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Autore: itsoknottobeok    10/03/2013    0 recensioni
Lentamente la barca si allontanava, veniva avvolta dalla nebbia del lago e per ordine del mio incantesimo prese fuoco.
La barca dove avevo appena lasciato il mio re, il mio padrone, il mio migliore amico.
La mia mente era offuscata da troppi sentimenti, mi sentivo stanco sia nel corpo che nell'anima, come invecchiato di troppi, troppi anni.
In quel momento le parole del drago mi risuonarono nella mente "...some lives have been foretold Merlin. Arthur is not just a king, he is the Once and Future King. Take heart Merlin, for when Albion's need is greatest, Arthur will rise again"
Tornerà.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Bring along the pretenders. I'm not afraid
 
 
Le foglie che si trovavano sul sentiero erano bagnate e appiccicose per via dell'umidità del mattino. Se ne poteva sentire anche l'odore nell'aria.
Il terriccio era fangoso e i miei stivali spesso rimanevano intrappolati in qualche buca che si trovava qua e la.
Non parlavamo molto, non era tipico del mio carattere evidentemente ma Gaius rispettò il mio desiderio e non fece pressoni. Parlavamo del rifugio per la notte, di come poter trasportare il cibo avanzato dal giorno precedente...Usavo quasi sempre la magia, mi guardavo  intorno però prima di eseguire un incantesimo, per abitudine credo. Era cosí strano avere tutta questa libertà adesso ma era anche un pericolo ed una responsabilità. 
Non era ancora tornato a Camelot, non conoscevo i piani di Gaius ma non era sicuro che sarei tornato ancora. Non sapevo cosa avrei potuto fare, mi capitava di chiedermelo ma preferivo pensare ad altro, era difficile riflettere ora.
Avevo bisogno di una distrazione costante e camminare per una meta sconosciuta era un buon piano. 
Quando questi miei pensieri disconnessi sul passato cessavano dandomi tregua mi preoccupavo per Gaius. Era molto anziano e debole ma camminava davanti a me, senza sosta, deciso.  Quando ci capitava di scambiarci poche parole o sguardi vedevo la fatica e la stanchezza nei suoi occhi, anche se cercava disperatamente di celarla. Gli dicevo di fermarsi che per oggi era sufficiente ma lui insisteva. Allora mentivo dicendo di essere esausto e affamato e con un incantesimo catturavo della selvaggia che avremmo mangiato al caldo e in un luogo riparato dalla pioggia e dal vento. 
"Non credere che questa sia un'uscita di piacere ,Merlin". Mi disse una sera mentre sistemavo i rametti raccolti poco prima per accendere il fuoco. 
Alzai lo sguardo nella sua direzione, aveva il volto rivolto verso l'alto, gli occhi chiuso e inspirava tranquillo.
"Non penso che lo sia Gaius, non penso che sia nulla in effetti. Pensare è difficile ed evito di farlo quando posso" 
Abbassò lo sguardo ma non nella mia direzione, espirò e la tranquillità che mi era parso di percepire poco prima svaní. Aveva il volto stanco e consumato, in momenti come questi sembrava cosí diverso dal maestro che mi ha fatto diventare l'uomo che sono. Lo guardai un'altra volta e non vidi che un vecchio stanco. 
"Merlin è tempo che tu lo faccia invece. Pensare, ragionare, pianificare... Portare a termine! Ecco ciò che ti aspetta."  Fece una pausa mi guardò, il mio volto era impassibile, non lasciava trapelare nessun'impressione. Non provavo nulla in effetti.
 
 Lui continuò "La tua missione, il tuo destino non sono conclusi solo perchè sulla tua strada si è presentato un ostacolo più grande del solito." 
Inarcai le sopracciglia allibito "un ostacolo più grande del solito?" Domandai ripetendo incredulo le parole appena pronunciate da Gaius. "Il mio destino era servire un grande re, aiutarlo, consigliarlo e appoggiarlo nelle scelte. Correggerlo, essergli amico e lottare con lui! Ditemi Gaius come posso avere ancora un destino se la mia missione è incompibile? Lui non c'è più! Cosa dovrei fare? Innalzare e consacrare la sua memoria??" Mi ero alzato in piedi, avevo perso la pazienza. Erano trascorse settimane ma non avevo mai parlato o ammesso anche solo a me stesso la realtà. Ora l'avevo fatto, mi sentivo sollevato ma al contempo svuotato.  Guardando Gaius capii che era questo ciò a cui mirava,  per un istante pensai di maledirlo ma l'aveva fatto solo per il mio bene. Cosa voleva dire con quelle parole però? 
 
"Un grande re ci sarà sempre per il suo regno. Un grande uomo ci sarà sempre per i suoi amici"  Furono le ultime parole per quella sera, parole scelte appositamente per farmi pensare. E pensai, pensai molto e mentre temevo di illudermi su ciò che il futuro aveva in serbo per me un flusso di positività mi invase. Che tutti i nemici e i nuovi ostacoli arrivino! Che arrivino pure ero pronto e non avevo paura. Non potevo averne, non sapevo come sarebbe finita ma sepevo che dovevo provare, era ciò per cui ero nato e anche se avessi vissuto un milione di anni non avrei più avuto dubbi. Quella era la mia strada, l'unica che potevo mai prendere. 
"Va al nord Merlin. Lí troverai  la sacerdotessa del Grande Inverno, sarà lei a dirti cosa dovrai fare. Fidati delle sue parole e non dubitare della sua lealtà. Sei un grade uomo Merlin e farai grandi cose, degne di un mago potente e abile come te. Tutti un giorno sapranno il tuo nome  e io con questa consapevolezza sono fiero di poter dire di averti conosciuto quando non sapevi nemmeno semplici incantesimi di primo ordine, quando confondevi le cose più improbabili!" Rise, ma la risata si trasformo in una tosse che pian piano gli tolse le forse e gli consumò la voce. 
"Sono fiero.." Continuò "..di averti semplicemente conosciuto e di vissuto cosí tante avventure grazie a te!"
Mi sorrise e io ricambiai. Era come un padre per me e quelle parole mi scaldarono il cuore. 
Mentre mi addormentavo sentivo il respiro di Gaius di fianco a me, diventare sempre più regolare, appena percettibile. 
Mi addormetai
 
 
***
 
"Li hanno visti dirigersi verso il Grande Inverno mia signora" Sir Leon era appena tornato dalla spedizione, durata anche troppe settimane! Ero in un'ansia terribile e ora che mi aspettavo di trovare il mio vecchio amico proto a darmi le risposte..
"Perchè non li avete fermati? Vi avevo chiesto di condurli a Camelot" mi interruppe insicuro
"Erano inavvicinabili mia signora.. Una sorta di barriera.. Non potevamo arrivare entro un certo raggio di distanza da loro... Venivamo respinti.. Non ci sentivano."
 
"Magia." Dissi semplicemente e il cavaliere mi guardò come se avessi appena pronunciato una condanna a morte. 
 
"Perchè un amico fidato scappa dal suo regno e dalla sua regina in questo momento cosí tragico? Perchè evita di entrare in contatto con i suoi vecchi compagni di avventure?"
  
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