Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Alzheimer    08/03/2013    3 recensioni
"Si avvicinò a me e toccò con il dito indice il mio naso, come se fossi un gatto e volesse farmi un dispetto. Ridemmo. Tom sapeva farmi ridere, anche David lo sapeva fare,ma con Tom era tutto diverso."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3





"beato chi si perde nei tuoi occhi ogni giorno."



 
sono a scuola, fuori c'è un tempo bellissimo, la neve che è sui tetti delle macchine
si sta piano piano sciogliendo. -Elen, allora oggi che vogliamo fare?.-
distolsi lo sguardo fuori dalla finestra  e mi girai verso David, - non ne ho idea, ti va di venire a casa mia? studiamo e mangiamo cinese? -.
lui mi sorrise, - tua mamma ha il turno di notte?-
feci cenno di no con la testa, lui mi guardò male -mia mamma dorme da Sebastian.-
Sebastian era il ragazzo di mia mamma, ha la sua stessa età, è inglese ed è l'uomo che ogni donna sogna, mi correggo che tutte le donne sognano tranne me.
ha il brutto vizio di svegliarmi ogni santa domenica mattina alle sette -Elen dai andiamo a fare una corsetta insieme, Elen devi fare i compiti, Elen di qui, Elen di la.-. devo preparargli il pranzo per quando mamma non c'è e mi tocca lavargli e stirargli la sua biancheria.
insomma mi ha preso per la sua tutto fare quando ho del tempo libero. ma vedere mia mamma così felice da quando non c'è più mio babbo, mi mette felicità anche a me.
-oh capisco, ma non è che domani ci sveglierà alle sette di mattina vero?.-
finii il lavoro di grafica e guardai il mio amico, -ma per caso vuoi che gli stacco le palle e gliele faccio mangiare?.- gli sorrisi, vidi che s'irrigidì e scoppiai a ridere.
mentre eravamo in cortile, per una pausa dalle lezioni, un ragazzo si avvicinò a David.
era un suo vecchio amico, si vedevano quest'estate, non mi è mai stato molto simpatico, visto che mi stava portando piano piano via il mio migliore amico.
- mi devi ancora dei soldi.-
vidi il tizio avvicinarsi a David e dargli una spinta, io sobbalzai. -che ti dovrei dare? non ti ho mai chiesto dei soldi.-
il ragazzo gli tirò un pugno in faccia, David cascò a terra con il naso sporco di sangue, io scattai in piedi per andare a vedere se stava bene. -ma che cazzo ti è saltato in mente, sei stupido?.-
mi avvicinai a David, si copriva il volto con le mani, non riuscivo a vedere a modo come gli stava il naso, ma dovevo portarlo subito in ospedale. -cosa c' è, ne vuoi anche tu? non mi fa paura picchiare una ragazza!.-
rimasi immobile per un'attimo con lo sguardo verso il vuoto, poi mi girai verso il ragazzo e mi alzai in piedi, mi fermai davanti a lui per qualche istante -su allora dammi un pugno, visto che hai così tanto coraggio.-sulla mia faccia si disegno un ghigno.
non so da dove i uscì tutta quell'adrenalina, mo pochi istanti prima che lui mi stava per tirare  il pugno io gliene diedi uno dritto nello stomaco, lo vidi cadere cadere a terra i suoi amici lo aiutarono a tirarsi su. regolarizai il mio respiro prima di parlare, - toccalo un'altra volta e giuro che il prossimo ti arriva dritto in faccia e ti rifaccio il naso.-
il ragazzo davanti a me mi guardo e poi sputò di lato -questa me la paghi puttana-
e si allontanò.
il suo insulto non l'ho nemmeno sentito, quello che sento ora però è la mia mano che inizia a formicolare e a farmi male è la prima volta che do un pugno a una persona e come prima volta devo ammetterlo che non è male.
mi chinai ancora una volta verso David, il suo naso era un fiume rosso in piena.



 
 
Ω
 
 
 
siamo in ospedale, mi sono beccata una ramanzina da mia madre e una fasciatura alla mano. -se una persona fa una violenza, non si deve rispondere con un'altra violenza Elen!-
guardavo mia madre mentre mi gridava isterica. - allora se vedo che il mio amico lo stanno picchiando cosa devo fare? prendere dei pop corn e gedermi lo spettcolo?!.-
iniziai a gesticolare e mia madre odiava le persone che gesticolano, -SMETTILA DI GESTICOLARE ELEN!- mi alzai in piedi -E TU SMETTILA DI ESSERE SEMPRE COSI', COSI' PAUROSA. HAI SEMPRE PAURA CHE MI SUCCEDA QUALCOSA, SAI CHE C'è PORTI SFIGA, PERCHE' OGNI VOLTA CHE MI DICI DI STARE ATTENTA A QUALCOSA, PUNTUALMENTE ACCADE.-
lei si sedette, mi stava fissando vedevo che gli stavano venendo gli occhi lucidi, in quel momento l'avrei voluta abbracciare se solo non mi avesse cacciato dal suo studio, dicendomi di non presentarmi a cena.
mentre camminavo per Londra, pensavo con attenzione alle parole che ho detto a mia madre e mi accorsi di quanto sono stata stupida. "mi porti sfiga", cazzo, che ho combinato?.
nessuna madre vorrebbe sentire delle cose del genere, non sono una figlia modello e per questo mi dispiace, gli ho fatto passare tutte le ansie più possibili senza mai accorgermi di niente. -come mai per Londra tutta da sola?.-
la sua voce calda mi distoglie dalla vetrina che stavo fissando, mi girai verso di lui e mi trovai Tom a pochi passi da me. aveva sempre il sorriso sul volto, come se la tristezza non sa nemmeno che cosa sia, amavo il suo sorriso, mi ha catturato dal primo momento 
che l'ho visto. -stavo cercando un posticino per cenare- gli dissi sorridendo e guardando dall'altra parte della strada.
- se vuoi, posso unirmi a te. non ho voglia di andare a casa, cenare di nuovo da solo mi mette tristezza-, allora sapeva che cos'era quel sentimento.
gli feci cenno di si con la testa, cominciai a camminare, ma non ho la minima idea di dove andare.
- sai mica  il nome di qualche ristorante? io conosco solo il cinese.-
gli dissi con un piccolo sorriso, mentre mi giravo verso di lui, solo che non feci bene i conti e stavo per attraversare la strada senza guardare. vidii solo lui prendermi un braccio e io che mi appoggio al suo petto, rimango per un momento a fissarlo negli occhi,
quegli occhi così trasparenti che trasmettono un sacco di emozioni, -stai attenta ad attraversare la strada sennò finiamo in ospedale invece che al ristorante.-
mi fece un dolce sorriso, ma i nostri sguardi non si smantellavano fra di noi.
notò la fasciatura alla mano, ora i suoi occhi erano catturati da essa e non dai miei occhi, io chinai lo sguardo e nascosi di fretta la mano dentro il giubbotto.
-che hai fatto?-, mi girai di scatto e tornai a camminare -nulla d'importante, solo una slogatura. fra una settimana starò meglio.-, lui sospirò -comunque a me va bene il ristorante cinese.-, aumentò il passo e iniziò a fare strada lui.
 
quando siamo arrivati davanti al locale, una bellissima ragazza orienale che su per giù aveva un'anno o due più di me si presentò davanti a noi. -benvenuti- gli sorisi -un tavolo per due.-
gli dissi e mentre ci accompagnava al tavolo io vidi Tom fissarmi.
- cosa è? sono spettinata, ho sporchi i pantaloni? non hai staccato gli occhi da me da quando ci siamo incontrati.
lui strabuzzò il naso e diventò rosso. l'avevo messo a disagio, nascosi una risatina e ci accomodiamo al tavolo, la ragazza ci porse due menù nei quali iniziamo subito a scegliere 
la cena.
mentre sfogliavo il menù ripensai a mia madre e le fitte alla mano incominciarono di nuovo, Tom notò il mio cambiamento d'umore, tutti se ne accorgono, non posso mai nascondere qualcosa.
-sicura che stai bene?- tirai su la testa, aveva un maglioncino nero con scollo a "V", lasciava intravedere il petto bianco, si passava un sacco di volte le mani fra i lunghi capelli neri, non avrei mai detto una cosa del genere, ma era bellissimo.
-eh, no, tutto occhei non ti preoccupare, tu invece tutto  apposto? sembri nervoso.- lui mi guardò assottigilando gli occhi -nervoso? no no- mi guardò per un'ultima volta 
e tornò a guardare il menù. -volete ordinare?-
la signorina mi fece sobbalzare, -oh scusi non era mia intenzione farle prendere paura- gli dissi di non preoccuparsi - io voglio del ramen e  di secondo pollo al bambù-
invece Tom aveva ordinato - degli spaghetti con gamberi e insalata di ganchio.-
c'era un terribile silenzio -poi la macchina fotografica l'hai aggiustata?-
feci cenno di no con la testa -costa un sacco e non ho i soldi per permettermi la riparazione.-
feci un piccolo sorriso e lo guardai - ma tua mamma è medico, insomma ... -
sospirai, tutti che arrivano a quel punto, anche se è medico non vuol dire che abbiamo i soldi che ci crescono sull'albero che abbiamo in giardino -sarà anche medico, ma per tutte le cose che succedono nella nostra vita è già tanto che arriviamo a fine mese.-  gli dissi con amarezza, sembravo quasi che avessi gridato perché ora lui mi stava guardando con una faccia da cucciolo cerca amici, mi faceva ridere.
cercai di trattenere una risata ma alla fine scoppiai, non ce la feci più. lui si guardò in giro in cerca del mio ridere ma alla fine lo indicai -che ho fatto?-, -nulla solo che la tua faccia era da oscar- e ricominciai a ridere -oh beh grazie non sapevo che la mia bellezza facesse così ridere!.-
smisi e lo fissai -sei proprio convinto è, cosa è ti sei montato la testa? solo perché interpreti un dio schizzofrenico, maniaco del potere e affascinante?-
l'ultima parola la dissi appoggiandomi con i gomiti sul tavolino, Tom aveva preso il bicchiere davanti a lui e se lo portò alla bocca, ma prima disse qualcosa -affascinante? così trovi Loki affascinante e me ridicolo è?!-
stavo per bere, ma dovetti fermarmi prima, non volevo sputargli in faccia tutta l'acqua gassata, mentre ridiamo e scherziamo la camerriera ci portò la cena. avevo una fame da lupi 
e credo anche  Tom.
-allora vorresti fare la fotografa- feci cenno di si con la testa -ah!.- vidi Tom sobbalzare  -domani ho un photoshoot, ti va di venire a vedermi?-, sgranai gli occhi, insomma essere presente a un servizio fotografico per una persona che vede il suo futuro dietro a un obbiettivo è un'ottima esperienza.  -accetterei, ma ho paura di disturbare-
gli dissi in un piccolo sorriso, lui si pulì la bocca e finì di mangiare - oh no no, non crei nessun disturbo,il mio pubblicist è a casa malato e non ho voglia di andarci da solo.-
io lo guardai per un'attimo, non sapevo che fare, Tom mi sta chiedendo .. come possiamo chiamarlo favore?, sospirai per un ultima volta  -occhei ci sto!.-
lui mi fece un enorme sorriso, mi diede l'indirizzo del luogho e l'orario d'inizio del photoshoot.
mi ha voluto accompagnare a casa, dice che una ragazza così carina come me è una preda facile di notte.
è la prima volta che sento un complimento da lui, mi nascosi sotto il giubbotto e gli indicai la casa -siamo arrivati.-
gli dissi, mi sentivo in un gran imbarazzo salivo le scale di casa e mi sentivo le gambe cedermi.
- hai freddo?- si accorse di come mi sentivo in quel momento.
non feci nemmeno in tempo a tirare su la testa che aveva la mia faccia sul suo petto, sentivo il suo cuore battere piano, almeno uno dei due era calmo.
quando sentii le sue braccia cingermi dentro di me si mosse un terremoto ed è la prima volta che accade, nessuno prima mi ha fatto scaturrire un'emozione del genere.
- so che avevi qualcosa che non andava stasera e hai tutte le ragioni del mondo a non confidarti con me, dopo tutto ti ho investita con la macchina.
ma se sta notte, non dormi e vorrai parlare con qualcuno, disturba pure.-
sgranai gli occhi, lui mi aveva messa a nudo in pochi secondi, la sua voce era calda, dolce, mi sarei addormentata fra le sue braccia.
ma non potevo, non in mezzo a una strada, non a quell'ora della notte, non davanti a casa mia.
caro Tom mi fai tremare come la California.



ANGOLO AUTRICE.
eccomi finalmente, scusate se ho aggiornato in ritardo ma ho 
dovuto festeggiare il mio compleanno ( 18 anni gnegnegne posso scappare a Londra da Tom Hiddleston AHAHAH),
sto finendo lo stage e ho avuto l'influenza, quindi scusatemi.
comunque, spero che il capitolo vi piaccia e prometto
che dalla prossima volta ci sarà più scene con Elen e Tom.
a presto 
Elen.

a si BUONA FESTA DELLE DONNE A TUTTE.
   
 
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