07/03/2013
1 recensioniI.
-La farfalla più bella-
Se ne sta li seduto, con una penna in mano pronta per scrivere e lo sguardo perso in qualche pensiero troppo nascosto per arrivarci adesso. Non parla e non mangia, dice che adesso non ne ha bisogno, fa quasi paura. Il fantasma di un sorriso naviga nella stanza, perché ormai, sono poche le occasioni in cui si fa vivo.
Sembra che stia per dire qualcosa, ma non parla, risponde a malavoglia al cellulare e di tanto in tanto schiaccia qualche tasto per assicurare a Perrie che sta bene. Come se ce ne fosse davvero bisogno.
Sono gesti meccanici i suoi. Parlare, mangiare quanto basta e di tanto spiccicare qualche frase con le sorelle per non farle preoccupare troppo. Pensa che nessuno se ne accorge, ma una madre sa.
Sa quando c’è qualcosa che non va. Sa quando il figlio sta cambiando. Sa quando è preoccupato. Lei sa tutto. Perché è l’ha visto crescere, l’ha visto cambiare.
L’ha visto diventare da Zain Jawaad Malik, il ragazzino di Bradford con origini Pakistane, una passione per la musica e il terrore per il ballo e l’acqua a Zayn Jawaad Malik, non più ragazzino ma uomo sicuro di se, che riesce a concretizzare i suoi sogni e vincere le sue paure.
L’ha visto da bruco a farfalla, spiccare il volo sotto i suoi occhi con una maestosità che hanno in pochi, con la voglia di scoprire il mondo e conquistarlo.
Ma anche quando impari a volare, ci sono sempre cose che devi scoprire, che solo una madre ti può dire e insegnare.
«La mia farfalla» mormora Trisha. Era preoccupata, lei, più di tutti.
Il volto stanco e curioso del figlio si gira nella sua direzione, scrutandola con curiosità e irritazione. Aveva ancora molto da fare, troppo per perdersi in futili chiacchiere di famiglia. «Mamma» pronuncia quel nome con misurato tono, ma sta per scoppiare da un momento all’altro. Non è mai riuscito a contenere bene la rabbia, riesce a farla trasudare in ogni singola frase con un’acidità molto più superiore di quando aveva dieci anni «Sono impegnato, è urgente?»Il suo sguardo lascia intendere tutt’altro, ma era troppo preoccupato per esplodere con la donna che le ha dato la vita.
«Stai bene?» chiese la donna guardandolo con aria preoccupata. Dai suoi occhi si legge solo un quarto di tutta quella preoccupazione, e solo quella sarebbe capace di far piangere il mondo intero. «Si» rispose lui con rabbia crescente «E se era solo per questo potresti gentilmente chiudere la porta? Sai, cinque canzoni non si scrivono da sole»
Trisha sente le lacrime pungerle gli occhi, ma non si fa beffare da una ragazzino che chiamava figlio. Perché è questo quello che è e rimane. Suo figlio. La sua farfalla.
Ma infondo non poteva sperare in niente.. Le farfalle non parlano.
Nota autrice:
Non mi sento realizzata, non sento sinceramente nulla. Carino, vero? No, fa cagare.Non so se ho reso l’idea della psicologia di Zayn, ma pazienza. Doveva andare diversamente ma, mi accontento. Infondo, magari potrebbe uscire meglio nel prossimo capitolo.
Comunque bando alle ciance. Vi e piaciuta? Non vi e piaciuta? Mi volete cacciare dal forum perché dopo una One Shot sto subito pubblicando una piccola long?
Lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Se non ho pareri non posso continuare e adioss idea.
Un bacio.
Helsi.