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Autore: nobodyishopeless    08/03/2013    2 recensioni
Jill abita a Framlingham nella contea di Suffolk. Negli ultimi due anni la sua vita è diventata un disastro completo, un padre violento, la madre depressa, il fratello assente e un migliore amico lontano che ha deciso di seguire il suo sogno e ha fatto strada nella musica.
Ma un giorno torna...Lei si arrabbia, lei lo accusa di averlo abbandonata.. ma se lui ora fosse pronto a salvarla.. a mettere in gioco dei sentimenti che cercavano entrambi di reprimere?
Genere: Dark, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Perché sei sparito?
 
“È tornato!”. Due parole, un sussurro appena accennato.
Jill deglutì e cercò di ignorare il brivido che le percorreva la schiena. Si inumidì le labbra.
 
“Non mi importa!”rispose con un filo di voce.
Grande bugia! In realtà era da tempo che Jill sognava il suo ritorno, da quando era partito, da due anni, lei non faceva che sognare un suo abbraccio.
“ Ne sei sicura?”le chiese l’amica.
Fiamma sospirò, si mangiò una pellicina del pollice e poi guardò la sua amica negli occhi,
“No!”ammise addolorata guardando a terra.
L’aria primaverile e frizzante infestava il parco  dove si trovava col gruppo di amici.
 
“Sta arrivando!” sussurrò Amity
“Peggio per lui!”rispose sprezzante Jill.
“Amico sei tornato!”si udì la voce  amichevole di Simon
“A quanto pare..”rispose la sua voce.
Jill si voltò e incrociò quegli occhi chiari, chiari ma allo stesso tempo scintillanti.
 
Jill avrebbe voluto  correre verso di lui, saltargli addosso e lasciare che lui la sollevasse da terra e la stringesse a sé. Ma era troppo orgogliosa, troppo arrabbiata.
Lui rimase fermo a guardarla, era cambiata, era diventata più alta, i lineamenti si erano assottigliati conferendole un aspetto più maturo, i capelli appena ondulati scuri le ricadevano sulle spalle; gli occhi color cioccolato trasmettevano uno sguardo rigido e freddo.
Jill non volle sostenere gli occhi dell’amico, si voltò e di corsa si avviò il più lontano possibile.
Lui la vide, sapeva dov’era diretta, ma volle comunque seguirla correndo finché non la vide sedersi in riva al laghetto sull’erba verde che emanava luce.
La ragazza osservò i raggi del sole riflettersi sulle limpide e appena increspate acque . il giovane si sedette accanto a lei. Entrambi guardavano davanti a sé.
 
“Ciao Jill!” mormorò lui senza guardarla. Era da molto che non sentiva la sua voce rivolta a lei, sentiva come una specie di serpente che le si muovesse dentro, lo stomaco si contrasse con uno spasmo irregolare e il nodo che affliggeva la gola sotto il leggero foulard si sciolse affluendo dagli occhi con poche e calde lacrime.
 
“Ciao Edward!” rispose lei mantenendo voce fredda nonostante le lacrime.
“Sei cambiata!”notò Ed senza neanche ora   guardarla.
“Si cresce nella vita, si cambia!”replicò la ragazza.
 
Ed cercò di asciugarle una lacrima, ma Jill si scostò bruscamente.
 

“Non toccarmi!”sibilò a denti stretti. Aveva avuto bisogno di lui e  lui non c’era stato mai. Non negli ultimi due anni. Forse i peggiori della sua vita.
 

“Jill.. io..”cominciò Ed incupendosi.
“Cosa vuoi da me?”lo interruppe lei.
“Voglio chiederti scusa Jill.. giuro che..”cominciò di nuovo il ragazzo dai capelli rossi per poi essere ancora bruscamente  interrotto.
“Cosa giuri? Che non mi lascerai più? Mi dispiace non casco due volte nella stessa bugia!”gridò Jill, lui rimase zitto.
“Io avevo bisogno di te.. ma tu.. tu non c’eri!”gli rinfacciò tra le lacrime.
 
Era distrutta da un lato voleva stringerlo, dirgli che le era mancato, fargli i complimenti per tutto ciò che aveva fatto, ma l’orgoglio glielo impediva. In realtà aveva anche tanta rabbia dentro. Si alzò decisa ad andarsene, ma lui la prese per il polso facendola voltare e facendo tintinnare i numerosi bracciali metallici che aveva la ragazza su entrambi i polsi per coprire le cicatrici.
A quella presa Jill scattò, tirò un violento schiaffo a Ed sfogando gran parte della sua ira. Lui guardò a terra conscio di meritare quel trattamento. Jill lo spinse.
 
“Io ti odio! Perché sei sparito? Perché?”gridò disperata.
Continuava a spintonarlo facendolo barcollare.
Ad un tratto lui la bloccò per i polsi.
 
“Così mi uccidi!”mormorò. A Jill si mozzò il fiato. Ed aveva sempre saputo sorprenderla con le parole.
“Tu lo hai già fatto!”rispose lei.
“Mi dispiace.. io.. non sapevo come comportarmi con te.. con tutto quello che stava succedendo! Ma non c’è stato giorno in cui io non ti abbia pensato. Ad ogni concerto, ogni fottutissima volta che cominciavano le note di ‘Grade 8’, ogni volta che cominciavo a cantarla pensavo a te! A come avrei voluto avere le cose giuste da dire!”confessò cominciando anche lui a piangere silenziosamente.
 
Jill lo aveva già perdonato.
Le mani di Ed continuavano a stringerle i polsi. Lei deglutì, lo fissò immobile, muta. Ed si accorse che aveva smesso di divincolarsi, allentò piano la sua salda stretta sui polsi, per poi abbracciandola in modo altrettanto saldo.
Lei appoggiò la testa sul petto del suo migliore amico, lui appoggiò il naso sulla sua testa inspirando l’odore del balsamo al cocco che dopo anni la ragazza non aveva ancora cambiato, ogni volta che pensava a casa gli tornava in mente quell’odore. Jill si lasciò andare in un pianto liberatorio, ma controllato, dimenticò momentaneamente quel grande casino che era la sua vita. Dimenticò della sua famiglia devastata. Di suo fratello scomparso misteriosamente senza più dare notizie, di come quel fatto avesse distrutto la famiglia. Di come il padre tornasse sempre a casa ubriaco e alzasse le mani su di lei, di come la madre si imbottisse di antidepressivi e restasse sul divano tutto il giorno, col buio più totale intorno, di come dovesse imboccarla quasi a forza per far si che non si lasciasse morire di fame.
Sua zia le aveva proposto numerose volte di andare a vivere da lei. Ma senza Jill i suoi genitori non avrebbero avuto un salario e non avrebbero potuto mantenersi, il suo lavoro era l’unico reddito che possedevano.
 
Ed  la strinse a sé, le posò un bacio sulla fronte  e lasciò la presa dall’esile corpo della ragazza. Si guardarono negli occhi.
 
“Mi sei mancato!”sussurrò ad un tratto. Restando seria. Solo con lui riusciva ad aprirsi, a gettare la freddezza che aveva sempre, la freddezza per cui era tanto criticata, per cui era riuscita ad ottenere il suo lavoro.
“Anche tu!”rispose Ed sorridendo, facendo sorridere anche lei.
“Come stai?”le chiese mentre si sedevano su una panchina.
“Tiro avanti.. e tu?”chiese a sua volta Jill.
“Ora con te sto bene!”
“Perché sei tornato?”
“Per restare.. non so quanto.. Ma abbastanza da recuperare!”
 
Jill abbassò lo sguardo.
 
“Stavolta lo giuro sul serio!”sussurrò sollevandole il mento con due dita per far scontrare i loro occhi.
 
“Com’è stato cantare con Taylor Swift?” cambiò argomento lei
“Bello.. ma quando cantavo con te era molto meglio..!”confessò lui facendo arrossire Jill.
“Avevo quindici anni e  tu diciotto! E cantavamo canzoni dei Rolling Stones!”ricordò lei.
“E’ ancora il tuo gruppo preferito?”chiese Ed
“L’amore non cambia se è incondizionato!”rispose lei ridendo.
“Deduco che Taylor è sempre il tuo idolo..”notò Ed tirando fuori dalla tracolla  un CD con la dedica della cantante e il suo numero di telefono.
Jill sgranò gli occhi, sorrise felice.
Guardò il CD che il suo amico le mise tra le mani e poi lo abbracciò.
 
“Allora è vero che non mi hai dimenticato..”mormorò seria.
“Sei troppo importante.”Rispose lui
“Non mi hai mai chiamata però..” lo riprese Jill irritata.
“Volevo farla, ma non sapevo cosa aspettarmi..  Joseph era appena scomparso e non avrei mai sopportato il senso di colpa..”spiegò Ed.
 
Poi assottigliò lo sguardo. Notò un livido sul collo di Jill.
 
“Cosa diavolo hai lì?”chiese sospettoso.
 
La ragazza si toccò il collo e rivide le immagini del giorno precedente.
 
Il padre era tornato a casa e lei non aveva fatto a tempo a nascondersi in camera da letto, l’aveva colpita un paio di volte sulla pancia, e poi l’aveva buttata al muro e le aveva stretto le mani sul collo. Aveva stretto forte per un tempo che a Jill era parso infinito, aveva sentito la gola irritata che le fece male anche il giorno seguente e poi le era comparso un livido sul collo. Il padre l’aveva lasciata andare solo perché l’alcool stava cominciando a fargli cedere i riflessi e la ragazza si dimenava con tanta forza ed energia. Lui si era accasciato per terra semicosciente, ma lei era riuscita a correre in camera e a chiudersi a chiave tossendo forsennatamente. “Stava per uccidermi” questo aveva pensato.
 
Jill si coprì fulminea col foulard, borbottando una scusa che si era preparata quella mattina, ma non avrebbe mai sospettato di usarla col suo migliore amico.
 
“Mi sono fatta la doccia con una collana d’argento e ha perso il colore.. più tardi cercherò di farlo andare via!” spiegò.
 
Ed annuì, non sospettando minimamente della bugia.
Non avrebbe mai pensato che il padre fosse violento, prima della scomparsa del fratello Joseph  era un uomo davvero affettuoso e rispettoso di entrambi i figli. La madre invece era solare e piena di voglia di fare.
 
Poco dopo tornarono dagli altri mano nella mano, facendo comparire un sorriso sul volto degli amici.
 
“E ora la compagnia è di nuovo al completo!”esultò Corey.
 
La ‘compagnia’ era formata da : Simon, Corey, Amity, Brook , Jill, Tayler e Nick.
 
“Beh io propongo un bel rave party per dare il benvenuto al nostro Sheeran.. che ora è famoso.. ma resta sempre uno di noi!”annunciò Nick cingendo Ed e Jill. Tutti sorrisero. Una festa loro.. sapevano come sarebbe andata.
 

 
Ciao! È la prima ff che scrivo su Ed… è il mio cantante preferito e quindi volevo rendergli ‘omaggio’ (più o meno) con questa storia. Siamo solo all’inizio ma vi andrebbe di lasciarmi una recensione? Vi sarei davvero grata se lo faceste. *.*
Dunque lascio qualche foto della famosa ‘compagnia’:

 
La protagonista (Lucy Hale):
 
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Amity (Vanessa Hudgen):
 
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Brook (Hannah Murray):
 
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Corey (Penn Badgley) :
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Simon (Lucas Till):
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Tayler (Alex Pettyfer):
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Nick (Steven R. McQueen):

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