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Autore: bieberhopex    09/03/2013    1 recensioni
"Non sono qui per farti del male, Cass. Sono qui per proteggerti e sono più vicino a te di quanto tu creda. Non temere.."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Conoscevo quella voce, era sin troppo familiare. E soprattuto, conoscevo quel ragazzo. Sapevo chi era, non ne avevo la certezza, ma potei giurare che fosse il ragazzo che sognavo ogni notte. Il suo modo di fare e di porsi, la sua voce e particolare più grande, lui non mi poteva conoscere. Insomma, era nuovo in questa scuola e non l'avevo mai visto personalmente. Ma solo una persona continuava a chiamarmi 'Cass' da più di un mese e lui fece lo stesso. 

Rabbrividii al pensiero, era solo frutto della mia immaginazione, nulla di vero. Probabilmente lui se ne accorse perchè, ancora una volta, notai con la coda dell'occhio un sorriso sul viso e fui certa che stesse ridendo. Cosa diavolo stava succedendo? Non era possibile, era assurdo. Non poteva essere il ragazzo che sognavo, no no no e no. 

Picchiettai sulla mia testa come per mandare via i brutti pensieri e delle labbra posate sul mio orecchio mi fecero il solletico. 

"Cosa succede? Va tutto bene, Cass?" perchè diavolo continuava a enfatizzare il mio nome in quella maniera? Che razza di stupido.

Arretrai velocemente, facendomi il più lontata possibile da lui. Il mio cervello aveva qualche rotella fuori posto, sicuramente. 

Prese la penna e un piccolo fogliettino dove su ci scrisse qualcosa. Appallottolando, me lo passò da sotto al banco. Avrei dovuto prenderlo? 

Mantenendo la calma lo aprì e notai la grafia perfetta.

'Magari dopo ne parliamo, però ora smettila di fare la psicopatica o se ne accorgerà qualcuno.'
Psicopatica? Io? Oh be, non doveva. 

Afferai la penna con forza e dal retro del fogliettino, con una grafia meno perfetta della sua, scrissi in maiuscolo.

'POTRESTI DIRMI GENTILMENTE CHI SEI? OH NO,AL DIAVOLO LE BUONE MANIERE. DIMMI CHI SEI, SUBITO. E DIMMI COME FAI A CONOSCERE IL MIO NOME!'

Glielo passai da sotto il tavolo cercando di sembrare il più arrabbiata del previsto. Lo afferrò e dopo un pò me lo passò di nuovo.

'Ho detto di smetterla, ora calmati.'

Con tutta la forza che mi restava, piegai il bigliettino posandolo nella mia tasca. Almeno avrei avuto una prova in più, se sarebbe servito.

Per il resto della lezione lui non fece altro che ridere sotti i baffi per via del mio comportamento. Io continuavo a innervosirmi e il professore mi lanciava sguardi stufi. Ma che colpa ne avevo io? Come avrei dovuto comportarmi? Stavo per impazzire quando finalmente il suono della campanella squillò assordante nei miei timpani. Raccolsi tutto troppo in fretta, non accorgendomi che la sedia dietro di me si era stranamente spostata e così inciampai facendo cadere tutto a terra. Lui si piegò aiutandomi a raccogliere i miei libri, ma con uno strattone glieli tolsi dalle mani.

"Cass, vuoi darci un taglio?" sussurò a bassa voce. "Perchè diavolo sei così spaventata? Smettila."
"Oh be, dimmi come dovrei comportarmi. Dimmelo tu perchè io proprio non ci arrivo."

Finito di raccogliere i libri, mi alzai dirigendomi rapida verso la porta ma la sua mano mi afferrò proprio nel momento in cui mi trovai davanti al mio armadietto. Prese la mia mano stringendola con delicatezza e si allontanò sorridendomi. Ero troppo stordita per accorgermi del bigliettino che aveva lasciato sul mio palmo. Cosa ci perdeva a parlarmi? Non aveva forse la voce? Era da questa mattina che andavamo avanti a bigliettini.

'Tranquilla, appena sarà possibile ti  parlerò. Ora non posso, perciò accontentati di questo. Ti aspetto dentro la mia macchina, è una range rover nera ed è parcheggiata alla fine del vialetto, sicuramente la noterai. Non avere paura, Cass. Non oserò farti del male, ho solo bisogno di parlarti.'

Ero scioccata, come poteva uno sconosciuto scrivermi certe cose? Chiusi la bocca ormai spalancata e mi ricomposi guardandomi intorno. Oh, almeno nessuno si era accorto di me. Controllai il mio orologio ed erano le 12:58, la giornata scolastica era finita ormai. Cominciai a sudare freddo.

Non avevo paura di lui, forse si. Ma infondo sapevo come difendermi. Avrei proposto delle condizioni per entrare in quell'auto, ma ci sarei entrata. Avevo bisogno di sapere ciò che aveva da dirmi e soprattutto, capire chi era. Lasciando tutto nel mio armadietto, lo chiusi cercando di non fare troppo rumore e seguendo la folla, uscì dalla scuola. Ci volle un pò prima che i miei occhi si adattassero alla luce, ma appena fu possibile cominciai a guardarmi intorno. 

Come scritto nel biglietto, la sua auto era parcheggiata alla fine del vialetto. Caricai meglio la borsa sulla mia spalla e eliminando dal viso ogni mia emozione, mi diressi verso la macchina. Un passo, poi uno ancora e così via. Ero arrivata. Mantenendo la calma, aprì la portiera e guardai davanti a me. Era seduto al posto del guidatore ed era esattamente il mio sogno, cioè, il ragazzo del mio sogno. Ne ero sicura, era lui. 

Dandomi una spinta, salì nella grossa auto buia da cui proveniva una lieve luce, ma non riuscivo a capire da dove arrivasse. Probabilmente era il sole. Mi accomodai sul sedile, attenta a non guardarlo negli occhi ma poi notai una cosa e fui costretta a voltarmi verso di lui.

Era lui che emanava la luce lieve di cui non riuscivo a scovarne la fonte, era di fronte a me e brillava come un angelo.
  
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