Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: TwistedRocketPower    09/03/2013    5 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Non voglio avere questi rimpianti”
 
Kurt non riusciva a muoversi. Non aveva idea di cosa fare o dire per rendere quel momento meno difficile.
 
Blaine guardò la cartolina, leggendola di nuovo, poi si alzò. “Hummel… era il nome che avevo dimenticato. I-io non posso credere di non esserci arrivato prima”
 
Alzò lo sguardo verso Kurt che era ancora lì come un cervo colto dai fari di una macchina.
 
“Era tutta una bugia, vero?” chiese, guardandolo sconvolto. “Dal momento in cui ci siamo incontrati, era tutta una bugia”
 
Sentire questo shoccò Kurt. “No” disse mentre faceva un passo avanti. “Non è vero. Quando ti ho detto che avevo problemi con i bulli, non era una bugia”
 
“Ma non era la vera ragione per cui eri venuto” lo interruppe Blaine, alzando la voce. “Volevi solo incontrare la persona che aveva ricevuto il cuore di tua madre. Mi hai usato per tutto questo tempo! Poi, hai deciso che essere amici non era abbastanza, così hai accettato di uscire con me anche se non ti piacevo veramente!”
 
Blaine scosse la testa, si allontanò da Kurt e gettò la cartolina sul comodino.
 
“Non è vero!” protestò Kurt. “Forse, la prima volta che ci siamo conosciuti era per il motivo che stai pensando, ma mi hai davvero iniziato a piacermi. Quando ho detto si per l’appuntamento, non è stato per nessun altro motivo, oltre che per te. Non per il tuo cuore, ma perché mi piaci”
 
Blaine si voltò verso Kurt, guardandolo completamente sconfitto. “Mi fidavo di te” disse con voce tranquilla. “Mi piacevi tanto. Sembravi una brava persona. H-ho pensato che tu potessi prenderti cura di me. Dio, come sono stato stupido”. Si mise le mani sul viso, strofinando le lacrime che erano scese dai suoi occhi prima che potesse fermarle.
 
“No, non lo sei. Io lo sono. Sono un idiota. Avrei dovuto dirti la verità fin dall’inizio, ma ho avuto paura, e quando ho pensato che fosse troppo tardi…”
 
“Ti ho baciato” disse Blaine, come se nemmeno avesse sentito parlare Kurt. “Ti ho baciato, mi stavo innamorando di te, pensavo a te tutto il tempo. Non avevo mai avuto un ragazzo prima, non ci avevo mai pensato, ma tu… tu eri diverso. Pensavo fossi diverso”
 
“Sono diverso”
 
“Non posso permettere che questo accada” continuò Blaine.
 
“Blaine!” esclamò Kurt, cercando disperatamente la sua attenzione.
 
Blaine lo guardò e quando fu sicuro che non avrebbe detto nulla, Kurt parlò.
 
“Mi dispiace per quello che ho fatto, ma devi credermi quando dico che mi piaci. Quando ho detto si all’appuntamento, non è stato per mia madre, ma solo per te”. Le lacrime iniziavano a scendere dai suoi occhi e non riusciva a impedire che cadessero. “Non voglio perderti Blaine. Mi dispiace”
 
Blaine fece un respiro profondo. Rimase in silenzio per un attimo prima di parlare. “Non c’è bisogno, Kurt. Non ti credo. Ho creduto a tutto il resto e guarda cosa è successo. Sinceramente… non credo di essermi sentito così in tutta la mia vita. Mi fa male tutto, Kurt. Fa male e mi sento così a pezzi perché ho avuto fiducia in te. Ti ho parlato della mia vita e io odio raccontare la mia storia, ma volevo che sapessi” rise senza umorismo. “e tu la conoscevi già. Mi hai aiutato quando stavo male e mi hai fatto sentire una persona completa. Ed ora scopro che l’unico motivo per cui tu hai fatto tutto questo non sono io perché non sono una persona completa. Non voglio più sapere se stai dicendo la verità o se stai mentendo”
 
“Blaine, ti prego, ti sto dicendo tutta la verità!” lo implorò Kurt con le lacrime che gli rigavano il viso. Non si era mai sentito così male in tutta la sua vita.
 
“Avresti dovuto farlo sin dall’inizio!” urlò improvvisamente Blaine, facendo saltare Kurt per la sorpresa. “Avresti dovuto essere onesto fin dall’inizio! Cosa? Avevi paura di me o qualcosa del genere? Avevi paura che ti allontanassi?”
 
“Blaine, mi dispiace!”
 
“Sei stato il primo, Kurt!” esclamò Blaine con la voce rotta. “Sei stato il primo! L’unico! Ecco cosa!”
 
“D-di cosa stai parlando? Il tuo primo cosa?”
 
Blaine scosse la testa. “Devo andare. Devo uscire da qui” disse mentre camminava verso la porta.
 
“No!” rispose Kurt, afferrandogli il polso mentre passava accanto a lui. “No, Blaine, per favore, parliamone”
 
Blaine lo guardò dritto negli occhi. Erano così vicini che Kurt poteva sentire la tensione e il dolore di Blaine.
 
“Non c’è niente di cui parlare, Kurt” disse con voce nuovamente tranquilla. Kurt avrebbe voluto urlare.
 
Blaine si liberò della presa di Kurt per poi cominciare a camminare rapidamente lungo il corridoio e le scale.
 
Kurt andò dietro di lui, continuando a pregarlo di restare. Nessuno dei due notò Finn in piedi sulla soglia della sua camera, chiedendosi cosa dovesse fare.
 
“Blaine! Blaine, fermati e lasciami parlare, per favore!”
 
Blaine spalancò la porta. Non si fermò nemmeno quando vide due adulti dietro di essa. Li superò e continuò a camminare nel vialetto verso la sua auto.
 
Kurt spinse i suoi genitori. “Blaine!”
 
“Addio, Kurt” disse Blaine, con voce tremante, ma rifiutandosi di piangere fino a quando non fosse stato solo. “Goditi la cartolina. Credevo a ogni parola che ho scritto”
 
“Blaine, per favore!” disse Kurt con la voce stanca per averlo ripetuto così tante volte. Blaine salì sulla sua auto facendo marcia indietro dal vialetto.
 
“Per favore” disse Kurt un’ultima volta, rimanendo lì a guardare l’auto che si allontanava, sapendo che non c’era nulla che potesse fare.
 
 

****

 
 
Non era sicuro di quanto tempo fosse rimasto lì. La prima cosa che realizzò furono le mani sulle sue spalle che lo guidarono di nuovo in casa.
 
In quel momento si rese conto che era in iperventilazione.
 
“Burt, dagli un minuto” sentì dire a Carole e si rese conto che qualcuno l’aveva aiutato a sedersi sul divano. Non aveva ancora sentito suo padre parlare.
 
“Kurt, tesoro, calmati” disse lei, sedendosi accanto a lui e massaggiandogli la schiena. “Devi dirci cosa è successo così possiamo aiutarti”
 
Ma Kurt non riusciva ancora a respirare abbastanza per poter formulare una frase.
 
Passarono pochi secondi, quando sentì qualcuno sedersi dall’altra parte. Sapeva che non era su padre, perché lui stava sempre seduto o in piedi di fronte a lui quando qualcosa non andava, in modo da poterlo affrontare più facilmente.
 
Doveva essere Finn.
 
“Lo ha scoperto, non è vero?” chiese Finn a bassa voce, confermando i pensieri di Kurt.
 
Kurt riuscì ad annuire.
 
“Chi ha scoperto cosa?” chiese Burt.
 
Kurt, sforzandosi di calmarsi, finalmente alzò lo sguardo. La lacrime ancora gli annebbiavano la vista, ma riusciva a riconoscere suo padre e Carole, entrambi estremamente confusi.
 
“Qualcuno dica qualcosa”disse Burt impaziente. “Devo andare a cercare quel ragazzo, o cosa?”
 
“Era lui, papà” disse Kurt con la voce traballante.
 
Burt, che si era seduto sul tavolino di fronte  Kurt, si spostò più vicino. “Chi, Kurt?” chiese con voce calma. “Dovresti essere un po’ più specifico”
 
“Blaine. Era Blaine”
 
“Blaine?... intendi il ragazzo con cui sei andato a cena l’altra sera? L’amico che hai incontrato all’incontro del Glee?”
 
Kurt appoggiò i gomiti sulle gambe e lasciò cadere la testa tra le mani.”Oh, Dio, ho rovinato tutto. Non sarebbe dovuta andare così. Non avrei mai dovuto incontrarlo. Sono un idiota”
 
Burt guardò Finn. “Hai idea di cosa stia parlando?”
 
Finn fece un respiro profondo. “Si, lo so… ma non credo di essere io a dovertelo dire”
 
Burt sospirò, rivolse la sua attenzione a Kurt e gli posò una mano sul ginocchio. “Kurt, qualsiasi cosa sia successa, devi dircelo”
 
Kurt, di nuovo il lacrime, ne asciugò una dal suo volto. Non riusciva a trovare la forza per incontrare gli occhi di Burt mentre parlava, così si concentrò su un granello di polvere sul pavimento.
 
“N-non ho incontrato Blaine a un incontro. U-un giorno ho saltato la scuola e sono andato alla Dalton. L’ho incontrato lì”
 
“Cosa?” esclamò Burt incredulo. “Hai saltato la scuola?”
 
Kurt alzò una mano per fermarlo. “Per favore, lasciami finire prima di agitarti”
 
Burt sospirò e annuì, facendogli segno di continuare - cosa che Kurt vide con la coda dell’occhio.
 
“Siamo appena tornati da un appuntamento…”
 
Burt fece per interromperlo di nuovo, ma lo sguardo di Carole lo fermò immediatamente.
 
“So che avrei dovuto parlartene, ma ero nervoso e io…”. Si fermò e fece un respiro profondo. “Non è questo il punto. Il punto è che ti ho mentito su Blaine, papà. Blaine è.. lui è… è il ragazzo che ha ricevuto il cuore di mamma”
 
“Che cosa?” gridò Burt, incapace di fermarsi.
 
Kurt strinse gli occhi. “Papà, per favore, lasciami finire”
 
Burt rimase in silenzio, anche se il movimento nervoso del suo piede mostrava che non ci sarebbe rimasto ancora per molto.
 
Kurt tornò a fissare il pavimento e continuò. “L’ho incontrato nonostante tu mi abbia detto di non farlo perché non potevo aspettare. Stavo per dirgli subito chi ero, ma ho avuto paura e gli ho detto che ero lì a causa dei bulli del McKinely. So che è stupido, ma continuavo a dirmi che gli avrei raccontato tutto la prossima volta che l’avrei visto. Non l’ho mai fatto, però, e lui ha iniziato a piacermi sul serio. Non per il fatto che ha il cuore della mamma, ma perché era gentile e premuroso e divertente e dolce e solo… tutto quello che ho sempre desiderato in un ragazzo.
 
“Ma quando siamo tornati a casa dopo l’appuntamento, l’ho portato un camera mia.. non è successo niente!” aggiunse subito, guardando l’espressione di suo padre e notando che stava peggiorando. “No, vedi, sono entrato nella camera di Blaine un paio di volte e volevo fargli vedere la mia, e Dio, suona tutto così male, ma sono andato in bagno e… e quando sono tornato, aveva la cartolina in mano. Quella che ci aveva mandato molto tempo fa. Devo averla lasciata sul comodino, e ora mi odia e mi odio anch’io, ed è tutto cosi incasinato!”
 
Burt chiuse gli occhi e respirò profondamente, prendendo lunghi respiri per calmarsi prima di cominciare a parlare.
 
“Potete lasciarci solo per un minuto?” disse dopo un paio di minuti di silenzio.
 
Carole massaggiò per l’ultima volta la schiena di Kurt, poi si alzò. Finn gli diede una pacca confortante sulla spalle e seguì sua madre al piano di sopra.
 
Burt si alzò mentre Kurt si stropicciava gli occhi ormai rossi e gonfi. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori, poi si voltò e tornò dov’era prima. Lo fece un paio di volte, camminando avanti e indietro.
 
“A quanto pare la conversazione non è ancora finita” disse Kurt. Non era una domanda. Voleva solo interrompere quel silenzio pieno di tensione.
 
Burt scosse la testa. “No, e’ ben lontana dall’essere finita, Kurt”
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Questo capitolo è stato il primo a saltarmi in mente quando ho deciso di scrivere questa storia. E’ strano essere arrivata finalmente a scriverlo. Spero che sia piaciuto a tutti, perché mi ci sono impegnata tanto.
 
Grazie per tutte le recensioni! Vi amo tutti!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: TwistedRocketPower