Prologo

 

 

L' uno settembre, verso le nove del mattino, la stazione di King's Cross inizia ad affollarsi in un incredibile modo. 

Alcune persone, di quelle che aspettano il loro treno sulle panchine, leggendo svogliatamente un libro, possono però affermare che questa folla dura ben poco. 

'Scompaiono, come per magia.' dicono loro, non realmente interessati.

Ed infatti questo gremito gruppo di ragazzi scompare, proprio per inoltrarsi in un mondo veramente magico. 

Se i babbani, così si chiamano i comuni, quelli senza poteri, prestassero più attenzione, noterebbero che ogni singola persona avente un bambino in famiglia, prende la rincorsa verso una parete apparentemente  insignificante come le altre.

Ma dietro quel pezzo di mattoni si nasconde il binario 9 e tre quarti, la locomotiva sulla quale migliaia di giovani saliranno e grazie alla quale saranno portati  in un posto magico e  lontano.

Per alcuni di loro è la prima volta e sono talmente felici da non stare fermi un attimo, o così tristi dal fatto di dover lasciare i propri genitori che  non riescono a smettere di piangere.

Per altri è invece la seconda volta, la terza, e andando avanti così.

Quei ragazzi sono invece un po' seccati, sanno quanto siano duri gli studi. La voglia di rivedere i propri amici dopo una lunga estate copre però  quei pensieri non molto allegri.

Ma in ogni caso grandi e piccoli, allegri o tristi che fossero, si stavano per recare tutti nello stesso posto.

La Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts.

 

 

*****

 

Quella stazione gli faceva venire sempre un gran mal di testa, con tutto quel fastidioso chiasso e l'impossibilità di trovare uno spazio dove poter respirare. 

Non che lui fosse poi così silenzioso, anzi, ma la stazione di King's Cross nel giorno uno settembre era entrata a far parte della sua  topten delle cose più fastidiose al mondo.

'' Hey ragazzo, sei pronto a tornare all'inferno?'' esclamò una voce profonda alle sue spalle.

'' Simpatico come sempre, Zio Jiraya. No, non sono affatto pronto e lo sai meglio di me. ''

Entrambi risero, ma l'uomo tornò serio in pochi istanti.

'' Dico seriamente, sei sicuro che andrà tutto bene? '' 

Il suo tono aveva un che di preoccupato.

'' Sono sette anni che frequento questa scuola, e in tutti, nessuno escluso, mi sono successe cose spiacevoli, se vogliamo capirci. Ma sopporterò, come sempre. Non sono più solo, ricordi? ''

'' Lo spero... ''

Non ebbe il tempo di dire altro perchè due furie scattarono ai lati del ragazzo prendendolo a braccetto.

'' Buongiorno raggi di sole!'' esclamò quest'ultimo, ritrovando subito il buon umore.

'' Non osare chiamarmi raggio di sole, Uzumaki. '' ringhiò minaccioso l'amico.

'' Suvvia Kiba, non prendertela per così poco! Piuttosto, come ti sono andate le vacanze, Naruto? '' cercò di far placare gli animi  una ragazzina piuttosto bassa, con lunghi capelli rosa e occhi smeraldo.

''  Nulla di emozionante.'' rispose atono '' E scommetto che anche le vostre non sono state da meno.''

'' Effettivamente...'' sospirò Kiba mentre Sakura annuiva per dargli ragione.

Calò un attimo di silenzio, che fu velocemente interrotto dalla voce meccanica che annunciava l'imminente partenza.

'' Vado  a salutare i miei. Carrozza  quattordici, vero?''

'' Si, a dopo. Vado anche io. Ciao testa quadra.''

Naruto guardò i suoi amici allontanarsi. Quanto avrebbe voluto avere dei genitori da salutare pure lui...

'' Naruto.'' lo richiamò alla realtà Jiraya.

''Sono sicuro che starai bene. Sono dei bravi ragazzi, non ti volteranno le spalle. Se hai bisogno sai dove chiamare, comunque.''

Il biondo sorrise.

''Certo. Grazie per tutto ciò che fai, zio. ''

Si abbracciarono ed entrambi sapevano che stavani trattenendo a stento le lacrime. La locomotiva  emise un suono, segno che era ora di dividersi definitivamente.

'' Ciao biondino.''

'' Arrivederci, Zio Jiraya.''

Naruto salì sulla locomotiva assieme ai suoi amici; un altro anno stava per cominciare.