L'uomo rosso per il
gran caldo, guardò le acque del fiume e senza esitare si
tuffò .
Il sole alto nel
cielo rideva e rideva!
Il vento deluso e
vinto si nascose in un luogo lontano.
Capitolo 25
Il vento e il sole
Correva,
correva, sempre più veloce. L’odore era vicino.
Correva, correva e questa volta
l’avrebbe raggiunta. Si isolò dalle voci del resto
del branco, Sam che cercava
di calmare Leah, Embry che aiutava Seth, Paul che seguiva la stessa sua
traccia.
Ci
siamo.
La puzza
era insopportabile, correva, era sicuro di farcela. Non sapeva dove
fosse,
lontano dai confini di La Push, quello era sicuro.
La
vedo.
Una
macchia rossa indistinta nel fitto della vegetazione, correva, correva
e lui
era più veloce, correva e…
Dannazione!
Jacob si
fermò di colpo ringhiando, il mare in tempesta vicino a lui,
non se n’era
neanche accorto, era al limitare del bosco. Potevano vederlo e la
succhiasangue
si era gettata in mare.
L’aveva
persa, non poteva seguirla, aveva vinto di nuovo.
Ringhiò
ancora una volta in direzione delle onde e poi iniziò a
indietreggiare.
Non
sapeva quando tempo fosse passato, aveva perso il contatto con la
realtà, si
concentrò sulle voci nella sua testa e cercò di
capire cosa stesse succedendo.
Seth era
riuscito a ritrasformarsi, lui e Embry stavano tornando a casa.
La voce
di Jared.
Harry.
Suo
padre stava andando in ospedale accompagnato da Charlie, Sam stava
tornando per
prendere delle cose e poi nella mente del compagno vide anche altro e
riprese a
ringhiare.
Bella
era a La Push, la succhiasangue poteva raggiungerla e in mare era molto
più
veloce di lui.
Riprese
a correre con la paura addosso. Non aveva mai corso così
veloce.
“Jake.”
“Sam, è
scappata per il mare. Dobbiamo trovare Bella.”
“Jake,
concentrati, tu la conosci, dove potrebbe essere?”
Provò a
calmarsi, provò a non pensare a cosa sarebbe successo se
Victoria l’avesse
trovata.
“In
spiaggia, Sam, potrebbe essere lì.”
Finalmente
rientrò nel territorio della riserva, ancora pochi metri e
sarebbe arrivato in
spiaggia, riuscì finalmente a vedere il pick- up.
Porca
puttana, la scogliera.
Era
posteggiato alla fine della strada e all’improvviso
ricordò la promessa fatta a
Bella: dovevano lanciarsi, l’avrebbero fatto insieme, il lupo
alzò la testa e
Jacob tremò; era nel punto più alto, troppo alto
per lei e Victoria poteva
arrivare da un momento all’altro. Tornò umano e
riprese a correre, non
l’avrebbe mai raggiunta in tempo,
Cazzo,
Bella, non lo fare.
“Bella.”
Non
riusciva a sentirlo.
Si tuffò
in mare ma non riuscì ad attutire la caduta di Bella, il
cuore che gli
martellava nel petto e non soltanto per la corsa.
Vide una
macchia rossa prima di riuscire ad afferrare Bella per un braccio e
farla
riemergere. La testa fuori, l’acqua che usciva dalla sua
bocca, troppa acqua.
“Respira.”
La sua
voce piena di angoscia.
La
trascinò a riva e le diede un colpo sulla schiena cercando
di liberarle i
polmoni prima di sdraiarla sulla sabbia, poi Sam lo raggiunse.
“Respira, Bella! Avanti!”
La implorò.
Non poteva perderla, non così.
La colpì
un'altra volta.
“Bells, tesoro, mi senti?”
“Da quanto tempo ha perso
conoscenza?”
Era la
voce di Sam quella? Non riusciva a capire, non riusciva a pensare, non
riusciva
a fare niente se non sperare, pregare, che Bella rispondesse. Non
poteva essere
troppo tardi. Non poteva perderla.
“Da qualche minuto credo.”
Doveva,
correre più veloce, doveva raggiungerla prima, doveva capire
subito che sarebbe
andata alla scogliera.
“Jake?”
Jake
strabuzzò gli occhi e si passò una mano sul viso.
Stava piangendo?
“Ah, Bella, tutto bene? Mi senti? Ti
fa male
qualcosa?”
“S- soltanto la gola.”
Era
viva, sarebbe stata bene, non l’avrebbe lasciato come sua
madre, la paura
lasciò finalmente il suo corpo e
l’aiutò ad
alzarsi.
“Allora andiamo via da
qui.”
Guardò
Sam e lui annui appena. “L’hai
trovata?”
Victoria,
era lì, l’aveva raggiunta.
“Sì,
ricomincerò da qui. Torna
all’ospedale. Ti raggiungo più tardi. Grazie,
Sam.”
Lo
guardò allontanarsi e, con Bella in braccio, uscì
dalla spiaggia incamminandosi
verso casa.
Il
sollievo per averla ritrovata durò poco e la sua mente
tornò ad Harry e
all’ospedale dove anche suo padre si trovava, lo
raccontò a Bella e poi
entrarono in casa.
Mise giù
Bella e la guardò sospirando. “Puoi
restare qui, proprio in questo punto intendo. Vado a recuperarti
qualche
vestito asciutto.”
Lanciarsi
dalla scogliera, forse l’aveva fatto per sentire la voce del
bastardo. Era
morto di paura per lei, era…
Tornò in
sala e le allungò i vestiti puliti ,fece per andarsene ma
lei gli chiese di
restare. Si sedette sul pavimento, la schiena appoggiata al letto.
“Jake?”
La vide
sedersi vicino a lui e posare il mento sulle ginocchia.
“Jake,
l’avermi salvato implica che tu mi abbia perdonato?”
“Avrei
dovuto lasciarti annegare perché sono arrabbiato con
te?”
“Sei
ancora arrabbiato?”
Era
ancora arrabbiato? Le mancava. “Sì.” Bugiardo.
All’improvviso
Bella si alzò in piedi e si passò le mani sul
viso, prima di guardarlo.
“O forse
non ti interessa più chiarire con me.”
“Che vuoi
dire?”
Anche
lui si mise in piedi e si avvicinò
a lei.
“Che
tanto hai la tua ragazza a cui pensare.”
“Io non…
io.” Charlie glielo aveva detto, porca puttana.
“Allora
è vero.”
“Non
sono affari tuoi.”
“Sono la
tua migliore amica, certo che sono affari miei.”
“Tu non
sei mia amica, Bella.”
Bella
spalancò la bocca e fece un passo indietro.
“Sei un
ipocrita, Jake.”
“Anche
tu. Il limite dell'amicizia lo abbiamo passato da un po' e tu continui
a
parlarne.”
“E
quindi hai preferito fare altro con, con…”
Jake fece
un altro passo avanti, oramai era vicinissimo.
“Sei
gelosa.”
“Sì.”
Sgranò
gli occhi. Di certo non si aspettava di sentirglielo ammettere
così, era sempre
una continua lotta con lei e adesso… la guardò
mordersi le labbra e fare
un passo indietro sospirando. “È meglio che vada a
casa o forse dovrei
raggiungere Charlie in ospedale.”
“Bells.”
“No,
Jake, non voglio più parlarne. È troppo,
difficile e io non capisco neanche
che… perché non possiamo essere amici e basta. Io
ho bisogno di te.”
Perché
gli amici non provano
quello che io provo per te. Era la risposta migliore, era
l’unica cosa che poteva
dirle ed era anche la frase che gli rimase incastrata in gola quando la
porta
di casa si aprì ed
entrò suo padre
accompagnato da Sam.
Non
serviva neanche che parlasse, li guardò e capì
tutto, Harry non c’è l’aveva
fatta.
Scacciò
velocemente una lacrima e raggiuse il padre stringendogli la mano,
mentre Sam
andava via.
Sarebbe
stata dura per tutti e non c’era niente che avrebbe potuto
dirgli per farlo
stare meglio, Harry era il suo migliore amico, da sempre. Gli strinse
la mano
più forte.
Billy
guardò il figliò e poi andò in camera
sua e lui tornò ad osservare Bella.
“Ti
accompagno a casa, meglio che Charlie ti trovi lì
al suo ritorno.”
Un
irreale silenzio avvolgeva l’abitacolo del pick- up di Bella.
Troppi pensieri
frullavano nella mente di entrambi e dargli voce faceva paura. Jake lo
sapeva,
ma sapeva anche che non poteva continuare così.
Fermò la macchina, arrivato di
fronte a casa, e sospirò mentre le loro ginocchia si
toccavano. Si voltò a
guardarla e lei si mordicchiò le labbra.
E fu
allora che lui decise di mandare al diavolo tutto. Tutti i
ragionamenti, tutti
i motivi per cui poco prima avevano litigato. La abbracciò
trascinandola più
vicino a sé.
“Mi
spiace, Bells,” sussurrò al suo orecchio.
“Fa
schifo litigare con te, Jake.”
Non
facevo solo schifo era orribile, pensò Jake. “Eri
davvero gelosa?” chiese con
la voce tesa.
“Sì, ma
non capisco perché.”
“Potremmo…”
deglutì a vuoto e le sfiorò i capelli.
Sperò davvero di non risultare ridicolo
o sdolcinato. “… scoprilo insieme.”
Avvicinò di più il viso e la vide annuire.
Anche al buio poteva scorgere le sue guance colorarsi. E i loro nasi si
toccarono prima delle labbra.
Si
stavano baciando, di nuovo. Jake mosse le mani sulla schiena di Bella e
lei le
spostò sui suoi capelli mentre il bacio diventava
più forte. Erano respiri
spezzati ed incertezza che si perdeva. Era quello, lui lo sapeva, che
loro
sarebbero sempre dovuti essere.
Si
staccarono per prendere fiato e lui sorrise.
“Sicura
di ricordarlo stavolta?”
“Sì,
credo di sì.”
Sorrise
ancora e le accarezzò le labbra con l’indice.
“Solo per esserne sicuro,” disse
prima di riprendere a baciarla.
Quanto
tempo restava prima che Charlie tornasse a casa e lo prendesse a
fucilate?
Non gli
interessava, uno o due pallottole le avrebbe sopportate volentieri se
poteva
continuare a baciarla e ad accarezzarle i fianchi e no…
meglio che le mani restino al loro posto.
E poi,
così come era arrivato, quel momento perfetto
passò. Jake si staccò da lei
storcendo il naso.
“Merda.”
“Che cosa succede?” chiese
Bella
guardandolo.
“Vampiro.”
“Come fai a saperlo?”
“Perché ne sento
l’odore, maledizione!”
Tempismo
perfetto. Imprecò
mentalmente e cercò di
respirare a fondo per calmarsi. Doveva essere lucido e portare Bella
via da lì.
Doveva proteggerla.
Mise in
moto la macchina mentre i fari illuminavo il marciapiede,
pigiò il piede sul
acceleratore finché non sentì la voce di Bella.
“Fermati.
Non è Victoria, sono i Cullen.”
Note autore.
Prima di
tutto grazie
mille ad Ale (<3) per l’aiuto con le favole. Potete
ben capire che dopo 25
capitoli iniziano un po’ a scarseggiare, perciò se
ne avete qualcuna da
suggerirmi avrete la mia eterna riconoscenza.
Ormai siamo quasi alla
fine di NM. C’è stato un altro sostanziale
cambiamento rispetto alla saga
originale, un altro momento in cui Bella ha capito quanto Jake per lei
sia
diventato importante, ma ora il ritorno di Edward è davvero
alle porte.
Grazie mille per
continuare a seguirmi nonostante non posti spesso.
Grazie mille per il vostro
sostegno.
Al prossimo capitolo
Con affetto
Noemi.
Ps: Il grassetto l’avete
riconosciuti? Sono le parti tratte dal libro.