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Autore: Mattev    07/03/2013    0 recensioni
L'amore è come una serata donata all'alcool. Si comincia un po' per provare, un po' perché attratti dai brillanti colori e i dolci profumi ma, in seguito già al primo sorso, ci si accorge del forte amaro che ci lascia in bocca e, così, ne prendiamo distanza, promettendo che non ci avvicineremo più a quelle infernali tentazioni; che ingenuità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bevvi molto quella sera. Avevo appena chiesto al DJ, un amico di vecchia data, di mettere quella canzone, quella d'un tempo ormai perduto della mia vita; mi avrebbe malinconicamente rallegrata rammentare il passato. Una lenta canzone stava delicatamente riempiendo la sala con le sue prime note, pronta a spezzare la decadente melodia con un ritmato battito dal tono grave, mentre, l'alcool, che mi costrinse a sedere su un divanetto a bordo pista, si stava facendo sempre più vivo e bollente nel mio corpo e, per trascorrere l'infinita durata di quella canzone, le osservavo, le danzanti e amorevoli coppie che tra un tempo e l'altro si scambiavano impudenti baci o affettuosi abbracci annessi a silenziose frasi all'orecchio riguardanti qualsiasi tipo di promessa che mai avrebbero mantenuto. Quale oscena relazione psicologica ci costringe per raggiungere il carnale? Mi posi questa domanda quand'era troppo tardi, quando ormai quella piacevole, illusoria e quasi obbligatoria connessione sentimentale era stata brutalmente spezzata, senza preavviso, senza il minimo presagio.
L'amore è come una serata donata all'alcool. Si comincia un po' per provare, un po' perché attratti dai brillanti colori e i dolci profumi ma, in seguito già al primo sorso, ci si accorge del forte amaro che ci lascia in bocca e, così, ne prendiamo distanza, promettendo che non ci avvicineremo più a quelle infernali tentazioni; che ingenuità. Basta l'attimo di percorrere pochi passi dal bancone che la testa comincia a girare, lo stomaco si chiude e la mente, estranea ai due primi fattori, comincia lentamente a scollegarsi dall'essere conscio che dovrebbe governarci, obbligandoci nel tentativo di rinsavire sedendoci. Perdiamo padronanza del nostro tempo e delle nostre azioni. E' come stare al cinema a vedere un film; vediamo un enorme schermo, che ci avvolge da lontano, che ci mostra la vita con gli occhi di qualcun altro e seppur ci rendiamo conto il protagonista compia azioni estranee al nostro modus operandi, continuiamo compiaciuti ad assisterne le disavventure, come se fossimo davvero due esseri diversi. Per questo motivo ci rialziamo e torniamo a prendere in mano la bottiglia. La vogliamo ma sappiamo che è sbagliato, ma quando ci pensiamo, ormai il gusto amaro sta nuovamente scendendo giù per la bruciante gola. Si ricomincia da capo, ci si allontana, ci si siede, ci si rialza, si torna a bere e così via finché l'amaro non diventa qualcosa di talmente passeggero da essere dimenticato in un sol battito di ciglia, poiché sovrastato dall'estasi del sesso. Sesso, sesso, sesso e sesso. Sarebbe bello se finisse tutto in un ammasso di corpi che fa sesso solo per il piacere di farlo, consapevole della propria azione e responsabile degli eventuali errori. E invece ci ostiniamo a bere sempre gli stessi drink, i quali, come se non fosse scontato, cominciano a non bastarci più poiché stufi di assaporare sempre i soliti gusti. Perdiamo il controllo, ci stufiamo, vogliamo qualcosa di più forte, ma non siamo neanche in grado cambiare, esausti dalla precedente scelta. Siamo ormai totalmente distaccati dal mondo esterno, non sappiamo più cosa vogliamo e cosa pensiamo di volere e, anche capendolo, non ne avremmo il coraggio o ne perderemmo l'interesse, forse perché siamo ormai affranti o stanchi di cercare quel sapore che ancora non abbiamo avuto modo di provare. Ormai l'alcool ci ha presi con se, pronto a portarci via anche quel poco di sensi che ci rimangono, cullandoci nel beato sonno della monotonia.
Il buio. Il momento migliore di una relazione; è finita. Non sappiamo se stare male o se stare bene. Siamo coscienti solo del fatto d'essere relativamente liberi ed indipendenti. Ma il buio dura poco. Basta serrare un momento gli occhi e ci si ritrova sdraiati in un pub, alle sette del mattino, con gli abiti sporchi di vomito ed un inserviente armato di scopa che cerca di svegliarvi dandovi dei colpetti con il manico dell'attrezzo, avvertendovi dell'ormai passata chiusura del locale.
Mi alzai, ringraziai l'uomo, mi sciacquai il viso ed uscii. Salita in macchina attesi qualche minuto per riprendermi e poi misi in moto. Andai a casa, mi pulii e diedi da mangiare al gatto. Scesi in strada e comprai un mazzo di fiori. Dovevo andare al cimitero.
   
 
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