Capitolo 18. ''per sempre?''
-Ellie- gridò lei.
Strofinai gli occhi -si?- dissi come se niente fosse.
Avevo fatto una gran cazzata.
-si? rispondi con un si?- urlò per la seconda volta. -ti avevo detto che non volevo che bevessi, e tu cosa hai fatto? ti sei ubriacata.- sbottò.
-ero arrabbiata- dissi con la voce ancora un po' roca.
Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno.
-questo significa che puoi ubriacarti ogni volta che sei arrabbiata?-
-no, ma..- feci una pausa, cosa potevo inventarmi?
-ma cosa? per due settimane resterai a casa e uscirai solo per andare a scuola.-
-ma scherzi?- dissi urlando.
-no, sono seria. davvero Ellie, hai raggiunto il limite, mi sembra di averti cresciuta bene e non tollero che ti comporti come una di quelle figlie senza educazione, cosa penserà la gente?-
-è questo che ti preoccupa, mamma? cosa pensa la gente? non me ne frega niente della gente, ho diciassette anni e posso fare quello che voglio.-
-tuo padre non penserebbe questo.-
Adesso aveva davvero toccato il fondo. -ah si? e allora cosa avrebbe voluto? che restassi in casa ogni fottutissima sera a fare la brava ragazza? tu non sai cosa avrebbe voluto papà, e di certo non lo so nemmeno io, ma nessun genitore vorrebbe questo per i propri figli.-
-tu non devi fare la brava ragazza Ellie, tu lo sei, e se queste due settimane a casa non serviranno, ti manderò a New York da tua nonna e ci resterai fino alla fine dell'anno scolastico, e magari ti giochi anche Londra in estate- disse lei con tono autoritario.
Uh, mi gioco Londra?
-non puoi farlo.- ribattei io riferendomi alla storia di New York.
-chi te lo dice? io sono tua madre e io decido.-
'fanculo' pensai io.
Stava per uscire dalla stanza quando tornò a parlare -ah, e sia chiaro, tu non uscirai, ma nessuno verrà qui.- sorrise.
Quel sorriso poteva anche evitarselo.
Stavo per ribattere quando uscì e chiuse la porta.
Mi avrebbe isolato dal mondo?
-ehi- disse Jaz sulla soglia della porta.
-ehi- dissi entrando con lei a scuola.
-va meglio?- chiese lei.
-mmm, si.-
-eri totalmente ubriaca, se Justin non ti avesse trovata non penso sareste tornati a casa- affermò lei.
-già.- sospirai.
-a proposito, perché eri bagnata?-
Già, perché ero bagnata? Pensai ad una scusa e senza riflettere risposi. - sono caduta in un laghetto la vicino. -
-ah. -annuì.
Restammo in silenzio, ultimamente non avevamo molto di cui parlare, da quando Justin mi aveva baciata, la sentivo distante anni luce, come se non fosse più la mia migliore amica.
-ieri Justin mi ha portata a mangiare fuori.- ruppe il silenzio.
-mi fa piacere.- finsi un sorriso.
-non vuoi sapere cosa è successo?-
-cosa è successo?- le chiesi quasi fosse un obbligo.
-mi ha quasi baciata. - disse lasciandosi scappare un urletto.
Sgranai gli occhi. -sul serio?-
-si- sorrise lei.
-e cosa ha fatto di preciso?- chiesi quasi arrabbiata.
-beh, si è messo a fissare le mie labbra.-
-e?-
-e niente.-
Wow, fissare le labbra di qualcuno significa 'quasi baciare' qualcuno?
Lentamente sentivo di iniziare ad odiarla.
-Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
"follia".
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
"malinconia".
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
"nostalgia".
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.- lessi ad alta voce, seduta sul muretto davanti a scuola mentre aspettavo che mia mamma arrivasse.
Sentii due braccia cingermi i fianchi. -che leggi?- chiese Justin.
-potrebbero vederci.- arrossii.
-sono andati via tutti.- sorrise prendendo posto accanto a me.
Sospirai. -è una poesia italiana.-
-e cosa ci fai con un libro di poesie italiane?- chiese lui baciandomi la guancia.
Un brivido mi percorse la schiena.
-me l'ha regalato mia nonna prima di trasferirsi a New York.- sorrisi.
-c'è una dedica.- disse lui notando la scrittura in rilevanza che si notava appena nella copertina.
Annuii come per fargli capire che non si sbagliava.
-posso leggerla?- chiese curioso.
-certo.-
C'era scritto 'alla mia piccola. so che la distanza fa male, so che ci mancheremo l'un l'altra, ma io sarò sempre con te, ovunque tu sia. questo non è un regalo, è un ricordo. tienilo con te e leggilo ogni volta che ti senti sola o sei triste. io sono con te, sempre e ovunque. -nonna'
-ti senti sola?- disse lui accarezzandomi il braccio.
-un po'.-
-ma sai che ci sono qui io con te?- era già la seconda volta che me lo ripeteva.
''Si sedette accanto a me sull'erba. Io non dissi niente.
-io sono qui, lo sai?- chiese.
-adesso lo so- ammisi. Non avrei immaginato me l'avrebbe mai detto.''
-ci sarai per sempre?- gli chiesi poggiando la mia fronte sulla sua.
-ci sarò finché lo vorrai-
-e se lo vorrò per sempre?-
-ci sarò per sempre.- sorrise.
Poggiai le mie labbra sulle sue, e riuscii a sentire l'adrenalina scorrermi nelle vene come non mai.
-Jaz mi ha detto che l'hai quasi baciata.- dissi concludendo quel bacio.
-io?- chiese lui.
-si, tu.-
-non è vero.- negò lui.
-sicuro?-
-certo che si. cosa avrei fatto per baciarla, o quasi?- chiese lui.
-le hai fissato le labbra.-
-e significa baciare una persona?-
-no.- sorrisi.
Justin's point of view.
La conversazione di quel mezzogiorno mi aveva fatto riflettere molto.
ci sarò per sempre?' mi chiesi.
Qual'era la risposta?
-Ellie- gridò lei.
Strofinai gli occhi -si?- dissi come se niente fosse.
Avevo fatto una gran cazzata.
-si? rispondi con un si?- urlò per la seconda volta. -ti avevo detto che non volevo che bevessi, e tu cosa hai fatto? ti sei ubriacata.- sbottò.
-ero arrabbiata- dissi con la voce ancora un po' roca.
Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno.
-questo significa che puoi ubriacarti ogni volta che sei arrabbiata?-
-no, ma..- feci una pausa, cosa potevo inventarmi?
-ma cosa? per due settimane resterai a casa e uscirai solo per andare a scuola.-
-ma scherzi?- dissi urlando.
-no, sono seria. davvero Ellie, hai raggiunto il limite, mi sembra di averti cresciuta bene e non tollero che ti comporti come una di quelle figlie senza educazione, cosa penserà la gente?-
-è questo che ti preoccupa, mamma? cosa pensa la gente? non me ne frega niente della gente, ho diciassette anni e posso fare quello che voglio.-
-tuo padre non penserebbe questo.-
Adesso aveva davvero toccato il fondo. -ah si? e allora cosa avrebbe voluto? che restassi in casa ogni fottutissima sera a fare la brava ragazza? tu non sai cosa avrebbe voluto papà, e di certo non lo so nemmeno io, ma nessun genitore vorrebbe questo per i propri figli.-
-tu non devi fare la brava ragazza Ellie, tu lo sei, e se queste due settimane a casa non serviranno, ti manderò a New York da tua nonna e ci resterai fino alla fine dell'anno scolastico, e magari ti giochi anche Londra in estate- disse lei con tono autoritario.
Uh, mi gioco Londra?
-non puoi farlo.- ribattei io riferendomi alla storia di New York.
-chi te lo dice? io sono tua madre e io decido.-
'fanculo' pensai io.
Stava per uscire dalla stanza quando tornò a parlare -ah, e sia chiaro, tu non uscirai, ma nessuno verrà qui.- sorrise.
Quel sorriso poteva anche evitarselo.
Stavo per ribattere quando uscì e chiuse la porta.
Mi avrebbe isolato dal mondo?
-ehi- disse Jaz sulla soglia della porta.
-ehi- dissi entrando con lei a scuola.
-va meglio?- chiese lei.
-mmm, si.-
-eri totalmente ubriaca, se Justin non ti avesse trovata non penso sareste tornati a casa- affermò lei.
-già.- sospirai.
-a proposito, perché eri bagnata?-
Già, perché ero bagnata? Pensai ad una scusa e senza riflettere risposi. - sono caduta in un laghetto la vicino. -
-ah. -annuì.
Restammo in silenzio, ultimamente non avevamo molto di cui parlare, da quando Justin mi aveva baciata, la sentivo distante anni luce, come se non fosse più la mia migliore amica.
-ieri Justin mi ha portata a mangiare fuori.- ruppe il silenzio.
-mi fa piacere.- finsi un sorriso.
-non vuoi sapere cosa è successo?-
-cosa è successo?- le chiesi quasi fosse un obbligo.
-mi ha quasi baciata. - disse lasciandosi scappare un urletto.
Sgranai gli occhi. -sul serio?-
-si- sorrise lei.
-e cosa ha fatto di preciso?- chiesi quasi arrabbiata.
-beh, si è messo a fissare le mie labbra.-
-e?-
-e niente.-
Wow, fissare le labbra di qualcuno significa 'quasi baciare' qualcuno?
Lentamente sentivo di iniziare ad odiarla.
-Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
"follia".
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
"malinconia".
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
"nostalgia".
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.- lessi ad alta voce, seduta sul muretto davanti a scuola mentre aspettavo che mia mamma arrivasse.
Sentii due braccia cingermi i fianchi. -che leggi?- chiese Justin.
-potrebbero vederci.- arrossii.
-sono andati via tutti.- sorrise prendendo posto accanto a me.
Sospirai. -è una poesia italiana.-
-e cosa ci fai con un libro di poesie italiane?- chiese lui baciandomi la guancia.
Un brivido mi percorse la schiena.
-me l'ha regalato mia nonna prima di trasferirsi a New York.- sorrisi.
-c'è una dedica.- disse lui notando la scrittura in rilevanza che si notava appena nella copertina.
Annuii come per fargli capire che non si sbagliava.
-posso leggerla?- chiese curioso.
-certo.-
C'era scritto 'alla mia piccola. so che la distanza fa male, so che ci mancheremo l'un l'altra, ma io sarò sempre con te, ovunque tu sia. questo non è un regalo, è un ricordo. tienilo con te e leggilo ogni volta che ti senti sola o sei triste. io sono con te, sempre e ovunque. -nonna'
-ti senti sola?- disse lui accarezzandomi il braccio.
-un po'.-
-ma sai che ci sono qui io con te?- era già la seconda volta che me lo ripeteva.
''Si sedette accanto a me sull'erba. Io non dissi niente.
-io sono qui, lo sai?- chiese.
-adesso lo so- ammisi. Non avrei immaginato me l'avrebbe mai detto.''
-ci sarai per sempre?- gli chiesi poggiando la mia fronte sulla sua.
-ci sarò finché lo vorrai-
-e se lo vorrò per sempre?-
-ci sarò per sempre.- sorrise.
Poggiai le mie labbra sulle sue, e riuscii a sentire l'adrenalina scorrermi nelle vene come non mai.
-Jaz mi ha detto che l'hai quasi baciata.- dissi concludendo quel bacio.
-io?- chiese lui.
-si, tu.-
-non è vero.- negò lui.
-sicuro?-
-certo che si. cosa avrei fatto per baciarla, o quasi?- chiese lui.
-le hai fissato le labbra.-
-e significa baciare una persona?-
-no.- sorrisi.
Justin's point of view.
La conversazione di quel mezzogiorno mi aveva fatto riflettere molto.
ci sarò per sempre?' mi chiesi.
Qual'era la risposta?
**
Allora, ecco a voi il capitolo 18, non è un granché,
ma ho voluto mettere una poesia che mi piace tantissimo.
In ogni caso, se devo essere sincera, penso che questi capitoli
lascino molto a desiderare.
Se la storia non vi piace, per favore, siate sincere, perché così la modifico,
o al massimo la elimino.
Spero in una vostra recensione, in questo capitolo ci tengo molto,
voglio sapere cosa ne pensate davvero e se è il caso di continuare oppure no.
Allora, ecco a voi il capitolo 18, non è un granché,
ma ho voluto mettere una poesia che mi piace tantissimo.
In ogni caso, se devo essere sincera, penso che questi capitoli
lascino molto a desiderare.
Se la storia non vi piace, per favore, siate sincere, perché così la modifico,
o al massimo la elimino.
Spero in una vostra recensione, in questo capitolo ci tengo molto,
voglio sapere cosa ne pensate davvero e se è il caso di continuare oppure no.
Alla prossima.
Conto su di voi :).
Conto su di voi :).