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Autore: vampiredrug    10/03/2013    8 recensioni
La storia è (molto) liberamente tratta dall'omonimo film del 2003.
Castiel è un giovane redattore in una rivista per ragazze, Dean un brillante e fascinoso pubblicitario all'interno di una grande agenzia. Si incontreranno per motivi esclusivamente lavorativi (il primo ha solo dieci giorni per scrivere un importante articolo, l'altro deve vincere una scommessa ad ogni costo) ben decisi a non farsi coinvolgere, ma i sentimenti ci metteranno lo zampino...
- Dean Winchester. - disse infine, tendendo la mano a Castiel.
- Affascinante…- mormorò quest’ultimo, stringendola brevemente e osservandolo con la testa inclinata da un lato, studiandolo.
- Bè… grazie. - disse Dean, compiaciuto, con il sorriso di chi è assuefatto a complimenti del genere.
- Intendevo il cognome. - specificò Castiel con un piccolo ghigno malefico, sgretolando quel sorriso - Castiel Novak.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Gabriel
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Ho cambiato in corsa il titolo del capitolo perché ho avuto la malsana idea di voler utilizzare titoli di canzoni, soprattutto di gruppi rock/metal, in omaggio a Dean.
So già che sto per fare una cavolata colossale e che mi sto incasinando gratuitamente la vita, ma siate buone con me...
In questo caso Grace è sia il titolo di un brano dei Within Temptation che il nome della rivista dove lavora Castiel, Grace Magazine (oltre, ovviamente, a far riferimento alla Grazia del nostro angioletto).




GIORNO 1, ore 11.30

 Castiel sospinse il corpo semi-inerte di Gabe fuori dal taxi quasi di peso, pilotandolo poi verso l’entrata della sede del giornale e verso Balthazar, che li aspettava fuori dalla porta con tre bicchieroni di carta colmi di caffè e l’aria visibilmente scocciata.
 
- Fate pure con comodo eh! Alla riunione mancano cinque minuti, credevo non arrivaste più, mi stavo già inventando le scuse più assurde da propinare a Pamela. - li rimproverò - Anche se la mia credibilità, dopo le ultime sette volte, sta andando a farsi fottere… - aggiunse poi, quasi fra sé, squadrando nel frattempo Gabriel e realizzando in che condizioni pietose si trovasse.
 
- Ma dov’era? - chiese in un bisbiglio, rivolgendosi a Castiel.
 
- A casa, a guardare porno ungheresi. - rispose l’amico, come se quella fosse la normale prassi del lunedì mattina per chiunque.
 
- Perché guardi porno ungheresi? - continuò a domandare Balthazar, genuinamente incuriosito, stavolta rivolto al diretto interessato.
 
- Per la trama… - sibilò Gabriel, riservandogli un’occhiataccia, indispettito dall’interesse che Balthazar riservava ai suoi “passatempi da lutto” invece di preoccuparsi del suo stato emotivo.
 
Nel sentirsi ringhiare contro, Blthazar si rese finalmente conto del proprio atteggiamento distaccato e fece per aprir bocca, domandando una buona volta cosa mai fosse successo nel fine settimana, ma Gabe l’anticipò, gelandolo con uno sgarbato “non ne voglio parlare” che bloccò sul nascere ogni dimostrazione di empatia.
 
- Ah, sì? Bè, non chiedo di meglio! - ribattè stizzito Balthazar, camminando un passo avanti agli altri due alla volta dell’ufficio dove si sarebbe svolta la riunione, mentre Castiel, scuotendo la testa rassegnato, si domandava quando quel posto fosse diventato un asilo.
Nido.
 
Pamela, il loro caporedattore, coniugava una visione della vita spiritualista e hippie con il pugno di ferro con cui mandava avanti la rivista: era una sorta di bizzarro ibrido tra un sergente nazista e un’adepta new age… una new nazi, insomma.
E la new nazi, ora, li stava aspettando sulla porta a braccia conserte, osservando ogni tre secondi l’orologio a muro e battendo nervosamente il piede a terra.
 
- Ma guarda, i Tre Moschettieri… - li apostrofò, non appena si trovarono a portata di voce - Davvero gentile da parte vostra palesarvi, signori, che bel pensiero, non dovevate disturbarvi! Oh, e vedo che avete portato anche Capitan Tuta… - commentò, nauseata, gettando uno sguardo di rimprovero alla mise di Gabriel che, alla luce del giorno, si rivelò essere non solo stazzonata e decisamente inadatta ad attività che esulassero da una corsa nel parco, ma anche ricoperta di patacche zuccherose.
 
E va bene che erano uomini, ma lavoravano pur sempre un dannatissimo giornale di moda!

Avrebbe dovuto di nuovo inoltrare a tutti la circolare sul dress code per l’ufficio, si appuntò mentalmente, mentre il suo aristocratico nasino veniva aggredito da tre giorni filati di maschio senza l'ausilio di deodorante e/o sapone.
Ok, anche sulle norme igieniche di base, aggiunse con un sospiro, alzando gli occhi al cielo.

- Forza, filate dentro, siete quasi in ritardo… - fece loro notare - … E non avete un buon odore. - sottolineò poi, mantenendo una distanza di sicurezza da Gabriel e riuscendo a farli sentire in colpa come la madre ebrea che non avevano, seguendoli quindi nell’ampio ufficio e chiudendosi la porta alle spalle.

All’interno si trovava già, in attesa, l’intero staff di redattori, anzi, redattrici, accoccolate per terra, sulle poltroncine e appollaiate su ogni altra superficie disponibile.
 
Pamela rivolse a tutti un sorriso radioso, battendo le mani e iniziando il solito rituale che precedeva le riunioni, volto a purificare il loro “chi” e ad allineare i loro chackra.
O il contrario.
O forse era l’aura?
Castiel non se lo ricordava mai.
 
- Su su, avanti, leviamoci tutti le scarpe! - esortò, sfilandosi le ballerine di Gucci e raccogliendo le gambe sotto di sè su una poltrona - … Tu no, Gabe. - aggiunse all’ultimo, notando le sneakers malconce di Gabriel, che promettevano una fragranza, come dire… di vissuto - Bene, ora fate un bel respiro profondo… voi vicino a Gabriel no… eeeeeeeeeeeeeeed espirate. Lasciate uscire le tensioni, gettatele lontano e liberate il vostro spirito! - ordinò - Fatto? Bene miei cari, ora che siamo tutti pronti e rilassati, possiamo iniziare. Innanzi tutto, vi annuncio che da oggi abbiamo un nuovo, importante inserzionista su cui, è scontato, dobbiamo fare buona impressione, perciò pretendo idee f-a-v-o-l-o-s-e per il prossimo numero. Chi vuol cominciare? - chiese osservando man mano tutti i presenti che, teletrasportati in un istante ai tempi delle interrogazioni al liceo, tentavano di mimetizzarsi con l’ambiente circostante, chi nascondendosi malamente dietro a un ficus e chi appiattendosi contro la parete ad occhi bassi per non incrociare il suo sguardo.
 
Castiel, dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio generale, si schiarì la voce e prese la parola, facendosi coraggio.
 
- Ok, ok, comincio io. - attaccò, sfoggiando un gran sorriso per tentare d’infondere entusiasmo in Pamela, che lo osservava in attesa - In realtà avrei pensato a due pezzi distinti, ma con un unico filo conduttore: il primo è un’indagine su come siano realmente impiegati i soldi dei contribuenti nella folle corsa agli armamenti di questo Paese, l’altro invece vuole contestare il dispiegamento di truppe statunitensi in-
 
- Novak, no. - lo interruppe Pamela, in tono educato ma duro come acciaio, mentre tutti i presenti si scambiavano sguardi terrorizzati, sconvolti dall’avventatezza di Castiel - No no, tesoro. Non ci siamo. Affatto. Tu non sei un inviato di guerra, o un soldato. Tu curi una rubrica che aiuta le donne a districarsi nei piccoli problemi quotidiani, nei drammi sentimentali, nella vita professionale. La tua rubrica si chiama “Angelo Custode”, non “News dalla trincea”. Le nostre lettrici si aspettano consigli su come perdere peso saltando su uno step, non su come perdere la vita saltando su una mina. - aggiunse, caustica, con un sorriso di circostanza che non riusciva a mascherare tutto il suo fastidio.
 
- Sì ma-
 
- Ho detto no, Novak, niente ma e niente se. Forse non è chiaro chi, fra noi due, è il caporedattore qui dentro. Discorso chiuso. - replicò la donna, un po’ troppo bruscamente.
 
Il giovane chinò il capo in silenzio, umiliato, mentre Balthazar gli posava una mano sulla spalla, rivolgendogli un’occhiata comprensiva.
 
Pamela, rendendosi conto di avere gli sguardi astiosi dell’intero staff puntati addosso come laser, si accorse di aver esagerato.

Castiel, con quella sua aria dolce e indifesa, era il pupillo della redazione e tutte le donne che vi lavoravano, che avessero venticinque o sessant’anni, erano estremamente protettive con lui.
 
Si schiarì la voce, ammorbidì l’espressione del viso (anche per scongiurare un'iniezione anticipata di botox) e tornò a rivolgersi all’abbacchiato redattore.
 
- Ehm… senti Novak, mi spiace, non volevo essere così dura... è che sono un po’ agitata per questa faccenda dei nuovi inserzionisti. Mi occorre un numero impeccabile, non è il momento di concederci esperimenti, non mi posso permettere alcun genere di sbavatura ora come ora. Il fatto è che la tua rubrica è relativamente nuova, per quanto di successo, e non sei ancora un redattore con una fama consolidata… quando “Angelo Custode” sarà una moda riconosciuta e avrà un seguito costante riparleremo dei contenuti, ok? -
 
Castiel rialzò gli occhi, incredulo, e annuì con un timido sorriso, mentre l’atmosfera nella stanza si rasserenava.
 
- Ok, chi è il prossimo? - domandò Pamela, cercando di cambiare velocemente argomento e di concludere in fretta quella riunione che, pur appena iniziata, la stava già stressando oltre misura.
 
La mano di Becky si agitò freneticamente, come sempre, guadagnandosi occhiatacce di scherno un po’ da tutti e in particolar modo da Balthazar, mentre Pamela le faceva cenno di parlare.
 
La ragazza, sprizzando autocompiacimento da ogni poro, si alzò in piedi lisciandosi i vestiti e scrollando i capelli come se dovesse ritirare un premio o tenere un comizio, prima di prendere la parola.
 
- Dunque… - esordì, con la propria abituale aria saccente - Visto che sospettavo che in questi giorni avrebbe avuto luogo una riunione, mi sono portata avanti e ho già pronto un pezzo su un passatempo attualmente molto in voga fra le ragazze, intitolato “Fanfiction: hobby o frustrazione sessuale?” -
 
Si guardò attorno annuendo speranzosa, in cerca di cenni d’apprezzamento, ma la totale assenza di reazioni da parte dell’intera redazione la spinse a proseguire.
 
- Cioè, mi rendo conto che potrebbe essere a tratti un po’ offensivo… - specificò, a titolo cautelativo - … ma è davvero molto frizzante! Inoltre, se questo non dovesse andare, ho già in cantiere altri due articoli. Uno sulle convention legate alle serie tv, dove ho tentato di far luce sul sottobosco di esaltate che seguono ovunque, stagione dopo stagione, gli interpreti di personaggi palesemente irrealistici. L’ho intitolato “La vita non è un cliffhanger”, ne sono molto orgogliosa! E’ davvero frizzante! L’altro invece è un pezzo sulla moda di Twitter dal titolo “I vip sanno la grammatica?”. Ho monitorato i tweet di alcuni attori per un paio di mesi e sì, lo so che potrebbe sembrare noioso, ma si è rivelato inaspettatamente… -
 
- … Frizzante? - terminò per lei Balthazar, cercando di non scoppiare a riderle in faccia.
 
- Esatto! - trillò lei, felice, mentre tutti i presenti si sforzavano di restare seri.
 
- E sai cosa sarebbe super-frizzante, Becky? - continuò Balthazar, con un sorriso sardonico.
 
Becky l’osservò con gli occhioni spalancati, in attesa di un brillante suggerimento, ma Pamela interruppe entrambi con un notevole tempismo prima che la situazione degenerasse nuovamente.

- Ehm… Balthazar, glielo dici dopo. Ok? Tu Becky, lasciami sulla scrivania il pezzo che hai già scritto e ti farò sapere al più presto. Benone, ora chi abbiamo… Gabriel? Tu che proponi? A parte una bella doccia, intendo… -
 
Gabe, che fino a quel momento si era estraniato da ogni cosa, completamente preso dalle proprie lugubri considerazioni, colto alla sprovvista si ritrovò a balbettare cose senza senso, cercando di farsi venire un’idea alla velocità della luce.
 
- Oh, ehm… io… h-ho pensato a… ad un pezzo… su… sulla cucina molecolare…? - farfugliò, con una nota dubbiosa nella voce, in cerca dell’approvazione di Pamela.
 
Che invece lo fulminò con uno sguardo contrariato.
 
- Cucina molecolare? Sul serio? Di nuovo? - chiese, come se la sola idea la disgustasse - Lo sai che El Bulli [1] ha già chiuso e riaperto due volte, dall’ultima volta che ne abbiamo parlato? È roba stantia, Gabriel, trita e ritrita. Non posso credere che in un mese tu non sia riuscito a pensare niente di decente! Che diavolo hai fatto tutto il week-end? - sibilò, spazientita.
 
Gabe rimase in silenzio con aria afflitta, senza sapere che altro dire, passandosi nervosamente le mani tra i capelli bisunti.
 
Nella stanza calò di nuovo un gelo artico.
 
- È… è stato mollato! - sbraitò Castiel, senza pensare, per togliere l’amico dall’impiccio, guadagnandosi la completa attenzione di tutte. Se c’era un posto sul pianeta dove una cosa del genere poteva rappresentare una scusa valida, quel posto era la redazione di una rivista femminile.

- Che… cosa? - scandì infatti Pamela.
 
- Lui… lui è stato mollato. Venerdì. -
 
Tutti gli sguardi passarono da Castiel al povero Gabe, che si limitò ad annuire mestamente, confermando l’affermazione dell’amico con sguardo vitreo.
 
‘Agire in fretta. Agire subito. Sganciare la bomba’ pensò Castiel, prima di sparare  il pezzo da novanta.
 
- Si è dichiarato, e lei l’ha mollato. -
 
Eccola là, la Bestemmia Assoluta per ogni femmina newyorkese sopra i venticinque, che generò un coro partecipe di “Ohhhhhhhhhhhh”  e di “Sgualdrina”, mentre le ragazze si stringevano addosso a Gabe, distribuendo carezze, incoraggiamenti e frasi gentili.
 
Persino Pamela, single sulla quarantina, rientrò immediatamente nei ranghi di fronte al sincero dolore di uno dei pochi maschi ancora disponibili ad un impegno serio.

- Oh, tesoro, ma potevi dirlo subito! Mi dispiace moltissimo… prenditi ancora qualche giorno per pensare a qualcosa, ok? - mormorò, stavolta davvero comprensiva, mentre Gabe continuava ad annuire confuso, guardando Castiel con occhi colmi di gratitudine - Ora si spiega il tuo clochard-look e il tuo, ehm, aroma… perché fattelo dire, Gabriel, hai un aspetto orribile, e sinceramente ho visto cadaveri con un colorito migliore del tuo. -
 
Gabriel, sempre più imbarazzato e a disagio, si giustificò debolmente.
 
- Io… ecco, non ho mangiato o bevuto praticamente nulla per tre giorni, solo dolci e caramelle… -
 
Pamela lo squadrò, folgorata, come se lo vedesse per la prima volta.
 
- Oh, ma è perfetto! - commentò la caporedattrice, entusiasta, e a sproposito - Scrivi un pezzo in prima persona sui danni all’organismo causati dall’assunzione prolungata di zuccheri, e poi stila una lista dei ristoranti macrobiotici e vegetariani dove poter riequilibrare la propria alimentazione! -
 
Gabriel, per un attimo, credette di aver capito male.
 
- Hem… scusa capo, ma non me la sento di mettere in piazza il mio attuale stato d’animo e la mia debacle sentimentale per ricavarne un pezzo… - ribattè, esitante e vagamente risentito.
 
- Oddio sì, hai ragione. Perdonami, sono stata davvero indelicata… - si scusò la donna, soprappensiero - Allora… - continuò, guardandosi attorno - … Chi ha voglia di sfruttare i fallimenti sentimentali di Gabriel per ricavarne un pezzo? -
 
La mano di Becky prese di nuovo a frullare nell’aria come un colibrì, probabile reminescenza di un passato da secchiona leccapiedi.
 
- Lo faccio io! Lo faccio io! - si trovò quasi a gridare in preda alla frenesia, mentre Gabriel, se possibile, impallidiva ancora di più, cercando di intercettare lo sguardo di Castiel o Balthazar implorando aiuto.
 
- Mhhh… grazie Becky, ma con tre pezzi in ballo hai già una notevole mole di lavoro da portare avanti. - intervenne Pamela, stroncando l’entusiasmo della ragazza, che abbassò lentamente la mano senza nascondere un certo disappunto - Direi che… - esitò scandagliando i volti attorno a sé - … lo farà Novak! -
 
- Che? - esclamò Gabriel, stupefatto.
 
- Chi? - esclamò Becky, offesa.
 
- Che cosa? - esclamò Castiel, allibito.
 
- Hai capito bene, Novak. Userai come spunto la condotta disastrosa di Gabriel in ambito sentimentale e ne tirerai fuori un bell’articolo per consigliare alle lettrici come fare a non incorrere in tutti i tipici errori che compromettono l’inizio di un rapporto. Una sorta di “come fare” al contrario, insomma… una lista di comportamenti che inducono un uomo alla fuga.
 
Castiel, preso dal panico, si guardò attorno in cerca di sostegno da parte delle colleghe, ma tutte sembravano entusiaste all’idea e annuivano vigorosamente, ridacchiando e dandosi di gomito.
 
- M… ma Pamela, io… io sono… - balbettò.
 
- Gay? Lo so. - replicò la donna, soave.
 
- A… ah. Però… - farfugliò ancora, continuando a scrutare imbarazzato le colleghe, che alla rivelazione non avevano battuto ciglio.
 
- Lo sanno tutti. - continuò Pamela, quasi annoiata dal dover sempre specificare l’ovvio.
 
- Sì ma… -
 
- Lo sanno anche i muri, Novak. Credo che lo sappiano anche il garzone dell’acqua e quello che ci ripara la fotocopiatrice. Perché credi che le lettrici ti adorino? Sei perfetto per questo pezzo: sei carino, sensibile, intelligente, e poi chi meglio di un uomo può sapere cosa detesta un altro uomo? -
 
- Quindi io dovrei…. Ehm, cosa dovrei fare, di preciso? - chiese Castiel, sempre più smarrito.
 
- Bè, vedi tu, puoi basarti sulle tue esperienze passate e redigere un decalogo… sei single, no? Ci sarà pure una ragione! -
 
Castiel, a disagio quanto e forse più di Gabriel all’idea di esporre al pubblico ludibrio il proprio miserevole vissuto sentimentale, pensò in fretta e furia e propose una soluzione alternativa.
 
- Pamela, che ne pensi invece se concentrassi tutto su una sola persona? -
 
- Che intendi dire? - domandò lei, incuriosita.
 
- Potrei, che so, uscire con un ragazzo e… bè, dare il mio peggio, commettendo tutti gli errori tutti insieme, fino a farlo scappare a gambe levate. Terrò un diario aggiornato giorno per giorno, così l’articolo in pratica si scriverà da solo, e dopo dovrò solo aggiungere le mie riflessioni finali e i miei consigli… - propose, senza aver riflettuto davvero sulle possibili implicazioni della faccenda.
 
Pamela soppesò l’idea per qualche istante, prima di aprirsi in un largo sorriso.
 
- Mi piace. Questo pezzo ha un ottimo potenziale, me lo sento. Oh sì, mi vedo già il titolo: “Come farsi lasciare in dieci giorni”.
 
- Perché… perchè dieci giorni? - chiese Castiel.
 
- Perché una settimana è troppo poco e tra dodici andiamo in stampa. - concluse sbrigativa la donna, assegnando così definitivamente il pezzo a Castiel, mentre Gabe e Balthazar comunicavano telepaticamente tra loro scambiandosi sguardi preoccupati, intravedendo guai stagliarsi all’orizzonte.
 
Il resto della riunione proseguì in maniera tranquilla e, una volta assegnati gli articoli residui e congedati i redattori, Pamela si recò di corsa ad accogliere le due pubblicitarie della King, già in attesa presso l’entrata.
Al ritorno, seguita dalle proprie ospiti, s’imbattè nei tre maschietti dello staff che ancora stavano confabulando fra loro nei pressi del suo ufficio, e colse l’occasione per presentarli alle due giovani donne.
In fondo quei tre erano un po’ il fiore all’occhiello della rivista, anche se Gabriel era un po’ appassito, al momento, ma sperava che il fascino di Balthazar e gli occhioni blu di Castiel facessero passare la cosa in secondo piano.
 
- Signore… - disse, rivolgendosi con sussiego a Ruby e Bela - … Se permettete mi farebbe piacere presentarvi alcuni dei miei più validi redattori. Questo raffinato gentiluomo è Balthazar, moda e tendenze, lui è Gabriel, il nostro temutissimo critico gastronomico, ed infine abbiamo Castiel, il prezioso angelo custode delle nostre lettrici. -
 
Bela prese la parola, rivolgendosi entusiasta a quest’ultimo.
 
- Sul serio? Sei tu che scrivi Angelo Custode? Sai, devo proprio farti i complimenti, mi piace molto la tua rubrica, e le mie amiche l’adorano, è quasi una sorta di Bibbia per loro! A che stai lavorando al momento, se non sono inopportuna? -
 
Castiel, lusingato, fece per rispondere, ma Pamela s’intromise parlando al posto suo.
 
- Castiel è impegnato in una ricerca sul campo: dovrà accalappiare un ragazzo, uscirci per qualche giorno e rendersi insopportabile fino a farsi lasciare! Il pezzò si intitolerà “Come farsi lasciare in dieci giorni”! - spiegò.
 
Le ragazze si scambiarono occhiate perplesse.
 
- Ma non è… inutilmente crudele? - azzardò Ruby, il più educatamente possibile.
 
- Oh, figuriamoci, sarà strepitoso! Le lettrici impazziranno! - tagliò corto Pamela - Andiamo ora, abbiamo ancora una marea d’idee di cui discutere. - concluse, posando una mano sulla schiena di ognuna delle due e pilotandole dentro al proprio ufficio.
 
I tre uomini, rimasti soli, si avviarono assieme ai rispettivi cubicoli.
 
- Cassy, ti rendi conto di quello che hai fatto? - attaccò Balthazar, serio, assolutamente sicuro che l’amico non avesse ben afferrato la situazione in cui si era andato a cacciare.
 
- Certo che me ne rendo conto, Balth: mi sono garantito il favore di Pamela, la possibilità, un giorno, di scrivere quello che mi pare ed ho anche evitato il pubblico linciaggio a Fiore [2], qui. A proposito, prego eh… - mormorò rivolto a Gabe, che ancora non aveva aperto bocca.
 
Gabriel gli regalò un sorriso stiracchiato.
 
- Ti ringrazio Cassy, sei un amico, davvero, ma forse sarebbe stato meglio se avessi lasciato perdere… -
 
Castiel non riusciva davvero a capire lo strano comportamento di quei due, in fondo era solo un pezzo come un altro, che diavolo erano quelle facce da funerale?
 
- Si può sapere che avete? - chiese senza tanti giri di parole.
 
- Bè, non c’è un modo gentile di dirlo, ma hai appena accettato di prostituirti per scrivere un articolo. - riassunse Balthazar, pratico come suo solito.
 
- Pro… prostituirmi? - ripetè Castiel, non del tutto certo di aver capito bene - Ma scherzi? Qui non si prostituirà proprio nessuno! Andiamo Balth, mi conosci, sai che non farei mai una cosa del genere! Mi limiterò a rimorchiare un ragazzo e ad uscirci per qualche giorno, non dovrò mica andarci a letto! -
 
- E come credi di evitarlo, scusa? Nessun uomo adulto tollera dieci giorni di uscite continuative senza avere almeno un contentino. In tal caso si chiama amicizia, e non mi pare che il tema dell’articolo sia quello… -

- Prima di tutto, spero di non incappare in un pervertito, ed in secondo luogo col passare dei giorni dovrò fare di tutto per esasperarlo e farlo allontanare, per cui il tenerlo a distanza direi proprio che sarà l’ultimo dei miei problemi. Non preoccuparti Balth, sono perfettamente in grado di gestire la cosa. - asserì Castiel, lievemente risentito, voltandosi ogni tanto ad osservare Gabriel, che lo fissava con aria dubbiosa.
 
- Va bene Cassy, sei grande e sai il fatto tuo… - lo blandì quest’ultimo - … Ma se le cose prendono la piega di un disastro tirati indietro, e fanculo l’articolo, ok? -
 
- Non so cosa tu intenda con “disastro”, Gabe, ma ok. - assicurò Castiel.
 
- Promesso? -
 
- Promesso. Ora, piuttosto, dobbiamo metterci subito al lavoro per trovare lo sventurato che dovrò far ammattire. Balth, che proponi come terreno di caccia? -
 
Balthazar ci pensò su per qualche istante e poi decretò: Sky Lounge.
 
- Come mai proprio lo Sky? - domandò Castiel, sempre incuriosito dai misteriosi criteri di selezione dell’amico.
 
- È un posto di classe, quindi non dovremo preoccuparci di fare una prima scrematura, ma non troppo snob, perciò anche quelli con la puzza sotto il naso sono automaticamente eliminati, inoltre è frequentato in larga parte da giovani professionisti single e di bell’aspetto… insomma, è l’ideale. -
 
L’amico annuì, soddisfatto della scelta.
 
- Perfetto, quindi stasera si va a lanciare l’esca… per voi va bene alle otto? Temo che dovrò passare il pomeriggio a spulciare le e-mail delle nostre lettrici per isolare tutti i comportamenti più perniciosi da riversare sul povero Mister X… - spiegò il giovane, allontanandosi di qualche passo verso la propria postazione, in realtà abbastanza divertito all’idea.
 
- Sì, certo, per me va bene. A dopo ragazzi. - confermò Gabriel, salutandolo con un cenno della mano e dirigendosi a sua volta alla propria scrivania.
 
- Ah, Cassy! - lo richiamò invece indietro Balthazar - Aspetta, mentre eri da Gabe hanno consegnato questa busta per te. Me ne stavo quasi dimenticando… - spiegò, estraendo un piccolo plico dal cassetto della scrivania e tendendolo in direzione di Castiel, che tornò sui propri passi per prenderlo e che, non appena ebbe messo a fuoco il logo stampato sulla busta, non potè fare a meno di saltellare sul posto, con un sorriso estatico stampato sul viso.
 
- Sbaglio o questa bella bustina arriva dalla redazione di Rolling Stones? - insinuò Balthazar, malizioso - Non dirmi che te la manda quella redattrice, come si chiama… Meg? -
 
- Esattamente. - gongolò Castiel aprendo la busta, felice come se fosse la mattina di Natale, ed estraendone due foglietti - Guarda qui Balth! Biglietti vip, anzi, super vip per il concerto degli AC/DC di domani! C’è persino l’accesso al backstage! Nemmeno tu saresti riuscito ad ottenere posti simili! - blaterò in preda all’entusiasmo.
 
- Cassy, lo sai che quella ragazza si aspetta qualcosa da te, vero? - commentò l’altro, per nulla impressionato.
 
- Cosa? Ma non dire stupidaggini, si tratta solo di un favore tra colleghi… -
 
- Sì, certo, come no. Peccato che quella muoia dalla voglia di infilarsi nelle tue mutande dalla prima volta in cui ha posato gli occhi su di te, a quella festa. Forse sarebbe meglio che le spiegassi come stanno le cose, sai, per non illuderla… -
 
- Ma che dici Balth? Mi prende sempre in giro per la mia rubrica, quando le ho detto che scrivevo “Angelo Custode” ha riso fino alle lacrime, e da allora mi chiama Clarence [3]. Non le interesso affatto. - spiegò distrattamente Castiel allontanandosi, stringendo tra le mani i preziosi biglietti.
 
Balthazar scosse lentamente la testa, rassegnato.
 
- Oh, Cassy, ecco perché non volevo che accettassi questo pezzo… - mormorò fra sé e sé, prendendo posto davanti al Mac ed aprendo la propria casella di posta.
 
 
 
 
 
[1] El Bulli è il celebre ristorante dello chef Ferran Adrià, considerato uno dei maestri della cucina molecolare. È aperto solamente per alcuni mesi all'anno (ad esempio nel 2010 da giugno a dicembre) e ha chiuso definitivamente il 30 luglio 2012, allo scopo di effettuare nuove ricerche in campo culinario e portare innovazione alla cucina internazionale.
 
[2] La puzzola del film Bambi.
 
[3] Nell’episodio della quinta stagione 5x10 “Abandon All Hope”, e poi anche in seguito,Meg chiama Castiel “Clarence”, riferendosi all’angelo del film “It’s a Wonderful Life”.


NDA: volevo ringraziare chi sta proseguendo nella lettura, chi ha inserito la storia tra le seguite e chi addirittura tra le preferite (W la fiducia  ^__^  VI AMO) e naturalmente chi ha recensito lo scorso capitolo (devo ancora rispondervi, sono una schifezza, ne sono consapevole).
Alla prossima! :D
   
 
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