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Autore: Feux    23/09/2007    9 recensioni
Foglie secche. È questo che siamo, cara Minerva.
Foglie secche cadute a terra nell’ultima stagione della nostra vita, l’autunno.
Silente scrive una lettera a Minerva. Una lettera di rimpianti e di risentimenti, ma anche una lettera d'amore.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti

Buongiorno a tutti!

Questa fic, molto corta, mi è venuta in mente mentre passeggiavo nel bosco. E, vedendo le foglie secche a terra, ho immaginato questa fic.^^

Quindi, eccola qui per voi!

Tanto per dirvelo, la “voce narrante” è Silente, e scrive a Minerva. Certo, è una lettera. Una lettera di rimpianti, ma, alla fine, anche d’amore.

Ora, vi lascio alla lettura!

E, che ne dite di lasciare un commentino??

^^

Baci

 

Feux

 

 

Foglie secche

 

 

 

 

Foglie secche. È questo che siamo, cara Minerva.

Foglie secche cadute a terra nell’ultima stagione della nostra vita, l’autunno.

Stagioni che sono passate per me e anche per te.

Iniziò tutto con l’inverno, noi, giovani germogli verdi, i primi a spuntare, i più incoscienti.

Gemme innocenti nel freddo dell’inverno. Resistenti.

Come i bambini, sembravamo fragili. Ma non era così.

E poi, arrivò la primavera.

Rigogliosi spuntavamo su ciliegi, e tu, fiorellino, sbocciavi: l’aria profumava di te.

Era una sinfonia di colori e luci. Come i ragazzi, i giovani, spensierati e beati.

Dopo, fu il tempo dell’estate.

Dei prati che iniziavano a ingiallire. E noi, eravamo ancora lì, forti e sani, all’apparenza. Ma dentro iniziavamo ad ingrigire.

Sui rami di melo, sotto il sole cocente.

E quell’estate, che era così magica, così infinita, e non volevamo credere che sarebbe finita, che saremmo stati vecchi.

In quel tempo, in cui non eravamo ne vecchi ne giovani , credevamo che  tutto sarebbe durato per sempre.

E poi, lento ed inesorabile, arrivò l’autunno.

E i primi giorni, non ce ne accorgemmo.

E poi  -lentamente o forse all’improvviso- eravamo foglie gialle di castagni.

Eravamo vecchi, eravamo foglie secche.

E, Minerva, io ti amavo. Da sempre.

Ma quattro stagioni sono state sprecate.

L’inverno era freddo, come i nostri cuori, troppo giovani per amare.

E la primavera era troppo bella e splendida, per sciuparla con un amore usato malamente.

E in estate non volevamo ammetterlo, che ci amavamo, che stavamo invecchiando.

Poi, l’autunno. Ed eravamo già vecchi. E pensavamo, è troppo tardi.

Ma non è mai troppo tardi, per l’amore.

Noi, foglie secche a terra, possiamo far diventare quest’autunno una nuova primavera.

Allora amami.

Non siamo ancora alla fine, manca poco.

Cerchiamo di renderla più dolce.

Sai, i fori d’arancio sbocciano anche d’autunno.

 

Albus Silente

 

  
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