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Autore: Cristal_Lily    08/03/2013    2 recensioni
Confusa. Spaesata. Lei non sapeva cosa fare.
Lei voleva resistere, si sentiva sbagliata per ciò che sentiva. Ma come reprimere quel sentimento che le nasceva quando incontrava quelle gemme tempestose?
Chiuse gli occhi e si abbandonò sul letto, cercando di non pensare più a nulla. Cercando di dimenticare.
Poi un suono, susseguito da un altro, che la vece voltare verso il proprio cellulare.
- Piccola allora, ci vediamo stasera? - si morse il labbro ma non rispose nonostante desiderasse farlo subito. Chiuse quel testo, per aprire l'altro, e un nuovo sospiro uscì da quelle labbra rosee.
- Ci vediamo stasera? Mi manchi -
Amore e amicizia. C'era forse differenza tra quelle due parole.
Nicola o Ginevra.
Amore o amicizia.
Doveva scegliere tra la propria migliore amica o tra la ragazza che le faceva sciogliere il cuore.
Forse semplicemente avrebbe dovuto chiudere il suo cuore e fare come aveva fatto sempre.
Scappare.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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- Daiiiii, Oly svegliati! - una mano calda la stava scuotendo, risvegliandola dai suoi sogni. Un raggio di sole penetrava dalla pesante tenda, giusto sul proprio viso, accecandola quando aprì gli occhi. Poi incontrò due lapislazzuli che la fissavano allegri e divertiti, molto più svegli dei suoi nonostante fosse tanto presto.

- Mmmh, altri cinque minuti - borbottò, voltandosi dall'altra parte, prendendo la coperta e portandosela sopra il viso così da ripararsi dalla pallida luce del mattino. Era stanca, quella notte avevano fatto tardi e lei non aveva proprio voglia alzarsi, vestirsi ed andare a scuola. Perchè? Non potevano saltare quella mattinata e prepararsi direttamente per la sera? Si, perchè quella sera c'era il concerto che tanto aveva aspettato. Li, quella sera, oltre ad ascoltare una delle band migliori di sempre, ci sarebbero state anche alcune celebrità per cui, ovviamente, lei non voleva mancare. Non potevano mancare. Perchè anche la sua migliore amica sarebbe venuta, proprio la stessa persona che, in quel momento, le stava letteralmente strappando di dosso la coperta che aveva addosso.

- Susu, pigrona! Alzati in piedi, il sole è alto nel cielo e noi facciamo tardi a scuola - Ginevra scoppiò a ridere, facendola solamente sbuffare. Perchè? Non le andava maledizione! La scuola era noiosa, lei voleva solamente pensare al divertimento di quella sera. Non che poi avrebbe fatto tanto, avrebbe ascoltato della buona musica e si sarebbe tenuta alla larga praticamente da tutti dato che non era quel tipo di ragazza, ma almeno non se ne stava rinchiusa tra quattro mura bianche e monotone. 

- Odio la scuola. Odio te che mi ci fai andare - in realtà lei non odiava la sua migliore amica. 

La ragazza che quella notte aveva dormito con se, nel suo stesso letto, era la ragazza che poteva considerare la sua unica ed ineguagliabile migliore amica. 

Le due ragazze si conoscevano solamente da quattro anni, ma senza di lei la sua vita sarebbe stata estremamente monotona e noiosa. Era un vero e proprio uragano di energie, e fin dal primo giorno in cui si erano conosciute lei era riuscita a strappare Olympia dalla sua terribile timidezza, strappandole un sorriso dopo neppure cinque minuti. La adorava. 

- Lo so che mi ami invece! Guarda, ti ho pure preparato i vestiti! E per fortuna che sono venuta in motorino eh? - sospirò ed annuì, lei non aveva ne' la  patente, ne' il motorino. Era una cosa veramente ingiusta dato che lei avrebbe tanto desiderato avere almeno uno dei due. Ma i genitori erano stati tassativi: almeno per un altro anno niente macchina. Il motivo? Credevano che lei si andasse ad ammazzare in giro per la città. Proprio lei! Miss prudenza!

Neppure fosse stata un'incosciente! 

- Si, per fortuna ci sei tu mio angelo custode! - scoppiò a ridere e, in un secondo, fu giù dal letto. Ginevra era già completamente vestita e, come al solito, era a dir poco bellissima. Con quei pantaloni che le fasciavano a meraviglia le cosce tornite e magre, e quel maglioncino semplicissimo che risaltava i suoi occhi, come al solito si ritrovò ad invidiarla. 

- Non è proprio giusto che le mie cose a te stiano meglio - si, quella mattina era in vena di polemiche. Ma era veramente un ingiustizia. Madre natura non aveva dispensato equamente la bellezza! Non che fosse vanitosa, o che comunque si trovasse brutta. Però non c'era paragone con la sua migliore amica. Lei, al contrario, era molto più formosa e le sue curve erano tutt'altro che delicate. 

- Smettila, e mettiti questo dai - le lanciò letteralmente i suoi abiti, le lei, senza più replicare, indossò ciò che lei aveva scelto per se: un paio di pantaloni neri e una felpa con la cerniera, con sotto ovviamente una canottiera tutta colorata. Lei preferiva vestirsi in modo semplice, nulla di troppo elaborato. In realtà nel suo armadio non c'era una vasta collezione di abiti o minigonne. Forse ne aveva una. Olympia viveva di pantaloni, maglioni, canottiere e felpe. L'apoteosi della tristezza come diceva di tanto in tanto Ginevra. Ma non glielo diceva per cattiveria, semplicemente loro si divertivano a prendersi in giro in quel modo. 

- Dai, andiamo complessata dei miei stivali - l'amica le prese mano e insieme scesero al piano terra ove la madre diede ad entrambe un sacchetto con la colazione prima di lasciarle andare via. Lei era una ritardataria cronica. Lo sapeva lei, lo sapeva sua madre e lo sapeva pure tutta la sua classe. Ma lei amava stare sotto le coperte e cercava di starvi il più possibile. E dunque ogni mattina si ritrovava con un sacchetto in mano preparato dalla madre e piena di scuse per Gin per il suo immenso ritardo dato che lei l'andava sempre a prendere in motorino. 

- Grazie signora! Ci vediamo dopo - l'amica corse fuori, e lei la seguì a ruota. 

- Attente ragazze eh! Non correte. Buona scuola tesoro

- Si ma', ciao! - corse fuori e, velocemente, si mise il casco che l'amica aveva comprato appositamente per lei, partendo poi in quinta verso la scuola. 

Cingeva la vita dell'amica, gli occhi socchiusi per via del sonno che la faceva ancora sbadigliare. Nonostante l'aria fredda non riusciva proprio a svegliarsi, era stanchissima e voleva tornare a letto. Perchè non iniziavano la scuola un ora dopo? Certo, sarebbe riuscita a ritardare anche in quel caso però..almeno dormiva un pochino di più.

Nel giro di pochi minuti arrivarono scuola, e in un lampo erano in classe, giusto in tempo per l'appello. 

- Sempre in ritardo eh signorine? A posto, su! - scoppiarono a ridere, assieme, e andarono a sedersi nei loro banchi che, sfortunatamente, non erano vicini. Non erano loro a decidere le postazioni e dunque non avevano potuto fare molto, a scuola dovevano stare sparate. 

E si, sarebbe stata una lunga giornata. 

 

 

La mattinata passò molto lentamente. Forse troppo. Ma lei sapeva che la causa era l'impazienza. 

Con il viso posato sulla mano, Ginevra aveva guardato tutta la mattinata il sorriso felice di Oly, Era bello vederla tanto felice: quel sorriso era magnifico, le metteva sempre l'allegria. 

Avrebbe fatto di tutto pur di vederla tanto felice, pure andare ad un simil concerto di un gruppo che, prima di conoscere quella ragazza dai capelli color del cioccolato, non aveva mai sentito. Non era interessata infatti ad uscire quella sera, ma lo avrebbe fatto perchè lei era la sua migliore amica. 

Sfortunatamente Oly era sempre molto riservata, la testa tra le nuvole. Però quando rideva e quando diventava più espansiva era una vera forza. Ed era pure bellissima. Cosa che quella zuccona non riusciva a mettersi in testa. 

Quando finalmente la campanella suonò, si stiracchiò, sbadigliando leggermente prima di alzarsi e raggiungere l'amica che tutta eccitata aveva già la cartella pronta. 

- Andiamo, andiamo, andiamo! Dobbiamo prepararci per questa sera! - disse tutta pimpante, neppure fosse stata una bambina. E si, forse un pochino lo era. Una bambina un po' cresciuta. 

La studentessa scoppiò letteralmente a ridere e la prese sottobraccio, conducendola fuori in quella magnifica giornata. 

Il cielo era azzurro, il sole splendeva alto nel cielo. Si stava magnificamente e neppure mentre giravano le vie della città in motorino provarono freddo. 

In realtà le due non rimasero poi molto fuori, Olympia era talmente emozionata che voleva passare tutto il pomeriggio a vagliare il suo intero guardaroba. Sarebbe stato terrificante. Proprio non la capiva: non voleva fare colpo, in quattro anni che la conosceva non l'aveva mai vista con qualcuno o comunque che provasse interesse per una persona, però in quelle occasioni voleva essere impeccabile. Cosa difficile dato il guardaroba che aveva. Ci aveva provato a farle comprare qualcosa di più seducente, o comunque femminile, ma ogni volta diceva che non ne era certa e quindi metteva tutto giù. Le uniche cose che poteva ritenere da una serata un po' diversa dal solito gliele aveva regalate lei, altrimenti li dentro avrebbe trovato solo felpe e jeans. 

Già, la sua migliore amica era proprio strana. Ma forse era anche per quello che le piaceva tanto passare il suo tempo con lei. Era diversa dalle solite ochette che c'erano nella loro scuola. Per lei avrebbe fatto di tutto. Anche saltare il suo lavoretto serale per accompagnarla a quel concerto. 

Ginevra infatti lavorava in un bar notturno il sabato e la domenica: faceva le ore piccole ma si divertiva da matti. E rimorchiava tantissimo. 

Al contrario dell'amica la sua vita sessuale era molto più attiva, e non c'era settimana in cui non aveva la sua nuova fiamma. Ma questo era stata ben attenta a non dirlo ad Oly. Il sesso non era esattamente il genere di discorso che la diciottenne voleva intraprendere con lei. O con nessun'altro. Solo una volta aveva provato a chiederle cosa pensasse dei ragazzi, e lei si era limitata ad avvampare, dicendole che non  le interessavano. E da allora non aveva più voluto tirare fuori l'argomento. 

Erano da poco arrivate a casa e la sua migliore amica era completamente dentro al suo piccolo armadio bianco mentre continuava a tirare fuori, uno alla volta, tutti i suoi vestiti, lanciandoli sul letto. 

- Non c'è nulla di bello! Mi staranno tutti male, non è giusto! - la vide accasciarsi a terra, il capo appoggiato all'anta del mobile, l'espressione contrariata e pure un po' triste. 

- Smettila di dire così. Secondo me una minigonna e un bustino e sarai perfetta cherie - scoppiò a ridere mentre l'espressione della più piccola si faceva scioccata. Lei ovviamente non aveva quegli indumenti, ma lei si era premurata di portare una parte del suo guardaroba dato che conosceva l'amica e mai si sarebbe decisa. E poi..be, con le poche cose che aveva, doveva pur compensare no?

- Io? Bustino? Nono! E poi i tuoi non mi vanno, sono più grassa! - scosse il capo, freneticamente, chissà se un giorno sarebbe mai riuscita a farle mettere uno di quegli indumenti tanto seducenti. Non per provarci, ma tanto per vedere come le stesse. A suo dire sarebbe stata a dir poco bellissima. 

- Non sei grassa. Hai solamente due taglie in più di me di seno, è differente. Bene, allora che dici del vestito bianco? Ti sta benissimo - riprovò, ma nuovamente si ritrovò di fronte ad un muro. 

- Con quello sembro una bambina! - sospirò di fronte a tutte quelle paranoie. Ecco perchè serviva loro un intero pomeriggio. Ma aveva la soluzione a portata di mano. 

 

- Hmm, ne sei sicura? - aveva fatto un lavoro a dir poco perfetto, ne era certa. Olympia era veramente stupenda. I capelli arricciati in grandi boccoli che le incorniciavano il viso erano venuti perfetti, il trucco era leggero ma le risaltava le labbra carnose e la profondità degli occhi verdi come smeraldi mentre il vestito beige che aveva scelto evidenziava i punti giusti del suo fisico. Non che avesse qualche difetto, ma ora non si poteva di certo lamentare. 

- Fidati, sei una bomba sexy - le sorrise incoraggiante e lei, con un pallido sorriso sulle labbra, continuò a guardarsi allo specchio, la mano che si carezzava quelle ciocche ondulate. 

- Ok, sono carina anche se tu come sempre sei meglio - ah, lei non ce la faceva più con tutte quelle paranoie! Scosse il capo e le pizzicò leggermente una guancia, rimproverandola quasi con lo sguardo. 

Al contrario di lei aveva optato per la prima proposta che le aveva fatto: corsetto dorato e minigonna in jeans, accompagnati da un paio di scarpe alte con il tacco. E nonostante li indossasse anche la compagna, lei rimaneva sempre la più alta. 

- Smettila, sei bellissima. Vedrai quanti uomini ai tuoi piedi! - le sorrise raggiante e le prese la mano, portandola al piano terra ove incontrarono la madre dell'amica.

- Ragazze siete stupende. Avete bisogno di un passaggio? - come sempre quella donna era gentilissima, ma sarebbero andate con il suo scooter. In realtà aveva anche la patente dato che aveva due anni in più di Olympia, ma i soldi per comprarsela ancora non li aveva raccolti e dunque, per il momento, andava ancora in motrino. Ma andava benissimo pure quello. Lei amava le moto, e presto si sarebbe fatta la patente pure per quelle così, al posto della macchina, si sarebbe comprata quella. Magnifica. 

- No grazie signora. Andiamo con il motorino, e tranquilla, non berremo neppure un bicchierino! - era sempre meglio rassicurare i genitori di lei data la loro protettività. Olympia aveva una madre iperprotettiva e un padre dedito alle regole e all'integrità. Dunque niente alcol, niente ragazzi, niente di niente. Forse era per quello che la sua migliore amica era così. Non lo sapeva, ma era proprio quello il motivo per cui non aveva ancora detto ad Oly delle sue tendenze, o comunque della vita che faceva di notte, quando non si vedevano. 

Partirono alla volta del locale, e quando finalmente vi arrivarono,  parcheggiarono velocemente data l'impazienza di lei.

- Oh, già li sento! Dai, dai! Non voglio perdermi neppure un istante! - disse emozionata, trascinandola letteralmente all'interno del locale. 

Il locale era parecchio buio, ed era già gremito di persone che rendevano il posto caldo ed afoso. Tutti sembravano effettivamente eccitati, ma dubitava che tutti i ragazzi che erano li fossero emozionati per la band. Era convinta che fossero molto più interessati alla sexy cantante che ora si stava esibendo sul palco, o a tutte le modelle e attrici che avrebbero preso parte alla serata. Non aveva ancora capito quale fosse esattamente l'evento, ma che le importava? Lei era andata li solo per due motivi: fare felice Oly e provare magari a rimorchiare qualche ragazza. Sfortunatamente non avrebbe potuto portarsi a letto nessuna dato che quella sera dormiva dalla sua amica, ma poteva pur sempre recuperare qualche numero. Sempre se Oly si fosse allontanata abbastanza, presa magari dal concerto. A lei non aveva mai detto della sua omosessualità: data la famiglia che si ritrovava, non voleva che l'amica pensasse chissà cosa di lei e l'allontanasse. Lei, prima di allora, non si era mai posta tanti problemi: le piacevano le donne? Bene, non le importava cosa pensavano gli altri. Ma con Olympia era diverso. Lei era speciale, dolce e unica, non voleva perderla solo perchè preferiva le donne. E si, forse all'inizio, quando le si era avvicinata, era stato perchè l'aveva trovata molto bella. Ma ora..be, non aveva più pensato all'amica in quel modo. Lei era come una sorella. 

Avanzarono per il locale, tra la folla raccolta attorno al palco, e si portarono accanto ad un'alta colonna, poco distante dal bar. 

Di fronte a loro avevano il palco, da li si vedeva bene, e tutt'attorno a loro c'erano delle "passerelle" in cui c'era già qualche star che faceva gli autografi. Effettivamente le modelle erano proprio belle. 

- Guarda come sono belle quelle modelle! Quando mi piacerebbe essere come loro! - quella volta Ginevra non rispose. Si limito a scuotere il capo mentre si appoggiava alla colonna, lo sguardo puntato verso tutte quelle ragazze sorridenti e socievoli per via dell'evento. Erano belle si, ma anche Olympia lo era. Un giorno glielo avrebbe fatto capire. 

 

 

- Nicola, quanto ti ci vuole ancora? Sei perfetta così come sei, come sempre - una voce suadente fu accompagnata da due braccia candide e fresche, due labbra rosse come due ciliegie sfioravano la propria guancia mentre i loro occhi grigi come un cielo in tempesta si incontravano in quello specchio di fronte a loro. 

Con un ghigno chiaramente soddisfatto Nicola scostò lo sguardo dalla propria immagine riflessa sullo specchio e si voltò verso la gemella, sfiorando piano la sua guancia prima di alzarsi e sistemarsi l'abito argentato che le fasciava il corpo in modo a dir poco seducente e si, perfetto. 

- Lo so Alex, ma adoro farmi attendere. Lo sai - sussurrò maliziosa mentre osservava negli occhi la figura che aveva di fronte e che subito le prese la mano. 

Gemelle. Tutti l'amavano e le desideravano: due gemelle belle, perfette e famose. Una combinazione perfetta. 

Si esibivano sempre in coppia, non c'era una volta che loro due si separavano. Di rado le vedevano prendere strade diverse, e solitamente era quando dovevano finire nel letto di qualcuno.

Mano nella mano, varcarono quella blanda tendina in raso rosso che avevano imbastito per separare i camerini dal locale vero e proprio, una cosa non propriamente elegante a suo dire, ma erano in un locale di bassa categoria, cosa si potevano aspettare? 

Le gemelle quasi non si ricordavano per quale motivo fossero state invitate li, semplicemente il loro agente aveva detto loro di partecipare per farsi un nome, e loro avevano accettato. Alla fine avrebbero bevuto gratis e si sarebbero fatte venerare un po'. 

- Hai intenzione di abbandonarmi anche questa sera sorellina? - la domanda della gemella fece voltare Nicola che la guardò con il sopracciglio alzato. 

- Come se tu fossi la santarellina che se ne sta tranquilla in un angolo eh? - chiese ironica, scoccandole un bacio sulla guancia, lasciandole anche il segno di quel rossetto rosso che poi si premurò di toglierle delicatamente con il dito. Quelle scene di amore fraterno colpivano sempre i loro fan che, la maggior parte delle volte, sognavano di andare a letto con entrambe. A tutti era dato sognare no? Se poi questi desideri divenissero realtà o meno..be, quello era tutto da vedere. 

Passarono tra la folla, ed andarono lentamente ad accomodarsi nel loro piccolo angolino. Non erano le uniche modelle del giro in realtà, erano in molte in sala, e tutto per attirare l'attenzione dei poveri fan che andavano a vederle per farsi fare un autografo. Ma non erano le uniche attrazioni: anche il fatto che suonasse quella particolare band aveva attirato una buona parte di clienti. Avevano fatto un grande lavoro di pubblicità, e aveva funzionato alla grande. La sala era talmente piena che quasi non ci si muoveva. 

- Oh guarda, iniziano già a mettersi in fila - una lieve risata maligna uscì dalle labbra della sorella, una risata che morì non appena la prima fan si parò di fronte a loro, una fotografia  di loro due in mano. 

Furono due ore interminabili. Sempre le stesse parole, sempre le stesse cose da scrivere su quelle fotografie leggermente rovinate per la calca che c'era. Nicola non amava molto quella parte del suo lavoro, lei preferiva pensare al dopo, ovvero quando finalmente si poteva alzare e girare liberamente per il locale anche se, in realtà, passava ben poco tempo in pista. 

- G-grazie - due grandi occhioni timidi e imbarazzati che la guardavano attraverso degli occhiali deliziosamente rotondi che conferivano alla ragazzina che aveva di fronte un'aria ancor più tenera, fecero sorridere suadente la modella che si leccò le labbra, piano. Come sempre, non appena finiva di firmare autografi su autografi, l'attenzione della ragazza finiva sempre sull'ultima della fila. Era un modo per ringraziarla per aver atteso tanto no?

Rise per quei suoi pensieri, lei non lo faceva per loro, ma semplicemente perchè si divertiva a farsi qualche dolce ragazzina ingenua prima di mollarla li e tornare alla sua solita vita. Lei non aveva nessun interesse negli altri, l'unica che prendeva in considerazione era la sua gemella, per ovvi motivi. Erano molto legate, inseparabili sin dalla nascita. Forse era l'unica persona a cui teneva veramente. 

- Sai, sei stata un amore ad aspettare tanto per un nostro autografo, mi sento in dovere di offrirti da bere, ti va piccola? - si alzò in piedi e si accostò alla biondina che quasi si illuminò a quella proposta, annuendo piano. 

- Torno tra un po' - la gemella ghignò e le fece l'occhiolino prima di scendere e sparire tra la folla, probabilmente per cercare anche lei qualcuno da farsi. 

Lei e la biondina si avviarono, l'una accanto all'altra. La mocciosetta non faceva altro che parlare e parlare, di cosa non lo sapeva dato che non l'aveva ascoltata neppure un poco. Si era limitata ad appoggiarsi al bar, guardando altrove mentre sorseggiava il suo drink. Per lo meno era buono. 

Ma basta, le sue povere orecchie erano state torturate anche troppo. 

Si chinò leggermente sulla bionda, alzandole leggermente il viso con due dita posate sotto il mento, le labbra tanto vicine da poter sentire il suo respiro alla fragola infrangersi contro il proprio viso....e poi si bloccò, il suo sguardo catturato da altro. 

Un sorriso ampio, quasi radioso, due gemme verdi come due smeraldi, labbra piene e carnose da mordere e un corpo a dir poco favoloso. Nicola si fermò a qualche millimetro da quelle labbra, quasi incantata di fronte a quella creatura che incarnava la semplicità ma, al contempo, una bellezza che rare volte aveva visto. 

- Scusami tesoro, ma mi chiamano altrove. Buona sera - senza degnare di uno sguardo la ragazzina che aveva appena mollato da sola al bar, si avvicinò alla sconosciuta avvolta in un vestito beige che evidenziava le sue curve. 

- Gruppo fantastico eh? - carezzò con le labbra l'orecchio altrui, facendo così sobbalzare la moretta che, sorpresa, di voltò verso di se. Le sue gote avvamparono, divenendo di un delizioso porpora mentre, con un certo imbarazzo, iniziava ad annuire. 

- Si, lo adoro! - le labbra altrui si piegarono in un grande sorriso prima di tornare a guardare per qualche istante la band che suonava. In realtà l'unica cosa bella di quel gruppo era la rossa che cantava, ma quello non glielo avrebbe detto. Alla ragazza sembravano piacere molto. 

- Si nota - disse ironicamente - Comunque piacere, sono Nicola - le tele la mano e la ragazza, in chiaro imbarazzo, tornò a guardarla, afferrandole le dita in una presa delicata ed incerta. 

- Olympia. Ma tutti mi chiamano Oly - le disse quella meraviglia dagli occhi color dello smeraldo. Lei, in un gesto galantemente studiato, le baciò il dorso della mano, carezzandole languidamente le dita prima di lasciarla andare. Quel gesto meravigliò la ragazza che però non si tirò indietro. E anche se lo avesse fatto, lei non era il tipo che si tirava indietro. 

Anzi, in realtà le sfide la eccitavano e pure parecchio. Quelle e pure le ragazzine dagli occhioni grandi e tanto innocenti. Erano le sue sfide personali, quelle che la davano via come se fosse stata di dominio pubblico erano..troppo facili. 

- Bellissimo nome, sei venuta tutta sola soletta? Dove hai lasciato  il tuo ragazzo? - chiese divertita, tanto per sondare il territorio. E non le servì neppure una risposta, le bastò vedere quello sguardo e quel rossore per capire che il ragazzo non ce lo aveva. Che sfortunata eh? 

- Non ce l'ho. In realtà sono qui con la mia amica che...oh, forse l'ho persa - la guardò osservarsi attorno, spaesata, facendola ridere di gusto. Si era persa l'amica? Povera creatura, l'avrebbe aiutata ben volentieri a ritrovare l'amica! Non aveva forse un animo gentile? Si, soprattutto quando aveva altri obbiettivi da raggiungere.

- Se vuoi ti aiuto a trovarla, non posso lasciare una ragazza tanto carina come te qui, da sola ed indifesa, facile preda di chissà chi - le sussurrò suadente e lei, in risposta, fece un piccolo passo indietro, guardandosi attorno, chiaramente incerta se accettare o meno. 

- Dubito di essere una "facile preda". E si, forse è meglio. Il concerto è quasi finito e dovremmo tornare a casa presto - si limitò a dirle. Nicola annuì anche se sapeva che non l'avrebbe fatta andare via tanto presto, non senza aver avuto qualcosa da quella delizia. La modella non perdeva mai il suo tempo, e dunque doveva almeno ottenere qualcosa da quella ragazzina. 

"Sfortunatamente", le due non trovarono l'amica di lei. Magari si era andata ad imbucare con qualcuno, o magari a sua volta la stava cercando e non riuscivano ad incontrarsi, non le importava. Anzi, era meglio se non l'avessero trovata, avrebbe avuto più tempo per entrare nelle grazie di quella dolce fanciulla dagli occhi di giada. 

- Senti, perchè intanto non ci prendiamo qualcosa da bere? Tanto la tua amica con la troviamo, offro io -la condusse al bar senza neppure farle rispondere, e ordinò due alcolici, piuttosto forti, così da far ubriacare quella ragazza tanto per bene. 

- Io non voglio disturbare, avrai altro da fare che starmi dietro... - borbottò piano, ma lei scosse il capo, mettendole il bicchiere in mano ed incitandola a bere con lo sguardo. La osservò attentamente mentre posava il bicchiere di vetro sulle sue morbide labbra, assaggiando quel dolce alcolico alla ciliegia che assaggiò appena. 

- E' forte, è alcolico vero? Io non bevo l'alcol - disse con quei suoi grandi occhioni sfuggevoli, che andavano ovunque e che di rado si posavano sulla propria figura. 

- E' solo un bicchiere, e poi non ti ucciderà. Tranquilla - finalmente i loro occhi si incontrarono, e non si separarono più mentre entrambe finivano lentamente i loro bicchieri, silenti. In realtà Nicola continuava a guardare quel corpo tentatore, quelle curve perfette e che trovava sinuose, da baciare e leccare. L'avrebbe spogliata anche li in realtà per assaggiare quel seno prosperoso e che si tendeva verso di lei. Si leccò l labbra cercando di calmare i bollenti spiriti, era ancora presto.  

Con la coda dell'occhio vide la gemella, stretta contro la biondina di poco prima. Le lanciò un occhiataccia prima di portare via la ragazzina, e lei ghignò divertita. Che si tenesse quella ragazza, lei aveva una preda più succulente. 

- Pronto? Oh, Gin! Dove sei? All'entrata? Oh, ok! Ti raggiungo! - quando le giunsero quelle parole la modella si voltò verso la moretta che, in un momento di distrazione, aveva preso il cellulare e aveva chiamato l'amica. 

- L'ho trovata. Mi ha detto di trovarci all'entrata - le disse con un sorriso, alzandosi dallo sgabello ma perdendo quasi subito l'equilibrio. Se non fosse stato per lei che, prontamente, si era allungata verso di lei, sarebbe caduta a terra. Le cinse la vita, carezzandogliela e assaporando quel corpo nascosto da quella stoffa. L'idea che se ne andasse senza assaporare le sue labbra la infastidiva, ma aveva già la soluzione. 

- Allora ti accompagno. Sai, so che questa band ha organizzato un altro concerto e io sarò li, ti va se ci vediamo? Così parliamo di loro, li adoro pure io sai - la sua voce era suadente e la ragazza, molto ingenuamente, annuì con il sorriso sulle labbra. 

Le diede il numero del cellulare e poi, tranquillamente, l'accompagnò all'entrata

- Be, allora ti saluto. Alla prossima - non aspettò neppure di vedere l'amica, la lasciò semplicemente li, in mezzo alla gente, sparendo tra la folla e ritrovando presto la gemella che era già di ritorno. 

Assieme tornarono nel loro camerino. 

- Divertita con la moretta? La bionda non era nulla di che - si sistemarono il trucco, tranquillamente, e lei scoppiò a ridere. 

- Poverina! Io ho guadagnato un numero, e la prossima volta mi farò la ragazzina mora. Ne vale l'attesa - la gemella ghignò e le cinse la vita, appoggiando il capo sulla sua spalla mentre le dava un leggero bacio sulla guancia. 

- Allora poi la proverò pure io - sussurrò, e lei annuì. Non aveva nulla in contrario. Non era gelosa dei suoi giocattolini. 

- Nicola! Alex! Vi chiamano - una voce da fuori il camerino attirò la loro attenzione. Sicuramente il manager che voleva rimproverarle per chissà cosa. 

Finirono di sistemarsi, e poi si avviarono, tranquillamente, mano nella mano. Quella serata forse era finita per la bella brunetta, ma la sua era appena iniziata. 

 

* * *

 

Ehh, che dire ragazzi? Avevo voglia di scrivere qualcosa di nuovo. 

Ho voluto provare a mettere il punto di vista di più personaggi in un solo capitolo, diciamo che questo è un test di prova. 

Cosa dire della storia? I personaggi principali sono Olympia, Ginevra e Nicola. Tre ragazze, tre caratteri completamente differenti. Ho scritto un bel po', lo so, spero che la lettura non vi annoi =)

Be, cosa dirvi ancora? Spero che questo primo capitolo vi piaccia, e mi farebbe ovviamente piacere ricevere qualche recensione per sapere cosa ne pensate

Al prossimo capitolo ;)

  
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