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Autore: Alina83    23/09/2007    0 recensioni
AVVISO SPOILER! La storia contiene notizie relative a capitoli del manga non ancora usciti in Italia!
Questa fanfiction parte quando Nana e i Blast stanno per fare il loro concerto di debutto, dove si stanno per recare anche Misato e Fujimo.
Hachi è incinta. Questo evento ha sconvolto la vita di Nana e del gruppo. Ma un fatto e una scoperta porteranno un altro sconvolgimento nella vita della cantante ed un riavvicinamento alla sua migliore amica ed al suo amore Ren.
Nana, da sempre sola e orgogliosa, si ritroverà circondata di gente che la aiuta e la sorregge in questa difficile prova, dove dovrà giocarsi il tutto per tutto, persino al suo irrinunciabile orgoglio, per superarla ed essere finalmente felice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Yasushi Takagi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Signorina Osaki, sua sorella si è sentita male... so che le sembrerà assurdo, ma da mesi stavamo indagando sulla sua famiglia... e proprio stasera che volevamo che vi incontraste, ecco...
Mai si fece di fuoco. Corse a chiamare Yasu.
"Lo sapevo... ora Nana saprà che io ne ero al corrente sin dall'inizio... e non si fiderà più di me... Misato... che cosa le sarà successo?"

Miyake si avvicinò a Nana, ma lei si scostò.
- Signorina Osaki, è sua sorella! So che è sconvolta, ma in questa situazione... venga, l'accompagno in ospedale.
- Yasu! - Nana si girò verso l'amico che era appena entrato insieme a Mai. - Dimmi se è... possibile...
Yasu guardò Mai, che sembrava più inquieta del necessario. Ella annuì.
- Nana, che cosa pensi? - chiese Yasu.
- Canterò ancora due canzoni. Non posso deludere tutte quelle persone lì fuori.
"Questa è Nana" pensò Yasu.

Non ci fu nessun bis, naturalmente, e mentre l'ultimo accordo della chitarra di Nobu svaniva, Nana e Yasu scesero dal palco e si fiondarono nell'automobile di Miyake, dove già Mai li aspettava. La ragazza dovette confessare tutto: di aver sempre saputo che sua madre aveva una nuova famiglia, di aver scelto quel nome falso... il nome di qualcuno molto vicino a lei. Sempre più vicino, ora che l'auto prendeva velocità. Yasu stringeva la mano di Nana, che era fredda.

"Quante volte ho sognato questo momento? Quante volte? Da bambina, aspettavo dietro i vetri... sulla veranda della pensione... per la strada... di rivedere i tuoi occhi, mamma... di correre nelle tue braccia... è troppo tardi! Non posso più perdonarti... ma lei, lei che già mi vuole bene..."
Ripensò alla lettera di ammirazione che Misato le aveva spedito, a quel legame che aveva sentito di avere con lei, senza nemmeno conoscerla... qualcuno aveva persino notato che le somigliava! Si strinse a Yasu, mentre le lacrime le scorrevano sulle guance. Finalmente.

Era in piedi accanto alla madre, con gli occhi di nuovo asciutti, a parlare con i medici. C'era suo fratello, e quella ragazzina con gli occhiali che sembrava la sua fidanzata... che piangeva. Lui cercava di consolarla, ma era disperato più di lei.
- Stava male... ed è voluta venire lo stesso al concerto... per te, Nana... ha detto proprio così. - disse il ragazzo. - Io credevo che avesse un po' di febbre, non potevo immaginare!
- Nana - si rivolse a lei la ragazzina, tra le lacrime - io sono Fujimo, la migliore amica di Misato. Noi eravamo state scelte tra le fan della nostra prefettura come invitate alla vostra festa dopo il concerto... ma adesso non ci sarà nessuna festa, se tu non sei là... Nana... ma come hai saputo cosa era successo? Perché sei qui?

"Per colpa di un paparazzo ficcanaso" avrebbe voluto rispondere. Un paparazzo che per una volta aveva ficcato il naso al momento giusto. Che adesso la stava fotografando di nascosto, da dietro il distributore delle bibite, ma sentiva di poterlo perdonare. Sua madre, no...


- Yasu...
- Nana, cara...
- Sta per morire. Ha i miei stessi occhi, i miei stessi capelli, è mia sorella... e sta per morire!
- Che cos'ha esattamente? Te l'hanno spiegato?
- Una forma di leucemia fulminante... improvvisa, capisci? Era sempre stata bene, finora...
- So che queste cose possono succedere. In questi casi, bisogna trapiantare il midollo osseo. Lo possono fare i parenti, se sono compatibili...
- Dici che io potrei farlo? - Nel cuore di Nana apparve la speranza. - Dici che potrei chiedere se...

La madre e suo marito avevano già fatto il test. Lei non era abbastanza forte da poter subire un'operazione, mentre lui, semplicemente, non era compatibile. Il fratello nemmeno.
Nana volle provarci. E quando le dissero di sì, quando capì che la vita di Misato era nelle sue mani, sentì una forza immensa che illuminava la sua mente, la sua memoria, cancellando ogni rancore, ogni lacrima...

Quando Nana si risvegliò, sua madre era accanto a lei. Si sentiva debolissima, tanto da non riuscire a muoversi. Ma le avevano detto che era una cosa normale.
- Nana... devo dirti grazie... devo dirti...
Lei chiese un bicchiere d'acqua, fingendo di non aver sentito. Poi voltò la faccia dall'altra parte. Quando la madre, rassegnata, si era alzata per andarsene, disse:
- Dimmi chi è mio padre.
E la madre cominciò a raccontare.

- Quando avevo la tua età, ero ribelle e sognavo di venire a vivere a Tokyo. Tua nonna avrebbe voluto che l'aiutassi con la pensione, ma io non ne avevo nessuna intenzione. Così, appena ho potuto, l'ho fatto davvero... il salto.

Nana sentì un tuffo al cuore. Quello che aveva vissuto lei... somigliava alla madre così tanto?

- Conobbi un uomo e andai a vivere con lui, ma tra noi le cose non andavano bene. Poi, un giorno, mia madre mi telefonò. Era ammalata, e non riusciva più a mandare avanti la pensione. Così tornai al mio paese e l'aiutai finché non fu ristabilita. Ma una sera, mentre tornavo a casa... un uomo mi seguì... era ubriaco, mi buttò a terra e mi violentò...

Ecco. Era come se l'avesse sempre saputo. Stranamente questa rivelazione era troppo orrenda per scuoterle i nervi. La lasciò scivolare...

- Lui, dopo, si scusò. Mi chiese scusa, capisci? Io non lo denunciai. Lo conoscevo. La moglie era una donna dalla salute malferma, avevano due figli. Mi ricordo di Tacchan... di quegli occhi impauriti quando il padre era nei paraggi... Non potevo esporre quella donna e quei bambini alla vergogna, alla miseria... lui era un uomo orribile, ma quella era una famiglia. Quando mia madre fu in grado di riprendere in mano le redini dell'attività, tornai a Tokyo. Con lui, dopo il mio ritorno, litigavo sempre più spesso, finché non mi accorsi di essere incinta. Non seppe mai che il bambino non era suo, ma se ne andò comunque. Nascesti tu...

"Io sono nata a Tokyo..."

- Lavoravo, tu crescevi, la nostra vita era semplice. Credevo di essere felice. Ti amavo... devi credermi, io ti amavo. Ma un mio collega cominciò a parlarmi con dolcezza, a corteggiarmi. Dopo quello che era accaduto, non mi ero più avvicinata ad un uomo. Ma adesso era diverso...

- Continuo io. Ti sei innamorata. Avevi paura di perderlo, quindi non gli hai detto nulla di me. Mi hai portato dalla nonna e mi hai abbandonata. L'hai sposato e avete avuto due figli...
La madre crollò il capo.
- Ma non mi hai ancora risposto. Chi è mio padre? Come si chiama? Voglio sapere il suo nome!
- Quell'uomo... quello che mi ha violentata... ma che importanza ha? Ho cercato di dimenticare... e adesso...
- Il suo nome.
  
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