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Autore: akane80    07/03/2013    0 recensioni
Il primo amore non si scorda mai, lo si è vissuto appieno nell'immenso turbinio delle emozioni che lo hanno accompagnato, che lo hanno reso così unico e speciale. Cosa succederebbe se dopo tanti anni lui incrociasse per caso di nuovo la tua strada? Nadia si sta per sposare ma qualcosa vacilla, quegli occhi blu la portano a fare un viaggio nel passato, un passato felice ma allo stesso tempo doloroso...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo terzo
 
27 Settembre ‘96
 
“- Allora siamo d’accordo per domani pomeriggio?” la voce di Chiara mi arrivava come un megafono dall’altra parte della cornetta.
“- Si Chià tranquilla! Prendiamo l’autobus delle 14.” Le dissi scostando di un poco l’apparecchio dall’orecchio indolenzito.
“- Allora mi metto la tuta come deciso!Oddio speriamo di incontrarlo!”
“- Sicuramente Chiara sicuramente!Ma adesso lasciami andare a dormire ti prego!” la supplicai io.
“- Ok ok!Scusa Nadia allora buonanotte!A domani!Mi raccomando alle 14 alla fermata ok?”
“- Siiiiiiiiiiiiiiii!!!Notte Chià!Ciao Ciao!” e riagganciai , era più di un’ora che mi teneva al telefono, non ne potevo più.
La settimana era stata nel suo complesso piuttosto pesante, avevo dovuto affrontare molti test di inizio anno delle varie materie e in più le lezioni di danza pomeridiane erano aumentate in vista del saggio di fine ottobre, sinceramente avevo desiderato che il fine settimana giungesse presto. Mi lavai i denti e misi il mio pigiama bello comodo, mi lasciai poi cadere esausta sul letto a pancia in giù sprofondando la testa nel cuscino morbido.
“- è possibile perdere la testa per una persona vista solo di sfuggita per pochi minuti?”
Questo pensiero attraversò la mia mente per un attimo mentre cercavo di scaldarmi sotto le coperte, di certo, a me non sarebbe mai capitato, non ero neppure sicura di potermi mai innamorare di qualcuno. “L’amore”, molte mie compagne dicevano di averlo già provato più volte ma io, mi chiedevo come fosse possibile provare lo stesso sentimento per più persone a distanza di poco. La parola “ti amo” detta da loro con superficialità prima ad un ragazzo e poi ad un altro nel mio vocabolario per il momento non esisteva. Per me era una parola troppo ricca di significato, da dire solo alla persona con cui avresti passato il resto della vita ma forse, ero io ad essere davvero strana come mi dicevano. E comunque alla base di tutto c’era il fatto che i ragazzi in quel momento proprio non mi interessavano e soprattutto, non ne avevo ancora incontrato uno capace di stimolare il mio interesse.
“- Non sarò mica troppo esigente?...!”
Con questo ultimo pensiero mi voltai mettendomi in posizione fetale e lasciai che il sonno prendesse il sopravvento.
 
28 Settembre ‘96
La mia cameretta era un nido sicuro dove potermi rifugiare ogni qual volta ne avessi avuto il bisogno, non era molto grande e forse era proprio per questo che mi dava un senso di protezione. Le morbide tende rosa pallido incorniciavano la finestra senza appesantirla così che, nelle notti di luna piena, una leggera luce potesse filtrarci attraverso. In genere amavo il buio totale per dormire ma in quel caso la luce lunare mi donava un senso di pace. La mia libreria era piena di fumetti di ogni tipo ed il letto morbido era ricoperto da una miriade di peluche, li adoravo. La cosa più importante era però la scrivania, quando mi sedevo davanti a lei tutto diventava colorato e la mia fantasia poteva liberarsi e galoppare tra quei pastelli e fogli immacolati.
“- Nadia! Nadia allora? Ti decidi ad alzarti si o no?Sai che ore sono?” La voce di mia mamma irruppe nella mia camera.
“- Mmmh..uffa mamma è sabato lasciami dormiree…yaaawn.. ma che ore sono?” le risposi io con la voce impastata di sonno rivolgendole uno sbadiglio degno di un ippopotamo.
“- Per me puoi dormire anche tutto il giorno ma.. non devi andare con la Chiara a correre oggi?” disse lei tirando di poco le tende per far entrare un po’ di luce.
“- Ma abbiamo l’autobus delle 14 c’è tempooo!” brontolai io rincalzandomi sotto al piumone.
“- Ah si? Allora te sei sicura in un’ora e mezza di riuscire a lavarti, vestirti e pranzare? Se ce la fai potrei meravigliarmi di te cara figlia mia!”
Con un balzo saltai dal letto, mi infilai le pantofole e corsi verso il bagno.
“- Mammaaaaaaaaaaaa!!Dovevi svegliarmi primaaaaaa!!!!Oddiio non ce la farò maiii!!!” urlai dal bagno dopo aver realizzato che erano già le 12 e 30.
“- Nadia Nadia…è dalle 9 e30 che cerco di svegliarti ma tu mi dicevi sempre “5 minutini”..ma i minutini si sommano tesoro e diventano ore non lo sapevi?” disse lei dirigendosi verso la cucina “- E muoviti dai che hai già pronto il pranzo, per te oggi ho preparato prima.” Concluse affacciandosi un attimo dalla porta del bagno.
Mi vestii alla svelta optando per una tuta grigia e rosa e raccolsi i capelli in una coda morbida, poi mi sedetti a tavola e divorai letteralmente il pranzo che mia mamma mi aveva preparato, un menu molto leggero composto da carne ai ferri ed insalata.
Uscii di casa come un lampo con la solita raccomandazione di mia madre di non fare tardi e mi diressi alla fermata dell’autobus dove ovviamente, trovai Chiara ad attendermi.
Il viaggio fu molto tranquillo per grande felicità delle mie orecchie, io e Chiara scambiammo si e no tre parole ma il suo strano silenzio non mi convinceva.
Arrivammo in piazza in perfetto orario e cominciammo a salire sulle mura.
“- Chiara siamo state fortunate, anche questo sabato è una bellissima giornata!”dissi io sorridendo.
“- Già…speriamo di essere fortunate anche in qualcos’altro…” rispose lei tutta triste.
“- Heey!!Dove è finita la Chiara esaltata? Fino a ieri sera eri tutta emozionata per oggi e adesso ti ammosci così?” la incitai io.
“- Si però…dopo mi è venuto il dubbio che probabilmente non lo rivedremo mai più, che era stato un caso che si trovasse lì quel giorno..”
Effettivamente era la stessa cosa che avevo pensato io ma non mi piaceva vederla così triste.
“-  Stai tranquilla Chiara!sono certa che quel ragazzo va spesso ad allenarsi lì!Non è stato un caso isolato!!Ma per darci la carica che ne dici del nostro grido di battaglia?” le dissi alzando il pugno in aria.
“- Eheh! Ok!mi hai convinta!Allora!1, 2, 3…”disse alzando anche lei il pugno.
“- PER NADIA E CHIA’ IP IP URRAAA’!!” e tutte e due saltammo in aria come due sceme imitando un famoso anime.
Le mura quel pomeriggio erano piuttosto affollate come avevo previsto, procedendo a passo svelto raggiungemmo in pochi minuti il parco da me ribattezzato “Parco del destino”. Facemmo un giro di perlustrazione nella speranza di trovare il tipo ma di lui purtroppo non vi era nessuna traccia.
“Ecco hai visto?Non c’è!Lo sapevo che non potevo essere fortunata..” sbuffò Chiara.
“- Ma dai!Siamo arrivate prestissimo, magari lui viene più tardi!Intanto facciamo un po’ di esercizio così passiamo il tempo, in fondo siamo venute anche per questo no?!” le dissi io cercando di rincuorarla.
“- Ma quale esercizio!Io sono venuta solo per lui! Se vuoi sudare fallo tu!Io mi metto sulla panchina e ti guardo!” rispose lei.
“- Ecco lo sapevo..sei sempre la solita, ok vorrà dire che farò da sola.” E così dicendo presi a fare un po’ di riscaldamento.
“- Certo che sei bella snodata tu!mi fai impressione!” mi disse Chiara facendo un verso con la bocca.
“- Per forza, dopo 12 anni di danza saresti snodata pure tu!” le risposi io continuando a tirare la gamba cercando di spingerla ancora più su.
Ad un tratto con un balzo Chiara mi fu vicina ed inizio a piegarsi su e giù ritmicamente.
“- E brava! Ti sei decisa finalmente!” le dissi io con tono contento.
“- Ma che decisaaa!!Guarda un po’ laggiù chi è arrivatoooo!” disse lei facendo un cenno lieve con la testa.
Io mi voltai e vidi un ragazzo con in dosso un Gi da Karate bianco posare una borsa a terra. Era senza dubbio lo stesso ragazzo dell’altra volta.
“- Visto Chiara che è arrivato? E tu che dubitavi!”  e sinceramente non ci credevo neppure io che sarebbe tornato.
“- Ed ora che facciamo Nadia?” mi chiese lei con voce titubante.
“- E che ne so…continuiamo le nostre cose…poi…e poi qualcosa mi verrà in mente!” le dissi.
“- Ma guarda in che situazione mi sono messa!alla fine toccherà a me andare da lui a chiedere come si chiama..me lo sento..la parte di M…a è vicina!” pensai.
Intanto il tipo aveva cominciato il suo allenamento, dovevo ammettere che era molto bravo, i suoi movimenti erano fluidi ed era dotato di un’agilità incredibile. Ero sempre stata attratta dalle arti marziali da quando, da piccola, mi capitò di vedere alla TV un film con Bruce Lee, da quel momento lui era diventato il mio eroe. Purtroppo la danza mi aveva impedito di praticare qualsiasi ramo di quel bellissimo sport ma comunque era sempre un piacere per me vedere un incontro. Ma una cosa era vederlo in Tv, un’altra era vederlo dal vivo, ero rimasta quasi ipnotizzata dalle mosse e dai salti che quel ragazzo faceva e avrei tanto voluto imparare anch’io.
“- Oddio Nadia mi sembra che ci abbia guardate!” la mia amica mi riportò un attimo alla realtà.
“- Come ci ha guardate? Dai sarà stata una tua impressione!” le dissi io rivolgendole uno sguardo di sorpresa.
“- Nadia sta venendo verso di noiiiii!” Chiara era visibilmente agitata.”- Ecco adesso posso morire felice…” finì in un bisbiglio.
“- Ma di cosa devi morir…” non terminai la frase perché una voce maschile aveva fatto la sua comparsa.
“- Ciao! Posso aiutarvi?”
Una scossa percorse velocemente la mia schiena ed il mio pensiero fu uno solo.”- Oh Signore fammi scomparire!”
Mi voltai lentamente e come temevo mi trovai davanti il ragazzo dei sogni di Chiara che ci sorrideva placidamente.
“- Oh bhe…ecco noi veramente…” non riuscivo a spiccicare parola ero troppo in imbarazzo per la figura pessima che avevamo fatto, sicuramente lui si era accorto di essere osservato.
“- Bhe vedi!La mia amica è un’appassionata di Arti marziali e quindi ha visto che facevi tutte quelle mosse così…” Non potevo crederci! Chiara aveva preso la parola e oltretutto aveva addossato a me la colpa!
“- E così ti piacciono le arti marziali? Ecco perché è già la seconda volta che vi vedo osservarmi!” disse lui accennando un sorriso.
Beccate e affondate, non solo ci aveva viste in quel momento, ma ci aveva notate anche la volta prima, volevo sprofondare.
“- Mi..mi dispiace se abbiamo disturbato i tuoi allenamenti..” non sapevo più che dire, mi sentivo veramente una deficiente.
“- Ma quale disturbo! E’ così raro vedere una ragazza interessata a questo genere di cose!Mi fa solo piacere!Non devi sentirti in imbarazzo!” e dicendo così si mise a ridere di gusto.
Fino a quel momento avevo tenuto gli occhi bassi per la vergogna ma venni contagiata dalla sua risata e così alzai lo sguardo e fu allora che notai quanto fosse effettivamente carino, Chiara per una volta aveva ragione. Era un ragazzo abbastanza alto e con un fisico ben allenato, almeno da quello che si poteva vedere, il suo viso aveva dei tratti molto delicati, un bel naso, una bella bocca e gli occhi ovviamente a mandorla anche se non particolarmente pronunciati. I capelli erano neri come la pece e li portava tagliati in modo particolare da rimanere corti ai lati ma più lunghi sulle spalle e aveva infine una folta frangetta che gli ricadeva sugli occhi.
“- Bhe..a questo punto..possiamo presentarci!io sono Chiara piacere!” alla mia amica era venuto il coraggio tutto insieme, e gli aveva dato la mano.
“- Il mio nome è Hiroshi… e tu invece?” disse lui rivolgendosi verso di me.
“- Ehm..io Nadia!Tanto piacere!” e gli sorrisi.
“- Bhe ragazze..io devo finire la mia serie di Kata, ma se avete tempo dopo l’allenamento possiamo andare a prenderci una bibita, offro io!”  ci disse con tono affabile.
Guardai un attimo Chiara e ovviamente capii dal suo sguardo che voleva che accettassi così, ci sedemmo da una parte a guardarlo aspettando che finisse.
“- Bell’amica che sei Chiara, alla fine hai messo nella M…a me per scagionarti!” dissi guardandola di sbieco.
“- Ma dai, in fondo è andata bene no?E poi è vero che ti piacciono le arti marziali in fondo, non ho mica detto una bugia!”disse lei facendomi gli occhioni.
“- Si si …come no…alla fine l’hai sempre vinta tu!” le risposi.
“- Devi ammettere che è un Figo!Hai notato che ha gli occhi chiari? Chissà se è un mezzosangue!”Chiara era veramente su di giri.
“- Mmh..si carino..” mi limitai a dire.
Quando Hiroshi ebbe finito di allenarsi ci recammo tutti e tre insieme al bar li vicino. Appena entrati la barista salutò calorosamente il nostro accompagnatore, probabilmente era un frequentatore abituale del locale, ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo tre succhi di frutta.
Il bar non era grandissimo ma molto luminoso, il bancone era composto da un piano di marmo adibito alla consumazione di caffè ed una piccola vetrinetta piena di dolci e salatini vari. Vi erano pochi tavolini tondi molto piccoli, tre persone già stavano un po’ scomode ma noi stringendoci un po’ ci eravamo entrati piuttosto bene.
“- Hey Hiro! Anche oggi sulle mura ad allenarti?Sei incorreggibile!Sprecare così i tuoi w-end invece di andare a spasso in città!” la barista era arrivata con in mano il vassoio contenente la nostra ordinazione ed aveva iniziato a parlare in modo molto confidenziale con Hiroshi.Era una bella ragazza dai capelli lunghi neri con la bocca carnosa e gli occhi da gatta, non molto alta ma con un bel fisico, da quello che si poteva vedere sotto la divisa del bar.
“- Bhe Shaila…molto probabilmente trovo più divertente allenarmi che andare a “spasso” come dici tu!” rispose lui con molta tranquillità.
“- Cacchio che risposta!” pensai io facendomi scappare un mezzo sorriso perché in fondo gli davo ragione, anche io venivo criticata perché passavo i miei w-end a disegnare, ognuno può fare quello che vuole del suo tempo libero o no?.
“- Insomma Hiro vuoi dirmi che a me non concedi un appuntamento ma nello stesso tempo esci con queste due ragazzine? Guarda che mi offendo!” disse lei con tono molto scocciato e rivolgendoci uno sguardo di sufficenza.
“- Mah che vuole questa qui oh!Ragazzine a chi?Adesso mi alzo e gliene dico quattro!” mi stavo veramente innervosendo, quel che è troppo è troppo. Da sotto al tavolino sentii arrivare un calcio, era Chiara che avendo previsto una mia reazione mi fece cenno di calmarmi.
“- Innanzi tutto non trovo carino che tu offenda le mie due amiche e poi, devo dirti la verità, con loro ho argomenti molti più interessanti da trattare rispetto che con te!” controbatté lui senza battere ciglio.
“- Amiche? Da quando saremo diventate sue amiche?Ci conosciamo da poco meno di un’ora!” ma non potei fare a meno di pensare anche che le aveva dato il ben servito. Come si era permessa quella Shaila di offenderci senza neppure sapere chi fossimo?
“- Ok Hiro me la sono cercata! Un punto a tuo favore! Ma prima o poi dovrai accettare di uscire con me!” e così dicendo gli fece l’occhiolino e si allontanò verso il bancone.
“- Hey Hiroshi grazie di aver preso le nostre difese!” disse Chiara
“- Perché mi hai fermata Chiara!altrimenti mi sarei alzata io e le avrei messo le orecchie al posto del naso!” replicai facendo cenno con le mani.
“- Ahahah! E’ sempre così la tua amica?” chiese Hiroshi in preda alle risa.
“- Bhe ha un carattere…diciamo..un po’ irruento!eheh” rispose Chiara mettendosi anche lei a ridere.
“- Chiara ma cosa vai blaterando???Chi sarebbe Irruenta?”  le dissi dandole un colpetto sulla spalla.
“- AHI!” fece lei “- Ah dimenticavo!E’ pure un poco manesca!” continuò.
“- Allora…. È per quello che è appassionata di arti marziali!” disse lui.
Si stavano letteralmente prendendo gioco di me e la cosa cominciava ad urtarmi non poco, guardai la mia amica con fare minaccioso e finalmente lei capì di farla finita.
“- Comunque Hiroshi, da quello che ho capito sei giapponese o sbaglio?” chiese Chiara riprendendo in mano finalmente la situazione.
“- Bhe..non sbagli…anche se in verità mio padre è Giapponese e mia mamma è Italiana.” Rispose lui con calma.
“- Wow!Quindi sei Italo- Giapponese!Infatti non mi spiegavo i tuoi occhi chiari, è difficile vedere un orientale con degli occhi così!” continuò Chiara.
“- In effetti, il colore degli occhi l’ho preso da mia madre. Anche lei li ha blu come me!” rispose  sorridendo.
Adesso che lo guardavo bene mentre parlava notai questo particolare degli occhi. Erano di un grigio – blu intenso e, la cosa che li faceva risaltare di più, erano le lunghe ciglia nere che gli facevano da cornice, molto lunghe per appartenere ad un ragazzo.
“- E tu invece? Da chi hai preso quegli occhi?” Hiroshi mi aveva rivolto una domanda.
“- Chi…io?Dici a me?”avevo risposto non capendo li per li se stesse dicendo a me, anche perché fino a quel momento aveva parlato con Chiara.
“- Si dico a te! Hai un colore molto particolare, non saprei definirlo, forse un verde smeraldo..c’è qualcuno nella tua famiglia che li ha come te?” chiese con aria incuriosita.
“- Hem…si..bhe ecco non proprio come i miei però penso di aver preso da mio padre! Comunque nella mia famiglia abbiamo pressappoco tutti gli occhi chiari… ma.. lasciamo perdere questi discorsi!Piuttosto, parli un italiano perfetto complimenti!” dissi cambiando totalmente discorso, mi imbarazzava parlare di me sinceramente.
“- Grazie, merito di mia madre che lo ha sempre parlato con me e poi ormai è molto che vivo qui in Italia, frequento qui la scuola e quindi è una cosa normale.” Rispose lui.
“- Che scuola frequenti?Se posso chiedere?” Chiara aveva ricominciato a  fare domande.
“- Certo che puoi chiedere! Frequento il terzo anno dell’Istituto Tecnico! E voi?” chiese.
“- Caspita!Molti dei nostri amici vengono in quella scuola! Io faccio l’istituto d’Arte, mentre Nadia il linguistico!Anche noi frequentiamo la terza!Siamo coetanei!” Chiara parlò anche per me.
“- Bhe non proprio forse, voi dovreste essere dell’80 se non sbaglio! Io sono più grande di voi di un anno! In Giappone le elementari hanno un ciclo di sei anni ed io, avendole frequentate là, arrivato in Italia mi sono trovato un anno indietro!” spiegò lui.
“- Caaaspita che bello!Le scuole Giapponesi sono fantastiche!” la mia amica si stava esaltando sempre più.
“- Bhe, per certi versi è molto meglio la scuola italiana credimi, molti meno obblighi.” Precisò Hiroshi.
“- Chiara si è fatto un po’ tardi, sarà meglio avviarci verso l’autobus!” dissi dopo aver dato un’occhiata all’orologio.
“- Caspita è già ora?Uffa mi piaceva star qua a chiacchierare!” sbuffò la mia amica.
“- Ma non siete di qua ?” chiese Hiroshi.
“- Eh no! Studiamo qui ma veniamo da una cittadina sul mare!E se non ci sbrighiamo perdiamo l’ultimo autobus!” risposi io alzandomi dalla sedia.
“- Capisco..” fece lui seguendo i miei movimenti.
Hiroshi volle a tutti i costi offrire i succhi di frutta nonostante le nostre proteste, fu davvero molto gentile così, dopo aver pagato uscimmo dal bar salutando la barista impertinente.
“- Allora grazie ancora per il succo!” dissi io sorridendo.
“- Figurati per così poco!Grazie a voi piuttosto per la compagnia!Mi sono proprio divertito!” rispose lui con tono gentile.
“- Ci rivediamo vero?? Perché non ci scambiamo i numeri di telefono?” chiese Chiara con il suo solito modo di fare impulsivo.
“- Dai Chià, ma cosa chiedi? Magari non…”
“- Certo che ci scambiamo i numeri e poi…quando vuoi iniziare le lezioni?”  Hiroshi aveva interrotto quello che stavo per dire.
“- Le..lezioni?Quali lezioni?” feci io un po’ sbigottita.
“- Non hai detto di essere interessata alle arti marziali? Io posso darti lezioni se vuoi!Ovviamente senza impegno! E l’invito è esteso a tutte e due ovvio!” La sua bocca si era estesa in un grande sorriso.
“- Accettiamo VOLENTIERI!Per me se sei libero possiamo fare anche domani!!!” accidenti a Chiara e alla sua boccaccia.
“- Perfetto!Mio padre insegna in una palestra in centro ma io vengo tutti i sabati e le domeniche qui al parco ad allenarmi! Se per voi va bene possiamo fare domani alle 15!” in lui potevo leggere una certa vena di entusiasmo, come potevo rifiutare?
“- Ok, vada per domani!” dissi infine io ricambiando il sorriso.
Ci scambiammo così i numeri di telefono e ci salutammo.
Durante tutto il tragitto del ritorno Chiara non fece altro che parlarmi di lui, di quanto fosse carino e simpatico e di quanto fosse felice di averlo conosciuto.
Io la ascoltavo limitandomi ad annuire ogni tanto, sinceramente fare la sua conoscenza aveva fatto un po’ di piacere anche a me e poi, ad essere sincera, avevo dentro di me una certa eccitazione nel pensare che l’indomani avrei iniziato ad imparare delle mosse di arti marziali.
“- Cavoli!Mi sono dimenticata di chiedergli che tipo di arti marziali pratica!!che scema!!” Dissi ad alta voce, ma Chiara ovviamente presa dai suoi discorsi non ci fece neppure caso.
Scossi la testa sorridendo e guardai fuori dal finestrino appoggiando un poco la testa al vetro, era quasi buio, il sole era tramontato già da un po’, quel pomeriggio era davvero passato in fretta, forse troppo in fretta.
  
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