Era da poco passata l'una di notte, ora standard. Annoiato, stavo analizzando con le sonde il sistema solare pensando di trovare ancora qualche zona di operazioni Serpentis. Avevo guadagnato bene negli ultimi giorni riscuotendo le loro taglie e nel sistema di Luse operavano per lo più piccoli gruppi di scout e fregate leggere, affrontabili tranquillamente da una nave modesta come la mia.
Ho inviato
le ultime coordinate alle sonde così che potessero
sparpagliarsi
efficientemente nel sistema grazie ai loro motori warp integrati e
raggiunte le posizioni ho fatto iniziare la scansione.
I risultati
a lungo raggio comparvero a schermo in poco tempo. Notai con sorpresa
alcune anomalie che solitamente significavano un assembramento di
piccole navi. <
Dopo alcune altre scansioni ottenni finalmente delle coordinate precise e un riscontro sul segnale emesso. Il computer l'aveva classificato come "wormhole". Restai qualche minuto a guardare lo schermo richiamando alla mente quel poco che ricordavo. Avevo sentito parlare dei wormhole, fenomeni instabili e casuali che uniscono punti distanti dello spazio. Alcuni ipotizzano che siano causati dagli usi troppo frequenti degli stargate... ma non so distinguere la fantascienza dalla fisica reale. Eccitato da questa inaspettata novità, impostai velocemente le coordinate nel computer di navigazione. La loro natura instabile può farli dissolvere da un momento all'altro e non volevo perdermelo! Ordinai il rientro delle sonde, verificai che le torrette avessero munizioni sufficienti (non si sa mai) e attivai il motore warp affinché mi portasse a una cautelativa ventina di chilometri dal punto esatto. Alcuni secondi dopo la bolla warp avvolse la mia nave e sfrecciai nello spazio.
Uscii dalla
velocità warp alla fine di un viaggio di qualche ora. Pur
essendo a
decine di chilometri di distanza lo spettacolo era imponente e
agghiacciante. Man mano che i sensori di prossimità si
riattivavano
rilevando le entità nei miei dintorni, il mio sguardo era
fisso su
quel gigantesco errore dello spazio-tempo. Era inconcepibilmente
immenso, se il concetto di volume si potesse applicare ad una cosa
del genere. Emanava ogni sorta di colore e al suo centro sembrava
composto da vetro difettoso, quasi liquido, che distorceva qualunque
cosa vi si trovasse dietro. A velocità minima diressi la mia
nave
verso di esso vedendolo crescere ulteriormente. La curiosità
vinse
sulla mia cautela e decisi di attraversarlo. Quando mi sarebbe mai
ricapitato?
La nave
entrò nel vetro liquido e sentii una sensazione simile a
quella del
salto attraverso uno stargate, ma in qualche modo diversa, non
controllata. Inoltre nessuno strumento mi stava avvisando del salto
imminente o altre comunicazioni normali per il protocollo di salto.
Saltai e basta.
Gli
strumenti di bordo si stavano riattivando uno dopo l'altro. Il
sistema in cui mi trovavo ora aveva una diffusa luce rossastra, forse
per la vicinanza a qualche nebulosa. Appena i sensori ripresero a
funzionare la mia eccitazione scemò leggermente: il gran
numero di
navi e stazioni rilevate nel sistema escludeva la
possibilità di
essere in un luogo inesplorato. Tuttavia la mappa stellare aveva
delle difficoltà, quindi dovevo essere in una zona di spazio
che non
faceva parte delle mappe a mia disposizione.
Incerto sul
da farsi e poco divertito dal fare semplice turismo in stazioni di
una zona a me sconosciuta, iniziai a scorrere le entità
rilevate dai
sensori di prossimità. Una di esse era stata classificata
dal
computer come "colonia mineraria" ma l'assenza di
qualsivoglia segnale faceva pensare che fosse abbandonata. Pensai che
tutto sommato potesse essere divertente esplorare delle rovine e
impostai le coordinate. Essendo il wormhole di uscita in un punto
imprecisato del sistema, lontano da strutture o rotte percorribili,
decisi di memorizzare le mie coordinate attuali per la via del
ritorno. Sperando sempre che non si chiudesse in mia assenza...
Il motore
warp mi portò in pochi minuti alle rovine della base
mineraria. Si
trattava sostanzialmente di tre o quattro enormi asteroidi con degli
edifici di tipo industriale. Magazzini, impianti di raffinazione,
uffici... tutto spento e morto alla vista. Sugli schermi dei sensori
comparvero subito alcuni resti di navi che fluttuavano nei dintorni e
due navi. Navi per niente abbandonate.
Le navi
erano di una classe superiore alla mia, estremamente più
grandi ed
estremamente meglio armate. Subito attivai l'impianto di
comunicazione in ascolto locale attendendo qualche invito a lasciare
l'area. O almeno speravo mi chiedessero di andarmene prima di aprire
il fuoco...
Il lettore
di targa elettronica mi comunicò l'identità dei
due rispettivi
capitani, nel caso mi fosse utile. Non lo era: non li conoscevo
né
conoscevo la corporazione di cui facevano parte. Sperai che la mia
non affiliazione ad alcun gruppo corporativo potesse rendermi poco
interessante ai loro occhi e che la mia nave visibilmente inferiore
potesse rendere chiare le mie intenzioni pacifiche.
Al minimo
della velocità passai al loro fianco, senza agganciare
alcuna nave
col computer. Mi chiesi se quei resti rilevati poco prima fossero
più
freschi di quanto avessi inizialmente pensato...
Sembravano
avermi ignorato come avevo desiderato, tuttavia non lasciarono la
zona e io continuai quello per cui ero lì. Orbitai gli
asteroidi con
sana curiosità e fascino per quel monumento all'industria
lasciato
in decadenza. Alcuni asteroidi erano collegati ad altri tramite
ponteggi e camminamenti, altri avevano enormi buchi che li
attraversavano, riconobbi l'edificio per le comunicazioni e alcuni
ormeggi per navi da trasporto. Non smettevo comunque di monitorare le
azioni delle altre due navi. Sembravano stare per i fatti loro, forse
stavano comunicando su un canale privato a proposito di me. O forse
no.
Per la
seconda volta in poche ore fui preso da un impulso di coraggio
improvviso e provai a fare una scansione degli stabilimenti minerari,
nel caso si potesse ricavare qualcosa di utile o di valore, e
sperando di non varcare qualche sorta di "territorio altrui"
ficcanasando dove non dovevo.
Il tentativo
fallì in ogni caso, con il computer di bordo, ben
più sofisticato
del mio scanner, che mi avvisava dell'insufficienza dei miei
strumenti di scansione, per l'appunto. Poco male, la mia stiva era
comunque troppo piccola per contenere qualunque macchinario o
container avessi potuto trovare ancora intero.
A quel
punto qualcosa successe. La console di comunicazione si
illuminò con
una richiesta di un canale privato col capitano Henderson, ovvero con
una delle due navi. Deglutii e accettai.
- Qui è il
capitano Lorn che parla, spero di non aver disturbato nulla. - misi
le mani avanti.
- Saluti, capitano Lorn, qui è il capitano Henderson. Cosa la porta da queste parti?
- So che sembrerà strano, ma sono entrato in un wormhole e ne sono uscito qua vicino. Sono passato da queste parti puramente per curiosità. - specificai il più chiaramente possibile.
- Ahahahahah! - risuonò la sua risata – La stessa cosa che è successa a noi! Ora mi spiego cosa ci facesse una nave Gallente in un settore Minmatar.
Dedussi che loro, a differenza mia, sapessero dove fossimo arrivati con quel wormhole. Poi continuò.
- Si senta pure libero di analizzare i resti qua attorno, se si sente fortunato, noi non abbiamo trovato nulla di valore.
- Grazie del consiglio ma purtroppo il mio scanner ad uso civile non è sofisticato a sufficienza per questi relitti. - Fui sollevato dal fatto che non fossero stati loro a crearli... almeno apparentemente. - Anzi, ora io farei ritorno nel mio sistema prima che la mia sfortuna decida di chiudere il wormhole...
- Aspetti, vuole dire che lei sa qual è la posizione del wormhole? Ha salvato le sue coordinate?
- Certo. - risposi, perplesso dalla domanda e immaginando dove fosse diretta ora la conversazione.
- Intende da QUESTO lato?
- Affermativo. - Sperai che il mio tono non rivelasse la mia risatina silenziosa.
- Beh, è stato decisamente più furbo di noi... Né io né il mio amico, il capitano Razorbacks, siamo stati tanto lungimiranti.
- Vi serve forse un passaggio? - aggiunsi divertito dalla situazione.
- Molto volentieri, capitano! Inizializzo subito la sincronizzazione dei nostri computer di bordo!
Confermai la sincronizzazione dal mio lato e osservai senza troppo interesse i dati che il mio computer stava apprendendo dalle altre due navi. Erano delle navi decisamente grandi e costose. Ipotizzai che stessero svolgendo qualche ricerca di nuvole di gas quando anche loro rilevarono il wormhole e come me sentirono il fascino dell'esplorazione.
A sincronizzazione avvenuta anche il capitano Razorbacks si unì automaticamente al canale privato. Doveva essere già stato messo al corrente della conversazione col capitano Henderson poiché esordì con un semplice – Grazie per il passaggio, capitano Lorn, le siamo debitori. Chiedere dei documenti ai Minmatar per poter usare i loro stargate e compiere quella decina di salti per tornare a casa ci avrebbe fatto perdere un sacco di tempo!
- Nessun
problema. - replicai sinceramente.
Impostai le
coordinate salvate poco fa e il computer iniziò
l'attivazione del
motore warp, questa volta più lenta per via della
comunicazione
simultanea fra le tre navi sincronizzate. La bolla avvolse la nostra
minuscola flotta e ne uscimmo a ridosso del wormhole. Anche da questo
lato era uno spettacolo spaventoso, ma ora molto meno minaccioso di
prima sapendo dove conducesse. Una alla volta le nostre navi lo
attraversarono.
Dall'altro lato, dopo che i sistemi si ricalibrarono, sentii la voce di Henderson dal comunicatore - Luse! Non pensavo di rivederla tanto presto! Siamo a casa. Grazie capitano Lorn, le nostre strade ora si dividono. Le auguro una navigazione sicura! - Prima di poter rispondere, la sincronizzazione con la sua nave si interruppe e in velocità warp si allontanò verso lo stargate più vicino.
- Se dovesse mai avere bisogno di qualcosa non esiti a contattarci, capitano. E' stata una fortuna incontrarla. A presto, mi auguro! - e anche Razorbacks si disconnesse e partì.
Tornai a guardare il wormhole, un po' deluso dall'avventura poco redditizia ma al tempo stesso soddisfatto per la buona azione. Impostai con tutta calma le coordinate della stazione orbitale di Luse IV e decisi che per quella giornata potesse bastare. Avevo bisogno di un bel bagno e una sana dormita.