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Autore: fanniex    09/03/2013    4 recensioni
< ... "So che non dovrei chiedertelo ... ma potresti abbracciarmi?"
Jared, senza aggiungere una parola, le si avvicinò, tirandola delicatamente a sé, mentre faceva scivolare piano un braccio sotto il corpo di Francesca e con l'altro l'agganciava come una cinghia, leggero ma deciso. > (tratto dal cap 15)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tadatada … È arrivata l'ora X … Fran, pensa che ti ripensa, ha infine trovato IL MODO!!!

Sappiamo già, più o meno, quale sia il punto di vista della ragazza sulla faccenda. Perciò ho pensato di scrivere il capitolo seguendo quasi esclusivamente le sensazioni di Jared.

Sshh … silenzio in sala … si comincia!

 

CAP 14.

OVVERO: CIAO! … SAI COSA TI DICO … CIAO! (- Ciao - Vasco Rossi )

 

Bossier City. Louisiana.

Jared non aveva fatto parola con la sua ragazza della decisione di non partire per Los Angeles. Non che avesse intenzione di mentirle o nasconderle la verità. Semplicemente, per il momento, non voleva affrontare l’argomento. Se lei gli avesse fatto qualche domanda in proposito … be’, ok … non aveva idea di che cosa le avrebbe risposto … ma sarebbe stato sincero con lei … avrebbe usato le parole adatte per farle capire che era giusto così. Se era bravo come dicevano, come lei più di tutti sosteneva, ci sarebbero state mille altre occasioni. Era certo che Fran avrebbe capito!

Cosa che invece non aveva fatto Shannon. In diciotto anni non avevano mai litigato tanto duramente da arrivare addirittura alle mani. Fortuna che Constance non aveva assistito alla scena altrimenti sarebbero finiti entrambi in castigo, dopo una bella ramanzina sull’amore fraterno e la solidarietà reciproca. Shannon si ostinava a non capire che Jared non aveva nessuna intenzione di impedire alla band di fare quel tentativo, solo che lo avrebbero fatto senza di lui. C’erano decine di cantanti in zona che avrebbero potuto sostituirlo, forse non al suo livello, ma che per il Pike sarebbero andati più che bene. E, se loro avessero voluto, lui avrebbe potuto continuare a scrivere per la band. Ma non era ancora pronto a lasciare la Louisiana. Non ora. Forse l’anno prossimo. Forse se lei fosse stata disposta a partire con lui.

Negli ultimi due giorni, tra l'altro, non era riuscito a stare da solo con Fran neanche un minuto. A scuola lei non faceva altro che correre sempre da una parte all'altra, indaffaratissima con quei suoi insopportabili corsi propedeutici. Maledizione! Ne frequentava almeno tre o quattro contemporaneamente, su qualunque materia. Rubando altro tempo da dedicare esclusivamente a lui. Anche a casa non la trovava quasi mai. Sogghignò maliziosamente, pensando a quanto gliela avrebbe fatta pagare quell'estate, a scuola finalmente finita. Non le avrebbe lasciato nemmeno il tempo di respirare! Lo squillo del telefono destò Jared dai suoi pensieri peccaminosi.

Pronto!”

Jay? Sei tu? Hai una voce strana!” Era Fran. Chissà se le erano fischiate le orecchie?

Niente! Mi ero appisolato un attimo. … Piccola, è così bello sentire la tua voce. Mi sembra di non vederti da un secolo.”

Fran sospirò, dall'altro capo del telefono. “Ti va di uscire, stasera?”

Il ragazzo s'illuminò e il ghigno malizioso di prima ricomparve istintivamente sul suo viso.

E me lo chiedi? … Frego la Plymouth di Shannon. Che ti va di fare?”

Fran si prese un secondo per pensare. Lo sentiva fischiettare in lontananza. Che diavolo era? L'inno del Liberty High? … Cazzo, no! Quello era la sera del ballo studentesco!

Niente ballo, Jay! Toglitelo dalla testa.”

Lui rise. La sua risata era così musicale. Tutto di lui era musica.

Sai, è un peccato! Devo confessarti che, anche se non so ballare, in fondo mi sarebbe piaciuto passare una serata avvinghiato a te in abito da sera. Con al polso il fiore che ti avrei regalato.”

Falla finita! Non è affatto divertente!”

Ma lui continuava a ridere, prendendola in giro per la sua insofferenza. Quanto avrebbe voluto ridere con lui per quella sciocchezza. Ma non ci riusciva. Non adesso che il peso di un macigno grande quanto la Torre del Diavolo la stava stritolando inesorabile. Avrebbe avuto la forza di andare avanti con il suo piano?

Andiamo giù al fiume? Solo io e te.” Gli sussurrò, infine.

Il cuore di Jay fece un tuffo carpiato con doppio salto mortale indietro e un avvitamento e mezzo. Coefficiente di difficoltà: 6.0! Il massimo!

Andata! Ti passo a prendere alle 8! … Ti amo!”

Ti aspetto!” Non riuscì proprio a dire altro.

 

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Jared spense il motore, appena fuori dalla città. Avevano parcheggiato in una minuscola radura tra file di cedri rossi, non lontana dal fiume. Era il posto ideale per infrattarsi con la propria ragazza. E poi quella era la sera del ballo. Non ci sarebbe stato nessuno a parte loro.

Fran non aveva quasi aperto bocca, dal momento in cui era salita in macchina. Sembrava stranamente agitata, e di questo se ne era accorto anche lui. No! Più che agitata, sembrava angosciata. Avrebbe voluto che gli confidasse i suoi tormenti, ma, allo stesso tempo, ¾ del suo cervello non riuscivano a smettere di guardarle le gambe. Quelle ginocchia, piccole e perfette, che continuavano a muoversi impercettibilmente, come se stessero seguendo un ritmo tutto loro, lo distraevano inevitabilmente. Faceva parecchio caldo quella sera e Fran indossava soltanto una stretta canotta, che lui stesso aveva decorato per lei con un aerografo durante l'ora di arte, e una leggera minigonna di cotone stampata, che lo stava facendo uscire fuori di testa. La desiderava da impazzire e ringraziò mentalmente di essersi ricordato di fare scorta di preservativi quel pomeriggio.

Che cos'hai, piccola?” Le chiese, dolcemente, resistendo a malapena alla tentazione di spalmarlesi addosso.

Lei si voltò appena a guardarlo, abbozzando un sorriso.

Niente! … Ma se mi chiami piccola un'altra volta ti affogo nel Red River. Te con tutta la Plymouth!”

Jared sorrise, ma quel senso di nervosismo non era ancora passato del tutto.

Ti va di fare due passi?”

No!” Rispose lei, perentoria, tornando a guardare fuori dal finestrino.

Calò il silenzio, ancora, per diversi minuti. Jay picchiettava le dita sul volante, guardando la sua ragazza di sottecchi. Fran si limitava a sospirare, chiudendo gli occhi di tanto in tanto. Poi, in un baleno, uscì dalla macchina e, sollevato il sedile, si accomodò sul sedile posteriore.

Non mi raggiungi?” Propose ad un Jared sempre più disorientato.

Ma non gli ci volle molto per scavalcare il sedile e fiondarsi tra le braccia della ragazza. La distese sotto di sé, non interrompendo neanche un istante l'esplorazione della sua bocca. E anche lei, come ogni volta, non fu da meno. Lo stava assaggiando, affamata, come se ne avesse dimenticato il sapore, o se volesse imprimerselo nella memoria per sempre. Mentre Fran si occupava di sbottonare il più rapidamente possibile i jeans del ragazzo, una mano di Jay era già sotto la sua gonna, intenta a liberarla delle sue graziose ma superflue mutandine. Mai, non si sarebbe mai abituato alle sensazioni che provava quando stava con lei. Non si sarebbe mai stancato di quel piacere. Era come frullare vorticosamente in una turbina, senza respiro, ed essere contemporaneamente a destinazione, al sicuro, in pace. Una percezione che trascendeva il suo stesso corpo, ma che lo nutriva come nessun altro cibo avrebbe mai potuto fare.

Jay cercò il suo sguardo, quando sentì che stavano arrivando entrambi al culmine, ma per la prima volta, trovò gli occhi di Fran chiusi e non persi dentro i suoi. Una lacrima solitaria le stava rigando una guancia. Crollò su di lei, esausto, e lei lo strinse forte, baciandogli le tempie e la fronte imperlata di sudore. Poi, improvvisamente, Fran lo fece spostare da sé, recuperando gli slip che erano finiti sotto il sedile, e infilatili, rispostò nuovamente il sedile anteriore per uscire.

Jared la seguì con uno sguardo inebetito. Sì! Decisamente c'era qualcosa che non andava in Fran quella sera. Prima lo evitava, quasi non gli rivolgeva la parola, poi era lei a saltargli praticamente addosso, anche se lui non aspettava altro, e a spedirlo in paradiso. E ora? Di nuovo il gelo. Uscì anche lui dall'auto e la raggiunse. Lei si era tolta i sandali e stava camminando sull'erba fresca.

Fran! Va tutto bene?” Le domandò, con la voce più carezzevole dell'universo.

Oh Santo Cielo, Jay! Sì! Va tutto bene! Piantala di chiedermelo!” Sbottò invece Fran, brusca come non era mai stata con lui.

Sei un fascio di nervi. Come fai a dire che non c'è niente che non va?”

Lei si voltò di scatto verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. “Abbiamo scopato! Che altro vuoi?”

Il cuore di Jared cominciò ad andare su di giri. Chi era la ragazza che aveva di fronte? Gli alieni, per caso, nottetempo, avevano rapito la sua dolce e stupenda Fran e l'avevano sostituita con questa macchina senza sentimenti?

Non mi pare di averti obbligato!” Riuscì a controbattere, senza peraltro sortire l'effetto sperato.

Fran si rimise i sandali e tornò verso la macchina. “Riportami a casa! Mi scoppia la testa.” Gli intimò.

Il viaggio di ritorno sembrò durare un'eternità. Il gelo che regnava dentro la Plymouth di Leto avrebbe raffreddato persino una comunità di inuit. Ma giunti davanti a casa di Fran, lei non sembrava affatto intenzionata ad andarsene.

Dobbiamo parlare, Jay!”

Aveva lo sguardo fissò davanti a sé. Rigida e immobile. Jared strinse istintivamente le mani sul volante. Forse era il suo sesto senso. Forse stava solo immaginandosi il peggio. Ma non riusciva a smettere di avere paura. Annuì, invitandola a continuare.

Io non ce la faccio più ad andare avanti così!” Sparò allora lei. “Sono settimane che ci penso e … credo proprio che dovremmo finirla qui!”

La testa di Jared esplose come un palloncino gonfiato ad elio. No! Successe solo nella sua mente.

Di che cazzo stai parlando?” La sua voce tremava, così come i suoi nervi. “Vuoi lasciarmi?”

Andiamo Jay, non fare il bambino! … Non sto dicendo che non sia stato bello … Ma io voglio di più!”

Si girò finalmente a guardarlo. La sua espressione era ferma. Come se sapesse perfettamente ciò che diceva. Poco importava se lo stava uccidendo.

Vuoi di più? … Che significa che vuoi di più?”

Che tutta questa cosa … sì, insomma la stiamo facendo più grande di quello che è. … Io non credo che tu sia la persona giusta per me!”

Jared sentì il suo battito cardiaco accelerare e fermarsi di colpo. Non poteva essere vero. Loro due erano una cosa sola. Si appartenevano. Non poteva essersi ingannato per tutto questo tempo. Aveva sempre avuto l'insita consapevolezza di non essere abbastanza per lei. Eppure Fran lo aveva sempre convinto del contrario. Lo faceva sentire migliore, degno di starle accanto. Invece ora anche lei aveva capito. Forse qualcuno le aveva aperto gli occhi ...

Hai un altro? È così?”

La sua voce era rotta e tremolante. Provò l'impulso di chiudere gli occhi, ma la paura dell'immagine che gli si sarebbe creata davanti lo bloccò. Fran e … Alex!

Cazzo Jared! Cresci un po! … Smettila con questi stupidi giochetti.”

L'autocontrollo che Jared aveva dimostrato fino a quel momento lasciò di colpo il posto ad una rabbia incontrollata. Si avventò addosso a Fran, afferrandole entrambi i polsi e scuotendola forte.

Ti rendi conto di che cazzo stai dicendo?” Le urlò contro. “Ti prego, Fran, dimmi che è tutto uno stupido scherzo … dimmi che ...”

S'interruppe guardandola. Neanche la benché minima reazione da parte sua. I suoi caldi e confortevoli occhi nocciola erano totalmente vuoti, ora.

Non farmi questo … non farci questo … ti scongiuro!”

Fran si liberò dalla presa, ormai indebolita, di Jared e con un gesto quasi indifferente si sistemò i capelli.

Passerò l'estate nel Rhode Island ...” continuò lei, formale come un agente del fisco, “... la professoressa Kepnek mi ha segnalato per un corso estivo alla Harrington School. È un corso di scrittura creativa … in uno dei college più prestigiosi del paese. Per me è un'occasione d'oro.”

Jared tornò a stringere il volante. Serrò forte gli occhi per trattenere l'ingorgo di lacrime che stava detonando dentro di lui.

Francesca, io ti amo.” La voce ormai ridotta a poco più di un sussurro. “Anche tu mi ami, lo so!”

Jared, no! Te l'ho detto. È finita!”

Il mondo si fermò di botto. E un tornado improvviso prese a trascinare gli alberi, le altre auto parcheggiate in strada, le case, ogni cosa vorticò intorno alla sua testa, senza soluzione di continuità.

È finita. È finita. È finita.”

Queste due orribili parole gli rimbombavano nel cervello, togliendogli il respiro. Per una frazione di secondo i suoi occhi si posarono sul sedile posteriore dell'auto, dove soltanto pochi minuti prima aveva assaggiato il paradiso.

E allora, prima? Perché hai fatto sesso con me … se non vedevi l'ora di mollarmi?” Le chiese, con le ultime energie che gli erano rimaste.

È stata solo una scopata! L'ultima … Un bel modo per dirsi addio!”

Fran non aggiunse altro. Aprì la portiera dell'auto e in un attimo sparì dalla sua vista.

 

°°°°°°°

 

N.d.A.

E ora, via alla ridda di parolacce … unitevi alle mie!!! A parte gli scherzi, vi aspettavate che Fran scegliesse questa via, per troncare con Jared? Ci è andata giù leggera come un boscaiolo svedese! Un'attrice da Oscar! D'altra parte, se andava fatto … un modo valeva l'altro.

Non so se il tuffo olimpionico che ho fatto compiere al cuore di Jared esista davvero o se abbia quel coefficiente, comunque mi piaceva come suonava e ce l'ho messo. La Torre del Diavolo è una montagna del Wyoming, simile ad un gigantesco masso a forma di torre, appunto.

Il titolo del capitolo riprende, come ho indicato, un pezzo storico di Vasco. È una canzone perfetta per un addio. Amara, colma di disillusione, ma anche disperata. Ovvio, non rappresenta x nulla il vero stato d'animo di Fran. Ma … “ in fondo basta dire anche Ciao”!

Kisses … Fannie

   
 
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