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Autore: fedamon88    07/03/2013    12 recensioni
[Dal testo: Pov Nina "Improvvisamente mi scontro con due occhi color ghiaccio spettacolari.
Il mio cuore prende a battere veloce e la schiena viene attraversata da milioni di brividi.
Rimango stupita da quello sguardo magnetico, che ancora non ha abbandonato il contatto con il mio. Le pupille dello sconosciuto sono impalpabilmente dilatate e un luccichio le attraversa.
Dischiudo le labbra in cerca d’aria e uno strano formicolio mi attraversa il corpo. Le gambe si fanno improvvisamente molli, tanto che quasi non riescono più a sorreggere il mio peso.
Così mi appoggio al distributore dell’acqua per evitare di cadere rovinosamente a terra.
Il suo tono è caldo e terribilmente sensuale e per un attimo mi perdo nella profondità dei suoi occhi, che sembrano vogliano cercare nei miei, uno spiraglio che li conduca alla mia anima." ]
E' una storia sul cast di Vampire Diaries, più precisamente è incentrata su un amore che nascerà.
Parte dalla creazione della serie, e arriva fino ad oggi.
Ripercorrerò dal punto di vista di Nina e, qualche volta, di Ian la loro storia in questa loro seconda, grande famiglia: TVD.
Spero vi piacerà!.
STORIA IN FASE DI REVISIONE.REVISIONATA FINO AL QUINTO CAPITOLO
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ian's Pov

Delle insopportabili ed insistenti fitte alla testa mi strappano crudelmente dal sopore in cui ero precipitato, facendomi riacquistare a poco a poco sensibilità agli arti.
Avverto il mio corpo poggiato su qualcosa di morbido e un tepore invitante che mi avvolge il fisico, così incuriosito mi muovo cautamente, come a diradare la nebbia di torpore che mi ha ottenebrato la mente.
Mugulo insofferente per l’opprimente cerchio alla testa che mi costringe e mi infastidisce e i pensieri assopiti, iniziano a rianimarsi e a pullulare frenetici.
Ricordi sconnessi e sbiaditi mi tornano alla mente facendomi immediatamente aprire gli occhi e guardare intorno confuso.
Osservo i dettagli del salone e l’arredamento sobrio ed equilibrato della casa, schiudendo la bocca stupito.
Il salotto di Nina.
Cosa ci faccio a casa di Nina?. E soprattutto, come ci sono arrivato?.
Le domande iniziano a sorgere spontanee e il dubbio mi assale togliendomi quasi il respiro.
Gli ultimi ricordi che possiedo, prima di essere caduto definitivamente nell’oblio, sono di aver preso la macchina, in preda al dolore per la situazione che sto vivendo da settimane, e di essermi rifugiato in un pub, affogando la sofferenza nell’alcol, perdendo poi il numero di bicchieri trangugiati.
E ora sono qui.
Proprio sul divano, nella casa della donna che mi tiene in un bilico di disperazione.
Sbatto le palpebre frastornato e mi sguardo spaesato intorno.
Il salotto già illuminato dal chiarore aranciato del sole appena sorto, assume un aspetto tranquillo e sereno mentre il silenzio più totale regna sovrano nell’appartamento.
Mi giro lentamente su un fianco ed evitando movimenti bruschi, mi porto a sedere.
Immediatamente le fitte alle tempie si intensificano costringendomi a strizzare gli occhi e a portarmi le dita alla fronte, massaggiando la pelle nell’intento di placare la morsa fastidiosa.
Impalpabilmente riapro gli occhi e rilascio un flebile sospiro, notando poi, con mia grande sorpresa dello strano abbigliamento che indosso.
Un semplice pantalone scuro di una tuta e una maglietta grigia a maniche lunghe.
Increspo la fronte perplesso mentre rimembro di non aver mai indossato questi vestiti prima di uscire.
Che io mi sia cambiato nelle ore in cui non avevo pieno possesso delle mie facoltà mentali?
La mia domanda trova immediatamente una risposta, quando il mio sguardo è catturato da una camicia nera e da un jeans scuro ripiegati e poggiati accuratamente sul tavolino di vetro di fronte a me.
Noto inoltre che anche gli scarponcini che indossavo ieri sera sono sistemati sotto di esso.
Un improvviso pensiero balugina nella mia testa facendomi perdere un battito e imporporare le guance per l’imbarazzo. Che Nina mi abbia cambiato mentre ero in stato incosciente?.
Riguardo gli abiti che indosso, trovando nuovamente la conferma che provengono dal mio armadio, o meglio dall’armadio di Paul, perché ancora non sono riuscito a trovare un appartamento.
Che Nina sia andata fino a casa di Paul ieri sera per prendere i miei vestiti, sia tornata e mi abbia cambiato per farmi dormire più comodo?.
Un'altra conferma si palesa di fronte ai miei occhi. Le chiavi dell’appartamento di Paul, che solitamente tengo nella tasca dei jeans, sono sistemate sopra il tavolino accanto ai vestiti ripiegati, impregnati ancora di un lieve sentore di fumo ed alcol.
Scosso e turbato per la situazione e per l’accalcarsi frenetico di emozioni nel mio petto, mi passo febbrilmente una mano sul viso e poi tra i capelli già comunque scompigliati, nell’attesa che il terribile mal di testa, che mi sta torturando, finisca.
<< Oh, Buongiorno. >> un sospiro spezzato e sorpreso, pronunciato da quella voce, mi strappa un battito e mi fa irrigidire.
Non posso non guardarla, ma se lo facessi, sono sicuro che le fragili barriere che si è costruito il mio cuore in queste tre settimane, cederebbero sotto la forza devastatrice del dolore.
La tentazione però è forte e mi costringe a voltare appena il capo e ad alzare lentamente lo sguardo su di lei, percorrendo tutto il suo fisico slanciato, fasciato da un semplice paio di pantaloni a scacchi grigi e neri del pigiama e una felpa bianca con la scritta “ New York”  sul petto. Ai piedi indossa un paio di semplici ciabattine nere e i capelli sono tirati su in una coda alta, che le scopre l’esile ed elegante collo.
Quando i miei occhi giungono ad incatenarsi ai suoi, un brivido di puro dolore mi attraversa la schiena mozzandomi il fiato e il mio cuore viene stretto in una morsa d’angoscia.
Le sue iridi color cioccolato, così calde e luminose, piene di vita, mi perforano l’anima di nostalgia.
Quanto mi erano mancate?.
Sono stato settimane intere a tormentarmi per dimenticarmi, almeno per un po’, di lei. Ma il suo pensiero fisso non andava via, neanche quando per Natale a casa dei miei genitori mi sono imposto categoricamente di non ricordarla. I miei parenti riuscivano a distrarmi per qualche ora, ma poi la sera le immagini del suo viso tornavano più vivide e dolorose che mai.
Riabbasso lo sguardo sofferente, incapace di trattenerlo un secondo di più nel suo e avverto chiaramente Nina soffocare il respiro turbata.
Le fitte alle tempie si acuiscono costringendomi a portare una mano alla fronte e nuovamente a cercare di massaggiarmela nell’intento di smorzare il fastidio.
<< E’ tanto forte il mal di testa? >> la sua voce mi arriva dolce e al contempo preoccupata mentre percepisco ancora i suoi occhi su di me.
Non ho il coraggio di guardarla nuovamente, mi tornerebbero alla mente tutte le deprimenti serate che ho passato a crogiolarmi nella sofferenza più totale.
Stringo le labbra, corrucciando la fronte e annuendo lentamente.
Mentre cerco di nuovo quel briciolo di autocontrollo che mi aiuta a non cedere davanti ad una situazione del genere, sento Nina darsi subito da fare, accendendo il fuoco, preparando il pentolino per riscaldare il tè, afferrando dalla mensola la scatola delle medicine e trafficando con un bicchiere e dell’acqua.
Socchiudo le palpebre pregando che il terribile mal di testa e questa situazione finiscano al più presto.
Voglio andarmene da questa casa, non posso rimanere con Nina sapendo che sta con quell’eunuco. Non posso neanche più osservarmi intorno senza immaginare che ogni posto possa essere stato toccato dai loro corpi avvinghiati in un abbraccio o intenti a baciarsi.
Il pensiero mi fa sussultare il cuore e una strana irritazione e stizza, nei confronti di Ben, si annida nel mio petto.
Da quando Candice mi ha dato la notizia non passa ora che io non pensi alla mia Nina tra le braccia di quell’essere e a quanto la cosa mi faccia soffrire incredibilmente.
Sono talemente immerso nei miei pensieri chd non mi accorgo neanche che Nina si  è avvicinata a me e ha lasciato sul tavolino di fronte un bicchiere riempito per metà d’acqua e una piccola pasticca bianca accanto.
<< E’ un’aspirina. Ti aiuterà ad alleviare il mal di testa. Hai bevuto parecchio ieri sera. Ma… se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, chiedimi pure. >> le parole sono incerte e il tono titubante e quasi timoroso, mentre indugia in piedi, vicino al divano tormentandosi nervosamente le dita delle mani, in attesa di una mia risposta.
<< Grazie >> rispondo cortesemente, ma con una punta di freddezza.
La verità è che anch’io ho paura. Paura di soffrire, paura di perderla e soprattutto paura di questo sentimento che cresce ogni giorno di più dentro al mio cuore.
Con la coda dell’occhio la vedo abbassare amaraggiata lo sguardo e mordersi un labbro in preda all’inquietudine.
Mi si stringe il cuore a vederla soffrire, ma altrettante le volte mi si è stretto per il tormento che, forse anche involontariamente, è stata lei a causarmi.
La osservo  ritornare in cucina e continuare a prestare attenzione al pentolino in cui l’acqua si sta scaldando.
Rimane con la testa bassa e un braccio poggiato sul bancone, come a sorreggersi, mentre mi da le spalle.
Scaccio, con una lieve scossa del capo, il dispiacere di vederla così e, intenzionato ad andarmene, afferro la pastiglia bianca dal tavolino di vetro, nell’altra mano il bicchiere d’acqua e poi con una sostanziosa sorsata la ingoio.
Mi alzo cautamente dal divano, per evitare di avere capogiri e lentamente riprendo i miei vestiti ripiegati, sottobraccio, mi infilo disordinatamente le scarpe, la giacca e con un crescente e occludente senso d’angoscia a saturarmi il petto mi avvicino al bancone della cucina, lanciando un’occhiata al corpo di Nina ancora di spalle.
Mi mordo nervosamente un labbro e poggio silenziosamente il bicchiere sul ripiano, poi, prendendo un profondo respiro, facendomi coraggio, inizio a parlare.
<< Grazie Nina, per avermi aiutato ieri sera. Perdonami se ti ho disturbato. Ci vediamo sul set. >> mormoro sbrigativo e atono, intenzionato maggiormente ad andarmene.
Le pareti si sono fatte ad un tratto troppo soffocanti e l’aria è talmente pesante e densa, che mi impedisce quasi di sospirare.
Mi volto frettolosamente e mi dirigo ad ampie e veloci falcate verso la porta, non prima di aver visto il volto di Nina voltarsi frastornato.
Prima che possa raggiungere l’uscita però, qualcosa mi trattiene per un braccio.
<< Ian aspetta… >> la sua voce è appena un flebile e sconnesso suono, tanto il suo respiro è spezzato.
Il mio cuore sobbalza alle sue parole e alla stretta incerta che le sue dita infliggono sul mio avambraccio.
Il muscolo nel petto inizia a palpitarmi irrequieto e  un brivido mi scuote le membra intorpidite.
Dio, quanto mi era mancata…
Per un attimo socchiudo appena le palpebre, mentre la sua fragranza dolce e dal sentore di fresia mi stuzzica l’olfatto, annebbiandomi i sensi.
Trattengo il respiro estremamento confuso e con un groviglio di emozioni pullulanti nello sterno.
La ragione, l’unica che in queste tre settimane mi ha evitato di cadere totalmente in depressione, mi urla di non ascoltarla e di andarmene il prima possibile, prima che l’ennesima stoccata mi spezzi l’anima. Il cuore invece, ancora più rigonfio d’amore per la ritrovata vicinanza con Nina, mi spinge a voltarmi lentamente e ad alzare lo sguardo sul suo viso.
E non appena incrocio due pupille dilatate e lucide di lacrime, traboccanti di senso di colpa e smarrimento, le barriere fredde che la mia anima si era eretta intorno, si sciolgono e frantumano e il raziocinio viene ammutolito e rilegato in fondo al mio essere.
Il mio cuore alla vista dell’espressione così indifesa e persa di Nina sussulta e si stringe talmente tanto di compassione da farmi corrucciare le labbra e increspare la fronte.
<< Ti prego, resta. Voglio chiarire con te. >> il suo mormorio, spezzato da un lieve singulto, mi giunge così nitido che un brivido mi percorre.
<< Cosa c’è da chiarire? >> la parte di me, ferita, e l’orgolio si animano di vita propria e pronunciano le parole con tono tagliente, tanto che il corpo di Nina trasale.
Mi volto nella sua direzione e osservo il suo fisico iniziare ad essere percorso da tremolii e la sue pupille dilatarsi maggiormente, straripando di risentimento, mentre consistenti lucciconi iniziano a formarsi.
La vedo trattenere il respiro e stringere le labbra quasi come a frenarsi dal cedere.
La bocca del mio stomaco viene attanagliata in una morsa di compassione e il mio cuore accellera i battiti.
Inclino appena il capo e l’orgoglio e la parte della mia anima lesa vengono spinti nel profondo della mia persona.
Non ce la faccio a vederla in queste condizioni, seppur io sia stato veramente male  in queste ultime settimane non riesco a lasciarla in questo stato.
Quante volte mi è stata vicina in momenti difficili?.
Perché io dovrei abbandonarla adesso?
Certo, nell’ultimo mese non ha fatto altro che cambiare umore e comportarsi freddamente con me, ma può capitare a tutti di passare brutti periodi in cui si può perdere se stessi, no?.
E poi non è da me vendicarmi, e far soffrire le persone. Soprattutto Nina.
Nonostante abbia passato il mese più brutto della mia vita, a saperla tra le braccia di quello, non posso evitare di cedere alla tentazione di stringerla di nuovo a me, consolarla, inspirare la sua fragranza e sentire il calore del suo corpo e la morbidezza della sua pelle.
E così faccio.
Il mio cuore, ormai traboccante di amore e compassione, spinge la mia mente e il mio corpo ad avvicinarmi a lei.
Incateno i suoi occhioni smarriti e lucidi di lacrime ai miei e, sopraffatto dalle emozioni, circondo la sua schiena con le braccia e la traggo a me.
Immediatamente la sento rannicchiarsi maggiormente contro il mio petto, come in cerca di rifugio, e stringendo spasmodicamene la stoffa della mia maglia tra le dita, affonda il volto sulla mia clavicola.
Il singhiozzo a stento trattenuto e un tremito che l’attraversa mi fanno ben intendere che le lacrime hanno avuto la meglio su di lei. E ne trovo un ulteriore conferma quando avverto delle calde stille unimidirmi la maglietta.
Il sollievo e la pace che si irradiano in me, nell’istante in cui avverto il suo corpo premuto contro il mio sono talmente forti, che mi lasciano senza fiato.
Poggio la guancia sui suoi capelli e socchiudo appena le palpebre stordito dal groviglio di emozioni, ma soprattutto dal fatto che mi sembra un’illusione poterla stringere di nuovo a me.
Quanto ho sofferto senza di lei? Mancava una parte di me.
Rilascio un flebile sospiro e percepisco il martellare impazzito e aritmico del suo cuore contro il mio torace e la cosa fa esagitare anche il mio.
<< I-an… mi dis-piace. Perdo..nami ti pr-e..go. >> le parole sono spezzate da singhiozzi irregolari e da ciò capisco quanta fatica faccia a pronunciare la frase e la cosa mi stringe ancora di più il cuore in una morsa di compassione.
<< Sshh… adesso mi dirai tutto. Prima calmati e fai dei bei respiri. Sono qui, Nina. Non vado via >> sussurro dolcemente mentre alzo una mano e le accarezzo delicatamente la testa, mentre con l’altra le sfioro la schiena.
Immediatamente i singulti si smorzano e le lacrime cessano, così come anche il suo respiro affannoso che si regolarizza pian piano.
Il calore del suo corpo riesce a penetrarmi dentro infondendomi tanti minuscoli brividi di piacere e la voglia di sciogliere l’abbraccio si fa sempre più lontana.
E se rimanessimo così per sempre?.
Mi apro in un accenno di sorriso al pensiero che la mia mente ha elaborato e mi vedo costretto a districare a poco a poco la stretta.
I suoi muscoli prima tesi ora si sono sciolti e nei suoi occhi  riesco a scorgere un bagliore di stupore, nonostante siano ancora inumiditi dalle lacrime e arrossati per il pianto.
La vedo mordersi appena un labbro e abbassare per un secondo lo sguardo come per fare chiarezza dentro di sé.
E io mi allontano di mezzo passo, per concederle spazio e aspetto le sue parole.
Poi punta nuovamente gli occhi nei miei ora più decisa.
<< Ian, so che sicuramente dopo questo discorso non mi perdonerai, ma almeno ci avrò provato. >> inizia con una nota maliconica nella voce.
Sto per replicare alle sue parole, ma vengo interrotto dal suo discorso, così richiudo la bocca e rimango in silenzio ad ascoltare.
<< Mi sono comportata come un mostro senza cuore, lo so. Ma credimi se ti dico che non ero in me. Tu la conosci la vera Nina, sai come sono e devi anche sapere che non ho passato un bel periodo. Ma ciò che mi ha condotto a comportarmi in quel modo… sono state… delle strane… ehm, emozioni >> il suo tono s’incrina, evidentemente in difficoltà, e la vedo tormentarsi le dita della mani.
Ma le parole che sta dicendo m’incuriosiscono maggiormente e smuovono quella parte della mia anima che ha una certa affinità con la sua.
<< Io… io ero confusa, lo sono ancora un po’ adesso. Il fatto è che qualcosa tra di noi è cambiato. >> balbetta inizialmente indecisa poi, puntando nuovamente i suoi occhi nei miei, finisce la frase più sicura di sé e con uno sfavillio nelle pupille che mi fa correre un brivido sulla schiena.
M’irrigidisco involontariamente alle sue parole e schiudo le labbra colpito.
La verità è che la sento anch’io la confusione, eppure non mi sento ancora abbastanza pronto per parlare di questo. Sono parecchio scosso dalla miriade di emozioni che stanno pullulando nel mio corpo e dalle settimane che mi hanno visto depresso e senza vitalità.
<< Comunque ti volevo chiedere scusa per tutto il dolore che ti ho recato e la mia relazione con Ben è stata una decisione presa avventatamente e in preda alla rabbia per il fatto che avevi letto i miei messaggi. E di questo ne parlerò con Ben. Non posso portare avanti un relazione dove non c’è sentimento, non sono quel tipo di persona. >> mormora più a se stessa che a me, mentre saetta con lo sguardo da una parte all’altra della stanza.
Un improvviso ed enorme sollievo si diffonde in me al sentire le sue parole. E sapere che troncherà la relazione con Ben perché non ne è innamorata mi fa gioire incredibilmente.
Il mio cuore inizia a palpitare irrequieto e un sorriso involontario si dipinge sul mio volto. Non è innamorata di Ben.
Non è innamorata di Ben.
La cosa mi rende talmente euforico che sento che potrei addirittura correre in strada ed urlarlo al mondo intero.
Ma i suoi occhioni che mi guardano incuriositi e al contempo perplessi mi fanno tornare in me, e il buon senso mi suggerisce di sopire la gioia.
Mi schiarisco la voce e alzo un po’ il mento squadrandola interessato.
<< Mi dispiace, Ian. Non sai quanto mi dispiace. Non volevo farti soffrire e non volevo rovinare il nostro rapporto. Sono imperdonabile, scusa. >> scuote la testa con voce spezzata per le occludenti emozioni, che sicuramente la stanno scuotendo.
Il mio cuore prende il sopravvento e prima che possa vederla scoppiare di nuovo in lacrime per il lacerante senso di colpa che le leggo negli occhi, mi riavvicino a lei e le prendo delicatamente il viso tra le mani.
Incateno le mie pupille alle sue inumidite e dilatate e con i pollici carezzo appena la pelle liscia degli zigomi.
<< Nina, tranquilla. Ti perdono. Capisco che non eri in te e anzi devi scusare anche me. Non mi sono comportato nel modo giusto. Invadere la tua privacy è stata la cosa più brutta che potessi fare. Mettiamoci una bella pietra sopra, vuoi? >> le chiedo seriamente pentito mentre sento il suo corpo sussultare appena per la sorpresa e un’espressione di puro stupore dipingersi sul suo volto.
Schiude le labbra attonita e muove appena il capo in un cenno d’assenso.
Il mio cuore si scioglie e sento definitivamente la vitalità e la gioia tornare ad invadermi.
Un boccata di vita mi ridona vigore e io mi apro in un sorriso felice.
<< Amici? >> domanda titubante con un accenno di sorriso che le spunta agli angoli della bocca, mentre tende tentennate una mano.
La sua domanda mi fa perdere un battito.
Amici? E’ questo che voglio? Finchè non chiarirò il sentimento che nutro nei suoi confronti, sì.
<< Come prima e molto più di prima >> rispondo sorridente, circondandola nuovemente in un abbraccio caloroso, cogliendola di sopresa.
Oh, Nina. Questo sarà l’inzio di un nuovo percorso che intraprenderà il nostro rapporto. Mormoro dentro di me, mentre socchiudo gli occhi e mi godo il suo corpo premuto contro il mio e il calore e il profumo della sua pelle.
 
                                                                     *  *  *  *  *


Paul's Pov

 
Afferro il cestino rosso del supermercato e, osservandomi intorno impensierito m’incammino verso il labirinto infinito di corridoi, stracolmi di ogni tipo di alimento.
Rilascio un flebile sospiro e mentre percorro tranquillamente le corsie, cerco di ricordare la lista delle cose che devo comprare.
Controllo i grandi tabelloni blu che indicano il numero e il tipo di reparto cercando quello che contiene i cibi in scatola.
Mi fermo un attimo a verificare dove si trovi e una volta adocchiato, mi dirigo in quella direzione.
Gli intricati passaggi e gli alti scaffali mi impediscono di vedere se qualcuno provenga alla parte opposta, così quando volto l’angolo, finisco per scontrarmi con una persona.
Il tonfo del cestino di quel qualcuno mi fa capire che tutto il suo contenuto sia caduto a terra.
Prontamente mi chino a raccogliere i sacchetti contenenti frutta e verdura che si sono rovesciati sul pavimento.
<< Scusa, mi dispiace. Non ti avevo visto… >> balbetto in imbarazzo, mentre raccolgo freneticamente gli alimenti e li ripongo nel cestino.
<< Non fa niente, non preoccupar… >> la voce  dolce e femminile che viene pronunciata da quel qualcuno mi  fa correre un brivido lungo la schiena, mentre vedo delle esile e sottili mani aiutarmi a recuperare le cose.
Mi è familiare. Decisamente troppo familiare.
Non do neanche le il tempo di finire la frase, che alzo lo sguardo di fronte a me, per vedere il volto a cui appartiene quella voce.
Non appena lo vedo un sussulto di puro stupore mi scuote talmente l’anima e il cuore  da strapparmi un sospiro e un paio di battiti, mentre noto anche la sua espressione mutare e divenire incredula.
Quegliocchi color nocciola, ora sgranati per la sorpresa, li riconoscerei tra miliardi.
Gli occhi della persona di cui mi innamorai due anni fa, che non rividi più dopo il suo trasferimento, ma che non smisi di pensare un solo giorno.
Torrey. Torrey Devitto. La mia Torrey.
 
 
 Angolo autrice
 
  
Cucciolotte belle!
Eccomi tornata, con un pochino di ritardo ma ci sono =)
Questa volta sarò breve e concisa.
Tralasciando la parte in cui ripeto che il capitolo non mi piace affatto ( ma credo che ormai siete abituate alla mia insicurezza cronica ahaha), passo ad analizzare alcuni punti fondamentali.
-        Abbiamo avuto il nostro POV Ian, in cui abbiamo potuto finalmente comprendere i suoi pensieri, sentimenti e il fatto che abbia sofferto tantissimo in questo periodo. Povero cucciolo =( Spero che la descrizione dei suoi pensieri ed emozioni sia stata abbastanza chiara,perché è quella che mi terrorizza di più.
-        Un’altra cosa fondamentale che molte mi hanno scritto nelle recensioni. Nonostante voi mi abbiate chiesto di “ripagare” Nina con la stessa moneta che ha usato lei con Ian,  non me la sono sentita. Non volevo che lui si vendicasse di questa cosa, d’altronde Nina non l’ha fatto con intenzione, ha agito d’impulso e in preda alla confusione. Inoltre Ian non mi sembra un tipo vendicativo e soprattutto quando una persona chiede perdono in quel modo, non ci si può rifiutare.
-        Vi avevo promesso che sarebbero tornati al loro rapporto d’amicizia e, come vedete, mantengo sempre le promesse. ;) Ricordate i biglietti della partita dei Lakers che Nina aveva regalato ad Ian per il suo compleanno? Beh… stanno per essere utilizzati ( e questo era un piccolo spoiler, se non l’avete capito ).
-        Infine abbiamo scoperto che il Pov a sorpresa era quello del nostro amato Paul Wensley. E si è scoperta una cosa sulla sua vita privata… Torrey! Mi sono informata su internet ed ho scoperto proprio che il loro amore è sbocciato sul set di un film nel 2007 e quindi… insomma staremo a vedere come proseguirà anche quest’altra Love Story. =)
 
Con questo è tutto! Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ringrazio come sempre tutte le mie lettrici, silenziose e anche quelle che recensiscono, coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e le mie dolci pazzerelle del mio gruppo fb!
Un bacione a tutte.
A presto. Fede Xoxo
 
PICCOLO SPOILER:
Torneremo sul set e rivedremo tutti quanti dopo le feste. Assisteremo ad un chiarimento tra Nina e Ben e….     
 
Al prossimo aggiornamento: tra 2 settimane e mezzo ( due settimane non mi bastano poi in ogni caso vi avvertirò ).
 
P.S. VERY IMPORTANT: Ho creato un gruppo su fb sulle mie storie. In questo gruppo però parleremo di tutto. Consigli in generale, le puntate, la Con, domande, piccoli spoiler, anticipazioni o avvisi che potrei fare e tante altre cose! Insomma un vero e proprio salotto letterario “virtuale” in cui condividere la nostra passione per la scrittura, la lettura ma anche un luogo per stringere amicizie e conoscerci meglio!    Per chiunque volesse aggiungersi è più che ben accetto! =) Vi aspetto.
 
Questo è il link:  
 
http://www.facebook.com/groups/549936175030783/
 
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Britt4ever “ L’amore guarda non con gli occhi ma con l’anima” ( lettrice stupenda!! )
Iansom “Cause you'll always be my only destiny “ ( storia magnifica, molto intrigante e intensa. Waho !!=))
Elen91 ( che stimo molto sia come scrittrice che come beta, sei bravissima =)) “ Can you immagine that love?” “Breathe me” e meravigliosa e nuova “50 sfumature di tenebra”
Meiousetsuna “Everything of Me” (meravigliosa One-shot Delena ambientata dopo la 3x19 leggetela è stupenda!! )
Giuls_somerhalder “San Valentino A New York” ( sul cast di TVD, veramente molto carina, allegra e scritta molto bene. Ve la consiglio assolutamente! )
Emily petrova “La fidanzata dell'ibrido” ( Intrigante e davvero originale. Magnifica. Non ci sono altre parole per descriverla. )
BloodyMary94 “Tutto Cambia Per Un Bacio” ( questa storia è una delle mie preferite, la seguo assiduamente e con passione. E’ sulla coppia Delena veramente Stratosferica!! Hihihi Leggetela! )
  
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