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Autore: Honey Tiger    09/03/2013    24 recensioni
Notizia del giorno.
“Ci troviamo nel centro di Londra, dove la figlia del miliardario Steven Light, è stata coinvolta in un incidente. Al momento, sappiamo solo che Krystal Light, è stata miracolosamente salvata da un misterioso passante di cui non abbiamo tracce, e subito dopo i dottori l’hanno ricoverata d'urgenza. Alcuni testimoni hanno affermato che la ragazza abbia sbattuto violentemente la testa e che sia svenuta. Per il momento è tutto, vi terremo aggiornati appena avremmo delle notizie.”
La seguente notizia fece il giro di Londra mentre la piccola Krystal continuava a dormire nel bianco letto d’ospedale e quando, finalmente decise di riapre gli occhi, tutto cambiò.
Niente fu come prima. Non ci fu più niente che per lei aveva significato se non il viso di un ragazzo. Gli occhi verdi come il prato di prima mattina e un sorriso da togliere il fiato anche ad una regina.
Scoprirà Krystal di chi sono quei occhi che sogna ripetutamente durante la notte? Saprà accettare il futuro che l’aspetta? E se il passato non la volesse lasciar andare?
Cosa farà la piccola Krystal quando verrà a sapere della tragica verità? Andrà avanti o si fermerà per sempre?
Scoprite voi stessi!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Sono le nove di sera, mentre io continuo a girovagare per le vie di Londra. Cosa diavolo mi è saltato in testa rifiutando il suo passaggio? Strano, ma questa volta avevo la risposta giusta. Si, ero decisamente troppo testarda e orgogliosa per ammettere che mi ero sentita presa in giro nel momento in cui rispose al telefono, con quel tono decisamente troppo dolce.
“Stupida Krys, ti sei solo illusa!” Dissi al mio riflesso nello specchietto retrovisore.
Dopo che lo avevo salutato in maniera frettolosa, mi ero avviata alla collina, dove Jonathan mi aveva portano non appena fui dimessa dall’ospedale. Il quel luogo, fuori dal comune l’aria era fresca e pulita, niente a che vedere con il centro. Ero rimasta a contemplare il cielo azzurro per circa un ora, finché non mi resi conto che era tardi. Di corsa, mi ero diretta nel primo supermercato aperto e cercai un regalo adatto al piccoletto. Non mi potevo presentare a mani vuote, questo era certo.
Poi, quando finalmente avevo finito, la sfiga decise di dare il suo contributo, come se non bastasse una bambina mi venne addosso, rovesciandomi delle patatine unte sulla maglia. Cosi dovetti ritornare pure a casa a cambiarmi, in quanto avevo finito tutti i soldi che possedevo, a proposito, avrei dovuto chiedere a Sarah come facevo andare avanti a fine mese. Le bollette, la casa, da mangiare, chi pagava tutto questo?
«Finalmente!» Esultai quando vidi dei palloncini colorati, fuori nel cortile. Parcheggiai poco più avanti e prima di avviarmi mi diedi una veloce occhiata al riflesso del vetro. Tenevo i capelli sciolti, lasciati liberi sulle spalle scoperte. Un vestitino a fascia, blu, mi copriva il corpo e poi una collana a forma di chiave appesa al collo.
«Speriamo bene..» Feci io, avviandomi verso l’entrata quando una voce mi fece sobbalzare dalla paura. «Adesso, parli anche da sola?» Mi chiese Blake con una sigaretta fra le labbra e un sorriso malizioso. “Non guardarlo negli occhi e andrà tutto bene” continuavo a ripetermi la stessa frase nella testa. Non dovevo cedere, non potevo.
Va bene che era un bel ragazzo, sicuramente desiderato da tante donne, ma io avevo da proteggere il mio orgoglio e dopo l’umiliazione subita nella mia stanza da letto, non avrei più ceduto cosi facilmente. Chi si credeva di essere? 
«Sempre meglio che parlare con te.» Risposi fredda soffermandomi al suo abbigliamento, non lo avevo notato quando era venuto a prendermi. Indossava dei jeans neri, attillati al punto giusto, che permettevano una visione divina del suo bellissimo di dietro. Un camicia bianca, con i primi tre bottoni sbottonati. “Se rimango per altri due minuti qui fuori sono sicura che svengo” Sorrisi al pensiero.
«Come mai hai impiegato cosi tanto tempo? Ti sei persa per strada?» Chiese divertito, scrutando il mio abbigliamento che a quanto sembrava, gli piaceva.
«Mi potresti aiutare?» Chiesi fredda, indicando il pacco da regalo, un po’ pesantino per me. Avevo scelto una macchinina su quale, il piccoletto si sarebbe divertito a camminare per la casa, sempre se i suoi genitori glie lo avrebbero permesso. Un altro sorriso mi spuntò sulle labbra.
«E comunque, si, mi ero persa. Da quando mi sono svegliata dal coma, non sono mai stata da questa parti.» Risposi alla sua domanda, entrando dentro casa, dove Sarah mi accolse fra le sue calde braccia.
«Dopo pretendo delle spiegazioni su Blake..» Mi sussurrò all’orecchio facendomi un occhiolino. «Vieni ti presento il festeggiato.» Aggiunse in seguito, trascinandomi da qualche parte nella casa.
Le pareti della sala sono di un colore particolare, quasi sfumati che vanno dal giallo per finire sul grigio. Diversi mobili sono posti in fondo la stanza, un tavolo al centro e diverse foto attaccate al muro. Alcuni invitati si erano accomodati sul divano, altri stavano in piedi a giocare con i propri figli, sembrava un asilo per i bambini.
Come casa non era grande, però mi sento al sicuro qui dentro. Poi, all’improvviso mi venne addosso un bambino e con un sorriso mi sciogli il cuore. E’ bellissimo, in fondo tutti i bambini lo sono. Ha gli occhi verdi con le sfumature grigie e delle guance un po’ cicciottelle. Che carino e istintivamente lo presi in braccio, incurante dello sguardo di Sarah e Jonathan. Che poi perché mi guardavano?
«Kystal, il legalo» Disse piano, mostrandomi gli occhietti dolci. Mi misi a ridere, la sua faccetta buffa mi aveva sciolto il cuore e con esso anche il corpo. Dimenticai tutti i problemi che avevo nella testa, dimenticai di non ricordare nulla del mio passato, dimenticai di avere gli occhi di Blake addosso, tutto intorno a me era scomparso. Come è riuscito questo piccoletto a farmi tale effetto?
«Sei un piccolo marmocchio Lucas!» Dissi senza riflettere e solo poi, quando Sarah mi chiese come facevo a sapere che era lui mi accorsi di quello che avevo detto. «Non lo so, ma in qualche modo sentivo che fosse cosi.» Gli mostrai un sorriso e diedi un bacetto sulla guancia del piccolo, che mi strinse in un abbraccio tenero.
«Il regalo eccolo qua!» Annunciò Blake mostrando il pacco. Il piccoletto andò subito a scartarlo, con gli occhi felici. «Kystal. Glazie mille.»
Il resto della serata proseguì tranquillamente, Sarah era sempre in cucina a preparare diversi piatti per gli ospiti, Jonathan era intento a giocare con i bambini, mentre io, mi ero isolata. Era uscita fuori a prendere un po’ di aria fresca e Blake mi aveva seguito. Perché?
«Ti stai annoiando?» Mi chiese mettendosi seduto sul gradino e accendendosi una sigaretta fra le labbra.
«No.» Risposi secca e distaccata.
 «Sei arrabbiata con me?»
«No, perché dovrei esserlo!»
«Ok, ho capito, sei arrabbiata con me. Perché?» Continuò lui.
«Non sono arrabbiata quindi mi potresti lasciare sola? Per favore..» Gli mostrai un sorriso forzato. Non avevo ancora mandato giù la storia del bacio rubato che poi non ero neanche tanto sicura che quello si potesse chiamare in tal modo. Non so perché, ma avevo una strana voglia di toccagli i capelli, sentire il suo profumo, assaporare quelle labbra rosee e toccare i suoi addominali. “Smettila Krys!” Mi rimproverai mentalmente.
 «Venite dentro voi due, Lucas sta per spegnere le candeline.» Ci informò Jonathan entusiasta con una macchinetta fotografica fra le mani. «Già che ci siete..» e senza neanche un preavviso ci fece una foto.
La torta fu servita da lì a poco, con tanta crema e biscotti. Davvero buona.
«Porto Lucas a dormire. Vieni con me Krys.» Mi chiamò Sarah nella stanza da letto, dove in un angolo c’era una culla azzurra e in mezzo un letto matrimoniale. Poi una parete occupata da un armadio bianco con tante manate colorate di Lucas.
«Buona notte tesoro mio.» Fece lei accarezzando la guancia del piccoletto e solo quando fu sicura che si era addormentato aprì l’armadio e tirò fuori una valigetta bianca.  «Prima dell'incidente, ci siamo viste il sabato, che tu avevi bisogno di un favore. Mi chiedesti di custodirla finché non fossi stata tu a chiedermela indietro. Ma visto la situazione..» Sussurrò piano, in modo da non disturbare suo figlio.
«Che cosa c'è dentro?» Chiesi quasi spaventata.
«Ci sta il tuo computer e vari fascicoli, non so nient'altro. Mi dicevi che erano importanti e che non dovevano finire in mani sbagliate.» Si  mise seduta sul letto con gli occhi tristi.
«Blake mi ha detto che ha visto Josh mentre ti stava per picchiare.» Disse tutto d'un fiato. Io mossi solo la testa, come per confermare quella verità.
«Non tornerà più, l’occhio nero e qualche costola inclinata che gli ha procurato Blake lo terrà lontano da te per un po’ di tempo.»
«Cosa?» Chiesi confusa.
«Non hai sentito niente?» Aggrottò la fronte e continuò: «Appena fuori, Josh ha cominciato a dare di matto, affermando che tu eri sua e cose del genere e quando Blake gli ha detto che tu lo avevi dimenticato e che non t’importava nulla di lui, ha cominciato a offenderti e se la prese con il primo che gli capitò a tiro. In quel caso c’era solo lui. Blake si giustificò affermando che fosse Josh quello che ha iniziato a combattere e che non poteva non rispondere ai colpi.» Spiegò Sarah in poche parole.
Blake mi aveva difeso.
«Sarah, Krys, venite che gli ospiti se ne stanno andando via.»
La casa si svuotò in fretta e anch’io decisi di levare le tende, peccato che qualcuno non me lo permise. «Tesoro, la nostra serata deve ancora cominciare, dove credi di andare?» Sbucò Sarah dal nulla, completamente cambiata. Indossava un corto vestito nero che le aderiva bene ai fianchi. Tacchi vertiginosi e un filo di trucco. Niente di esagerato ma comunque bella.
«Dopo le serate del genere andavamo sempre a ballare, e tu, cara mia, questa volta sei dei nostri.» Mi fece Sarah aprendo la porta dell’entrata.
«Tesoro, sei stupenda.» Le disse una donna su una cinquantina d’anni. «Grazie mamma. Guarda chi ci è venuto a trovare!»
«Krystal, bellissima. Come stai? Ho saputo dell’incidente, stai bene?»
«Frena mamma, non vedi che sta bene?.. Krystal lei è mia madre, Luxy.» Rispose la ragazza anticipando anche i miei pensieri. In effetti la donna le assomigliava un po’, ma solo nel colore dei capelli e la forma del viso il resto credo che avesse preso dal padre.
«Salve.» Feci un sorriso e guardai Sarah confusa. «Abita qui vicino e quando andiamo a ballare, è lei che si prende cura di Lucas. La mia mamma è la migliore del mondo!» L’abbraccio tenera.
«Ruffiana..» Interruppe Jonathan il loro momento. «Antipatico» Gli rispose la mogliettina.
«Andiamo?» Chiese Blake entrando nel mio campo visivo, veniva anche lui?
«Si ecco.. Allora mamma, chiamami se ci sta qualche problema e non farmi i scherzi!»
Usciti di casa ci avviammo alle macchine, peccato che io non sapevo che fare, con chi dovevo andare? 
«Tu vai con Blake, dopo ti accompagna anche a casa e la macchina te la riporto domani.» Mi informò Jonathan con un strano sorriso sulle labbra. Non era da Blake, non disse niente, non si oppose nemmeno quando, Jonathan, gentilmente mi aveva informato che mi avesse riportato a casa.
«Scusate la domanda, ma voi due non siete troppo vecchi per andare a ballare?» Gli chiesi sorridendo, la mia domanda aveva con un secondo fine e speravo solo che ci cascasse.
« Non è che, perchè siamo sposati non sappiamo più cosa significa divertirsi.» Fece Jonathan prendendo Sarah per i fianchi e posandole un delicato bacio sulle labbra. Che carini. «e poi vecchia sarai tu befana!» Mi rispose Sarah mostrandomi la linguaccia.
«Noi due abbiamo solo cinque anni di differenza.» Mi disse Jonathan gentile «mentre con lei, due» indicò Sarah che continuava a toccargli il sedere. Ma che modi sono?
«Aspetta ma non avevi detto che ci siamo conosciute in superiori noi due?» Chiesi ulteriormente confusa. «Si, ci siamo conosciute quando frequentavo i corsi di musica di pomeriggio mentre la mattina aiutavo i professori con i compiti.»
«Svelato il mistero.»
«Sai, non ho mai saputo quanti anni avessi, Blake. Forza, spara.» Fece Sarah facendomi un occhiolino. Aveva capito che cosa volevo ottenere con quella domanda, furba la ragazza.
«Ventitre il prossimo mese. Ma adesso basta parlare, andiamo che se no facciamo pure tardi.»
«Aspetta, posso posare questa nel tuo bagaglio?» Gli chiesi prima di salire in macchina. «Si, faccio io dai.» Prese la valigetta e la nascose dietro.
«Ci vediamo nel locale di Movida. Non fateci aspettare tanto.» Scherzò lui e partimmo a tutta velocità
«Da quand’è che vi conoscete?» Gli chiesi un po’ imbarazzata.
«Da circa due mesi, quando ho cominciato a lavorare da Nick.» Rispose con facilità.
«Noi due invece, ci conoscevamo prima del mio incidente?»
«No.» Mi rispose dopo qualche istante di esitazione. Perché?
«Ti avevo vista al massimo due volte da Nick da quando cominciai a lavorare.» Aggiunse poi accendendo la musica, si vedeva che non aveva la voglia di parlare.
Per il resto del tragitto, entrambi rimanemmo in silenzio, lui assorto da chissà quale pensiero mentre io contemplavo sul contenuto della valigetta e sulle sue mani che si muovevano sicure sul volante. Chissà se era cosi sicuro e bravo anche a toccare una donna.. “Oddio Krys, sembri una ragazzina in piena tempesta ormonale”. Ma cosa potevo farci? Si, ero stata stupida ad essermi fissata con lui. Non dovevo e questa sera l'avrei tolto dalla testa.
 
Musica, alcool e ancora musica. Ecco, l’unica cosa che ho nella testa è la musica, nient'altro.
Mi sentivo finalmente libera, spensierata e anche accaldata. Si, dopotutto anche io sono una ragazza con gli ormoni in subbuglio e con la testa vuota che mi ritrovo, fantastico su ogni ragazzo che mi passava accanto o si ferma a ballare con me.
Di Blake non c'era nemmeno l'ombra, meglio cosi. Sarah e Jonathan si sono infrattati da qualche parte e non ho la più pallida idea di dove siano.
Ho bevuto qualche bicchierino di troppo, lo confesso. Ho la testa che mi gira e il corpo che parla per sé. Affianco a me c'è un ragazzo, forse ha una ventina d'anni, che mi si sta letteralmente mangiando con gli occhi mentre con le mani continua a tastarmi il culo e ogni tanto da qualche palpatina al seno.
Poi, quando la musica cambia, sento che mi chiede di uscire fuori dal locale, di prendere un po’ d’aria fresca. Che male c’è? Infondo che conseguenze ci possono essere per una single, senza memoria, senza una meta e completamente ubriaca.  
«Ragazzina credo che sia l'ora di tornare a casa! Mi sono stufato di aspettare e guardarti mentre ti diverti» Mi ferma Blake per il braccio prima che posso varcare l'uscita. Sembra incazzato, infuriato per qualcosa. «Senti mio caro! Non rompermi! Va a fare la predica alla ragazza tua!» Sputai le parole fuori senza neanche rendermi conto. Ecco perchè amo l'alcool, mi permette di parlare con lui senza vergognarmi, senza pentirmi di qualcosa.
«Ascoltami bene ragazzina! Non sei più un’adolescente quindi vedi di comportarti da adulta, cosa credi di combinare comportandoti in questo modo?»
Non gli diedi nessuna risposta ma non gli permisi neanche di rimproverarmi di nuovo che scappai fuori riprendendo il contato visivo con il ragazzo sconosciuto. Era appoggiato al muro, e si stava mordendo le labbra. Adoro quando un ragazzo si morde le labbra, segno che gli interesso.   
«Finalmente bambolina.» Mi disse lui avvicinandosi a me, toccandomi i fianchi, non fece in tempo ad avvicinarsi alle mie labbra che si ritrovò scaraventato a terra.
«Lu..» Appena vedo lo sconosciuto a terra, la testa mi riporta al ricordo di Lucas. Perchè? Almeno questa sera non volevo soffrire.
Le mie guance si bagnano mentre un singhiozzo si impadronisce del mio corpo. Continuò a ripercorre con la mente gli ultimi istanti della sua vita. «Mi dispiace..» Continuo a sussurrare al vento, mentre mi accuccio contro il muro.
Ovunque guardi, ho nella testa la macchina bianca che sta perdendo il controllo e mi viene addosso e lui che mi scansa. Poi, le mie mani che si tingono di rosso, del suo sangue.
 
«Shh, va tutto bene piccola.» Sento che mi accarezza la testa e che mi bacia i capelli e ciò mi basta a riportarmi alla realtà, mi basta per sotterrare il ricordo che continua a distruggermi.
In macchina rimango in silenzio, a osservare la luna che ha deciso di uscire dalle nuvole. Perché è cosi bella la luna? Sto decisamente fuori, ho la testa pesante e ho una terribile voglia di baciarlo.
Quando arriviamo sotto casa mia, mi viene ad aprire la portiera e mi prende in braccio. Un vero principe azzurro. Sorrido e annuso il suo profumo. Buono.
«Dove hai messo le chiavi?» Mi chiede lui notando che non ho nessuna borsetta con me. Alzo la mano e mi stacco la collana dal collo e glie la passo. Chi è stato questo genio che ha personalizzato la mia chiave di casa?
«Perchè ti comporti in questo modo?» Sento la sua voce accanto al mio orecchio e le sue braccia che mi circondano la vita.
Ho paura di rispondere, non voglio che si allontani da me, non voglio rimanere di nuovo sola.
«Perchè sono sola. Mi sento sola.» Sussurro al suo orecchio procurandogli dei brividi o forse è qualcos’altro?
«Allora, mi vuoi dire perché sei arrabbiata con me?» Mi chiede furbo avvicinandosi al mio viso. «Perché mi hai mentito.» Rispondo cercando di spostarmi ma, lui non me lo permette.
«Quando?» Chiede confuso e con un sorriso si avvicina ulteriormente alle mie labbra. Sento il suo alito fresco che mi accarezza la pelle.
«Devi andare via, sono ubriaca a ti potrei fare qualcosa di cui dopo ti pentiresti.» Tirai fuori tutto il coraggio e gli dissi quello che pensavo. E’ vero, sono ubriaca e a malapena mi reggo in piedi, ho una voglia tremenda di accarezzarlo e magari anche baciarlo ma il pensiero che lui abbia una ragazza mi frena. Ma non so per quanto resisterò ancora.
 «E se io non volessi andarmene?» Mi chiede lui mentre io continuai a dimenarmi, cercando di sfuggire alla sua trappola.
«se io ti volessi?» Chiese lui intrappolandomi al muro con me in mezzo alle sue braccia. Qualche ora fa ero nella stessa situazione con Josh, ma c’era una bella differenza che con lui avevo paura, mentre ora, mi sento protetta ma, sento anche un forte dolore alla testa.
Mi sorpresi quando sentì chela sua mano si appoggiava delicatamente sulla mia schiena scoperta dal vestito, facendo si che mi aderisse meglio al corpo.
«Questa volta non mi scappi..»Soffiò quasi impercettibile sul mio collo e con un sorriso beffardo aggiunse: «e so bene che anche tu lo vuoi..»
Con l’altra mano si avvicinò pericolosamente verso il mio fondoschiena, peccato che prima che me ne potessi accorgere, avevo già la sua bocca incollata alla mia. Le sue dolci labbra che assaggiavano la mia pelle.
Ero ubriaca, senza memoria del passato, testarda, orgogliosa e anche un po’ menefreghista allora perché m’importava cosi tanto delle conseguenze che questa notte avrebbe portato?
Il tempo sembrò fermarsi nella mia testa, peccato che nella realtà erano già passati secondi, avvertivo la sua lingua nella mia bocca che giocava con la mia. Mi veniva cosi naturale baciarlo.
Misi le mani nei suoi capelli e li accarezzai dolcemente, dopo che lui mi alzò di peso e mi poso sul letto disfatto.

P.S: Eccomi di nuovo qua.. le cose si stanno facendo sempre più interessanti.. Che ne dite di questo nuovo capitolo?? Un bacione a tutti.. Krystal
   
 
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