Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: _stoptheworld_    09/03/2013    3 recensioni
Essere Directioner è l'amare ogni loro piccolo difetto.
Essere Directioner è il rimare Directioner per sempre.
Le allungai il braccio, nella speranza che lo afferrassi, invece di fare un passo avanti.
“io non ho mai smesso di credere…” prese la mano e l’avvicinai subito a me.
“E solo che sono esausta!” disse tra i singhiozzi.
Era veramente molto più bassa di me e le facevo come tetto, come scudo. Come scudo dalle paure che ostacolano i sogni...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





HARRY
Mi è sempre piaciuto passeggiare in questa via sperduta.
Nessun flash, nessuno che urla. Solo io, la voce del vento e il cielo che mi sembrava veramente il più bel capolavoro fatto da Dio.
Ma quella sera non ero da solo. Un’altra persona aveva scoperto il mio “nascondiglio”.
C’era un po’ di nebbia, come sempre d’altronde, non capivo che cosa stesse facendo.
Era in fondo alla via, dove c’era quel piccolo ponte. Mi sembrava una ragazza, molto più alta di me, a vederla da lontano, ma cambiai pensiero quando mi avvicinai.
Non era alta più di me, anzi era molto più bassa, fisico normale, molto tonico e i capelli raccolti in una coda sul castano quasi chiaro. Mi trovai davanti ad una situazione travolgente, drammatica e paurosa. Si, avevo paura.
Quella ragazza non era li per respirare un po’ d’aria in santa pace, era li per dar fine la sua storia.
Tremante, cercai di avvicinarmi lentamente.
“Che vuoi?” mi disse subito, con voce rauca e piangente.
“Non ci conosciamo…”.
“Appunto! Quindi vedi solo di stare lontano, okay?” aveva le maniche della felpa tirate su e si potevano vedere ancora i tagli aperti, probabilmente fatti da poco.
“Perché piangi?”.
“Perché non te ne vai, invece?”. Rimasi in silenzio. Non avevo la minima idea di lasciarla li, se si sarebbe buttata giù, l’avrei avuta sulla coscienza, perché non l’ho fatta ragionare.
Rimanemmo zitti per un minuto. Si teneva ad un palo e con l’altra mano stringeva qualcosa, come un ciondolo.
 “Sai, ho potuto realizzare il mio sogno un mese fa. Sono stata promossa, finalmente senza debiti, perché se hai un obiettivo lo porti fino alla morte, come un tatuaggio o come una cicatrice. Ma…dopo che sei riuscito ad ottenere quello che volevi, quando non hai più nulla da sostenere, la vita diventa strana. Tornano i ricordi del sudore per quel sogno o le lacrime, però speri ancora nel tuo sogno. Una mattina ti svegli, accendi la tv e sul tuo programma preferito dicono che non ci saranno per un po’. La causa…litigi! Ti disperi, perché non pensavi così presto, così dopo poco…” le lacrime aumentarono, ma continuò a parlare.
“…nulla ha più senso ormai! La ragione del perché eri su questa terra, sparisce e quindi tu con lei, ma nel posto che hai sempre desiderato, nel luogo in cui tutto è iniziato”.
Si stacca dal palo, il cuore mi batteva all’impazzata.
“No…” dissi di botto. Si girò e mi guardò dritto negli occhi, non avevo mai visto occhi così verdi, occhi così sinceri, occhi così esausti, pieni di paura e occhi che hanno smesso di sognare e di credere nei sogni, ma occhi famigliari, che mi ricordavano il concerto del 19 maggio, occhi che mi sembravano vivi, pieni di sogni da realizzare.
“…non farlo! Troverai altro in cui credere di nuovo. Non smettere di scrive la tua storia, non concludere il libro così, a nessuno piacerebbe.”
“Ma piacerebbe a me, non credi?”.
“No! Non smettere di sognare…io non so chi tu sia, o forse! E tu non sai chi sono io, ma ti prego fidati di me! Se non riuscirai a scrivere il prossimo capitolo, ti aiuto io, non mi permetterò di farlo finire così!” stavo piangendo pure io.
 Chi lo avrebbe mai detto?! Esci per pensare a tutto quello che hai fatto fino ad ora e ti trovi una ragazza che si vuole suicidare e tu, che ti trovi li, la fai ragionare, cercando di trovare le parole giuste, senza mai mentire.
Le allungai il braccio, nella speranza che lo afferrassi, invece di fare un passo avanti.
“io non ho mai smesso di credere…” prese la mano e l’avvicinai subito a me.
“E solo che sono esausta!” disse tra i singhiozzi.
Era veramente molto più bassa di me e le facevo come tetto, come scudo. Come scudo dalle paure che ostacolano i sogni.
La presi in braccio, quando notai che dal braccio le usciva molto sangue e che stava per svenire.
Corsi fino alla macchina e in poco tempo ero già a casa.
“Sei sicura di stare bene? Sei pallida, veramente!”. Mi fece si con la testa con un mezzo sorriso.
Andai a prendere qualcosa per disinfettarla.
“Tieni, spero che fermi tutto quel sangue!”.
“Ooooh! Strano che non chiedi il perché te lo fai, è una cazzata, non farlo!”
“Perché dovrei? Fino a dieci minuti fa ti stavi suicidando, mi sembra più che ovvio che prima di pensare di morire ti fossi tagliata…” alla mia risposta abbassò la testa e iniziò a piangere.
Mi sedetti vicino a lei.
“Tu non stai bene, qua dentro!” dissi indicando il cuore.
“Dove abiti? Forse sarebbe meglio che avvisi i tuoi genitori che arrivi un po’ dopo, no? Tieni, se vuoi!” le diedi il cellullare, ma non lo prese.
“Io non ho né una casa e né una famiglia qui…”
“Cosa vuoi dire con qui?”.
“Ti avevo detto che sarei morta nel luogo in cui tutta ha avuto inizio, giusto? Tutto è iniziato a Londra…la mia famiglia mi starà cercando e nessuno sa che io sono scappata, nessuno, tranne due persone, che se troveranno le lettere che le ho lasciato sapranno che io non ci sarò più!”
“Posso dirti una cosa?” annuisce sconsolata.
“Tu sei pazza!”.
“ma se la vita è una merda non ci posso fare nulla!”
Ci guardammo e dopo due secondi scoppiammo a ridere e di nuovo mi tornò alla mente quel ricordo di maggio, perché forse quegli occhi erano proprio quelli che ho davanti.
Ma se è una fan, perché è così calma? Perché fa finta di nulla, come se non mi conoscesse? Forse mi sbaglio, non è quella ragazza di cui Louis si innamorò per come era vestita e per quegli occhi sognatrici.
Il sangue smise di uscire, aveva riempito tutto il cotone.
“Ma da dove vieni? Leincaster, Bradford…”
“Dall’Italia!” quelle due parole mi travolsero la serata.
Scappò di casa e venne fino a Londra per morire, senza che nessuno sapesse, solo per questo era il posto suo, quello che amava.
Iniziò a sbadigliare tra una parola e l’altra.
“Hai sonno?”
“Un po’!” un po’? secondo me anche tanto.
“Allora, da quello che ho capito non sai dove andare. La notte inglese non è calda come quella italiana…”
“Ma siamo in estate…”
“si, ma non è lo stesso clima! Comunque, io non ti lascio sola, né ora e né fra qualche mese se no per sempre. La casa è grande e infondo al secondo piano c’è la stanza per gli ospiti. Se vuoi…beh puoi rimanere qui!”
Il suo sguardo si abbassò, ma dopo mi abbracciò forte, piangendo di gioia.
“Grazie!”
“Di nulla! Come ti ho già detto, non ti lascerei fuori da sola! Se hai bisogno di farti una doccia, nella camera trovi tutto, anche dei vestiti puliti. Sono di mia sorella, ma dovrebbero andarti bene, se no…boh!”
“Non rimango nuda! Anche perché tu sei fidanzato!”
“Ah ma allora sai chi sono?!” le faci una sorriso malizioso, quasi provocatorio
“Ti potrei dire di si, ma anche di no! Mah! Una ragazzo come te è per forza fidanzato, dai…!” scoppiai a ridere. Avrei avuto a che fare con un bel tipetto, ma stavo scrivendo anche io il mio nuovo capitolo.
Messaggiavo con Louis, mentre gli raccontai ciò che è successo. La porta era semi aperte.
“Grazie di tutto, Harry!” e se ne andò nella sua stanza, ma tornò indietro.
“Ah, ti devo dire che sono LUNATICA!! In bocca al lupo!” disse ridendo.
No cosa è lunatica? Ne che questa, mentre dormo, si va ad ammazzare.
Mi alzai di scatto e la fermai, prendendola per il polso.
“Senti, dormi con me stanotte. Non si sai mai cosa ti passa per la testa!”
Rise! E non smetteva. E poi iniziai anche io. Aveva una risata contagiosa, molto contagiosa.
“Ma per chi mi hai preso? Per una che vuole morire?” si era lunatica.
“Ahahah dai vieni qua!” indicandole il posto affianco al mio. “Certo che ti sta bene questo pigiama di mia sorella!”
“Grazie! Comunque piacere Federica, ma preferisco Wenn!” che stupidi, non ci eravamo ancora presentati.
“Harry e sei pronta per il terzo grado?” mi guardò malissimo ed io iniziai a farle un sacco di domande, finché ci addormentammo.
Era l’unico modo per scoprire chi fosse. Avevo salvato la vita ad  una ragazza di 17 anni, la più piccola di due sorelle e un fratello e zia di tre nipoti maschi. Suonatrice di chitarra, che le piace cantare, anche se non voleva farlo, ma secondo me è brava. Avevo salvato la vita ad una ragazza, che se lo avrebbe fatto, avrebbe fatto una cazzata. Una ragazza che vive per i sogni in cui crede, dolce, sensibile e spiritosa. Una ragazza che della sua vita aveva preso scelte sbagliate, ma che si rivelarono niente male. Come quella di frequentare il liceo linguistico, non sarebbe così brava. Penso veramente che fosse inglese, invece è italiana, che non ama il suo paese, che preferiva essere inglese, che odia la sua famiglia, perché non vedono ciò che lei prova, ma che ama le due persone più importanti della sua vita, le uniche che potrebbero sapere che lei è qui.
C’era molto in quella ragazza così minuta. Più ci parlavo insieme e più scoprivo qualcosa di lei, senza che lo volesse, ma perché era come un libro aperto, in cui puoi liberamente scoprire quel è la sua storia, ed io la stavo scoprendo. Ma non riuscivo a capire, chi fosse la ragione del perché vive. Non dovevo solo leggere, dovevo andare ben oltre per scoprilo e questo era il mio obiettivo.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _stoptheworld_