lo faccio pure io. Solo che non le lascio vive. Adoro cacciare» ghigna.
«Se è un umano che ti serve, ripeto la domanda. Perché io?» si è già stufata di chiederglielo.Vuole infilzare quel vampiro come un pollo allo spiedo, per cuocerlo a fuoco lento e farlo agonizzare.
«Gli umani sono deboli ess…»
«Anch’io sono umana» interrompe il discorso del vampiro.
In un battito di ciglia il non-morto si trova a due centimetri dalla sua faccia e le stringe il collo, ringhiando come un animale feroce.
«Non ho finito di parlare. Quindi sei pregata di non interrompere mentre mi esprimo» stinge ancora di più le sue fredde mani sul tenero, caldo e pulsante collo. Vede i canini del vampiro che si allungano e Sharon non ha il tempo di ribellarsi che si piomba sul collo affondando i canini nella carne. Sharon non si è aspettata una mossa del genere ed rimasta senza fiato, con la paura di morire. Dopo forse la terza sorsata del vampiro, Sharon si sente con le gambe e l’intero corpo senza forze. Se non fosse per l'essere che la tiene, sarebbe sicuramente caduta a terra. In un attimo si rende conto di quanta vita scorre nelle sue vene. Sharon chiude gli occhi aspettando che le tenebre l’avvolgano, ma così non è. Il vampiro passa la lingua sul collo della ragazza.
«Davvero deliziosa» si lecca le ultime gocce cremisi dalle labbra, lentamente. Sharon sviene, non prima di sentire distintamente la voce del vampiro.«E va bene, termineremo il nostro discorso un’altra volta. Ho aspettato duecento anni, che sarà mai un giorno in più? Caricateli in macchia e andiamo» ordina e si dirige spedito oltre il bosco.

 

L’incessante scuotimento e il dondolio frenetico fa venire il mal di mare a Sharon che apre gli occhi, ritrovandosi legata come un salame a mani e piedi. Dà una lenta occhiata in giro e nota di essere sdraiata sui sedili posteriori di una jeep. Le gira la testa e chiude gli occhi per alcuni minuti. Tanto, anche volendo non può andarsene da lì. Soprattutto legata e con un vampiro alla guida e un altro al lato passeggero. Di scatto riapre gli occhi ricordandosi del fratello. Le sale l’angoscia quando non lo vede insieme a lei. Pensa di averlo perso per sempre e le lacrime tornano pungenti a farle visita, ma le trattiene con un enorme groppo alla gola. Il respiro si blocca e non riesce più a respirare per il dolore che prova per la perdita dei suoi familiari. Non ha il tempo di pensare che lo sportello si apre e viene trascinata fuori dall’abitacolo. Il corpo della ragazza non risponde, si accorge in ritardo che non ha forze.
«Ti sei svegliata eh!» sorride il vampiro caricandola in spalla come un sacco di patate. «Così Evan sarà più contento» s’incammina il non-morto.
L’unica cosa che Sharon riesce a vedere è il fondoschiena del vampiro e il terriccio che scricchiola sotto gli stivali neri borchiati.
«Dov’è mio fratello? Cosa gli avete fatto?» colpisce con i pugni la schiena possente del vampiro.
«Tuo fratello è già dentro» la sistema brutalmente sulla spalla.
«Ehi!» si lamenta la ragazza.
Il non-morto sale le scale e apre il portone della villa dirigendosi nel soggiorno, dove la butta sgarbatamente sul divano color panna.
«Ringrazia di stare su un morbido divano anziché nella camera delle torture» ghigna di sghembo, spaparanzandosi accanto a lei, poggiando i piedi sul tavolino in mogano scuro.
Sharon si accorge che gli occhi del vampiro sono verdi e non rossi come li ha visti mentre hanno lottato. Capelli biondi tirati all’indietro con il gel e un piercing d’argento sotto il labbro inferiore. Un viso squadrato con il naso leggermente irregolare. Un corpo possente e muscoloso come un pugile. E i suoi cazzotti ne sono la dimostrazione, pensa amaramente. Può avere al massimo trent’anni, parlando di età umana. Si guarda intorno. Il soggiorno spazioso ha mobili classici in legno scuro con soprammobili e accessori di tutti i generi, di inestimabile valore. Vasi decorati a mano, gingilli vari e quadri di pittori famosi che decorano la stanza in modo appropriato.
«Giù i piedi dal tavolino, Jordan.» Il vampiro col codino si siede sul divano opposto.
Sharon l’osserva portarsi alla bocca un sigaro e accenderlo. Nota i suoi occhi scuri come la profondità del mare osservarla. Aspira il sigaro e butta fuori il fumo dalla bocca. Il suo viso ovale è coperto da una lieve barba ben curata. Sharon pensa che in età umana può avere massimo quarant’anni. Ha il fisico completamente diverso da quello di Jordan. Gli unici muscoli che ha sono quelli della tonda pancia dentro la camicia bianca che protende oltre la cintura dei pantaloni. Si alza le maniche della camicia facendo apparire un grosso orologio in oro. Allenta la cravatta levandosela e sbottonandosi leggermente la camicia. Aspira nuovamente il sigaro in silenzio, mentre accavalla una gamba sopra l’altra.
Jordan, accanto a lei, toglie i piedi da sopra il tavolino e allarga le braccia sulla spalliera del divano sfiorandole una spalla. Lei si scosta disgustata. Mi vogliono far perdere la pazienza per caso? Oppure cucinarmi a fuoco lento? Perché non parlano?
Sharon si sente frustrata, arrabbiata e con una punta di paura perché non ha idea di cosa aspettarsi da quei loschi tipi. Ancora silenzio.
«Maledizione! Cosa volete?»
«Ah voi umani non sapete proprio aspettare. Una cosa che ho imparato in duecento anni è la pazienza mia cara» aspira il sigaro.
«Io non ho a disposizione duecento anni, quindi» fa spallucce con un ghigno. «Dov’è mio fratello?» chiede.
«Tutto al suo tempo. È ancora vivo. Dipende da te se lasciarlo vivere o no.»
Sharon non ha il tempo di rispondere con le rime che un giovane vampiro, vestito con pantaloni alla militare e una t-shirt a maniche corte nera, arriva con in mano una valigetta che dà ad Evan. L’impazienza di Sharon aumenta ancora di più.
Evan con tutta la tranquillità di questo mondo poggia la valigetta sul tavolino e la apre facendone uscire dei fogli.

 

   
 
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