Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: kagome123    07/03/2013    5 recensioni
Sono passati 15 lunghi anni da quando Inuyasha, Kagome e i loro figli sono rimasti bloccati nel presente a causa dell'inaspettata chiusura del pozzo mangia ossa; ora Inuki e Kaori, ormai adolescenti, vivono, insieme alla loro famiglia, una vita normale tra i banchi di scuola. Ma le loro giovani vite saranno sconvolte da un avvenimento improvviso... Ed ecco voi il sequel di "Una nuova avventura"!! Nuove avventure e nuovi personaggi vi attendono. Cosa aspettate? Leggete e commentate numerosi!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 40
Capitolo quarantesimo - La promessa di Midoriko 




[Villaggio Musashi

XVI° Secolo
Fine della settima luna]
 
“Ancora pochi minuti e sarò giunto a destinazione.” Commentò un giovane monaco sulla ventina mentre avanzava, sicuro e fiero, per quel sentiero erboso.
 
Erano trascorsi quasi quattro anni dal giorno in cui aveva deciso di lasciare il villaggio e ora si trovava nuovamente lì, per un motivo che non sapeva neanche spiegarsi.
Abbassò lo sguardo, focalizzando la sua attenzione sul pezzo di stoffa di Hinezumi di colore rosa che teneva avvolto attorno alla sua mano destra e un sorriso colmo di amarezza gli si disegnò in volto mentre volava veloce con la mente a quel giorno di fine estate di tanti anni prima in cui, per un crudele scherzo del destino, era stato costretto a separarsi dall’unica donna che avesse mai amato in tutta la sua vita.
 
 
[Inizio Flashback]
 
Kaori imprecò per l’ennesima volta in quella giornata.
Erano già due volte che perlustrava in lungo e in largo quella dannata caverna e ancora del suo amico non aveva trovato neanche una piccola traccia.
Stanca e disperata, prese posto su una grande roccia appena all’esterno della grotta.
 
‘Si può sapere dove diavolo ti sei andato a cacciare, Shiro?!’ Urlò nella sua mente, portando le mani tra i capelli. 
 
In quel momento un rumore quasi impercettibile raggiunse le sue orecchie, facendola voltare di scatto.
 
‘Ma questo è…’
 
In men che non si dica si ritrovò a correre in quella direzione.
 

 
Shiro si muoveva con passo veloce tra i numerosi alberi che riempivano quel lato della montagna mentre il suo sguardo cadeva incessantemente sulla sua mano destra, dove sentiva il rumore del vento farsi sempre più forte.
 
'Maledizione. Il foro del vento è giunto quasi al limite e io sono ancora troppo vicino alla caverna. Devo fare presto. Non voglio rischiare di mettere in pericolo la mia famiglia e i miei amici. Se dovesse accadere, sarebbe una punizione peggiore della morte.’ Disse tra sé e sé mentre la figura di Kaori si materializzava nella sua mente, infondendogli coraggio.
 
Dopo circa mezz’ora di cammino, il ragazzo si ritrovò nelle vicinanze di una piccola gola. Si avvicinò al dirupo, studiandone la forma e il corso del fiume. Ma si rese ben presto conto che le sue acque scorrevano troppo veloci tra quelle impervie insenature e che quindi era impossibile attraversarlo senza venirne trascinato.
 
“Devo trovare un modo per andare dall’altra parte e subito.” Commentò, portandosi una mano al volto, pensieroso.
E così, perso in quei pensieri, non si accorse del branco di lupi che lo stava velocemente circondando.
 

 
 
“Quel rumore sta diventando sempre più forte. Devo essere vicina.” Disse Kaori mentre correva ad una velocità assurda tra gli alberi della foresta.
 
Improvvisamente un forte odore di lupo e sangue raggiunse le sue narici.
 
‘Maledizione, Shiro! Si può sapere in che razza di guaio ti sei andato a cacciare?!’ Urlò nella sua mente, agitata e aumentando ancora di più il passo.
 

 
Il giovane monaco si portò una mano al braccio ferito.
Sentiva il sangue scivolare copioso per tutta la sua lunghezza fino a cadere sul suolo roccioso.
Scosse più volte la testa per cercare di riprendersi.
Davanti a lui c’erano più di un centinaio di lupi che lo fissavano minacciosi e che gli impedivano di fuggire.
 
‘Dannazione. E ora che faccio?!’ Urlò nella sua mente mentre si guardava intorno, confuso e agitato.
 
Era ancora perso in quei pensieri quando un piccolo gruppo lo attaccò, cercando di prenderlo di sorpresa, ma Shiro riuscì a liberarsene con una serie di finte e mosse veloci, facendoli precipitare nel dirupo dietro di lui.
 
“Tsk! Credevate davvero di potermi prendere di sorpresa una seconda volta?! Sarò pur ferito ma… SONO ANCORA PERFETTAMENTE IN GRADO DI FARVI FUORI UNO PER UNO!”
 
Irritati, gli animali mostrarono le zanne e ringhiarono forte.
Poi si gettarono tutti su di lui, attaccandolo da ogni angolazione.
Il giovane contrastò quasi tutti quelli attacchi ma, a causa del poco spazio che aveva a disposizione, si ritrovò, suo malgrado, a scivolare giù nel dirupo. Fortunatamente il ragazzo riuscì ad aggrapparsi ad una sporgenza ma i lupi, per nulla intenzionati a lasciarsi sfuggire una così facile preda, lo raggiunsero quasi subito, muovendosi agilmente tra le varie rocce.
 
‘Forse è meglio così. In questo modo potrò morire senza fare del male a nessuno, portando la maledizione con me.’ Commentò nella sua mente, chiudendo tristemente gli occhi in attesa del suo destino.
 
Ma proprio un attimo prima che potessero raggiungerlo, Kaori si materializzò tra il ragazzo e gli animali, salvandolo da morte certa.
 
Shiro aprì gli occhi, scioccato.
“K-Kaori?! Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?!” Balbettò, insicuro e scendendo dalle spalle della ragazza.
 
“Fhè! Potrei farti la stessa domanda. Perché sei sparito senza dire nulla?!” Ribatté, liberandosi di un nuovo gruppo di lupi che la stava attaccando e mettendosi a ringhiare agli animali.
 
“Io… io… avevo i miei buoni motivi per farlo…” Disse con un filo di voce, evitando di guardarla.
 
“E credi veramente che andartene per morire da solo come un cane sia un motivo più che valido?!”
 
“Kaori, forse tu non capisci. Io non riesco quasi più a trattenere il vortice e…”
 
“Lo so benissimo questo! È grazie al rumore del vento proveniente dalla tua mano che sono riuscita a trovarti!” Spiegò, interrompendo bruscamente il discorso del compagno.
 
“E allora perché mi hai raggiunto pur sapendo benissimo il rischio che stavi per correre?!”
 
“PERCHÉ NON VOGLIO CHE TU MUOIA IN QUESTO MODO ASSURDO, SHIRO!  IO…”
Ma l’intero branco di lupi l’assalì, impedendole di concludere quella frase.
 
Agitato, il giovane monaco cercò di avvicinarsi per aiutarla, ma gli stessi lupi glielo impedirono, frapponendosi tra lui e la mezzo demone.
La cosa andò avanti per alcuni minuti poi quando le urla disperate di Kaori giunsero alle sue orecchie, Shiro non capì più nulla.
Spinto dalla disperazione più totale, si liberò del rosario che teneva avvolto attorno alla sua mano e aprì il vortice, risucchiando al suo interno tutto ciò che aveva davanti.
Poi, quando anche l’ultimo lupo fu scomparso, un dolore lanciante lo avvolse per tutto il braccio, facendolo urlare.
Con uno sforzo immane riuscì a chiudere la mano, avvolgendola malamente con il lungo rosario.
 
“Argh! K-Kaori! Stai bene?” Chiese.
 
Kaori si portò una mano sulla gamba martoriata e sanguinante, gemendo appena.
“S-si. N-non preoccuparti per me. Si può sapere perché diavolo hai aperto il vortice?!”
 
“Se non lo facevo, quel branco di lupi ti avrebbe sbranato! Non vedi come ti hanno ridotto?!” Urlò.
 
“Si… ma adesso tu…”
 
“PREFERISCO SACRIFICARE LA MIA VITA PIUTTOSTO CHE VEDERTI MORIRE DAVANTI AI MIEI OCCHI!”
 
I due ragazzi si fissarono a lungo, mentre un silenzio imbarazzante si impadroniva di quel luogo, rotto soltanto dall’incessante rumore del vento proveniente dalla mano del ragazzo.
Poi, contro ogni sua aspettativa, Shiro vide la mezzo demone alzarsi e avanzare lentamente nella sua direzione.
 
“Ferma lì, Kaori! N-non puoi avvicinarti! Il mio vortice potrebbe squarciarsi da un momento all’altro!” Urlò, con voce tremante, cercando di bloccare le sue azioni.
 
Ma Kaori non gli diede ascolto, portandosi più vicino e cominciando a fasciargli il braccio con un pezzo di stoffa del suo yukata.
 
“Shiro… io… sono più che sicura che… riusciremo a trovare una soluzione. Quindi… perché non raggiungiamo gli altri prima che… sia troppo tardi?”
 
Shiro scosse più volte la testa poi, fattosi più vicino, la baciò teneramente sulla fronte.
“Addio, Kaori-chan.” Le sussurrò ad un orecchio, prima di sparire velocemente all’interno della foresta.
 
Ripresasi dallo stato di shock in cui era caduta, la ragazza cominciò a corrergli dietro ma un boato e una luce fortissima illuminarono a giorno quel luogo, facendo tremare ogni cosa nell’arco di parecchi chilometri. A causa dell’onda d’urto, Kaori si ritrovò a volare dalla parte opposta, andando a sbattere duramente contro una delle grandi rocce che abbondavano in quel luogo.
Gemette forte, mentre tutto davanti a lei assumeva una decisa colorazione rossastra.
Portò una mano tremante sulla fronte insanguinata per poi guardarsi intorno, stordita.
Le urla strazianti di Shiro giungevano chiare e forti alle sue orecchie e una sensazione di disperazione assoluta la avvolse quando si rese conto di non riuscire più a muovere le gambe.
Incapace di trattenersi, scoppiò a piangere ed ad urlare a sua volta mentre si trascinava su quel suolo roccioso usando la sola forza delle braccia.
Fu in quel momento che la Shikon no Tama le scivolò dalla tasca dello yukata, rotolando leggermente alle sue spalle. Il tintinnio sprigionato da quei movimenti attirò la sua attenzione, facendola voltare di scatto.
 
“La Shikon no Tama? Ma… cosa diavolo ci faceva nella mia tasca?” Si domandò, insicura, mentre afferrava con la mano tremante quel piccolo oggetto da cui proveniva una forte luce violacea.
 
Era ancora persa in quei pensieri quando una pazza idea cominciò a solleticarle la mente.
 
‘E se non dovesse funzionare?’ Domandò, scettica, la vocina dentro di lei.
Dopotutto non aveva tutti i torti.
Essendo lei un mezzo demone, c’era il forte rischio che tutto quel potere le si rivoltasse contro.
Però…
…se non l’avesse fatto, sarebbe stata costretta ad assistere, impotente, alla morte del ragazzo che amava e questo… non se lo sarebbe mai perdonato.
E così, fatto un profondo respiro, strinse la sfera al petto ed espresse il desiderio.
 

 
“Inuyasha. Sei proprio sicuro che Shiro si trovi all’esterno di questa caverna?”
 
“Si, Miroku. Poco fa ho percepito un forte odore di sangue provenire da lì.”
 
“Un forte odore di sangue?!” Ripeté, agitata, Sango e stringendosi più forte al marito.
 
“L’ho sentito anch’io. E, se non ho fatto male i miei calcoli, Shiro e Kaori non dovrebbero essere molto distanti.” Disse Inuki, entrando anche lui nel discorso.
 
“Allora Kaori… è riuscita a raggiungerlo.” Commentò Kagome, visibilmente preoccupata.
 
 “Quindi… che facciamo adesso?” Chiese Ikkuko, insicura.
 
“Che domande? Li raggiungiamo!” Disse Shippo con un’espressione seria in volto e apparendo alle sue spalle.
 
“Fhè! Non posso che essere d’accordo con te, pulce. Andiamo, ragazzi!” Urlò Inuyasha, aumentando la velocità.
 
Li avevano quasi raggiunti quando il boato e poi una luce accecante li colsero di sorpresa, bloccando la loro avanzata e facendoli arretrare sensibilmente.
 
“Ma che diavolo…?!”
 
“Oh no! È Shiro! Il suo vortice si è…”
Ma l’uomo non poté concludere la frase perché sua moglie aveva iniziato a piangere ed ad urlare come una pazza.
 
“Siamo arrivati troppo tardi! Oh, figlio mio!” Disse tra i singhiozzi e nascondendo il volto tra le vesti del marito.
 
“NO! Forse siamo ancora in tempo per salvarli entrambi!” Urlò Inuyasha, facendo scendere la compagna dalle spalle e sparendo rapidamente alla loro vista.
 
“Ma… ma… dove va?” Domandò Kagome, agitata.
 
“Non lo so. Forse è riuscito a percepire qualcosa.” Spiegò Inuki, facendosi più vicino alla madre.
 
“Ora come ora possiamo solo sperare che riesca nel suo intento.” Commentò Ikkuko, mentre il suo sguardo triste si spostava sulle figure dei genitori i quali, sconvolti e disperati, continuavano a piangere senza sosta.
 
E fu in quel momento che una grande colonna di luce si elevò in quel luogo, avvolgendoli tutti con il suo tepore caldo e rassicurante.
 
[Fine Flashback]
 
 
L’incessante tintinnio del Shakujo, compagno fedele di tutti i viaggi che aveva compiuto, risvegliò Shiro dal torpore in cui era momentaneamente caduto, facendolo tornare bruscamente con i piedi per terra.
Era passato molto tempo dall’ultima volta che si era abbandonato ai ricordi e adesso si sentiva decisamente stordito.
Sospirò poi, portata una mano al suo grande cappello di paglia che lo proteggeva dai caldi raggi solari estivi, riprese velocemente il cammino fino a quando l’immagine del suo paese natale non gli apparve davanti agli occhi.
 
“Sono a casa.” Sussurrò tra sé e sé, sorridendo dolcemente.
 

 
 
“Così non va. Stai sbagliando tutto, Yuichi. Ripeti l’esercizio ancora una volta!” Urlò Sango al figlio, spazientita ed arrabbiata.
 
A quelle parole il bambino raccolse senza alcun sforzo apparente una grande ascia arcuata dal suolo.
“È tutta colpa del vento che mi fa sbagliare traiettoria. Non sarebbe meglio cambiare esercizio per oggi, madre?” Domandò, asciugandosi il sudore dalla fronte.
 
La donna scosse più volte la testa.
“No. Devi imparare a combattere in ogni situazione, qualsiasi essa sia. Quindi preparati, figlio mio. Non ce ne andremo da qui finché non sarai riuscito a colpire almeno la metà dei bersagli.”
 
“Sempre severa come al solito, madre. Anche se sono trascorsi quasi quattro anni dall’ultima volta che vi ho visto, non siete cambiata di una virgola!”
 
La donna, udita quella voce, sobbalzò.
“S-Shiro?” Sussurrò con un filo di voce, incapace di fare alcun movimento.
 
Il giovane uomo le si portò vicino, abbracciandola da dietro.
“Tadaima, Okaa-san.”
 
“Okaeri, watashi no musuko.” Rispose semplicemente la donna, mentre numerose lacrime di felicità cominciavano a scivolare silenziose sul suo volto.
 
…......
Più tardi, quella sera, l’intera famiglia si ritrovò davanti al fuoco per festeggiare e Shiro non impiegò molto a rendersi conto che, durante quei lunghi anni in cui era stato via, molte cose non erano affatto cambiate.
 
I suoi fratelli più piccoli, Ken e Yuichi erano alle prese con il duro allenamento per diventare sterminatori e passavano la maggior parte del tempo insieme alla madre; Aya e Maya, ormai pratiche nel combattimento e abili spadaccine, accompagnavano già da tempo Ikkuko e lo zio nelle loro missioni più pericolose; Kagome infine faceva la sacerdotessa a tempo pieno, combattendo, insieme al padre, demoni e spiriti di ogni genere.
 
“Contro quanti demoni hai combattuto, Shiro-nii?” Domandò eccitato il piccolo Yuichi, tirandogli scherzosamente la manica del suo abito monacale.
 
“Anche se adesso hai quasi otto anni, non sei cambiato per niente, fratellino.” Commentò, scompigliandogli amorevolmente i lunghi capelli scuri.
 
“Il tuo potere spirituale è diventato davvero considerevole. Che tipo di allenamento hai fatto per ottenere un tale risultato?” Chiese Kagome, guardandolo e studiando attentamente la sua aura.
 
“A quanto pare hai superato la tua timidezza, sorellina. Sono felice per te.” Disse ripensando alla piccola sacerdotessa dei suoi ricordi trasformata ormai in una giovane donna.
 
“È vero che hai persino attraversato l’oceano e raggiunto il continente?” Domandarono all’unisono le due gemelline, euforiche e spensierate come sempre.
 
“Siete sempre le solite esagerate, ragazze! Certo che non l’ho fatto!” Ridacchiò, posando entrambe la mani sulle loro teste castane.
 
“Non sapevo di avere un fratello maggiore così forte!” Balbettò il piccolo Ken, correndo verso il fratello e accoccolandosi tra le sue gambe.
 
I suoi grandi occhi blu lo fissarono a lungo, curiosi e orgogliosi.
Shiro non poté fare altro che lasciarsi sfuggire un sorriso.
Quel bambino gli somigliava così tanto.
 
Poi il suo sguardo si focalizzò sulla figura di sua sorella maggiore la quale non aveva smesso un solo attimo di guardarlo.
“Lo sai che sei diventata ancora più bella, Ikkuko-neechan?” Disse con il suo solito sorrisetto cretino stampato in faccia.
 
Ikkuko si abbandonò ad una sonora risata.
“Se non fosse per quella barba lunga e incolta che ti ricopre il volto, non avrei notato nessun cambiamento in te!” Commentò ironica, toccando, affascinata, la folta peluria.
 
“Mio padre portava la barba fin da giovane. Forse hai ereditato questo aspetto da lui.” Spiegò Sango portando lo sguardo al cielo, persa nei ricordi.
 
“Se è davvero così, non immagini l’invidia che sto provando nei tuoi confronti, figlio mio. Solo per farmi crescere questo misero pizzetto mi ci sono voluti anni!” Commentò Miroku, dando al figlio una leggera pacca sulla spalla.   
 
Shiro scoppiò a ridere.
“E pensare che io avevo persino intenzione di liberarmene! Con il caldo che fa, non sono più in grado di sopportarla!”
 
“Vieni con me, Shiro. Credo sia venuto il momento di insegnarti qualcosa che, di certo, ti sarà molto utile in futuro!” Disse il monaco adulto, invitando il giovane figlio a seguirlo.
 
I due uomini lasciarono quel luogo, dirigendosi silenziosamente verso il fiume.
 
 
 
“Ecco fatto. Ho finito. Va meglio così, vero?” Domandò Miroku, posando su un panno bagnato gli strumenti per la rasatura.
 
Shiro si portò una mano al volto, assaporando la sensazione della pelle liscia sotto le sue dita e osservando, curioso, la sua immagine riflessa nelle limpide acque del fiume.
Non ricordava nemmeno più quando era stata l’ultima volta che si era sentito così.
La barba aveva cominciato a crescergli circa un anno prima, sul finire dell’estate, dimostrandosi utile nei lunghi e freddi mesi invernali. Ma adesso, era diventata decisamente troppo lunga e ingombrante.
 
“Oh, si. Grazie, Chichi-ue. Così va decisamente meglio! Ora che so come si fa, mi sa che dovrò procurarmi anch’io strumenti del genere.”
 
“Puoi prendere i miei. Sono praticamente nuovi, visto le poche volte che io o i miei antenati li abbiamo dovuti usare. Saranno più utili a te che a me, credimi.”
 
“Vi ringrazio, padre. Vi prometto che farò buon uso del vostro dono.” Disse, chinando leggermente il capo.
 
Miroku sorrise, posandogli, orgoglioso, una mano sulla testa castana.
 
Ci furono alcuni minuti di silenzio poi l’uomo prese nuovamente la parola.
 
“Sai, Shiro? Non credevo che io o tua madre avremmo vissuto così a lungo per poterti rivedere.”
 
Shiro ridacchiò.
“Non dite eresie, padre. Siete entrambi ancora giovani. In salute. Sono pochissime le coppie che hanno potuto vivere una vita come la vostra! E poi, sono trascorsi solo quattro anni da quando sono partito, non cinquanta!”
 
Quello fu il turno di Miroku di ridere.
“Se non ricordo male fino a qualche anno fa mi consideravi vecchio. Cos’è successo per farti cambiare idea così drasticamente?”
 
“Ho solo aperto gli occhi e ho cominciato a guardare il mondo come era giusto che andasse guardato.” Spiegò, portandosi una mano dietro la nuca.
 
“Sei cresciuto, Shiro. E non solo fisicamente. Sono veramente orgoglioso dell’uomo che sei diventato.”
 
“Non posso che ringraziare voi e il modo in cui sono stato educato. Spero solo che, un giorno, anch’io possa fare lo stesso per i miei figli.”
 
A quelle parole l’uomo cambiò completamente espressione.
“Hai dei figli?”
 
“Io? Figli? Ma cosa avete capito, padre? Quello era solo un modo di dire!” Si affrettò a rispondere, rosso in volto e muovendo, agitato, le braccia da una parte all’altra.
 
“Sei stato via per molto tempo. Per un attimo ho creduto che…beh… ecco… nel frattempo avessi messo su famiglia con qualche brava ragazza!”
 
Shiro scosse più volte la testa, visibilmente turbato.
 
Miroku sgranò più volte gli occhi, scioccato ed incredulo.
“Non mi dirai che… per tutti Kami, Shiro! Hai quasi diciannove anni e… dopo tutta la fatica che ho fatto per insegnarti i miei segreti e le mie tecniche, tu non hai ancora…?!”
 
“Lo so, padre. Vi ho deluso. Ma... non potevo tradire la sua fiducia. Io…”
 
“Sei ancora innamorato di Kaori, non è così?” Lo anticipò.
 
 “Già. Non l’ho mai dimenticata.” Commentò, alzando tristemente gli occhi al cielo.
 
Miroku si abbandonò ad un sonoro sospiro di rassegnazione.
“Comprendo bene i tuoi sentimenti, figlio mio, ma… non è giusto che tu rimanga attaccato in questo modo al passato. Sei ancora così giovane e…”
 
Il ragazzo scosse più volte la testa, interrompendo bruscamente il discorso del padre.
“Midoriko, prima di sparire, ci rassicurò che il collegamento tra le due Ere sarebbe stato ripristinato. Si tratta solo di aspettare un altro po’.”
 
“E se non accadesse? Cosa farai?”
 
“Continuerò a viaggiare e dedicherò la mia vita al Buddha. Sono pur sempre un monaco, no?” Rispose, serio.
 
L’uomo sospirò per l’ennesima volta.
“Sebbene non siate fratelli di sangue, tu e Ikkuko vi assomigliate in maniera impressionante.”
 
“Lei ha sofferto più di me, padre. Ha perso in un solo giorno il compagno e il piccolo che portava in grembo. Povera sorella mia. Mi sento così in colpa per essermene andato subito dopo essermi ristabilito.”
 
“Anche se fossi rimasto con noi, non avresti potuto fare nulla. In questi ultimi anni le siamo sempre stati accanto, ma il potere del marchio è più forte di quello che immaginavamo. In più la perdita del bambino l’ha fatta chiudere in se stessa, contribuendo a farla isolare sempre più. Ora non fa altro che buttarsi a capofitto nella missioni che le vengono affidate, senza concedersi un attimo di tregua. Oggi è stata la prima volta che l’ho vista sorridere dopo tanto tempo.”
 
Il giovane monaco sospirò sommessamente, triste e sconsolato per la sorte della sorella.
‘Vorrei soltanto che ci fosse un modo per renderla di nuovo felice. Solo questo…’ Pensò elevando quella silenziosa preghiera al cielo.
 
 
[Tokyo, antico tempio Higurashi
XXI° Secolo
5 Agosto]
 
 
“Kaori? Hai finito di sistemare quelle lanterne? Mancano solo tre giorni al Tanabata, lo sai!”
 
“Ho quasi fatto, mamma!” Urlò una giovane ragazza dalle buffe orecchie canine e dai capelli color dell’argento, saltando tranquillamente giù da uno degli alberi del giardino. “Ci sarà il pienone quest’anno, me lo sento!” Continuò, portandosi vicino alla madre.
 
“Ultimamente la ditta di tuo padre non va tanto bene e abbiamo bisogno di soldi per pagare la retta dell’università di Inuki. Da quando quella stupida legge è stata abrogata, continuare gli studi è diventato un lusso per pochi.”
 
“Non preoccuparti, mamma. Grazie al sito internet che ho fatto insieme ad Inuki e ai volantini sparsi per tutta la città, verremo invasi da così tanti visitatori che saremo costretti a fare il doppio delle scorte di amuleti!”
 
Kagome si abbandonò ad un rumoroso sospiro.
“Spero tanto che tu abbia ragione, figlia mia.” Commentò riprendendo a spazzare senza sosta il grande viale alberato.
 
….
 
“Ah! Ci voleva proprio un bel bagno! Sembra quasi che i miei muscoli intorpiditi stiano tornando a nuova vita!” Gemette la giovane mezzo demone mentre, coperta solo da un grande asciugamano, camminava a passo svelto in direzione della sua camera. “Mancano meno di due giorni alla festa. Dopo averci lavorato come una pazza per più di un anno, potrò finalmente sapere se ne è valsa la pena!” Continuò, sempre più euforica ed eccitata.
 
Aperta velocemente la porta, si gettò a peso morto sul letto, facendo tremare per qualche istante la piccola pila di libri riposti sulla mensola sopra di lei.
 
“Quasi quasi dormo così stanotte. Fa cosi caldo!” Sussurrò mentre si girava nel letto e sistemava la testa sul suo grande cuscino rosso.
 
“Non ci pensare nemmeno, Kaori!” Commentò un giovane dai folti capelli color ebano apparendo davanti alla porta. “Non hai un briciolo di pudore nei riguardi di tuo fratello? ” Continuò, seccato, liberandosi velocemente degli occhiali che da qualche tempo aveva cominciato a portare e chiudendo la porta dietro di sé.
 
La ragazza ridacchiò.
“Ma smettila! Mi hai visto nuda così tante volte che ormai non dovresti farci più caso! Che dire? Sei sempre il solito timidone!” Rispose.
 
Inuki si portò una mano al volto, imbarazzato.
“Non è questo il punto, sorellina. Siamo pur sempre un uomo e una donna! E poi come la prenderesti se io, di punto in bianco, cominciassi a fare lo stesso?!”
 
“Il mio fratellone? Girare nudo per camera? Interessante… ” Commentò maliziosa, portando entrambe le mani sotto il mento con fare pensieroso.
 
Il giovane arrossì dalla testa ai piedi.
“Sei una pervertita, Kaori.” Ribatté.
 
La mezzo demone ghignò, soddisfatta.
“Stavo scherzando, scemo.” Disse, colpendolo giocosamente sulla testa con un pugno.
 
Inuki sorrise, spettinandole i folti capelli.
Poi fece qualche passo in direzione della sua scrivania, sistemò lo zaino e il computer sullo scaffale più basso e si gettò sul letto.
In quel momento un libro cadde dalla mensola, colpendolo duramente sulla fronte.
 
“Diavolo! Cosa ci fa questo libro ancora qui?! E io che pensavo che tu e la mamma vi foste liberati di tutti i vecchi libri delle medie!” Imprecò, massaggiandosi la zona dolorante.
 
“E in effetti è così. Forse la mamma ha voluto conservarlo per qualche motivo.” Disse, portandosi subito vicino al fratello e sfogliando, curiosa, quel vecchio libro ingiallito dal tempo.
 
Una vecchia fotografia scivolò silenziosa da quelle pagine e, in quel momento, il cuore di entrambi perse un battito.
 
La foto era stata scattata esattamente quattro anni prima: Shiro era finalmente guarito dalle sue ferite e il piccolo gruppo di amici si era ritrovato dall’altra parte del pozzo, pronto per riprendere la loro pericolosa avventura.
Al centro c’erano loro quattro, sorridenti e spensierati come sempre, mentre ai lati vi erano le rispettive famiglie al completo, in un magico confronto tra il passato e il futuro.
 
“Oh Kami…” Gemette Kaori mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
 
“E io che credevo che quella vecchia macchina fotografica non funzionasse.” Commentò Inuki, accarezzando con il pollice la figura di Ikkuko.
 
I due rimasero a lungo con gli occhi fissi su quella foto mentre i ricordi riaffioravano velocemente nelle loro menti.
 
[Inizio Flashback]
 
“Qualcuno mi può GENTILMENTE spiegare cosa DIAVOLO sta succedendo qui?!”Ripeté per l’ennesima volta Inuyasha mentre osservava, sempre più agitato e confuso, il tempio Higurashi a pochi metri da lui.
 
Per qualche strano motivo si era improvvisamente ritrovato dall’altra parte del pozzo insieme a tutta la sua famiglia.
 
Inuki si guardò intorno, scioccato e insicuro.
“Ma… dove sono andati a finire tutti quanti?!” Domandò, cercando disperatamente la compagna con i suoi acutissimi sensi.
 
Kagome corse subito in direzione della casa.
“Anche i bambini di Sango sembrano essere scomparsi nel nulla!” Disse mentre usciva dall’abitazione insieme alla madre e al fratello visibilmente sconvolti.
 
“Allora… questo significa che…”
Ma Inuyasha dovette interrompersi.  
Kaori apparve davanti a lui, avvolta in una specie di bolla luminescente e piena di ferite su tutto il corpo.
 
“Per tutti i Kami… Kaori!” Urlò, agitato e prendendola tra le braccia.
 
La ragazza respirava affannosamente e tremava come una foglia.
Inuyasha la strinse più forte.
 
“Sta tranquilla, piccola mia. Ora ci sono io qui con te.” La rassicurò, cullandola leggermente.
 
“Papà… come sta… Shiro?” Chiese con un filo di voce e alzando lo sguardo verso di lui.
 
Il mezzo demone emise un verso strozzato, insicuro su come risponderle.
 
“Ho espresso il desiderio alla sfera, papà e…”
 
Per poco non gli uscirono gli occhi dalle orbite.
“Tu hai fatto… COSA?!”
 
“Tesoro mio, sei sicura di stare bene?” Le domandò Kagome, preoccupatissima.
 
La giovane mezzo demone annuì.
“Si, mamma. Solo che adesso mi sento così... debole.” Spiegò.
 
È più che normale. Il tuo desiderio non era affatto facile da gestire.” Disse improvvisamente una voce sconosciuta, attirando l’attenzione di tutti i presenti.
 
“Chi sei? FATTI VEDERE, DANNATO!” Ruggì immediatamente Inuyasha, sguainando Tessaiga e assumendo una posizione di difesa.
 
Ci furono alcuni minuti di silenzio poi l’immagine di una sacerdotessa apparve davanti ai loro occhi.
 
“M-M-Midoriko-sama! Siete proprio voi?” Domandò Kagome, prendendo la parola per prima.
 
La donna le sorrise dolcemente.
Salve Kagome. Sono passati molti anni dall’ultima volta che ci siamo incontrate.”
 
La sacerdotessa annuì, incerta su come rispondere.
 
“Si può sapere cosa diavolo ci fai di nuovo qui, dannata?” Urlò Inuyasha, cominciando a perdere la pazienza.
 
“Inuyasha! Ti sembra questo il modo di parlare alla persona che ti, anzi che CI ha ridato la vita?!” Lo rimproverò.
 
Inuyasha sbuffò, irritato per poi voltandosi dalla parte opposta.
 
“Comunque sia, Midoriko-sama, sapete spiegarci cosa è successo ai nostri amici?”
 
Non temere. Loro si trovano dall’altra parte del pozzo, nella loro capanna, tutti insieme.” Spiegò.
 
“E… Shiro?” Domandò timidamente Kaori, entrando anche lei nel discorso.
 
Lui sta bene, non preoccuparti. La maledizione è stata sconfitta.
 
A quelle parole Kaori si abbandonò ad un sospiro di sollievo mentre calde lacrime di felicità le attraversavano il viso.
 
“Quindi… quando potremmo raggiungerli?” Domandò infine Inuki, titubante.
 
Purtroppo non vi sarà possibile farlo. Almeno per ora.
 
A quella risposta Inuki e Kaori si guardarono.
“Come sarebbe a dire?” Chiesero.
 
Il desiderio che hai espresso richiedeva un potere così grande che la Shikon no Tama si è dissolta e voi siete stati rimandati nelle vostre rispettive Epoche.
 
“La Shikon no Tama si è dissolta? Ma… allora… il magico passaggio temporale non…”
 
Di regola avrebbe dovuto chiudersi definitivamente ma per fortuna sono riuscita ad evitare che questo accadesse, usando gran parte del potere che mi era rimasto. Solo che adesso ci vorrà del tempo prima che il pozzo mangia ossa possa riprendere a funzionare.
 
“Del… tempo?”
 
Si. Potrebbe trattarsi solo di qualche mese ma… non è detto.
 
“Ma… ma…e i nostri amici?”
 
Mi dispiace, ragazzi. Dovrete avrete avere pazienza ma vi prometto che, quando accadrà, il pozzo rimarrà aperto per sempre.
 
“Cosa? Ma… voi non potete…”
 
Addio, amici miei. Questa è l’ultima volta che ci incontriamo. Spero soltanto che voi e i vostri discendenti farete buon uso del dono che vi ho fatto.
E detto questo la donna scomparve nel nulla, lasciando per sempre quel luogo.
 
Un dolore lancinante invase i cuori dei due fratelli, facendoli urlare a squarciagola.
La madre e il padre li furono subito accanto, cercando di consolarli.
Ma Inuki e Kaori non diedero ascolto alle loro parole, tanto era grande il dolore che stavano provando in quel momento.
 
[Fine Flashback]
 
 
“Tra non molto saranno trascorsi quattro anni da quel giorno.” Commentò il mezzo demone, alzando tristemente gli occhi al cielo.
 
“Già.” Replicò Kaori con un filo di voce, accoccolandosi meglio tra le braccia del fratello.
 
“Credevo che buttandomi a capofitto nello studio e nel lavoro sarei riuscito ad alleviare il dolore ed invece… ora…” Ma il ragazzo dovette interrompersi a causa delle numerose lacrime che avevano cominciato a bagnare anche il suo viso. “Chissà se si è rifatta una vita con un altro uomo.”
 
“Lo sai anche tu che non è possibile, Inuki. Il marchio sul suo corpo non glielo permette.”
 
Inuki si abbandonò ad un sospiro di rassegnazione.
“Se solo mi fossi reso conto prima delle sue condizioni… ora lei e il cucciolo sarebbero…”
 
“Ho anch’io la mia parte di colpa, fratellino. Sebbene avessi notato il suo repentino cambio d’odore già dal giorno in cui salvaste me e Shiro dall’attacco di quegli Oni, non sono stata in grado di identificarlo al momento opportuno.”
 
“Che dire, sorellina? Siamo proprio inutili come mezzi demoni.”
 
Quello fu il turno di Kaori di sospirare.
“Credi che il pozzo si riaprirà mai?” Domandò con un sussurro.
 
Il ragazzo rimase in silenzio per qualche minuto, incerto su come risponderle.
“Non lo so, Kaori. In tutta sincerità non lo so. Ora come ora possiamo solo sperare… in un miracolo.” Disse, abbracciandola più forte.
 
La giovane mezzo demone annuì, nascondendo il volto tra le braccia del fratello.
‘Tutto ciò che vorrei è poter rivedere Shiro ancora una volta...’ Si ritrovò a pensare mentre una lacrima solitaria le attraversava il viso.
 
Più tardi, quando Kagome salì in camera per controllare che tutte le luci fossero spente, trovò i figli addormentati l’uno vicino all’altra, con quella piccola foto accoccolata dolcemente tra i loro corpi.





ANGOLO DELL'AUTRICE
...e per oggi mi fermo qui.
Siete cuoriosi di sapere che andrà a finire?

Al prossimo capitolo, gente!! ^^
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: kagome123