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Autore: nuccetta    08/03/2013    11 recensioni
Elena, Damon e Stefan. Elena è bella, mora, con gli occhi del color del cioccolato. Damon ha due iridi di ghiaccio, un atteggiamento da bello e dannato e la battuta sempre pronta sulla punta della lingua. Stefan è ligio al dovere ed innamorato perdutamente della sua donna. sembrerebbero gli stessi protagonisti che abbiamo imparato ad amare in The vampire diaries, ma non è così.
Elena e Stefan si sono conosciuti e amati anni fa, la loro storia è ricca di passione, tenerezza e amore. Damon giunge all'improvviso tra di loro e legherà indissolubilmente la vita alle loro.
E' la storia di un amore travagliato, è una storia di tradimenti, di bugie, di sentimenti veri e di timori nascosti.
un triangolo un po' diverso dal solito....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Apro gli occhi. La luce del mattino, che filtra insistente dalle fessure della finestra, mi acceca facendomi lacrimare. Sospiro svogliata mentre cerco di sistemare i capelli, sperando in un risultato migliore di quello ottenuto nell'ultima settimana.

Qualcuno bussa alla porta. Non qualcuno a caso in realtà. E' Caroline. Appena avverte rumori provenire dalla camera, si fionda subito alla porta per accertarsi della mia situazione.

“Precaria”. E' diventata un po' la mia parola d'ordine, forse alla fine è anche rassicurante. Mi stupirei se in solo sette giorni il mio umore potesse migliorare da un momento all'altro.

Care apre la porta e spunta con un sorriso sincero, per dimostrarmi la sua solidarietà, ma comunque forzato perchè, io lo so, ci sta male anche lei.

“Buongiorno, mia dolce amichetta”.

“Ciao, Elenina”. Si siede al mio fianco, lo stesso gesto ogni mattina, quasi voler accertarsi che è tutto in ordine, che almeno questo non cambierà, che noi non cambieremo.

Appoggia la testa sulla mia spalla, colpendomi con l'odore fresco e pungente del suo shampoo

“Oggi torno al lavoro”. Cerco di ricomparire per un attimo al pianeta terra, osservo l'abbigliamento di Care, penso ai giorni che sono trascorsi, poi dedico uno sguardo al calendario attaccato alla scrivania. E' il nove Gennaio, avrei dovuto pensare che prima o poi sarebbe successo, che la vita va avanti anche senza di me.

“Non so se mi sento pronta”.

“A quanto pare neanche lui”. Mi volto di scatto verso il viso della mia amica. Guarda di fronte a sé, probabilmente perchè teme di incrociare il mio sguardo e vederci dentro tutta questa frustrazione.

“Mi ha chiamato stamattina. Mi ha detto che sarebbe meglio se tu restassi a casa per un po' e di non preoccuparti per il lavoro o lo stipendio, quello rimane comunque intatto”.

Sento un fuoco propagarsi in ogni parte del mio corpo, delle mie membra.

“Ha veramente osato dire una cosa del genere?”.

“E' la stessa reazione che ho avuto io. Ma non biasimiamolo, Damon è fatto così, non pensa realmente ciò che dice...”.

“Lui non ne ha il diritto. Non ha il diritto di impormi cosa devo e non devo fare, non ha il diritto di tenermi segregata in casa e, soprattutto, non ha il diritto di paragonarmi ad una qualunque arrampicatrice sociale legata ai soldi più che a qualunque altra cosa”.

“Elena, io lo so e anche lui lo sa. Desidera solo non incrociarti, non dopo solo una settimana, non dopo che non sente la tua voce da sette lunghi giorni. Da quanto ne sa lui, potresti essere tornata a casa Salvatore e magari aspettare un pargoletto”.

“Per chi mi ha presa?”.

“Per una donna insicura dei sentimenti che prova”.

Mi tranquillizzo un po', come accade nella maggior parte dei casi, l'arrabbiatura con Damon non riesce mai a durarmi più di qualche minuto.

“Ed è esattamente ciò che sono: una bambina che gioca a fare la donna, ma finisce solo con il ferire tutte le persone che ama. Con il mio atteggiamento non ho ferito solo me stessa, ma anche Damon e Stefan. Non potrò mai perdonarmelo”.

“Già, a proposito di Stefan... cosa senti per lui dopo tutto questo tempo?”.

“Non ha senso parlare di Stefan proprio ora”.

Caroline alza le mani in segno di resa. Non so il perchè, ma mi viene quasi voglia di scoppiare a ridere. Forse non me ne sono accorta e, mentre trascorrevo lenta il mio tempo a ragionare sulla mia situazione sentimentale momentaneamente impostata su off, il mio cervello deve aver subito qualche strano trauma, una disconnessione di fili essenziali, un'interruzione improvvisa degli impulsi, qualsiasi cosa che possa avermi fatto perdere la testa. O forse si tratta semplicemente di Damon. Mai essere convinta di trascorrere una vita serena, prima di aver conosciuto il fratello maggiore (di cui tu ignori l'esistenza) del tuo adorato fidanzato!

Ritorno con lo sguardo verso la mia amica, è disperata, non sa più cosa deve fare per aiutarmi a raggiungere un compromesso. Probabilmente, prima del mio arrivo, la sua vita trascorreva felice e serena tra le amicizie che coltivava da una vita, poi sono arrivata io, peggio di un periodo di siccità.

Penso, però, anche ai miei momenti felici, quelli in cui trascorrevo le ore a giocare con Bonnie sui gradini del mio portico, quelli in cui i compiti di algebra mi sembravano acerrimi nemici che mai avrei imparato a sconfiggere, quelli in cui tutto era possibile, forse anche amare due persone contemporaneamente, senza sentirti logorare dentro.

“Se mi aspetti, mi vesto e vengo con te”.

“Elena...”.

“No, Care. E' giusto così. Sia io che lui abbiamo bisogno di superare questo momento e non possiamo di certo farlo ignorandoci. Siamo due persone adulte, cercheremo di convivere tacitamente, senza aggredirci o saltarci addosso per il desiderio. Sono perfettamente in grado di gestire la situazione”. O almeno è ciò che voglio credere. Vedere Damon mi fa sempre un effetto strano ed ora, dopo ciò che è successo tra noi, non so se riuscirei ad incrociare il suo sguardo senza avvertire piacevoli scosse elettriche attraversare il mio povero stomaco innamorato. Altro che farfalle!

“Elena, io lo dico per te, per voi. Stai a casa qualche altro giorno, ragiona ancora un po' sulla tua scelta e, nel caso non l'avessi ancora fatta, cerca di capire se puoi arrivare ad una soluzione. Mettitelo in testa: tu ami solo uno dei due ed è quello dal quale non riesci a stare lontana!”.

“Sei diventata una fan Delena”.

Ride tristemente della mia battuta. “No, sono fan dell'Elena che dà retta ai suoi sentimenti, di qualsiasi natura essi siano”.

 

 

 

 

 

 

“Ok, la ringrazio enormemente presidente. Le assicuro che non si pentirà di avermi dato fiducia, la mia azienda è letteralmente onorata di poterla annoverare tra i contribuenti e sono lieto di potermi presentare io stesso...”.

Mi sbilancio in parole inutili, parole vuote di chi conosce troppo bene il lavoro che svolge, ma che ha momentaneamente perso per strada quella voglia di arrivare che lo contraddistingue da quando ha messo piede in quel mondo.

Eppure, non riesco a pensare, è come se il mio cervello fosse finito in stand by e questo mi spaventa, decisamente non è da me e, credo, che non sia accaduto neanche quando il mio cuore era occupato, tanto tempo fa.

Qualsiasi cosa io faccia, qualsiasi oggetto mi ritrovi in mano, lei è presente nei miei pensieri e, per quanto mi sforzi di allontanarla, lei rimane lì con me, quasi come se ce l'avessi dentro.

Mi manca, mi manca sentirla cantare mentre è sotto la doccia, mi manca guardarla male mentre, entrando in cucina, addenta strafottente il mio croissant, mi manca tornare a casa e trovarla persa sul suo diario, tra i suoi pensieri, mi manca vederla armeggiare con le mie pentole ed i miei piatti alla ricerca della ricetta perfetta, mi manca tenerla vicino quando, non avendo voglia di uscire, trascorriamo la serata abbracciati sul divano. Mi mancano i suoi sorrisi, i suoi respiri, le sue facce serie, quelle più buffe, quelle arrabbiate, mi mancano quei piccoli gesti, quegli insignificanti difetti che nessuno mai, più di me, potrebbe amare. E mi manca immensamente farci l'amore, mi manca quell'unica, ma eterna volta in cui è stata mia, solamente mia, mia e di nessun altro.

Concludo la chiamata sperando di non aver raccontato a quel poveraccio lo strazio travolgente che accompagna la mia vita in questi giorni. Mi metto le mani tra i capelli, quasi a voler bloccare i pensieri che mi riportano a lei, pur non volendolo fare.

Mi alzo dalla scrivania e mi avvicino verso al distributore di plastica, riempio il bicchiere d'acqua fresca, sperando, così, di rinfrescarmi un po' anche le idee.

La porta dell'ufficio si spalanca, per un attimo assumo un'espressione irritata, l'espressione tipica del capo rompiballe che, di sicuro, non muore dalla voglia di essere disturbato con così tanta maleducazione.

Poi, però, dimentico l'indignazione, di fronte a me c'è lui, il ragazzo con cui ho condiviso una vita, l'unico con il quale adesso non vorrei condividere neanche l'ascensore, quello che però fa parte di me e che devo accettare così com'è.

“A cosa devo l'onore, fratello?”.

Gli volto le spalle, cercando di raggiungere la scrivania, ma la sua mano destra mi blocca costringendomi a girarmi. Un pugno duro e crudo mi raggiunge in pieno viso, non ricordavo che avesse tutta questa forza!

“Sei migliorato con gli anni”.

“Non è divertente, Damon”.

“Suppongo che tu abbia fatto una lunga chiacchierata con Elena”.

“Non esattamente”.

Tenendomi ancora il naso dolorante, mi avvicino alla sedia e, con un gesto esasperato invito mio fratello ad accomodarsi. Dopo tutto, sapevo che sarebbe arrivato questo momento, il momento delle verità, quello che ci avrebbe visti di nuovo uno di fronte all'altro, o meglio uno contro l'altro.

Stefan si siede di fronte a me, gli occhi che bruciano di rabbia, riflesso più nitido di quel passato.

“Kol, immagino. Lo frequenti ancora? Dopo tutto quello che ti ha fatto?”.

Odio quell'idiota e, per una volta, l'odio nei suoi confronti riesce a superare anche quello per mio fratello.

“Non è questo il punto. Il punto è che ok la puttanata della vendetta, del rancore, dell'odio. Avresti potuto fare tutto, cercare di sedurla per poi abbandonarla, portarla sulla brutta strada per farmi arrabbiare, affidarle l'intera redazione solo per essere brillante ai suoi occhi. Ma non portartela a letto”.

“Io non me la sono portata a letto. Noi siamo andati a letto insieme perchè ci amiamo”.

Lo sguardo di Stefan mi rivolge tutto il suo rancore ed io lo accolgo con estrema naturalezza, con la solita maschera di ghiaccio di cui mi vesto solitamente.

“Tu non ami, Damon. Non lo hai mai fatto. Tu vinci un premio e lo sfoggi finchè non te ne stufi e se qualcuno osa strappartelo da sotto gli occhi, beh lì diventa il tuo nemico numero uno”.

Ecco, l'ennesima volta in cui qualcuno sottovaluta i miei sentimenti, o meglio che qualcuno sottovaluta il fatto che io possa averne di sentimenti.

“Da quando sei diventato dispensatore di giudizi, fratellino?”.

“Non fa ridere, non fa ridere neanche un po'. Come hai potuto anche solo pensare di avvicinarti alla mia donna?”.

“Nello stesso modo in cui hai fatto tu, solo che a differenza tua, io ci tenevo veramente”.

Le parole mi scappano di bocca prima che io me ne renda conto. E non mi sento in colpa perchè ciò che sto dicendo potrebbe far star male mio fratello, ma perchè rende me molto fragile, troppo fragile. La fragilità di un uomo che ha amato troppo e si ritrova a doverlo ammettere davanti al mondo.

“Come puoi dire una cosa del genere? Io amo Elena più di me stesso, è la mia vita, la donna con cui voglio condividere il mio futuro”.

“Fosse realmente così non ti saresti comportato come hai fatto”.

“Sentiamo: come mi sarei comportato? Dammi la tua opinione dall'alto della tua esemplare impronta morale”.

Scuoto la testa indifferente, la mia voglia di prenderlo a pugni, ne sono sicuro, supera alla lunga la sua.

“Non l'hai rispettata, l'hai trattata come una bambina, come una stupida pedina della tua dama di ambizioni. Elena non è come te, lei non appartiene a questo mondo, lei è una fresca proposta, è passione senza ostacoli, lei è la classica donna che ti fa dimenticare di esistere, di essere parte di questa stupidissima vita”.

Stefan continua a scrutarmi con il suo sguardo accigliato, a volte riesco a credere che sia più stupido di quanto dimostra, è proprio schiavo di questo sistema fatto di denaro e lavoro.

“Come sei diventato romantico. Attento, fratello, potrei pensare che tu ti stia umanizzando”.

“Tu non sai niente di me, non mi conosci, non mi conosci da tempo, ormai. Vivi solo schiavo delle tue manie di grandezza, ignaro del fatto che le persone cambiano, che le situazioni cambiano. Io non sono più il fratellino protettivo che ti difendeva dai bulletti della scuola qualche anno fa. Io e te non siamo più niente, per te provo solo disprezzo”.

“Tutto per l'errore di un ragazzo?”.

“Quell'errore mi ha stravolto la vita. E adesso, se non ti dispiace, avrei da fare”.

Stefan si alza, voltandomi le spalle. Si avvicina lentamente alla porta, troppo lentamente per uno che ha voglia di andarsene e quasi sbuffo all'idea che gli sia rimasto ancora qualcosa da dire.

Appoggia una mano alla maniglia, poi di volta verso di me, di nuovo. “Io la amo”.

Lo guardo. Ed io? Io la amo? Ed una sola risposta nasce spontanea nel mio cuore, sempre che io ce l'abbia davvero un cuore. “La amo anche io, Stefan”.

 

 

 

 

Entro in ufficio con una sicurezza che non pensavo di avere. Ho sistemato un po' il mio aspetto, cercando di rimediare alla trascuratezza degli ultimi giorni. Ho tirato i capelli in una coda altissima e tiratissima (che a ripensarci mi fa un po' male), ho indossato la mia gonna preferita, lunga al punto giusto e abbastanza attillata da mostrare le mie curve e una camicetta bianca che lascia intravedere il reggiseno di pizzo nero che mi ha regalato Caroline qualche giorno fa. Diceva che un giorno mi sarebbe tornato utile, beh, ecco arrivato quel giorno.

Mi sento strana, questa non sono io e questi abiti non mi si addicono, ma è la mia piccola vendetta, voglio scorgere i suoi occhi velarsi di stupore, la sua bocca spalancarsi sbigottita. E so che tutto questo non ha senso, che non è da persona matura, ma è come se una parte di me ce l'avesse con lui per non aver lottato abbastanza. Che poi, lui non avrebbe dovuto lottare proprio per niente, io ho combinato tutto questo disastro ed io vi devo trovare una soluzione. Fosse solo un po' più facile! Potessi solo mettere d'accordo la testa con il cuore!

Mi siedo alla mia scrivania, in queste tre settimane, il mio lavoro mi è mancato tantissimo e, allo stesso modo, anzi molto di più, ho sentito la mancanza di Damon, della sua risata, del suo sorriso, del contatto della mia pelle con la sua.

Eppure non riesco a scegliere di vivere la mia vita con lui. È come se una forza magnetica oscura mi tenesse legata alla mia vita con Stefan, quella vita che ho amato troppo per abbandonare così all'improvviso.

“Elena, io devo andare. Mia madre ha invitato a cena mia zia e non posso assolutamente mancare. Vuoi venire con me?”.

Guardo l'orologio rosa fosforescente che, dopo continue discussioni con Damon, sono riuscita ad appendere al muro. Sono già le sette, sono quasi dieci ore che mi sono persa dietro a questo interminabile articolo e ancora di lui nessuna traccia. Da una parte sono contenta, lavorare mi ha distratto, mi ha impedito di pensarci, almeno fino ad ora.

“No, tu vai tranquilla. Io mi prendo una pizza, mi affitto un film e cerco di andare a dormire ad un orario decente”.

Care recupera la borsa e viene a lasciarmi un rumoroso bacio sulla guancia.

“Ok, come preferisci. Magari chiedo a Tyler se ha impegni, altrimenti gli dico di venire a farti compagnia”.

Le sorrido premurosa, mentre la guardo uscire, dopo essersi quasi scontrata con la porta. Scuoto la testa divertita, è un vulcano di vita, la mia ancora di salvezza che mi ha permesso di non affondare.

Appoggio la testa allo schienale, ripensando a quei momenti stupendi che ho vissuto con Damon, a quegli attimi che speravo non finissero più. Sospiro rassegnata. Come ho fatto a pensare che fosse solo una semplice infatuazione? Quando ti prendi una cotta per qualcuno non vivi in funzione della sua vita, non cerchi ogni pretesto per incontrarlo e, soprattutto, non è così terribilmente presente nella tua testa ad ogni ora del giorno e della notte.

Ruoto con la sedia , mentre lascio vagare i pensieri per sentieri già visti e rivisti.

“Care, ti volevo dire...”.

La sua voce mi raggiunge e mi raggela. E' come se la sentissi per la prima volta, è come una musica che fa battere il mio cuore all'impazzata.

Mi giro verso di lui, aiutandomi con i piedi.

“Mi dispiace, Caroline non c'è. Ci sono solo io”.

“Elena...”.

Quasi sorrido soddisfatta mentre osservo i suoi occhi attraversarmi da parte a parte, lo vedo soffermarsi sul mio seno, poi sui miei fianchi e poi, ancora, sulle mie gambe scoperte, per tornare esterrefatto su di me.

“Pensavo che ti volessi prendere una pausa”.

“Beh, sbagliavi. Mi ero stufata di starmene chiusa in casa”.

Annuisce come se riuscisse a comprendere il mio stato d'animo, povero illuso!

“Hai bisogno di qualcosa?”.

Sembra riscuotersi da uno stato di trance. “Ah sì, giusto. Devo spedire questi fogli alla redazione di Atlanta. Il mio socio è già lì che li aspetta”.

Annuisco. “Ok, lasciali pure qui. Ci penso io”.

Si avvicina alla scrivania. E' troppo vicino, riesco a sentire il suo profumo forte ed inebriante, il calore della sua pelle che fa quasi andare a fuoco la mia. Mi mordo il labbro inferiore, quasi come a volermi impedire di saltargli addosso, di sputargli tutta la mia indignazione, per poi perdermi in uno dei suoi baci, quei baci che ogni notte sogno di ricevere un'ultima volta.

Abbandona i fogli tra le altre mille scartoffie, poi si allontana verso l'uscita. Poco prima di varcare la soglia, si volta nuovamente verso di me.

“Mi dispiace che sia finita così”.

“Lo hai voluto tu”. Sono fredda e distaccata, l'opposto di come vorrei dimostrarmi in questo momento.

“Ti sbagli, Elena. Lo hai voluto tu. Io sono stato solamente un effetto collaterale della tue eterna indecisione. Te l'ho detto, non voglio una donna che provi sentimenti per un altro uomo”.

“Damon...”. Cerco di fermarlo, di dirgli che mi manca, che ho voglia di stare con lui, di trascorrere una di quelle serate a mangiare sushi e a ridere come due ragazzini, che ho voglia di dormire beata tra le sue braccia forti e robuste, ma non riesco. Le parole mi si bloccano in gola e lui non mi dà il tempo di trovare il coraggio.

“No, Elena.... è tardi. Torna a casa”.

Si allontana definitivamente nella sua aurea di mistero. E' tardi. E di sicuro non si riferisce alla giornata che è giunta a termine.

 

 

Entro in casa piuttosto accaldato.

Mi slaccio la cravatta e l'appoggio svogliato su una delle sedie della cucina. Mi appoggio pensieroso ad uno sgabello, il volto tra le mani ed una voglia matta di fuggire.

Ripenso a lei, alle parole che ci siamo detti, alla bellezza che si porta dietro, alle sensazione che la sua vicinanza mi ha dato. Ripenso a mio fratello, alle sue parole cariche di rancore, all'odio che ancora una volta ci siamo sputati in faccia reciprocamente.

Suonano alla porta. Non guardo neanche dallo spioncino, so già di chi si tratta, non mi ha mollato un attimo da quando io ed Elena ci siamo allontanati, lui non lo dice, ma so che teme che ci possa ricascare.

Tyler è di fronte a me, lo sguardo radioso ed un sorriso che gli accende il volto. Indica con orgoglio le provviste che tiene tra le mani.

“Birra e patatine. Giusto per non farci mancare niente”

Lo invito ad entrare con un sorriso sincero. Apprezzo la sua presenza nella mia vita, riesce a farmi credere che non tutto nasce per morire, non so se mi spiego.

Apro la birra con strafottenza, poi afferro una manciata di patatine.

“Stavo per ordinare una pizza. Ti fermi a cena qui?”.

Lo vedo imbarazzarsi, cosa assolutamente tipica per un ragazzo come Tyler, ma che mi provoca sempre un'improvvisa curiosità e una cattivissima voglia di prenderlo in giro.

“Ho capito, ho capito. Ti aspetta una serata di sesso travolgente”.

Alza gli occhi al cielo e si passa agitato una mano tra i capelli, lo fa sempre quando qualcosa lo mette in crisi.

“Coglione. In realtà, Care è da Liz, mi ha chiamato poco fa per chiedermi di fare compagnia ad Elena. Per le nove e mezza devo essere da lei”.

Mando giù un goccio di birra, sentire il suo nome mi fa uno strano effetto, un misto tra rabbia e tenerezza.

“Non devi preoccuparti per me. L'ho superato”.

“Certo, ed io sono Brad Pitt”.

“Beh, potresti essere la sua versione dark”.

Sbuffa sonoramente, di certo adirato per il mio atteggiamento menefreghista, lui e Caroline odiano le mie freddure, mi preferirebbero piagnucolante, ma sincero. Parole loro.

“Vuoi che ti dica che sto male?”.

“Voglio che tu mi dica la verità”.

“Ok, sto male. Sto male perchè mi manca, perchè so che tornerà da mio fratello, perchè mi sono innamorato di lei ed è lo sbaglio più grande che abbia fatto”.

Lo dico con semplicità e questa è la seconda volta che mi capita. Forse sto solo perdendo colpi, o forse sono fottuto per la seconda volta, o forse innamorato, che poi più o meno è la stessa cosa.

“L'importante è ammetterlo a se stessi. Ti farà sentire meglio. E' inutile spegnere i sentimenti”.

“Sarà, ma io non mi sento per niente meglio. Di sicuro l'amore non fa per me”.

“Già, anche io dicevo la stessa cosa, poi è arrivata Caroline”.

“Ecco appunto. Non voglio ridurmi anche io così”.

Tyler ridacchia sincero, sa che voglio un bene dell'anima alla mia amica e sa che sono il sostenitore numero uno della loro storia, ma sa anche che credo che Caroline dovrebbe fare chiarezza nella sua testa. Tipico di ogni donna, incontrano un nuovo uomo dopo una delusione amorosa, se ne innamorano e si convincono che sia per sempre. Beh, io penso che il per sempre sia solo per gli illusi che credono ancora nella favole. Poi, la ruota girerà anche per loro e si troveranno esattamente come me, completamente disillusi verso quella specie di paradiso terrestre a cui per attimi eterni di vita hanno auspicato.

“L'hai vista?”

“Prima di uscire dall'ufficio”.

“Come ti è sembrata?”. Ma che razza di domanda è? Certo che noi ragazzi non siamo assolutamente in grado di fare gli psicologi. Per queste cose Caroline è infallibile.

“Elena. Stesse braccia, stesse gambe, stessi occhi, stessi capelli. Forse più tette, ma credo sia merito del reggiseno”.

Tyler sbuffa per l'ennesima volta.

“Ed io che mi illudo ancora che tu possa fare un discorso serio”.

Alzo le spalle a mo' di scusa. Non ho voglia di paternali, né di compassione. Voglio solo godermi una serata spensierata. Domani tornerò ad occuparmi di lei e a prendere una decisione definitiva per quello che è il mio futuro.

Saluto Tyler poco calorosamente, ma sono tranquillo, lui ci è abituato. Mi sdraio sul divano e ripenso ai giorni in cui lo condividevamo. La rivedo in ogni angolo di questa casa, in ogni sua parola, in ogni suo strambo atteggiamento.

Poi mi vengono in mente le parole di mio fratello. L'errore di un ragazzo. E' così che la pensa. Ricordo il nostro periodo più felice, quello in cui condividevamo ogni segreto, quello in cui eravamo la stessa persona.

 

 

Stefan chiude la porta di casa e cerca di raggiungere la propria camera senza essere bloccato da nessuno, né da Alaric, né da me. Sbagliato, non aveva fatto i conti con la mia immensa e velata curiosità.

Ciao, fratellino”.

Abbassa lo sguardo, cerca di non incrociare il mio, segno evidente che qualcosa non va. Solo qualche giorno fa, mio padre è venuto a rivendicarci, ma, come sarebbe stato giusto fare, sia io che mio fratello abbiamo rifiutato. Non siamo dei pacchi postali che può prendere e mollare quando vuole, solo perchè la sua dolce mogliettina non riesce ad avere figli.

Hai sentito papà?”.

No, perchè?”.

Mi sembri strano. Sei entrato in casa come il peggiore dei ladri”.

Io che faccio le prediche a qualcuno. Questa mi mancava.

Non è vero. Ho solo voglia di stare un po' solo.”

Alzo le mani in segno di resa. Capisco il suo stato d'animo, molte volte è stato anche il mio.

Dunque, se non devo preoccuparmi di nulla, ti lascio ritirarti nelle tue stanze. Verso le sette, viene Elijah, abbiamo una rivincita da scontare a carambola. Ti unisci a noi?”.

E' qualche anno più piccolo di me e del mio migliore amico, ma mi piace portarlo in giro con me, fargli conoscere il mio mondo, iniziarlo alla sua ancora acerba vita da teenager. E poi, da qualche tempo, mi sento più felice, più buono con il mondo intero e, di conseguenza, anche con il mio fratellino. Sorrido mentre penso al motivo di così tanta felicità. Ripenso ai suoi occhi scuri, alle sue labbra carnose, ai seni rotondi e sodi che strizza con eleganza e disinvoltura in top super seducenti. Beh, non è proprio l'immagine della ragazza casta e pura, ma la amo anche per questo.

Perchè stai sorridendo?”.

Improvvisamente mio fratello, dimentico della sua parte da ragazzino arrabbiato con il mondo, si dimostra curioso.

Non sto sorridendo”.

Non si direbbe, sembri un'idiota. Un'idiota che ride solo in mezzo ad un corridoio”.

Gli scompiglio i capelli con la mano destra, giusto per dargli fastidio, lui se la prende e come al solito sbuffa inviperito, prima di sistemarsi con attenzione ciuffo dopo ciuffo, la chioma di capelli di cui va tanto fiero.

Ok, prima che ti faccia venire una crisi di panico: ti unisci a noi stasera?”.

Ritorna ad essere cupo, evidente dichiarazione del suo stato d'animo inquieto. Chissà cosa gli passa per la testa.

No. Veramente io e Kol volevamo andare ad una festa in collina. Ci saranno alcuni compagni di scuola... preferiamo andare lì”.

Sorrido comprensivo, dopo tutto quattro anni fa anche io avrei preferito frequentare eccentriche feste scolaresche, pur di uscire dall'anonimato.

Ok, divertitevi”. Prima di girare sui tacchi, lo osservo con aria minacciosa. “Tieni Kol lontano da Caroline o dovrai vedertela con me”.

Come sei noioso! Guarda che Kol è realmente innamorato di lei, non farebbe mai niente per farla soffrire”.

Beh, questo non lo so, ma non voglio neanche scoprirlo. Caroline non uscirà mai con un'idiota del genere”.

Voglio bene a quel ragazzo, ma è davvero troppo stupido per la mia amica. Spesso mio fratello ed Elijah mi deridono, convinti che la mia per Caroline sia un'ossessione, ma non è così, le voglio bene come una sorella e non voglio che soffra. E' come se mi sentissi in dovere di proteggerla, di darle quelle sicurezze che non può cercare in suo padre. Voglio aiutarla a trovare un futuro migliore di quello che è toccato a sua madre, semplicemente colpevole di essersi innamorata dell'uomo sbagliato, e forse, peggio ancora, di quello che è capitato alla mia.

Beh, se tu continui ad ignorarla, forse potrebbe anche scegliere di stare con Kol”.

Non credo proprio. Le ragazze a cui piaccio io, normalmente hanno ottimi gusti, non si abbasserebbero mai ad un pidocchioso quindicenne con il solo intento di portarsi la sua prima ragazza a letto”.

Mio fratello si sente in dovere di difendere l'amico. “Ehi, questa è la teoria che gli hai insegnato tu: corteggia, seduci e cancella”.

Ecco appunto che la sua unica fonte di informazioni sono io, preferisco che stia lontano da Caroline”.

Ride divertito, conosce i miei trascorsi, da buon fratello maggiore che deve dare l'esempio, non ho perso tempo a rivelargli i punti salienti della mia adolescenza.

Beh, però ora hai messo la testa a posto”.

Scuoto la testa per non rispondere. Lui ed Alaric quando ci si mettono sono peggio dell'ispettore Gadget. Anche se, dopo anni trascorsi con un ragazzino viziato che portava continuamente ragazze diverse in camera sua, capire che questa volta è diverso potrebbe non essere difficile.

 

 

Sospiro. Era tutto diverso, il mio rapporto con Stefan era diverso, la mia voglia di vivere era diversa. Ogni tanto penso a questo periodo della mia vita e mi chiedo dove sia finita tutta quella voglia di essere felice, di combattere con il mondo pur di poter sorridere, quel desiderio di far durare ogni attimo per sempre.

E con Elena è stato così, per un breve istante in queste ultime settimane, ho sperato che fosse possibile.

 

 

 

 

Finisco di inviare il fax per Damon. Odio vederlo, senza poterlo sfiorare, senza poterci chiacchierare spensierata, senza poter ridere di gusto. Odio vedere la rabbia, la delusione, la tristezza velare di quella patina apatica i suoi profondi e mai spenti occhi blu. Odio non poter essere per lui semplicemente ciò che meriterebbe.

Mi alzo dalla sedia, ho le gambe intorpidite, dovrei fare un po' di sport, prima di finire su un divano a trangugiare schifezze una dietro l'altra senza essere in grado di muovere un solo muscolo.

Cerco dentro al cassetto della scrivania la chiavetta usb che Tyler mi ha chiesta di portargli. Impreco un paio di volte perchè, come al solito, non riesco a trovarla.

Gli uffici sono completamente deserti, lo avverto dal rumore ovattato che mi circonda. Riesco a sentire il suono di una stampante in funzione, troppo lontana perchè possa collocarlo in una dimensione spazio-temporale, e dei passi lenti e scanditi che rimbombano nel corridoio vuoto.

“Elena”.

E' la sua voce. Sono giorni che non la sentivo e mi è mancata, mi manca ogni giorno. Spunto da sotto la scrivania. Oddio, ha ragione Caroline, sono controversa e confusa!

“Ciao”.

Mi sorride, un sorriso tenero e dolcissimo, uno di quei sorrisi che mi ha sempre dedicato, che ho sempre amato infinitamente, il tipico sorriso che ti dà la spinta per affrontare la giornata con il buon umore.

“Pensavo fossi andata via. E' tardi”.

“Oh, sì, infatti stavo per andare. Ho appuntamento a casa con Tyler e se non mi sbrigo lo costringo ad aspettarmi sul pianerottolo. Tu piuttosto, cosa ci fai qui?”.

“Sono venuto a controllare alcuni affari di famiglia e mi sono perso tra gli archivi della redazione”.

Gli rivolgo uno sguardo allarmato. Affari di famiglia, eh?

“Ti va di prendere un aperitivo insieme?”.

Guardo l'ora, è tardissimo! “Veramente Tyler mi aspetta a casa”.

Mi scruta con i suoi occhi profondi e severi ed io mi sento avvampare. Più lo osservo, più mi rendo conto di quanto mi sia mancato, di quanto la sua presenza sia essenziale nella mia vita, eppure c'è qualcosa che mi blocca, come se non potessi realmente sperare di tornare ad un'esistenza felice e serena con lui.

Si avvicina a me, riesco quasi ad avvertire il calore della sua pelle. Sento il suo profumo, così diverso da quello del fratello, ma ugualmente sconvolgente per i miei sensi. Trascina il pollice sulla mia guancia, lo lascia andare su e giù come a rimarcare i miei lineamenti. Mi sorride, un sorriso tetro, rancoroso.

“Mi sei mancata”.

“Anche tu mi manchi, Stefan”.

Già, uso il presente quasi volutamente, come a voler sottolineare che la sua assenza non è solo fisica, mi manca lui, il suo cuore, la sua anima, il suo essere perdutamente innamorato di me.

“E allora perchè ci siamo persi così?”.

“Perchè forse la vita ci ha voluto mettere alla prova”.

“Io ti amo, Elena”.

Man mano che il discorso procede, il suo viso si avvicina pericolosamente al mio ed io sento le mie resistenze arrendersi alla luminosità della sua presenza. Cerco di combattere con tutta me stessa, non voglio cedere, non sarebbe giusto. Ma più io cerco di ragionare, più i nostri occhi si fondono gli uni negli altri. Le sue mani afferrano delicatamente la mia vita e, senza rendermene conto, procedo lentamente verso di lui, schiava dei sentimenti del passato, pallina impazzita di un flipper di ricordi.

Stefan annulla ogni distanza, ogni centimetro che mi permetteva di respirare, di respirare una vita senza di lui.

Mentre le nostre lingue si uniscono in una danza folle e sovversiva, mi aiuta a sdraiarmi sulla scrivania ed ho una specie di deja-vu, solo che questa volta non parliamo di un fuoristrada in centro strada con il motore ancora caldo.

Sorrido contro le labbra di Stefan a quel pensiero e lui ricambia divertito, sicuro che io sia di nuovo sua.

Mentre le sue mani mi attraversano esperte, facendomi tremare di desiderio, vengo colta improvvisamente dal panico. Devo prendere una decisione, devo tornare ad essere me stessa, prigioniera solo delle mie ragioni. Non posso continuare a barcamenarmi tra due cuori e, tanto meno, tra due corpi.

Stringo le gambe intorno al suo corpo, mi lascio coccolare dalla sua pelle e intanto sopraggiungono i ricordi. Io e lui sotto il vischio al ballo studentesco. Damon che mi aspetta fuori sul portico di casa mia. La notte sulla spiaggia trascorsa tra le braccia di Stefan. Le luci della notte ammirate con uno sconosciuto. Le mani di Damon che mi percorrono lente e sicure, le mani di Stefan, di sicuro più rapide, ma ancora incerte sulla mia pelle.

E così, con le dita che affondano tra i suoi capelli chiari, prendo la mia decisione. Non può essere altrimenti.

 

 

 

 

Ok, già mi immagino con un occhio nero. Mi odiate, ne sono sicura, ma in futuro potreste tornare ad amarmi, pensate al lato positivo della faccenda! :D

io comunque vi avevo avvertito, qui non si parla dell'innocua Elenuccia che cerca sempre di faare il bene per chiunque, anche per il lattaio della sorella dell'amica del fratello di sua zia. La mia Elena è molto più intraprendente e, soprattutto, molto più passionale. Come avrete potuto constatare, non ci pensa due volte a muoversi di letto in letto, o scrivania in scrivania, ma proprio per questo potete sperare in un momento di redenzione.

Il ruolo di Elena in questa storia è quello di portare sofferenza, ma si sa che dopo la tempesta arriva sempre il bel tempo, ecco perchè, in qualunque caso, il lieto fine ci sarà per tutti, Damon compreso.

Non giudicate troppo Elena, cioè fatelo in quanto poco di buono, ma non giudicate i suoi sentimenti: quelli sono reali. E anche se adesso ha ceduto a Stefan, in futuro potrebbe pentirsene-

Amo sempre di più raccontarvi il carattere di Damon, sta maturando giorno dopo giorno, poco è rimasto dell'imprenditore viziato di cui ho narrato all'inizio. Scopriamo che Damon ha sofferto, e, come vi ho accennato sopra, che dalle sofferenze si può sempre risalire, basta solo un po' di pazienza.

Sono andata a scavare tra i ricordi di Damon, quelli del passato, quelli in cui lui e Stefan si consideravano ancora fratelli. E vediamo un Damon felice perchè innamorato ed uno Stefan, un po' più divertente di quello attuale, ma comunque molto cupo e misterioso. Cosa starà nascondendo a suo fratello? Ho deciso che introdurrò sovente momenti di riflessione come quello che ha avuto Damon, è il modo più semplice per comprendere cosa nasconde il loro passato.

Sono molto contenta che molte di voi abbiano apprezzato il rapporto di Damon con Tyler, ho avoluto introdurre questa amicizia perfetta perchè sono un'inguaribile romantica e sono convinta che spesso questo sentimento sia in grado di guarire qualsiasi cicatrice, anche quella più profonda. Dunque, posso già anticiparvi, che per il resto della storia Damon potrà contare sempre sull'appoggio del suo amico.

Cosa mi dite del momento Salvator Brothers? Stefan ha tirato un bel pugno al faccino adorato di Damon e forse non possiamo prendercela così tanto con lui, o sbaglio?

Ripeto, non disperate, questa non è la scelta decisiva di Elena, ne succederanno ancora delle belle, potrebbe decidere di trascorrere tutta la vita con il suo epic love, tornare da Damon a gambe levate o passare di letto in letto come ha fatto fino ad ora.... e il finale potrebbe essere ancora diverso!!!!

 

 

 

Piccolo spoiler: Damon prenderà una decisione molto importante per la sua vita... quale potrebbe essere??? sbizzarritevi

 

per concludere ringrazio tutte voi che mi seguite, che avete messo la mia storia tra le preferite e soprattutto voi che recensite.

Ringrazio le ultime persone che hanno recensito lo scorso capitolo, (aria3, crimson petal, tess36, lapam8842, missimississipi, iansom e pilvia_s), siete state davvero carinissime!!!

 

 


 

Pubblicità (ultime cinque storie aggiornate tra le mie preferite)

Holidays (missing moments) di Ele87nella: riprende i momenti più belli della favolosa storia scritta in precedenza dall'autrice sulla storia d'amore tra Nina e Ian. E' scritta molto bene ed è davvero ricca di momenti di passione estrema. Non vi deluderà

 

A ,not so normal, human life di Delena_Da sa: una delena molto carina e originale in cui ci troviamo di fronte ad un Damon totalmente diverso da quello a cui siamo abituati. E' piacevolissima da seguire, perciò ve la consiglio

 

Don't you remember di Nivei: una storia molto bella ed emozionante che non vorreste sicuramente perdervi... è struggente, ma anche molto intensa...

 

Tra inferno e Paradiso di Delena85: una storia meravigliosamente scritta e ben pensata che va a ripercorrere momenti importanti della storia di The vampire diaries, elaborati secondo la fantasia brillante dell'autrice. Leggetela!

 

Desire to love: di E_Rikkas: un incontro improvviso e inaspettato cambierà la vita della nostra Elena, una ragazza con problemi famigliari in attesa del grande amore

 

 

 

 

 

 

  
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