City Guys
Capitolo 1°
Gli alberi spogli sfrecciavano sotto la calotta densa di nuvole grigie che
sembravano rispecchiare lo stato d'animo del ragazzo chiuso in macchina come
dentro una cella di sicurezza.
La pioggia batteva sul parabrezza con forza
tale da sembrare quasi di voler fermare l'auto. Bene, pensò, almeno qualcuno la
pensa come me.
Giunto di fronte ai cancelli di una villetta dall'aspetto
tetro, il mezzo accostò.
Tenendo i fari antinebbia accesi, un uomo scese dal
posto di guida con un ombrello in mano, che spalancò subito non appena le
violente gocce cominciarono a bagnargli la giacca. Si avvicinò alla portiera del
sedile anteriore e la aprì.
«Su, non stai andando in carcere. Un po' di
riconoscenza verso queste persone» disse l'uomo, piuttosto seccato, come se
tentasse di incoraggiarlo solo perchè era il motivo per cui il 27 di ogni mese
ritirava una paga.
Il giovane scese dalla macchina sbuffando lievemente, con
le mani in tasca. I due si diressero verso l'entrata della casa.
«Caro, è
arrivato il ragazzo!» pigolò una donna, non appena gli ospiti si presentarono
alla porta.
Si spostarono in un soggiorno arredato all'antica e ricco di
strani soprammobili, dove l'uomo di casa, un grosso omone dalle spalle larghe e
la barba nera, li raggiunse.
«Vai pure a vedere la tua camera mentre noi
adulti sbrighiamo gli affari burocratici!» invitò la donna, un'irritante finta
bionda truccata come un clown con il sedere e il seno che le arrivavano quasi
fino a terra.
Il ragazzo entrò in quella che, per un tempo indeterminato,
sperava il meno possibile, sarebbe stata la sua camera.
Una triste stanza con
letto, scrivania, armadio, tv e un'ampia finestra che dava sul
giardino.
"Almeno potrò respirare" pensò ironico Sasuke, "in orfanotrofio non
mi era permesso nemmeno quello".
«Come sarebbe a dire che non sai niente??!!»
Un urlo agghiacciante risuonò
per tutto il cortile del primo piano della Konoha High School.
Naruto sapeva
che lei si sarebbe infuriata come una bestia, ma non poteva certo spegnere la
Play Station per mettersi a studiare per la programmata di
Letteratura...
«Andiamo, Sakura!.. Non sarà poi la fine del mondo...» tentò
di scusarsi inutilmente il biondino, sempre più spaventato per il fuoco che
divampava negli occhi della sua compagna.
«Sei un idiota!!! Erano delle
programmate!! Sai cosa vuol dire?? Se non vai tu, dovrà sacrificarsi qualcun
altro!!!» sbraitò la ragazza cominciando a camminare nervosamente in cerchio,
sbracciandosi per la rabbia.
«Chi deve suicidarsi?»
Soliti ritardatari,
Shikamaru e Ino comparvero dalle scale sereni e ignari di ciò che li attendeva
di lì a poco.
«Questo deficiente!!! Non vuole andare di Letteratura!!»
I
due appena arrivati cambiarono espressione nel giro di una frazione di
secondo.
Ad Ino cominciarono a pulsare dei grossi nervi sulla fronte. «Si era
messo lui per oggi!!! Ora ci va, a costo di sbattercelo a calci
nel...»
«Salve ragazzi»
Una voce fece mettere tutti sull'attenti come
tanti soldatini.
«S-salve prof Kakashi!» salutò Sakura, ricomponendosi
d'improvviso.
L'espressione allegra e il sorrisetto celato del professore
facevano presagire che non si era scordato delle programmate. Guai perciò a
osare chiedergli di saltarle, quel giorno....
L'uomo entrò nella classe 4° A
tranquillo con i suoi fedeli libri sotto braccio. Dietro di lui, gli alunni si
guardavano spaventati tra loro.
«Non puoi mica abbandonarci tutti così...
Assumiti le tue responsabilità, per una volta nella tua vita!!» rimproverò
Shikamaru, annoiato di dover sempre fare la parte del paparino a Naruto.
Il
biondino cominciava a credere di aver fatto una cosa davvero stupida, preferendo
la Play al libro, la sera prima...
Ma ormai il guaio era fatto. Shikamaru
aveva ragione: non poteva far altro che offrirsi spontaneamente all'atroce fine
che lui stesso si era crudelmente cercato...
Andare così incontro alla morte
certa, alla distruzione inevitabile, al castigo più infame che...
«Piantala
di fare quella faccia!! Te la sei cercata, punto» interruppe questo flusso di
vittimismo Shikamaru.
«Entriamo, prima che ci diano per assenti» propose
Sakura, guardando la porta dell'aula come fosse l'antro per l'Inferno.
Tutti
deglutirono all'unisono. Con un ultimo scambio di occhiate, i ragazzi varcarono
quella soglia.
L'uscio così si chiuse... lasciando all'immaginazione le folli
sofferenze che si sarebbero consumate in quell'angusta stanzetta...
«4° A...
umpf»
Un giovane dai capelli neri bussò alla porta dell'aula.
«Avanti»
«Psssst... Kankuro!!»
Qualcuno tentava disperatamente di attirare la sua
attenzione. Ma lui sapeva fin troppo bene cosa volesse...
Tentò di ignorarla,
ma l'insistenza della ragazza lo fece alfine voltare irritato. «Ti ho detto di
no!!»
«Andiamo, fratellino, ti pregooo...»
«MAI!!»
«Laggiù, cosa
succede?»
«Niente, prof» dissero in coro i due ragazzi, tornando a puntare lo
sguardo alla lavagna.
Ma appena l'insegnante si voltò, la biondina tornò a
tormentare il fratello.
«Mi spieghi almeno perchè?»
«Non posso sempre
farti da balia, ho anch'io i miei impegni, sai?! Chiedilo a Gaara, di
accompagnarti»
La giovane Temari appoggiò sconsolata il mento sui palmi delle
mani, emettendo un leggero sbuffo.
Guardò fuori dalla finestra, dove qualche
uccellino stava allegramente cinguettando su un ramo del corso di fronte... già,
loro sì, che erano davvero liberi...
«Temari...»
Sentendosi chiamare la
biondina, abbandonati i suoi irrangiungibili pensieri di libertà, si
voltò.
«Se proprio devi, ti accompagno io...» disse apparentemente scocciato
il ragazzo dai capelli rossi.
Gli occhi di Temari si illuminarono
d'improvviso e un sorriso tornò a brillare sul suo volto. «Davvero?»
«Sì.
Basta che la smetti di rompere»
Gaara era il tipico bulletto della classe:
duro, spietato, solitario, senza pietà... un tipo da cui stare alla larga,
insomma. Ma era il suo fratellino, e lei sapesse quanto in fondo le volesse
bene...
«Graziegrazie!!» ululò di gioia la ragazza, attirando nuovamente
l'attenzione dell'insegnante.
«Laggiù, cosa succede, di nuovo??»
«Niente,
prof!»
Il maestro guardò storto i tre fratelli. Erano impossibili, dovevano
sempre battibeccare tra loro...
«Temari, dato che devi calmare un po' i tuoi
bollenti spiriti, vai a fare un giro in 4° A a chiedere per l'aula gradoni»
disse il prof, ridacchiando sotto i baffi.
La giovane pensò di ribattere, ma
sapeva benissimo che era del tutto impossibile contro un'autorità scolastica del
genere. Così, sbuffando, si alzò. «D'accordo prof...»
NDA: Probabilmente ne
esisteranno diecimila di fanfiction del genere, ma essendo nuova del luogo non
ho avuto modo di leggerle!! Comunque, se credete che valga la pena continuarla,
ditemelo! Premetto che i personaggi ci saranno tutti (almeno, quelli principali
che sono già un bel po') e che avranno tutti egual importanza... ma questo si
vedrà successivamente!! Spero che recensiate (oddio che bel congiuntivo
XD)!!
Alla prossima, Niraw!!