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Autore: cescapadfoot    09/03/2013    7 recensioni
|Harry Potter|James Potter|Lily Evans|James x Lily (accenno non tanto lieve)|
|Flashfic|enormemente Fluff e disgustosamente diabetica (per i miei gusti)|
James Potter, la completezza derivata dall'avere una famiglia unita.
La completezza derivata dall'amore per Lily.
La completezza dovuta ad Harry.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
- Questa storia fa parte della serie 'We will live to fight another day [James Potter/Lily Evans]'
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COMPLETION









L’aveva appena addormentato, e con grande fatica.
Insomma, doveva essere una cosa facile, far addormentare uno scriccioletto di nemmeno un mese.
E invece no!
Ogni notte c’era la poppata notturna - a quella, per il momento e per fortuna, ci pensava Lily - e quindi venivano entrambi svegliati dagli strilli del bimbo che reclamava il suo nutrimento.
Alcune volte si svegliava ancora per una qualche colica improvvisa; allora lo portavano nel lettone e via a massaggi al pancino e coccole e baci per calmarlo.
Altre volte - numerose volte! - si svegliava nel cuore della notte senza un motivo preciso, e quindi lui e Lily si davano il turno per fare avanti e indietro per tutta la casa per calmarlo e farlo addormentare.
E quella sera era toccato a lui.
Per sicurezza James torse leggermente il collo per controllarlo: Harry si era addormentato profondamente, ronfando leggermente, la testolina arruffata posata sulla spalla del papà, un pugnetto a pochi millimetri dalla boccuccia socchiusa.
- Che hai di così urgente da tenere svegli me e la mamma tutta la notte, piccola peste?- ridacchiò stancamente e a bassa voce James, un sorriso intenerito che si dipingeva sul volto.- A causa tua, sto diventando la barzelletta vivente dello zio Sirius.
James non potè non dimenticare quando, durante una serata di soli uomini, si era addormentato sulla poltrona nel bel mezzo di una partita a Sparaschiocco a casa di Sirius a causa della mancanza di sonno dovuta a quelle notti in bianco, svegliandosi quando era ora di andare a casa e venendo preso bellamente in giro non solo dal suo migliore amico - cosa che si aspettava - ma anche da Remus e Peter!
Scuotendo la testa per distogliere quei pensieri, il ragazzo scostò piano il lenzuolo della culla e vi depose delicatamente Harry, coprendolo con attenzione; anche se era fine agosto, le serate e le notti stavano cominciando a farsi più fresche.
Ma nonostante fosse impaziente di tornare in camera sua e sentire il calore del corpo di Lily contro il suo, James rimase in piedi accanto alla culla a guardare Harry che dormiva.
La testolina era voltata di lato, il pugnetto serrato sempre a poca distanza dalla boccuccia socchiusa; l’altra manina invece stringeva la copertina, il petto del bimbo che si alzava e si abbassava piano a ritmo del suo respiro.
Era minuscolo, Harry, e lo si notava ancora di più in quella culla per lui troppo grande; ma in fondo c’era da aspettarselo, era nato prima dello scadere del termine.
Eppure, nonostante fosse così piccolo, era comunque paffutello, così tanto che chiunque se lo mangiava di baci ogni volta che lo vedevano.
A James piaceva tenerlo in braccio, sentirlo rigirarsi tra le sue braccia per poter accoccolarsi meglio contro di lui e premergli contro la sua testolina; gli piaceva quando apriva quegli occhietti verdi che poi lo fissavano curiosi, quasi volesse scoprire qualcosa di più sul suo papà. E adorava quando Harry gli prendeva l’indice e lo stringeva nella sua manina, comunque troppo piccola per contenerlo tutto; era come se volesse dirgli che voleva bene a lui, al suo papà.
Lentamente allungò il braccio per sfiorare la guancia pienotta del bambino, e quando gli sfiorò la manina James sentì Harry afferrargli il suo indice nel sonno.
- Non vuoi proprio lasciarmi andare da mamma, eh, testolina?- mormorò scherzosamente James al figlio addormentato.
Harry continuò a dormire e a ronfare tranquillamente, stringendo di più l’indice del suo papà nella sua manina.
James continuò a guardarlo.
Harry, suo figlio.
Totalmente inaspettato, totalmente inatteso, ma subito amato, subito desiderato.
La prova che lui, James, era maturato, la prova che amava Lily così tanto da volere un figlio anche nel bel mezzo di quella guerra scellerata.
La prova che con quel bambino la loro famiglia era finalmente completa.
Quel bambino che era esattamente come James aveva sempre desiderato: uguale a lui, con la stessa massa di capelli disordinati e sparati in tutte le direzioni e con gli stessi occhi verdi di Lily.
Si sentiva sempre impreparato e inadatto, certo; ma quando teneva Harry in braccio, James sentiva il desiderio di essere migliore, di provare ad essere migliore per suo figlio, dimostrargli che lui sarebbe sempre stato accanto a lui.
Pian piano e a malincuore James staccò l’indice dalla manina di Harry, si sporse a lasciargli un bacio leggero fra i capelli e gli mormorò a bassa voce:
- Ti voglio bene, piccola peste.
Sentì Harry mugugnare qualcosa di incomprensibile senza svegliarsi, la manina che ora era ritornata a stringere la copertina.
James sorrise ancora, poi ritornò in camera da letto.
Amava Harry.
Da piccolo a volte aveva creduto che nel suo cuore ci sarebbe stato poco spazio per troppi affetti, e invece si era stupito del contrario: aveva amato i suoi genitori, voleva un bene dell’anima ai Malandrini e a quelle pazze delle amiche di Lily e amava sua moglie e suo figlio con tutto se stesso.
Non c’era niente che fosse sbagliato in quel teorema così semplice.
Appena mise piede in camera, sentì Harry mugugnare rumorosamente.
Troppo rumorosamente.
- James…?- biascicò a fatica Lily senza nemmeno alzare la testa dal cuscino.
James sospirò e ritornò nella cameretta a prendere di nuovo in braccio Harry, che prometteva nuovi pianti. Il ragazzo lo calmò subito, pensando freneticamente: sapeva che c’erano notti in cui Harry non aveva assolutamente voglia di starsene nella sua culla a dormire; e quella doveva essere una di quelle notti.
Così, dopo averlo calmato e fatto addormentare di nuovo, lo portò in camera sua da Lily.
- Credo sia una di quelle notti in cui vuole dormire con noi.- disse James ad una Lily semiaddormetata.
- Che strano…- biascicò Lily in risposta con un sorriso stanco ma dolce, prendendo delicatamente Harry in braccio.
Appena si mise comodo, James sentì sua moglie accoccolarsi contro di lui con Harry tra le braccia; fu automatico per lui stringerli entrambi in un abbraccio.
Tuttavia non si addormentò subito, voleva godersi lo spettacolo delle due persone che amava di più al mondo dormire tra le sue braccia.
E mentre Morfeo lo chiamava a sé, James si sentì nuovamente sicuro di una cosa: ora si sentiva completo.






NOTE: salve a tutti :)
è la prima volta che scrivo qualcosa di così mostruosamente diabetico, ma spero vi piaccia :)
per quanto mi riguarda, soprattutto basandomi sulla mia long, io mi sono immaginata Harry che nasce prematuro (se le va' sempre a cercare, eh?! ;))
bene, spero sia di vostro gradimento e che non vi cariate troppo i denti :)
aspetto le vostre recensioni, ciao :)

  
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