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Autore: Moonshine Quinn    08/03/2013    2 recensioni
Lo so di essere un po' troppo grande per credere a certe cose, ma non posso negare il fatto che una piccolissima parte di me, nel più profondo del mio cuore, ha ancora voglia di essere bambina e vedere con i propri occhi tutti i personaggi che credevo esistere. Babbo Natale, La fatina dei denti, l'omino del sonno, il coniglio di pasqua, ma soprattutto... Jack Frost. Quando ero piccola mia madre non faceva altro che ripetermi di coprirmi, sennò Jack Frost mi avrebbe congelato le guance. Lo aveva sempre descritto come fosse un personaggio negativo, ma non è affatto così, o almeno speravo che non lo fosse. E adesso sentire mio fratello di sette anni parlare da solo in camera, senza preoccuparsi che qualcuno gli dia del pazzo o del fuori di testa, dicendoci di parlare con Jack, manda in cortocircuito me! Così è nata la mia storia che, se non riuscite a comprendere a fondo, mi fa passare per pazza!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...la baciai. Non avevo alcun ricordo riguardo ad un bacio, e non sapevo da che parte cominciare per farlo, ma con lei mi venne tutto naturale e molto più semplice di quanto avessi mai immaginato. La sentii ricambiare e rafforzare il legame che ci univa, circondandomi il collo con le braccia e tirandomi maggiormente a se. Lasciai cadere il bastone per terra e le posai le mani sui fianchi. Lentamente ci sdraiammo sul letto e, senza smettere di baciarci, ci intrecciammo l'uno con l'altra, solo la luna riuscì a separarci, solo il fatto che dovessi andare riuscì a farmi allontanare da... lei!

Quando mi alzai dal letto, Shine mi prese per una manica e mi tirò a se, stringendomi forte. Ricambiai l'abbraccio e la feci alzare assieme a me, affondando il viso nei suoi capelli dorati.

«Devo andare» sussurrai fra i suoi capelli. A quelle parole mi strinse di più a se, come una bambina che non vuole lasciare l'altalena al parco giochi, malgrado fosse tardi.

«Devi proprio?» chiese lei.

Sospirando, annuii, ma non la lasciai andare. Ero nuovo nel mondo dei sentimenti e penso che per tutti la prima volta sia una botta in pieno stomaco, ma una botta che vuoi prendere, e non ti lamenti quando ti arriva. Voltai lo sguardo verso la luna e le chiesi se poteva venire con me. Dopo 300 anni, mi rispose nuovamente. Poteva venire con me. Felice a più non posso la guardai e le sorrisi, facendola arrossire nuovamente.

«Shine...»

«Sì?» disse guardandomi negli occhi.

«Vuoi venire via con me?»

Sgranò i suoi fantastici occhi color ciano e si allontanò appena da me, abbassando lo sguardo.

«N-Non posso... almeno, non adesso. Cosa dico alla mia famiglia, e a scuola? Ai miei amici? Come posso lasciare tutto senza... preavviso da parte mia?» sembrava agitata e confusa, ma dentro di lei leggevo l'enorme desiderio di seguirmi.

Mi venne un'idea geniale!

«Domani, sì! Domani vieni con me al palazzetto del ghiaccio e porta dei pattini»

«Dei pattini?! Ma io non so pattinare! Già bello se so camminare decentemente, figuriamoci pattinare!» rispose quasi scandalizzata. Le posai un dito sulle labbra e le baciai la fronte.

«Domani alle 13.00 ci troviamo li davanti e ti insegnerò a pattinare, okay?»

«M-Ma...» cercò di dire lei, ma non la lasciai finire, dicendo «Vedrai che ci divertiremo. Te lo prometto»

In principio sembrava felice, ma un'espressione perplessa attraversò il suo bellissimo viso, guardò il calendario e scosse il capo «Ma domani il palazzetto è chiuso. Come faccio ad entrare?»

«Hey, in fondo sono sempre Jack Frost! Per me nulla è chiuso» e le feci l'occhiolino.

Raggiante, annuì e mi strinse forte a se, sorridendo. Le diedi un ultimo bacio sulle labbra e volai via, lasciandola così, felice e speranzosa.

 

Arrivai al Polo Nord in un quarto d'ora e quando entrai nella casa del mio “collega” Babbo Natale, un'amara sorpresa mi investì. Tutti e 4 i guardiani si erano riuniti e nessuno di loro sembrava felice di vedermi. Il primo a prendere parola fu proprio Nord.

«Cosa è passato in tua minuscola testa?! Sei matto?» sbraitò, puntandomi l'indice contro.

«Un' umana! Un adolescente che nemmeno crede in noi!» aggiunse il Cangu... Coniglio... Calmoniglio.

«Hey! Ti ricordo che sono anche io un adolescente!» ribattei.

«Sì, ma lo sei da 300 anni ormai» rispose calma Dentolina, la Fata dei Denti.

Sbuffai e guardai il soffitto, alla ricerca di qualche finestra. L'omino del sonno, Sandman, non aveva “detto” nulla, semplicemente mi guardava, scuotendo la testa. Presi la prima sedia che mi capitò in mano e mi sedetti, buttando il capo all'indietro e tendendo le gambe in avanti.

«L'ultima volta che eravamo tutti assieme era perché la Pitch aveva spento quasi tutte le luci» feci un cenno col capo verso il mondo «Mentre adesso siete tutti qui perché?»

«La luna ci ha detto di venire qui, che dovevamo parlare di qualcosa e, una volta arrivati, abbiamo saputo che tu e un'umana di nome Shine McCraig vi siete innamorati» disse il Coniglio.

«Ho chiesto alla Luna se andava bene ciò che stavo per fare, se stava succedendo qualcosa di strano, ma l'unica cosa che mi ha detto è stato “Fallo!”» risposi, scattando in piedi.

Allora Babbo Natale fece aprire la finestra sul soffitto, e guardò la luna. Tutti lo imitarono, tranne me che sbuffai sonoramente e mi sedetti nuovamente.

Chiusi un attimo gli occhi e ripensai a ciò che era successo un'ora prima. Mi leccai le labbra e sentii ancora il suo sapore. Presi la felpa fra le mani e la annusai. Il suo profumo era impresso ovunque su di me e al solo pensiero di rivederla, il cuore mi si fermava. Dovevo rivederla al più presto! Dovevo...

   
 
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